Non abbiamo nemmeno più le armi: l’Italia è sottosopra | Se scoppia una guerra siamo spacciati

Se l'Italia vende le proprie armi - Giornalepop.it (Foto X)
L’Italia è pronta a inviare ulteriore sostegno militare all’Ucraina, ma fanno discutere due recenti operazioni passate sotto silenzio.
La pace ad Hamas è un venticello leggero, che rischia ogni giorno di venire spazzato via da correnti ben più sostenute. Il mondo trattiene il fiato guardando verso il Medio Oriente, consapevole di cosa possa voler dire la rottura di equilibri così sottili.
Neppure i massimi esperti di politica internazionale avrebbero potuto immaginare che il casus belli di quel tragico 7 ottobre 2023 potesse inasprire fino a questo punto una contrapposizione che va avanti da decenni, ma la cui recrudescenza ha determinato ormai 24 mesi di conflitto spietato e di vittime innocenti.
Il piano proposto da Donald Trump e accettato dalle due parti poche settimane fa è appunto un filo che ha già rischiato più volte di spezzarsi. Il pessimismo circa la durata della tregua serpeggia anche tra i governi di tutto il mondo.
La posizione del Governo italiano sul conflitto israelo-palestinese è sempre stata chiara: sostegno incondizionato alla pace e soprattutto nessuna fornitura di armi. Un concetto espresso a chiare lettere dal Ministro degli Esteri Antonio Tajani solo poche settimane fa.
L’Italia resta senza Difesa: ci siamo venduti due pilastri strategici
L’invio di armi da parte dell’Italia a Israele si sarebbe concluso proprio in quel famigerato 7 ottobre 2023. Lo scenario è ovviamente diverso per quanto attiene al conflitto russo-ucraino al punto che l’Italia avrebbe manifestato alla NATO la disponibilità a finanziare l’acquisto di armi statunitensi per l’Ucraina per sostenere gli sforzi di Kiev di respingere l’invasione russa su larga scala.
Qui però si innesta un altro tipo di discorso. Qual è il futuro della Difesa in Italia? Domanda legittima alla luce di quanto accaduto sotto silenzio negli ultimi mesi, ma messo abilmente in evidenza da Andrea Borello di ‘Nova Lectio’ su TikTok. In sostanza, l’Italia sta dismettendo le proprie aziende del settore.

La Turchia si compra le armi italiane: cosa c’è dietro la svolta silenziosa
Sono due quelle passate nei mesi scorsi sotto il controllo della Turchia. Si tratta di “Esplodenti Sabino”, azienda di munizioni e materiali esplosivi considerata strategica dalla stessa NATO e acquistata dai turchi di “Arco Defense”, e di “Piaggio Aerospace”, storica industria ligure dell’aeronautica in crisi da anni e rilevata a fine giugno da “Baykar Technologies”, il cui CEO è tra l’altro il genero del presidente turco Erdogan
Il mantenimento dei posti di lavoro negli stabilimenti italiani è stato garantito ed anzi sono stati preannunciati ambiziosi piani di rilancio, ma resta la preoccupazione per il trasferimento del know-how italiano del settore verso un Paese che già da tempo rientra tra gli acquirenti di armi italiane e che punta a espandersi sempre più nel mercato europeo della Difesa. Dopo i colossi dell’alimentare ci stiamo vendendo anche le armi. Ok, la III Guerra Mondiale non ci sarà e l’Italia è un paese NATO, ma un piccolo allarme può iniziare a suonare.