MAUS, I TOPI NEL PAESE DEI GATTI
History is littered with hundreds of conflicts over the future of a community, group, location or business that were “resolved” when one of the parties stepped ahead and destroyed what was there. With the original point of contention destroyed, the debates would fall to the wayside. Archive Team believes that by duplicated condemned data, the conversation and debate can continue, as well as the richness and insight gained by keeping the materials. Our projects have ranged in size from a single volunteer downloading the data to a small-but-critical site, to over 100 volunteers stepping forward to acquire terabytes of user-created data to save for future generations. The main site for Archive Team is atarchiveteam.organd contains up to the date information on various projects, manifestos, plans and walkthroughs. This collection contains the output of many Archive Team projects, both ongoing and completed. Thanks to the generous providing of disk space by the Internet Archive, multi-terabyte datasets can be made available, as well as in use by theWayback Machine, providing a path back to lost websites and work. Our collection has grown to the point of having sub-collections for the type of data we acquire. If you are seeking to browse the contents of these collections, the Wayback Machine is the best first stop. Otherwise, you are free to dig into the stacks to see what you may find. The Archive Team Panic Downloadsare full pulldowns of currently extant websites, meant to serve as emergency backups for needed sites that are in danger of closing, or which will be missed dearly if suddenly lost due to hard drive crashes or server failures. Maus è un romanzo a fumetti (graphic novel) che racconta la storia della Shoah: la cattura, la deportazione e lo sterminio degli ebrei attuato dai nazisti. L’autore,Art Spiegelman, è figlio di una coppia ebrea,VladekeAnja, che aveva subito la deportazione nel campo di concentramento di Auschwitz. Art aveva deciso di realizzare un fumetto che raccontasse che cosa era successo ai suoi genitori. Il padre è un uomo pessimista, paranoico, un tirchio che raccoglie e conserva anche gli spaghi… Il giovane Art vuole fare il disegnatore di fumetti e non sopporta suo padre. Se ne vergogna, non vuole vivere insieme a lui.Gli Spiegelman, dopo la guerra, riuscirono ad arrivare negli Stati Uniti passando per la Svezia dove nacque Art. A Stoccolma, nel 1948. Maestro nell’arte di arrangiarsi, Vladek, padre di Art, è molto orgoglioso delle sue doti di “manipolatore” che, secondo lui, gli hanno consentito di sopravvivere. Nella pagina sopra vediamo Vladek che si traveste da polacco (maschera da maiale). I polacchi odiano gli invasori tedeschi e, servendosi di quel sentimento, riesce a salvare la pelle. Primo Levi, Se questo è un uomo Non è dello stesso parerePrimo Levi, che nel suoSe questo è un uomoattribuisce il fatto di essere sopravvissuto al lager alla fortuna, alla casualità. In questa casa di Torino, in corso Re Umberto 75, Primo Levi era nato e cresciuto. Vi ritornò dopo la prigionia ad Auschwitz.Continuò a restare nella casa dove era nato e vi morì, probabilmente suicida, cadendo nella tromba delle scale. Io passavo davanti a quella casa in tram per andare a casa mia, in corso Orbassano. Sapevo chi era Primo Levi.Se questo è un uomoera stato pubblicato nel 1947 dal piccolo editore De Silva in 2500 copie, perché era stato rifiutato dalla Einaudi, la grande casa editrice di Torino.Nel 1956 era stato finalmente pubblicato dalla Einaudi, dopo la morte di Cesare Pavese, che era sempre stato contrario alla sua pubblicazione.Quel libro, così pacato, così piemontese, è stato ilLe mie prigionidi noi ragazzi del 1945.Le mie prigionidi Silvio Pellico è un libro di memorie che racconta i suoi anni di prigionia allo Spielberg. Appassionò gli italiani alle idee risorgimentali. Anna Frank Nel 1954 venne pubblicato in Italia ilDiario di Anna Frank(uscito per la prima volta in Olanda nel 1947).Era il diario di una ragazza ebrea nata a Francoforte, in Germania, e vissuta nascosta dietro un’intercapedine nell’azienda del padre ad Amsterdam.Scoperta dai nazisti, venne internata a Auschwitz. Anna morirà di tifo a Bergen-Belsen nel febbraio o marzo 1945. Scrisse il diario tra il 1942 al 1944. La prima pubblicazione fu curata dal padre.In Italia diventò subito un libro culto. Tutte le ragazzine lo leggevano. Quella ragazzina sfortunata era così simile a noi! Nel 1954 io avevo 9 anni. “C’erano recinzioni tutto intorno! Nessun topo (=ebreo) poteva uscire dal ghetto, né cibo, né medicine ci potevano entrare! Ci trattavano come fossimo insetti, peggio! Non riesco neanche a descriverlo…”. Nella nuvoletta: “Vuoi comprare una patata?” Torino aveva una comunità ebraica. I testimoni della Shoah che erano ancora vivi dopo il 1945 venivano nelle classi a parlare con noi. Erano persone pacate e molto tristi.Quando sono andata all’Università ho conosciuto dei ragazzi ebrei. Gli ebrei di Torino stavano molto tra di loro a chiacchierare fittamente. Le ragazze portavano gonne lunghe al polpaccio ed erano molto serie.Mi invitavano ai loro incontri dove parlavano dei tempi andati. Una volta ci andai trascinandomi dietro una mia amica. Al tempo una ragazza prudente viaggiava sempre in coppia.Arrivammo in una villa enorme in disuso. Pare fosse stata la casa di un farmacista. C’era una cucina stupenda abbandonata da tempo.Non successe nulla. Le ragazze non sapevano cucinare e neppure i ragazzi. Io e la mia amica ce ne andammo. Sicuramente non era gente che si arrangiasse. Neanche io mi arrangiavo, ma tutti noi eravamo della leva di Art, non di suo padre.Forse eravamo stati viziati, cresciuti in un periodo di grande sviluppo. L’arte di arrangiarsi a Napoli Art Spiegelman odia che suo padre apprezzi in se stesso la capacità di arrangiarsi. Vladek cerca di spingere il figlio in quella direzione, vuole che osservi e impari. Ricordo la lode dell’arte di arrangiarsi come tipica della generazione di mio padre, che era sopravvissuto alla guerra. Chi era adulto durante la Seconda guerra mondiale doveva sapersi arrangiare per forza. Spiantare le patate Mio padre raccontava:“Eravamo sfollati a Pino Torinese, in collina. La nostra casa era stata bombardata. Una mattina mi alzai e andai in cucina. Era il 1943. I bombardamenti su Torino erano frequenti perché la Fiat produceva bombe. Era domenica ed erano le 7. Tua nonna piangeva. Si asciugava le lacrime con il grembiule”. Mia nonna non era molto alta. Aveva la pelle rosea e i capelli raccolti in una treccia che formava uno chignon fermato con forcine di finta tartaruga. Era morbida e calda, profumava di formaggio e burro. Non aveva ancora cinquant’anni, eppure i suoi capelli erano già bianchi, oltre a essere sformata dalle gravidanze. Ma il viso era liscio e senza rughe. Mio padre le chiese:“Perché piangi? Che cosa hai?”. “Siamo in 13 a pranzo e non ho niente, non so che cosa mettere in tavola”. Poteva essere intorno a Pasqua. Mio padre le disse:“Non piangere. Vado a spiantare le patate, farai gli gnocchi”. “Ma le patate sono ancora piccole, sono patatine, è troppo presto. Dovremo spiantarne una collina intera per dare da mangiare a tutti”. Quel giorno mio padre giurò che non gli sarebbe mai più successo in tutta la sua vita. Si sarebbe dato da fare in ogni modo per non trovarsi mai più in una simile situazione. L’arte di arrangiarsi di Luigi Zampa con Alberto Sordi, 1954 Il regista Luigi Zampa fece pure un film sull’arte di arrangiarsi, conAlberto Sordinella parte di un opportunista che cambia casacca per salvarsi e avere dei vantaggi.