MARCO MARIOLINI AMA GLI SCHELETRI VIVENTI

Lago Maggiore, 14 luglio 1998. Marco Mariolini, antiquario di 39 anni, incontra Monica Calò, 29, dopo due anni che non si vedono. L’uomo la supplica di rimettersi insieme come un tempo, ma la giovane rifiuta categoricamente: ha sofferto troppo, quando lui aveva cercato di trasformarla in una “donna scheletro”, per cascarci di nuovo. E quando Marco la minaccia, lei chiede aiuto alla gente che affolla la spiaggia. Siccome nessuno alza un dito, inizia a correre a più non posso.
Il suo ex la insegue sul greto sassoso del torrente che si getta nel lago. Stravolto dall’ira, estrae un coltello, la raggiunge e le sferra una ventina di fendenti, finché la giovane si accascia senza vita. Poi l’uomo si butta in acqua, nel vano tentativo di suicidarsi.
Partiamo dall’inizio. Marco Mariolini, nato a Brescia nel 1959, cresce senza apparenti problemi. Intelligente e colto, sin da ragazzo ama citare Goethe e Balzac. Però, se qualcuno riuscisse a leggergli nella mente, scoprirebbe che le sue fantasie sono popolate da ragazze anoressiche. Però di magrissime come piacciono a lui, non ne conosce nessuna. Un giorno incontra Lucia, una ragazza piuttosto esile, anche se non anoressica. Se ne innamora e la sposa, quindi le impone una dieta drastica per farla scendere a 33 chili di peso. Alla fine Lucia, per non morire, decide di risale a 36. Marco si arrabbia talmente che vorrebbe lasciarla, poi ci ripensa perché non sopporta l’idea di saperla libera dal suo controllo.
Lucia viene salvata da due gravidanze, che impongono uno stop alle richieste deliranti del marito. Ormai Marco Mariolini prova disgusto per la moglie che, dopo la nascita dei bambini, ha deciso di mantenere un peso corporeo normale.
Comprendendo che non potrà più ottenere da Lucia quello che vuole, decide di separarsi. Ha iniziato l’attività di antiquario, anche se gli impegni professionali non lo distolgono dalla ricerca della sua donna ideale. Per anni, pubblica un annuncio sempre uguale sulle riviste specializzate: “Cerco donne scheletriche dai 18 ai 90 anni”.
Sembrerebbe una richiesta assurda destinata a rimanere inevasa, invece gli rispondono decine di donne. Frequentandole, si accorge che è impossibile instaurare una vera relazione con le anoressiche, perché il disturbo le porta a essere indifferenti nei confronti dell’attività sessuale. Mentre lui ha bisogno di donne scheletriche proprio per eccitarsi.
Dopo avere “provato” diverse donne, nel 1995 sceglie la bella Monica Calò. Figlia di un ferroviere, Monica è una ragazza di Domodossola iscritta alla facoltà di Psicologia di Padova. Ha 26 anni, dieci meno di lui. Il suo fisico non sembra coerente con l’annuncio, dato che è alta 1,73 e pesa 55 chili: quindi è snella, più che anoressica. Ma a Marco Mariolini va bene lo stesso: Monica ha un carattere fragile e insicuro, per lui sarà facile plasmarla.
Quando vanno ad abitare insieme, le impone un piano di dimagrimento drastico cancellando dalla sua dieta pane e pasta. Con il tempo, finisce per farle prendere solo alimenti liquidi. All’inizio Monica scende a 45 chili, ma il compagno insiste con la sua “cura” fino a portarla a 38. Vuole farne una vera donna scheletrica: solo così continuerà a suscitare il suo desiderio sessuale.
Per assicurarsi che non lo imbrogli, la pesa tre volte al giorno. Se la scopre a mangiare qualcosa di nascosto, la prende a pugni sulla pancia per farla rimettere. Monica si riduce a rosicchiare le croste di formaggio buttate nei cassonetti per combattere i crampi della fame. Quando i due vanno al ristorante, per se stesso, Marco ordina lauti pasti mentre lei deve limitarsi a guardarlo mangiare.
Lo eccita vedere il desiderio di cibo negli occhi di Monica. Ma una volta, invece del solito tè, lei si ribella ordinando un piatto di gnocchi. Il compagno la insegue tra i tavoli, mentre Monica mangia velocemente gli gnocchi con le mani. L’afferra e la trascina fuori dalle cucine dove si è rifugiata, per poi picchiarla davanti agli altri clienti.
Secondo gli psicologi, tenere una persona sotto stretto controllo, farla soffrire e sopraffarla in pubblico sono tutti comportamenti che denotano un disturbo mentale sadico. Tornati a casa, per punirla ulteriormente, Marco Mariolini spegne il calorifero e costringe Monica a denudarsi, per passare la notte sdraiata sul pavimento gelato.
Impegnato com’è a controllare ogni giorno la rigida dieta alimentare della compagna, gli affari dell’antiquario cominciano ad andare male. Marco Mariolini cerca di ripianare i debiti facendosi prestare della compagna tutti i soldi che ha: 75 milioni di lire, che non le restituirà più.
Una sera del 1996, dopo sette lunghi mesi di terribile convivenza, la giovane, non potendone più della fame e dei maltrattamenti, decide di passare all’attacco. Approfittando del fatto che Marco stia dormendo, afferra un martello e lo colpisce ripetutamente sulla testa. Quando lo vede privo di sensi, la donna si spaventa e telefona per chiamare aiuto.
I carabinieri quasi non credono che quella donna magrissima abbia avuto la forza necessaria per prendere a martellate l’uomo che giace in fin di vita in una pozza di sangue. Spedita in un ospedale psichiatrico, Monica ne esce venti giorni dopo per essere sentita dal magistrato.
Processata, viene condannata a un anno per tentato omicidio, perché nel frattempo Marco Mariolini è uscito dal coma e si è ristabilito. Anzi, durante l’udienza, l’antiquario cerca di difenderla in tutti modi, minimizzando “l’incidente” e invocando la clemenza alla corte. La giovane, mandata agli arresti domiciliari nella casa di famiglia a Domodossola, non vuole più vedere Marco.
Lui reagisce male, vede nella sua ribellione un tradimento inaccettabile. Non riesce più a lavorare o a fare altro, pensa ossessivamente a come riprendersi Monica. Prova a minacciarla per telefono, dicendole: «Nessuno potrà proteggerti, mi vendicherò uccidendoti senza pietà».
L’antiquario cade in depressione, si imbottisce di psicofarmaci e, per cercare di tirarsi su in qualche modo, nel 1997 scrive un libro sulla sua storia per una piccola casa editrice, la Edicom di Rho, intitolato: “Il cacciatore di anoressiche”. A Milano, nella conferenza stampa per la presentazione il libro, dice ai giornalisti: «Fermatemi, prima che involontariamente ammazzi qualche donna». Una copia la spedisce anche alla ex, a cui il libro è dedicato.
Pure Monica cade in depressione per le continue telefonate, le lettere e i regali indesiderati di Marco Mariolini. Finisce per tagliarsi le vene nella vasca da bagno, nel tentativo di sfuggire per sempre al suo persecutore, ma viene soccorsa in tempo.
I genitori, Rosario e Annalisa, fanno diversi esposti in Procura per fermare la persecuzione, ma senza successo. Non esiste ancora una legge che tuteli le vittime dello stalking.
Nell’estate del 1998, Marco chiama per l’ennesima volta Monica chiedendole un appuntamento. Davanti al suo rifiuto, l’ex minaccia di farla finita, e allora lei, sempre troppo conciliante, accetta «purché sia davvero l’ultima volta». Si incontrano il 14 luglio 1998 a Intra, una località turistica sul lago Maggiore.
Lei ha scelto una spiaggia affollata perché teme di essere rapita da quell’uomo terribile. In effetti, Marco Mariolini nell’auto ha catene e lucchetti per portarla via con la forza, nel caso non riuscisse a convincerla ad andare con lui.
Il suo sogno è di ridurla in schiavitù, per costringendola a dimagrire fino all’estremo. Solo così potrà tornargli quel desiderio sessuale che l’ha abbandonato da due anni. Invece, quando Monica tenta di sfuggirgli, perde la testa e la uccide.
Per evitare l’ergastolo, Marco Mariolini sceglie di essere processato con il rito abbreviato, che garantisce uno sconto sulla pena. Nel marzo del 2000, al processo che si tiene a Novara, Mariolini si presenta con metà del volto completamente rasata e l’altra metà seminascosta dai lunghi riccioli neri di barba e capelli. Dice che intende rappresentare così la parte visibile di sé insieme a quella oscura.
Durante le udienze vengono sentite le ore di registrazioni telefoniche fatte da Monica Calò mentre Marco Mariolini la chiamava. Eccone un assaggio: «Mi eccito pensando a donne di 19 chili, delle quali vedo tutte le arterie, non solo le vene, attraverso la pelle trasparente».
Condannato a 30 anni, Marco Mariolini sta scontando la pena nel carcere di Pavia. Rilascia dichiarazioni come questa: «Potrei uccidere ancora. In tutti noi si nasconde un potenziale mostro. È impossibile pentirsi di qualcosa che, per quanto orribile, si è stati costretti a fare. Monica non aveva alcuna alternativa se non quella di essere lei a uccidere me. Speravo di riuscire a evitare la tragedia mettendola per iscritto in un libro, quasi per esorcizzarla. Invece è stato inevitabile ucciderla».
Dal libro nel 2004 è stato tratto il film Primo amore, diretto da Matteo Garrone (dal quale è tratta la foto all’inizio dell’articolo).
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