Treni italiani: SI VIAGGIA GRATIS | Confermato il decreto statale sullo spostamento
Trenitalia, arriva la sentenza-svolta - Giornalepop.it (Foto X)
Viaggiare in treno nel Belpaese non sarà più come prima: la sentenza che fa giurisprudenza per milioni di italiani.
C’è qualcosa di estremamente vintage, ma anche affascinante, che ancora alla fine del 2025 conserva pressoché intatta la propria popolarità, a spregio dei nuovi servizi messi a disposizione dei cittadini italiani.
Stiamo parlando dei titoli di viaggio ferroviari cartacei, la cui presenza presso le stazioni italiane può essere “documentata” quotidianamente. E non si parli di una questione di età.
Non sono infatti solo i viaggiatori meno giovani a servirsi del biglietto stampato dal controllore, bensì anche under 50 e in qualche caso anche under 30. Incredibile, ma vero, proprio coloro che hanno (quasi sempre) in mano i dispositivi mobili.
Che si tratti di viaggiatori occasionali o seriali, il numero di utenti “tecnologici” è ancora piuttosto basso, almeno rispetto a quelli che utilizzano le app per altri settori, come quello bancario.
La prescrizione non basta: la sentenza è scritta, cambia tutto sui treni italiani
Del resto, se fosse il contrario le biglietterie esisterebbero solo per dare informazioni, riducendo in maniera sensibile l’attività di chi ci deve lavorare, con tutti i rischi del caso a livello di stipendi e non solo. D’altro canto si alleggerirebbe il lavoro di coloro che, a bordo dei treni, devono verificare la correttezza dei titoli di viaggio. Perché a volte un semplice controllo può trasformarsi in una vera e propria odissea. Non solo per il viaggiatore.
Ne sa qualcosa l’ormai famoso capotreno di Mestre, il cui calvario è iniziato nel 2018 mentre era in servizio sulla linea Belluno-Padova. Chiedendo ai passeggeri di mostrare il biglietto l’uomo fu ignorato da un 42enne nigeriano, che continuò a parlare al telefono. A questo punto il controllore prese il borsone del passeggero e lo portò giù dal convoglio, pensando così di destare la sua attenzione.

Se il viaggio in treno diventa un incubo: il ferroviere finisce sul lastrico
Un errore fatale che avrebbe scatenato l’inferno. Oltre all’aggressione fisica subita dalla “vittima”, infatti, il controllore fu beffato dal fatto che il passeggero il regolare biglietto l’aveva, pur avendolo mostrato e timbrato in ritardo. Il ferroviere sarebbe poi stato accusato di violenza privata per aver fatto scendere il passeggero dal treno senza una valida ragione.
Condannato in primo grado a 20 giorni di reclusione anche per presunte minacce all’uomo, il procedimento si è poi concluso con la prescrizione, ma a carico del lavoratore sono rimasti i 15.000 euro di spese legali da pagare. Il sindacato ha preso le difese dell’uomo, sottolineando il comportamento di Regione Veneto e Trenitalia, tiratesi indietro dopo aver promesso assistenza all’operatore. Pensare che non sarebbe successo nulla se il passeggero avesse continuato a parlare al telefono magari in vivavoce mostrando il titolo di viaggio elettronico dal cellullare…
