PIUME DI DINOSAURO E STATUE GRECHE A COLORI
Come molti, da bambino adoravo i dinosauri e devo ammettere che mi affascinano ancora oggi. Giganteschi lucertoloni preistorici! Avevo un pupazzetto di plastica, un Tirannosaurus Rex piantato sulle zampe posteriori, ben dritto sulla schiena e ricoperto di scaglie in dura plastica. Circa vent’anni più tardi, i T-Rex non sono più come quelli che ricordavo. Ora sono rappresentati con quell’andatura orizzontale e le piume variopinte. Io sono invecchiato, forse evoluto e dopo milioni di anni anche i dinosauri lo sono. Sono molto diversi anche da come li aveva immaginati nell’ottocento il paleontologo creazionista Richard Owen che diede loro il nome di “lucertole spaventose”. Altro esempio, completamente diverso: le statue greche. Esteticamente perfette, con il candido e puro bianco del marmo. Talmente belle che una volta riscoperte tornarono di gran moda con il neoclassicismo che rende tanto ammirabili molte capitali europee. Bianche e candide? No, per niente. Gli studi più recenti ricostruiscono statue, colonne e sarcofagi dai colori splendidamente brillanti, in contrasto con la sacralità del bianco a cui era abituato il frequentatore delle raccolte di gessi classiche. L’altare di Zeus (in restauro nel Pergamon Museum di Berlino), la Colonna Traiana a Roma e le statue del Museo dell’acropoli di Atene, ora scoloriti dal tempo, dovevano essere un’esplosione di colori. La ricerca scientifica produce inevitabili cambiamenti, grandi o piccoli, che sconvolgono i nostro vivere quotidiano. Dall’elettricità all’esplorazione lunare, dalla plastica a internet. Non soltanto invenzioni e scoperte straordinarie, anche riscoprire elementi dimenticati del passato cambia il nostro modo di percepirlo e comprendere anche l’attualità. Possiamo imparare dal passato. I greci non erano solo dei guerrieri e filosofi che ammiravano l’aspetto apollineo delle loro candide statue, ma vivevano tutta l’emozione sfaccettata dei colori e delle emozioni dei loro eroi e dei. I dinosauri non erano semplicemente la versione gigantesca delle lucertole che guizzano nel parco: l’evoluzione puntava ad evolverli, a fargli prendere il volo come uccelli.