OLIVETTI LETTERA 32, L’INVASIONE

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History is littered with hundreds of conflicts over the future of a community, group, location or business that were “resolved” when one of the parties stepped ahead and destroyed what was there. With the original point of contention destroyed, the debates would fall to the wayside. Archive Team believes that by duplicated condemned data, the conversation and debate can continue, as well as the richness and insight gained by keeping the materials. Our projects have ranged in size from a single volunteer downloading the data to a small-but-critical site, to over 100 volunteers stepping forward to acquire terabytes of user-created data to save for future generations. The main site for Archive Team is atarchiveteam.organd contains up to the date information on various projects, manifestos, plans and walkthroughs. This collection contains the output of many Archive Team projects, both ongoing and completed. Thanks to the generous providing of disk space by the Internet Archive, multi-terabyte datasets can be made available, as well as in use by theWayback Machine, providing a path back to lost websites and work. Our collection has grown to the point of having sub-collections for the type of data we acquire. If you are seeking to browse the contents of these collections, the Wayback Machine is the best first stop. Otherwise, you are free to dig into the stacks to see what you may find. The Archive Team Panic Downloadsare full pulldowns of currently extant websites, meant to serve as emergency backups for needed sites that are in danger of closing, or which will be missed dearly if suddenly lost due to hard drive crashes or server failures. Bazzicando su Instagram mi sono accorto che, con il passare degli anni, nelle foto inerenti ai libri capita spesso di trovare in posa una macchina da scrivere Olivetti Lettera 32. Sono quindi arrivato a chiedermi come mai questo oggetto sia così in voga tra le/gli bookstagrammer. L’avevano avuta anche loro in casa o l’avranno comprata perché viene considerata un oggetto di culto tra i letterati e gli appassionati di letteratura? Non ne ho idea. Fatto sta che la Olivetti Lettera 32 è un po’ come il prezzemolo delle foto con i libri. Mi capita di notarla non soltanto nelle foto su Instagram: nei video di case abbandonate è una delle cose che salta più all’occhio. Anche nei mercatini non è raro intercettarne qualcuna in vendita. Possiamo in un certo senso considerarla l’antenato del computer? Per quel che mi riguarda, un po’ sì. Però non immaginavo ne girassero così tante. Non vedo spesso solo l’Olivetti Lettera 32, ma anche l’ancora più vetusta versione: la 22. Io ho a casa una 32 che i miei all’epoca (suppongo, perché non ricordo di preciso) comprarono per mia sorella e mio fratello, che ben prima di me frequentarono l’Istituto tecnico commerciale. La scuola aveva due ore a settimana dedicate alla dattilografia, per questo l’insegnante consigliava di procurarsene una per allenarsi. Come ho detto, i miei comprarono una Olivetti Lettera 32 con annessa valigetta, e io la conservo da allora. Certo, oggi è parecchio vissuta. D’altronde ha trent’anni. Anche da piccolo la usavo anch’io. Mi piaceva scrivere e ricordo che ero piuttosto bravo e veloce a battere a macchina. Scrivevo brevi racconti che poi facevo leggere ai miei familiari, con protagonisti gli amici di mio fratello che venivano a casa. Ricordo che li facevo ridere. Ho frequentato successivamente lo stesso istituto scolastico dei miei fratelli, dove, anch’io, per due anni feci dattilografia. Ero veloce a scrivere, il che era strano per i miei compagni di classe: pensavano fossi un asino e quindi guardavano con sospetto la mia abilità. Forse in un certo senso avevano ragione. Nel senso che c’era una tecnica che ci veniva insegnata per scrivere, nella quale bisogna usare tutte e cinque le dita, ma io da autodidatta avevo il mio stile. Non riuscivo a usare l’anulare e il mignolo per battere alcune lettere, quindi era un po’ come non rispettare le regole. Non che l’insegnante se ne sia mai accorta, perché ero abbastanza furbo da non finire tra i primissimi. Con la conclusione del primo biennio superiore questa materia non veniva più insegnata e, complice l’arrivo dei primi computer a casa mia, la macchina da scrivere non venne più usata. Venne inserita nell’apposita valigetta e conservata nel posto dove risiede tuttora. Ultimamente mi sta venendo la voglia di tirarla fuori, pulirla e magari inserirla come soprammobile in qualche mensoletta. Mi dispiace un po’ vederla conservata a memoria imperitura dentro un armadio. Ho scritto tutto questo soprattutto per cercare di capire perché l’Olivetti Lettera 32 sia così presente nelle foto dei bookstagrammer. Saranno tutti figli di scrittori e giornalisti? Avranno frequentato la mia stessa scuola? O è solo un oggetto vintage associato alla letteratura? E soprattutto, voi ne avete una a casa? Sono curioso. (DaFrammenti e Tormenti)