QUINO PRIMA DI MAFALDA

History is littered with hundreds of conflicts over the future of a community, group, location or business that were “resolved” when one of the parties stepped ahead and destroyed what was there. With the original point of contention destroyed, the debates would fall to the wayside. Archive Team believes that by duplicated condemned data, the conversation and debate can continue, as well as the richness and insight gained by keeping the materials. Our projects have ranged in size from a single volunteer downloading the data to a small-but-critical site, to over 100 volunteers stepping forward to acquire terabytes of user-created data to save for future generations. The main site for Archive Team is atarchiveteam.organd contains up to the date information on various projects, manifestos, plans and walkthroughs. This collection contains the output of many Archive Team projects, both ongoing and completed. Thanks to the generous providing of disk space by the Internet Archive, multi-terabyte datasets can be made available, as well as in use by theWayback Machine, providing a path back to lost websites and work. Our collection has grown to the point of having sub-collections for the type of data we acquire. If you are seeking to browse the contents of these collections, the Wayback Machine is the best first stop. Otherwise, you are free to dig into the stacks to see what you may find. The Archive Team Panic Downloadsare full pulldowns of currently extant websites, meant to serve as emergency backups for needed sites that are in danger of closing, or which will be missed dearly if suddenly lost due to hard drive crashes or server failures. “Il mio rapporto con il mondo è di sofferenza perché tutto ciò che vi accade è orrendo”.Quino Autoritratto di Quino Joaquín Salvador Lavado Tejón, in seguito dettoQuino, nasce in Argentina ai piedi delle Ande. Per l’esattezza a Guaymallén, nella provincia diMendoza, il 17 Luglio 1932, terzo di tre fratelli, da genitori spagnoli emigrati nel 1919 dall’Andalusia.Pare che gli andalusi siano noti per il carattere tragico e l’umorismo nero. I genitori di Quino sono anticlericali e repubblicani, termine che nella Spagna di allora indicava i progressisti contrapposti ai nazionalisti monarchici.Il bambino cresce così in un ambiente familiare che lo incoraggia a mettere in discussione ogni forma di autoritarismo e ad analizzare i motivi delle ingiustizie. Una vignetta di Quino sulla nascita Gli è stato dato lo stesso nome dello zio materno Joaquín Tejón, pittore e grafico pubblicitario, e per non confonderli in famiglia lo chiamano prima Joaquincito, poi Joaquino, e infine Quino. A tre anni, quando i genitori vanno al cinema, viene affidato insieme ai suoi fratelli a questo zio artista che, per divertire i nipoti, si mette a disegnare con loro, trascorrendo in questo modo l’intera serata. Da quel momento il piccolo Quino sente che disegnerà per tutta la vita e scopre così la sua irresistibile vocazione. Soprattutto per un bimbo piccolo, e quindi ancora soggetto a molte restrizioni, il semplice atto di disegnare è uno dei primi e più entusiasmanti spazi di libertà che si possano sperimentare. Disegnare è un atto di libertà Dopo le scuole primarie in cui è uno studente né bravo né cattivo, ma che lo hanno “veramente angosciato”, nel 1945 muore sua madre. Quino si iscrive quindi alla Scuola di Belle Arti di Mendoza. Nel 1948 muore anche suo padre e nel 1949 Joaquín,“stufo di disegnare anfore e gessi”, lascia la scuola d’arte per tentare la carriera del cartoonist, anche perché ha bisogno di lavorare essendo la famiglia mantenuta unicamente dal fratello maggiore. Disegnare come difesa dal mondo L’accumularsi degli elementi di angoscia dovuti a esperienze passate e alla paura del futuro, in cui la prematura scomparsa dei genitori ha certo una parte, farà sì che i disegni di Quino assumano sotto molti aspetti le caratteristiche di una difesa dal mondo. Ma anche un modo personale per evidenziare e affrontare gli aspetti negativi più minacciosi attraverso l’arma di un’ironia surreale che li stravolge, mostrandone i lati ridicoli e quindi ridimensionandoli. Il colloquio con l’editore Poco dopo aver lasciato la scuola d’arte, disegna il suo primo fumetto ancora dilettantesco per la pubblicità di un negozio di stoffe. Nel 1951 va a Buenos Aires per sottoporre le sue vignette ai giornali e alle riviste della capitale, ma riceve solo rifiuti. Quando, essendo infine rimasto senza soldi, si vede costretto a ritornare a Mendoza, ha anche un ulteriore motivo per sentirsi “angosciato”: deve partire per il servizio militare. Dato l’antimilitarismo che permeerà tutta la sua futura opera grafica, è probabile che questa per lui non sia stata un’esperienza particolarmente felice… L’antimilitarismo di Quino Nell’Argentina di quegli anni, in cui governi democratici si avvicendano a colpi di stato da parte dell’esercito, il fatto di “essere cresciuto con i militari” in un clima di paure e autocensure, è un altro valido motivo per rendere Quino contrario a ogni forma di militarismo.Lo si può vedere già in alcune delle sue vignette giovanili. Il pensiero angosciante di Quino Finito il periodo di leva, Quino nel 1953 torna a Buenos Aires per riprovarci, ma stavolta decide che, se tutti i periodici dell’elenco che ha stilato rifiutassero di nuovo la sua collaborazione, lascerà perdere e si troverà un impiego “normale”. Mentre si avvicina alla fine della lista, la storia pare ripetersi identica,“ma con più angoscia ancora”da parte sua.Nessun editore sembra interessato. Ma poi, la redazione dell’ultima rivista del suo elenco, il settimanale politicoEsto Es, lo richiama chiedendogli una pagina fissa di vignette mute su ogni numero. La candida antiretorica di Quino L’uscita della sua prima pagina, il 9 novembre 1954, è“il momento più felice”della sua vita. Per oltre una decina d’anni le sue vignette continueranno a essere caratterizzate dall’assenza di parole, adeguandosi allo stile diffuso nelle vignette internazionali di allora. Se non ci sono testi, non c’è bisogno di traduzioni o adattamenti e ciò automaticamente rende le immagini universali. La dissacrante fantasia di Quino Il segno di Quino, come ci si può aspettare, agli inizi è ancora piuttosto acerbo. Per qualche tempo, non sarà ancora in grado di mantenersi con i suoi disegni. Fortunatamente ha la possibilità di conoscere importanti cartoonist e soprattutto di frequentare il disegnatoreDi Vito, un professionista di origine italiana(come la metà circa degli argentini – NdR)a cui sottopone periodicamente il proprio lavoro, ricevendo preziosi consigli e incoraggiamenti. La dittatura militare secondo Quino Già tra le sue vignette dei primi tempi, oltre a semplici gag e nonsense innocui, si cominciano a intravedere temi e contenuti impegnati o introspettivi, che con il tempo avranno un peso sempre maggiore nella sua produzione. Quino con candore mette in ridicolo ogni retorica e arroganza delle autorità e della cultura ufficiale, esercito e clero compresi, accennando fantasie vagamente dissacranti. In alcuni casi, con lucidità e sintesi grafica già smaschera certe ipocrisie della società, come il paternalismo delle dittature militari e un cinico sistema affaristico in cui il successo dell’uno comporta il fallimento di altri. La doppia faccia della finanza secondo Quino Nel giro di pochi anni Quino riesce a vivere delle collaborazioni con riviste a vasta diffusione, tanto che nel 1960 può sposarsi conAlicia Colombo, una ragazza laureata in chimica nipote di immigrati italiani. La famiglia della sposa in una vignetta di Quino