MEZZO SECOLO D’ITALIA NEI FUMETTI

MEZZO SECOLO D’ITALIA NEI FUMETTI

Prosegue l’articolo sui fumetti ambientati in Italia di cui potete leggerequila prima parte.Questa volta mi occuperò delle pubblicazioni uscite nell’ultimo mezzo secolo, iniziando dai fumetti “neri” e dalle riviste-contenitore rivolte a un pubblico più maturo di quello dei classici “giornalini”. PerHorror, ilmagazineedito da Gino Sansoni,Pier CarpieMarco Rostagno realizzano le strisce umoristiche diBeatrice, inconsueta protagonista (nuda) legata a un palo e destinata a un rogo che non viene mai acceso, e circondata da una ricca fauna di personaggi che vanno da Dante Alighieri (è la “sua” Beatrice? Qualche battibecco tra i due lo lascerebbe credere) a Leonardo Da Vinci, Guglielmo Tell, santi, antipapi e creature infernali. Rostagno realizza lastripcon un disegno tra il realistico e il grottesco come dichiarazione d’intenti, per distinguersi da quelle statunitensi tipicamente umoristiche. Prettamente comico ma di simile ambientazione è il coevoFra Salmastro da VenegonodiEnzo Lunari, che si dipana in storielle della durata di varie tavole. Sulle pagine diLinusche ospitano le vicende del fraticello si impone anche un’altra serie decisamente “di casa”:NeutrondiGuido Crepax. Storia di genere supereroico all’italiana, prende le mosse dai salotti milanesi che l’autore ben conosceva per immergersi subito nell’ambiente monzese delle corse automobilistiche. Al fianco del protagonista Philip Rembrandt, critico d’arte dotato di poteri psichici, si impone già dal terzo episodio la bellaValentinadal caratteristico caschetto alla Louise Brooks. La fanciulla non tarderà a rubare la scena al fidanzato diventando una delle rare (se non si considerano le protagoniste dei tascabili sexy) primedonne del fumetto italiano, preceduta daPantera Biondae seguita da Petra Chérie e poche altre. Sempre sulla testata di Giovanni Gandini e Oreste Del Buono si succederanno nel tempo strisce umoristico-satiriche ambientate nel Belpaese.Renato Calligaroscrive e disegna le vicissitudini quotidiane del giovane operaio Nicola, del vecchio operaio Oreste e della bigotta affittacamereDonna Celesteche dà il titolo alla serie.Alfredo Chiàpporisi fa conoscere soprattutto per il suo personaggioUp il Sovversivo, che se ne sta appollaiato a capo sotto sul margine superiore delle vignette, svelando da quella posizione le ipocrisie della società e della politica italiane.Tullio PericoliedEmanuele Pirellamettono in scena vari personaggi tra cuiIl Dottor Rigolo, direttore di un importante quotidiano che incarna i peggiori vizi del giornalismo italiano. Vincitore di un concorso interno della testata,BobodiSergio Stainorappresenta invece il “militante medio” del Partito Comunista e, daLinus, emigrerà dopo alcuni anni sul’Unità, di cui l’autore sarà anche per un breve periodo direttore. Gli italiani latitano anche tra i titolari di testata dei fumetti “neri” capitanati dal Diabolik delle sorelle Giussani. Ce ne fu qualcuno, invece, tra i tascabili sexy tenuti a battesimo daIsabellae Goldrake (l’agente segreto playboy, non il robottone giapponese). Lo stesso editore dei due capostipiti, l’Editrice 66, portò in edicola nello stesso annoMessalina, “fumettizzazione” dell’imperatrice dell’antica Roma con lo stesso editoreRenzo Barbieriinizialmente ai testi eEdgardo Dell’Acquaai disegni. Nello stesso genere dei fumetti erotico-storici, nel 1967 arriveràBelfagor, che riprende il successo cinematografico de “L’arcidiavolo” interpretato da Gassman (il quale dà le fattezze anche al protagonista del fumetto) e tiene l’edicola per una quarantina di numeri. Renzo Barbieri, lasciata a Giorgio Cavedon l’editrice 66 (diventata Edizioni Erregi e poi Ediperiodici), fonda la Edifumetto-Squalo-Geis. Oltre ai personaggi femminili che ricordano quelli della sua precedente casa editrice, lancia diverse testate di gusto ancora piùtrashche segneranno il decennio a cavallo tra i settanta e gli ottanta in parallelo ai film della commedia sexy italiana. Si inizia con l’inconsuetoRolando Del Fico, primo albo sexy con tematiche omosessuali, incentrato sull’attore Rolando amato dal regista con cui lavora: reggerà solo per 14 numeri. Molta più fortuna arride aLando, perdigiorno con la fisionomia di Adriano Celentano (204 numeri),Gigetto, di taglio umoristico, che racconta le vicende di un garzone di fornaio (48 numeri),Il Tromba, di ambientazione militare (144 numeri),Il Camionista(91 numeri), l’operaio metalmeccanico il Montatore a cui vengono date le fattezze di Lando Buzzanca e le cui copertine erano realizzate daMilo Manara, ePierino, versione fumettistica del personaggio portato sulle schermo da Alvaro Vitali di cui riprende anche la fisionomia (55 numeri). Il genere è destinato a scomparire con l’arrivo delle videocassette che consentono una fruizione economica e casalinga anche di ogni genere di film porno. Storie ambientate in Italia si torneranno a vedere nella seconda metà degli ottanta sull’onda della moda dei “paninari” portata in televisione da Enzo Braschi con la macchietta delDrive Insu Italia 1. Si chiamerà proprioIl Paninaroil mensile (non erotico) con cui Barbieri cercherà di rinnovare i fasti delle sue testate più vendute. Resisterà per 42 numeri, presto affiancato dal similareCucadordi cui il “nostro” Sauro Pennacchioli è stato autore (ce ne ha parlatoqui). Nel decennio precedente, un altro tascabile a risollevare le sorti dell’Editoriale Dardo (in fase calante dopo gli ormai lontani successi di Miki, Blek e Collana Eroica) è statoJonny Logan. Nato sull’onda del successo del magnusbunkeriano Alan Ford (ambientato negli Stati Uniti), il fumetto scritto daRomano Garofaloe disegnato con lo pseudonimo di Ghilbert daLeo Cimpellinè d’ambientazione nostrana e si distingue fin da subito per altre due caratteristiche: le tematiche “adulte” (colpi di stato, divorzio, tasse, emigrazione interna, mafia…) e il taglio satirico, inabituali in un fumetto comunque rivolto soprattutto ai ragazzi. La testata godrà anche del traino dei passaggi televisivi, grazie alla sua presenza tra i personaggi della fortunatissima “SuperGulp, fumetti in tivù”, che presentava spartane semianimazioni di fumetti dell’epoca. Il nome anglicizzante del personaggio non tragga in inganno: è solo il nome “di battaglia” dell’italianissimo Giovanni Loganetti, Cacciatore di Taglie nell’organizzazione del Professore insieme a Ben Talpa, Dan Muscolo, Mago Magoz e agli agenti scelti  Trik e Truk. Jonny Logan, come già il Camionista, ha le fattezze di Lando Buzzanca. La serie andrà avanti per 56 numeri nel classico formato tascabile brossurato in bianco e nero, per proseguire poi con altri 21, spillati, di formato più grande e a colori. Nello stesso periodo Giovanni Forgiarini, in arteGianni Grugef, pubblica sull’italianaSgt. Kirkl’avventura marinaraZembo Testadirame; il personaggio, che si chiama in realtà Luca (prende il soprannome dagli “zembi”, delicati ravioli di pesce dell’antica tradizione genovese), è un mercante ligure con sangue islamico nelle vene. La serie, ambientata all’epoca della Repubblica di Genova, è stata successivamente raccolta in volume da Fabbri. Decisamente più contemporaneo il personaggio forse più pregnante diAndrea Pazienza,Zanardi, che esordisce suFrigidairen. 5 del marzo 1981 con la storia “Giallo scolastico”. Personaggio amorale e quantomai “dentro” alla generazione dei suoi lettori, si presenta nel primo episodio facendo uccidere la preside del suo liceo dal “secchione” della classe. Poi, in “Cuore di mamma”, in compagnia dei suoi compagni di nefandezze Pietra e Colas violenta la madre di un’amica ricattandola con le foto in cui uno dei ragazzi fa sesso con la figlia della donna. In “Cenerentola 1987”, per vendicarsi di un torto subito, fa praticare sesso anale a un ragazzo con sua sorella. SuCannibale, figlio della stessa cultura metropolitana, era già nato nel 1978RanxeroxdiStefano Tamburini, che poi ha ceduto i disegni aTanino Liberatore. La sua Italia è quella “futuribile” e degradata della Roma del 1986 (rovesciamento del ’68, che gli autori formatisi con il Movimento del ’77 considerano fallito). I protagonisti sono il robot che prende il nome dalla nota casa produttrice di fotocopiatrici (“condensato” per evitare una causa legale minacciata dall’azienda), e la tredicenne Lubna di cui l’automa è elettronicamente “innamorato”. Per ritrovare significativi  personaggi d’ambientazione italiana bisogna attendere l’inizio degli anni novanta. Con “l’esplosione” di Dylan Dog e la conseguente proliferazione di “bonellidi” più o meno d’imitazione,Giuseppe Di Bernardosi tira fuori dalla mischia e concepisce invece una protagonista donna che fa ladeejayalla fiorentina Radio Strega. Soffrendo d’insonnia (da cui la testataL’insonne), Desdemona/Desdy Metus “copre” il periodo notturno parlando al “popolo della notte” in storie che mescolano giallo, noir, intrighi politici, occultismo e teoria della cospirazione, senza tralasciare temi più intimi e poetici della vita umana. Aldilà di traversie editoriali che l’hanno vista più volte affogare e riaffiorare, la tenace creatura di Di Bernardo è ancora attiva dopo più di vent’anni. Nello stesso periodo il fumetto parla italiano anche con le opere del pordenoneseDavide Toffolo, sia in “Animali” che inPiera degli Spiriti(apparso suDinamitedella Granata Press), entrambi su testi diGiovanni Mattioli, come inFregoli. Quest’ultimo è stato pubblicato suMondo Naif, albo “miniseriale” della Star Comics curato dai Kappa Boys dove le storie ambientate in Italia sono la regola: oltre a quelle di Toffolo ci troviamo infattiGuarda che lunadiVanna Vinci,I camminatoridiOtto Gabose altre. Parlano italiano anche le serie presentate suNerodella già citata Granata Press di Luigi Bernardi, quasi tutte scritte daGiuseppe Ferrandino, vera “anima” della pubblicazione: “Storia di cani” di Peppe Ferrandino e Giancarlo Caracuzzo, “Acquanera” di Anna Settebagni e Franco Saudelli, “Il Re” di Ferrandino-Valdambrini, e poi “Demoniak” di Michelangelo La Neve (ma coi dialoghi di Ferrandino) e Giancarlo Caracuzzo, “K” di Ferrandino e Luca Vannini, “Zakimort” di Ferrandino-Caracuzzo. La testata, oltre alla prima storia citata che è un po’ una “Gomorra” ante litteram, cerca di recuperare in veste più moderna i grandi personaggi del fumetto nero di qualche decennio prima: il “Re” è ovviamente Diabolik, Demoniak è Demoniak, “K” ilKriminaldi Secchi e Raviola, e Zakimort è la nota giustiziera in calzamaglia. L’operazione pare non avere granché senso né riscontro di pubblico. Anche passando dai primi numeri con storie a puntate agli ultimi con almeno un racconto lungo completo, il verdetto dei lettori non cambia e la pubblicazione chiude dopo una dozzina di numeri. Peccato che, per una volta che un editore aveva dimostrato di credere con convinzione in un fumetto “di casa”, il progetto non abbia funzionato. Colpa della eccessiva “ferrandinità” basata su violenza e degradazione a tutti i livelli? Altra italianità la porta l’Intrepidonella versione rinnovata dal già citato Pennacchioli (che ce ne ha parlatoqui). Sul settimanale della Casa Editrice Universo nascono infattiBilliteridiGiuseppe De NardoeBruno Brindisi, eDipartimento EspdiMichelangelo La NeveeGiancarlo Caracuzzo. Il primo è uno studente universitario fuoricorso che vive situazioni di sopravvivenza quotidiana intorno alla triade soldi-donne-amici, in una immaginaria città meridionale di provincia. La seconda serie è incentrata sugli esperimenti paranormali condotti in un dipartimento speciale situato nelle viscere della città di Roma. Entrambe le serie filiarono una collana separata di formato bonelliano,Billi Band(disegnatori, Luca Vannini e Daniele Bigliardo) eEsp(realizzato graficamente da Giancarlo Caracuzzo, Luigi di Giammarino, Maurizio Di Vincenzo, Fabrizio Coletta, Andrea Accardi, Marco Nizzoli, Davide Toffolo, Mauro Vecchi e Sebastiano Vilella) in formato bonelliano (ma la prima aveva una “gabbia” dapocketalla Diabolik di solo due-tre vignette per pagina). Billi Band chiuse dopo 12 numeri, Esp dopo 18, ma ha goduto di più d’una ripubblicazione in volume. Nel nuovo millennio, anche in casa Bonelli, dove i personaggi italiani hanno sempre latitato, si respira un po’ di suolo patrio. A realizzare l’impresa per primo èGianfranco Manfrediche, reduce diMagico Vento, scrive la miniserie in 14 uscite diVolto Nascostoi cui protagonisti, oltre al misterioso profeta-guerriero che dà il nome alla serie, sono tre italiani: il tormentato Ugo Pastore, l’eroico e spericolato ufficiale Vittorio De Cesari e la fragile Matilde. La storia, andata in edicola nel 2007-8, è ambientata alla fine dell’Ottocento tra Italia ed Etiopia. Pastore ritornerà protagonista nella successiva miniserie di 18 usciteShangai Devil, ambientata tutta nel lontano Oriente. Anche se non si tratta di personaggio seriale in quanto apparso in una delle collane “one shot” dell’editore (“Romanzi a fumetti Bonelli” e “Le storie”), ricordiamoIl grande BelzonidiWalter Venturi, incentrato sulla figura di circense prima ed egittologoante litterampoi del padovano Giovanni Battista Belzoni. Sempre da via Buonarroti, tuttora in corso di pubblicazione, è uscito infineMercurio LoidiAlessandro Bilotta, indagatore peripatetico nella Roma papalina apparso prima in una vicenda autoconclusiva su “Le storie” e in seguito trasformato in serie mensile (e poi bimestrale per le scarse vendite). Ne ho parlato più ampiamentequi. Altre pubblicazioni con ambientazione casalinga sono principalmente Il Morto, Davvero, Battaglia, Caput Mundi e le opere di Davide La Rosa e Vanessa Cardinali, l’one shot“Zombie gay in Vaticano” presentato a Lucca Comics & Games nel 2011 e la miniserie di sei numeriSuore Ninjapubblicata da Star Comics. Il Morto, onesto e forse anche modesto tentativo di riportare in edicola un “nero all’italiana”, è pubblicato dalle Edizioni Menhir di Paolo Telloli. Ai testi vedeRuvo Giovaccae ai disegni un gran numero di autori compreso il decanoLuciano Bernasconi. Il personaggio è un ex militare dei corpi speciali dal nome un po’ ridicolo di Peg. Rinchiuso in una clinica psichiatrica, ne evade indossando un costume di carnevale da scheletro che ricorda un po’ quello di Fantax e un po’ quello di Killing e che diventerà la sua “divisa” durante il lento lavoro di ricostruzione del proprio passato dimenticato e la ricerca di chi l’ha fatto internare.