Terza guerra Mondiale, mai stati così vicini | La Meloni smuove l’esercito, addestramenti intensi
Giorgia Meloni si prepara alla terza guerra mondiale - Giornalepop.it
La paura della Terza Guerra Mondiale è sempre più concreta: anche Giorgia Meloni prepara un piano per l’esercito. Ecco perché c’è davvero da temere per il nostro futuro.
La paura di un nuovo conflitto globale si fa ogni giorno più reale. A quanto pare anche Giorgia Meloni starebbe organizzando un piano d’azione per l’esercito italiano, e le ultime dichiarazioni in ambito geopolitico lasciano davvero poco spazio all’ottimismo. Ma cosa sta succedendo davvero? E cosa ci aspetta?
Lo scenario politico degli ultimi anni è cambiato radicalmente, come mai avremmo potuto immaginare prima d’ora. E probabilmente, un giorno, i libri di storia potrebbero ricordare questa fase come gli albori di un nuovo conflitto mondiale, con tantissime perdite umane, tensioni internazionali e, forse, un nuovo Olocausto.
Ricordiamolo: la Prima Guerra Mondiale è scoppiata nel 1914, la Seconda nel 1939. E nemmeno un secolo dopo, le nazioni sembrano aver dimenticato i valori della pace, nonostante trattati su trattati e la creazione delle Nazioni Unite, nate proprio per vigilare contro nuove derive belliche.
A innescare la miccia di questa nuova tensione mondiale sono diversi scenari già esplosivi, a partire dal conflitto tra Israele e Palestina, che potrebbe precipitare da un momento all’altro. Ma non è l’unico fronte caldo. A confermare tutto questo ci sono anche le dichiarazioni di esperti di geopolitica, che delineano un quadro internazionale carico di instabilità, e potenzialmente pronto a esplodere.
Terza guerra mondiale più vicina? Giorgia Meloni prepara l’Italia allo scenario di conflitto
Impossibile negare che, in questo clima, molti italiani si chiedano come potrebbe cambiare la propria vita in caso di guerra, e soprattutto chi verrebbe chiamato alle armi nel caso in cui l’Italia entrasse in conflitto, anche solo per motivi difensivi, come previsto dalla nostra Costituzione. In base alle normative attuali, il richiamo inizierebbe dal personale in servizio, per poi estendersi alle riserve (ovvero coloro che hanno prestato servizio militare per almeno 5 anni), ai militari in pensione, agli ex graduati e infine ai cittadini civili di sesso maschile tra i 18 e i 45 anni, a condizione di superare la visita medica che li dichiari idonei al servizio militare.
Ma attenzione: per poter parlare davvero di un terzo conflitto mondiale, devono verificarsi condizioni ben precise, illustrate proprio da Dario Fabbri, esperto di geopolitica e ospite del podcast BSMT, condotto da Gianluca Gazzoli.
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Una domanda che torna ciclicamente, ma che oggi ha un peso diverso. AI BSMT, Dario Fabbri ci ha spiegato perché non siamo ancora in guerra, ma quanto, in realtà, ci siamo vicini. Vuoi vedere l’episodio completo? 🔗⬆️
Tutto pronto per la Terza Guerra Mondiale… ma solo se accade questo
Durante l’intervista, Dario Fabbri, giornalista politico e fondatore del mensile Domino, ha spiegato come il mondo oggi sia effettivamente vicino a un potenziale terzo conflitto globale. A dominare la scena ci sono due superpotenze nucleari: Stati Uniti e Russia. Quest’ultima, lo ricordiamo, detiene sul proprio territorio un vasto arsenale di testate nucleari, che la rendono estremamente pericolosa. Secondo l’analisi di Fabbri, nessuna delle due potenze ha interesse a sfidare l’altra apertamente, ma la guerra in Ucraina le ha trascinate in una spirale di tensioni difficili da gestire.
A peggiorare il quadro si aggiungono le crescenti frizioni tra Cina e Stati Uniti per il controllo di Taiwan, territorio strategico per lo sviluppo tecnologico. È proprio questo che rappresenta uno dei potenziali pretesti per l’escalation, tanto che l’ultimo episodio simile risale al 1990. E se mettiamo insieme tutti questi fattori, le tensioni tra Israele e Palestina, la guerra in Sudan, i conflitti di cui si parla poco ma che bruciano sotto la superficie, la Terza Guerra Mondiale non sembra più un’utopia, ma una possibilità concreta che potrebbe realizzarsi molto prima di quanto pensiamo.
