SBARAZZARSI DEI PROPRI FUMETTI

SBARAZZARSI DEI PROPRI FUMETTI

Compro fumetti fin da quando ero bambino. Poi si sono aggiunti i romanzi, soprattutto gialli e di fantascienza. Poi la saggistica, in particolare pedagogia e psicologia. E infine i libri di documentazione, quando la mia passione è diventata una professione.

Compravo come se non ci fosse un domani e come se avessi a disposizione un hangar per conservare tutti i miei acquisti. So di non essere il solo lettore-acquistatore compulsivo. Siamo un po’ malati, forse, ma va detto che ho letto quasi tutto quello che ho comprato. Alcuni libri di documentazione li ho solo sfogliati all’occorrenza, ovviamente, e altri sono ancora in attesa di un’occasione per essere utilizzati.

Nel corso della vita, ogni tanto ho dovuto fare delle scelte, e “sacrificare” alcuni acquisti. I primi a essere lasciati indietro sono stati i fumetti neri e sexy degli anni sessanta e settanta. Ho tenuto quelli a cui ero più affezionato: molti Jungla, tutto Al Capone, i primi Goldrake Playboy e Isabella, qualche Spettrus, alcuni Calamity Jane, cosette strambe come Bart

Poi sono iniziati i traslochi. Dovendo trasferirmi da Milano (dove per accumulare carta stampata oltre alle librerie di casa avevo a disposizione la cantina, il garage e la redazione di Fumo di China) a un appartamento di Livorno con stanze molto grandi ma niente cantina e garage, ho dovuto rinunciare a tantissimo materiale.

Da persona razionale… ho ragionato. C’erano moltissime cose che non sfogliavo da anni e che sapevo non sarei mai tornato a sfogliare, a cominciare dalle riviste: Linus, Alterlinus, Corto Maltese, L’Eternauta, Comic Art, Lanciostory, Skorpio eccetera. E la gran parte dei bonelliani tipo Tex, Dylan Dog, Comandante Mark, Martin Mystère, Mister No, Nick Raider, e pure tutti i Diabolik.

Così ho regalato un bel po’ di roba a un amico torinese e venduto le cose con maggior valore commerciale all’amico Nessim Vaturi della Borsa del Fumetto. Non mi pagò in contanti, ma con un buono di tre milioni di lire spendibili nel suo negozio. E la cosa mi andava perfettamente bene: all’epoca tornavo ancora spesso a Milano a consegnare il lavoro ai vari editori, e in quelle occasioni ci avrei acquistato i volumi con le storie che avevo più amato sulle riviste e che in formato di libro avevano più ragione di essere conservate. Diciamolo: nelle riviste c’erano tante cose bellissime ma anche tanta roba che quasi non meritava di essere letta, figuriamoci conservata e riletta.

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Poi, a Livorno, necessità familiari mi hanno portato a spostarmi in un appartamento più piccolo, ma con maggiori “utilità” per gli acciacchi che rischiavano di sopravvenire con l’età. Dunque, nuova necessità di ridurre la quantità di libri e giornalini. In quel caso detti tutto a un venditore di libri usati. Non mi pagò in nessun modo, ma si sobbarcò i venti o trenta viaggi su e giù per tre piani di scale. Prese anche tutti i vinili che avevo. Quelli me li pagò.

Ed eccomi qui. Stavolta non ci sono traslochi in ballo, ma solo l’età che avanza. Ho settantadue anni suonati e l’orizzonte di vita che mi resta davanti è sempre più corto. Anche se dovessi vivere fino a novant’anni come mio padre (per linea materna, invece, sono tutti morti giovani per forme tumorali… e io ne ho già affrontate due, per fortuna senza conseguenze), fino a quando avrò l’energia e la capacità di movimento che per adesso conservo?

Dunque, da persona di buon senso, ho capito che era il momento di fare di nuovo una scelta di ragionevolezza, liberandomi di tutto quello che non rileggo da anni e so che non avrò mai voglia di rileggere: fumetti, romanzi, saggistica, libri illustrati di documentazione (che ormai si trova facilmente in rete, e comunque, per i progetti che ho nel cassetto – e sarà un miracolo riuscire a realizzare tutti – sono poche le pubblicazioni di vario genere che mi potranno ancora servire. Quelle poche per il momento le ho conservate).

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Gli impegni professionali e familiari non mi lasciano neanche il tempo per cercare di vendere le cose che un valore commerciale pure avrebbero: non ho modo né voglia di imbarcarmi nella confezione di pacchi e scatoloni e avventurarmi nel mondo delle vendite online su eBay o Vinted. A chi ha modo di venire a ritirare il materiale a casa, regalo tutto. Ben felice che quelle pubblicazioni che hanno riempito di gioia, divertimento ed emozione le mie ore possano farlo di nuovo con altri.

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L’unica cosa che cercherò di vendere sono i primi duecento Zagor, un po’ “scritta rossa” e un po’ prima edizione, più altre zagoraggini di vario genere in omaggio. Sono quelli che ho consultato per scrivere le sceneggiature del giustiziere di Darkwood per più di dieci anni, e dunque hanno un pizzico di valore… feticistico in più. Nei prossimi giorni posterò l’annuncio in rete. Anche in questo caso, scelta necessaria e ragionata: ho tenuto i numeri che ho scritto io; gli altri li ho letti e riletti a sufficienza, e non mi servono più nemmeno come materiale di documentazione, visto che non scriverò altre storie dello Spirito con la Scure.


Tutto quello a cui ho rinunciato (e a cui rinuncerò nei prossimi giorni: qui sotto potete vedere il settore romanzi che sarà sfoltito di almeno metà, probabilmente per due terzi; conserverò solo i volumi che devo ancora leggere o che con qualche probabilità avrò voglia di godermi ancora: Nero Wolfe, Donald Westlake, il Ciclo dei Vor della McMaster Bujold, alcuni classici della Letteratura…), di fatto, stava lì solo a prender polvere, e alla mia morte avrei lasciato ai miei figli il fastidio di liberarsi di una massa ingestibile di carta stampata (gliene resterà in ogni caso fin troppa, da smaltire).


A una certa età conviene abbandonare abitudini un po’ irrazionali e “alleggerirsi”. In tutti i sensi. Se questo oltretutto porterà gioia a chi deciderà di “adottare” i miei orfanelli cartacei, tanto meglio.

13 commenti

  1. Condivido perfettamente. I nostri fumetti e libri hanno un senso fin tanto che noi siamo in vita: poi perdono il loro significato, quello rasserenante, consolatorio, che contribuisce a “riempire la vita”, a “portar gioia” a chi li possiede ma soltanto nel breve lasso della sua vita terrena. “Finiti” noi, finito anche il loro “scopo”. Insomma, “après nous le deluge” come mi pare dicesse la Pompadour. Non fingiamo che ce ne freghi qualcosa del destino dei nostri fumetti-libri-vinili-dvd, ecc.

    Io ho un vecchio amico ferrarese che ha accumulato una collezione immensa nel campo della fantascienza & C., action figures, video, fumetti, libri, manifesti, documenti, ecc. Ora, dopo la morte improvvisa della sua adorata compagna e problemi seri di vista che lo hanno colpito, oltre alla prospettiva dell’età che avanza, lo hanno fatto maggiormente e drammaticamente riflettere sul cosa farne della sua collezione, a chi lasciarla, ecc. Ne voleva fare un museo, ma il primo tentativo, fatto “in vita”, è stato fallimentare; e pare che la figlia e il figlio non siano interessati a occuparsi della sua casa-museo.

    D’altronde anche se uno lasciasse la sua collezione a un’istituzione o a un comune, ecc, per farne un museo, non può sapere (quando egli sarà ormai nel mondo dei più) “come andrà a finire”, quanto durerà, se a un certo punto ad essi magari non converrà più mantenerlo e sarà comunque chiuso e gli oggetti contenuti finiranno in uno scantinato, ecc, ecc. O verrà chiuso perché non abbastanza visitato! Cosa assai probabile: ricordo che l’amico Claudio Dell’Orso anni fa era intenzionato ad aprire un museo dell’erotismo (erotismo raffinato, non pornografia) nella sua Venezia, e in effetti riuscì ad aprirlo, ma poi il museo fu costretto a chiudere dopo solo una decina di giorni per mancanza di visitatori!

  2. Vendere senza se e senza ma, o si rischia che alla nostra dipartita calino gli avvoltoi

  3. Disfarci del passato può essere catartico, ma non ipotechiamo il futuro: voglio dire che qualche nuova storia dello Zagor toninelliano io la leggerei volentieri.

    • Grazie, ma se mai accadesse sarebbe una storia slegata da tutto il pregresso, perciò i vecchi Zagor non mi servono comunque più. 🙂

  4. Sono interessato ai Zagor Zenith,se dovesse venderli,mi farebbe piacere averne cura.

    • Ciao, Antonio. Pubblicherò l’annuncio di vendita fra qualche giorno su Facebook; sul mio profilo e nel gruppo COMPRAVENDITA FUMETTOSA. Fatti vivo lì. Io intanto, per questo tuo commento, ti assegno un diritto di prelazione, se sarai ancora interessato.

    • Ciao, Antonio. Ho impacchettato per la soedizione gli Zagor che vendo. Se sei ancora interessato, contattami in privato su Facebook o mandami un’email a marcello.toninelli@vodafone.it. Buona serata.

  5. Carissimo Marcello, si sa che ciò che abbiamo avuto ed ancora possediamo in questo mondo, non lo possiamo portare in un altro successivo. Ma io e te abbiamo un privilegio rispetto agli altri compratori e collezionisti: abbiamo creato nuove storie che resteranno ai posteri. Faccio un esempio, capitan Miki e Susy la figlia del colonnello sono fidanzati in bianco per tutta la serie disegnata dai tre torinesi Sinchetto-Guzzon-Sartoris. Tu finalmente hai realizzato l’epilogo con il rapporto sessuale tra i due. Lo aspettavano tutti da decenni.
    Non intristirti perciò per i fumetti che devi cedere; sarebbe come rimpiangere la benzina consumata per fare un viaggio. Non è il carburante che conta. é la meta !
    tuo. Franco Ressa

    • Non mi intristisco, non ti preoccupare. E’ stata una decisione serenamente razionale. Mi resta ancora tanto da leggere e rileggere… non rischio di restare senza fumetti e romanzi. E quelli che hanno contato nell’infanzia sono ancora tutti lì, pronti a regalarmi “viaggi nel tempo e nelle emozioni”. Intanto che continuo a divertirmi e appassionarmi a fare fumetti e a giocare a fare l’editore. 🙂

  6. Io penso di essere più vecchio di voi che avete tante volte scritto sul Giornale Pop.
    Comunque di anni ne ho 85 e non sono in buona salute, ma dei fumetti che ho cominciato a vedere ricordandoli, Fulmine, “Topolino Giornale dal 1943, “Il Vittorioso” il ricordo più vecchio è del 1942 con “Un Marinaio nella stratosfera” ( un albo”), Gim Toro dal 1946, Mandrake, Phantom, Gordon su L’Avventura” dal 1945, eccetera, eccetera.
    Una cultura pluralistica, una visione assai differenziata dei fumetti, cosa che spesso mi viene “rinfacciata” da chi ha in testa una sola testata e pochi autori e loro personaggi!! Qualcuno mi ha accusato di essere comunista, ateo, nemico di Dio, fascista nostalgico, un esaltato a causa di Jacovitti, un mentitore e bugiardo a causa del fatto che scrivendo mi invento molte cose!!
    Io i fumetti che ho accumulato con fatica nei decenni me li tengo, ogni tanto li riguardo, mi piacciono sempre!!!
    Poi certamente morirò, ma penso che la vita finisca a quel punto, non potrò da morto, recriminare perché non sono più vivo!

  7. Perché non donare a qualche biblioteca (per esempio quella di Bepi Vigna a Cagliari)?
    T.A. Roma

    • Ah, ma siete tutti fissati, con ‘ste biblioteche? 🙂 A parte che molte non accettano libri da privati, nella mia operazione di riorganizzazione delle librerie non avevo il tempo di contattare quella della mia città. Figuriamoci quello di organizzare spedizioni in altre località! Tramite parenti e conoscenti ho sondato alcune altre associazioni, ricevendo sempre come risposta dei “non interessa/non abbiamo più spazio”. In ogni caso, come nei film, “nessun fumetto o romanzo è stato maltrattato” nel mio svuotamento di librerie. Grazie ai social (qualche utilità ce l’hanno pure) sono riuscito a collocare TUTTE le pubblicazioni di cui mi liberavo. Possiamo tutti tornare a dormire tranquilli. 🙂

  8. Mai avuto il sonno disturbato!!! 😄

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