LINO BANFI, UN ATTORE DA CENSURARE?

Il 21 febbraio è stata riportata la notizia che Facebook ha tolto dal gruppo “Noi che amiamo Lino Banfi official” una serie di video relativi ad alcuni film conLino Banfi, i cui contenuti sono stati ritenuti offensivi dal social network. C’è da chiedersi se abbia senso prendersela con il politicamente corretto, che, secondo alcuni, avrebbe motivato l’intervento censorio. In passato in fin dei conti si è visto di peggio. La commedia sexy, di cui Lino Banfi è stato uno degli interpreti di punta, conta un buon numero di appassionati, ma, più di altri generi del nostro cinema, anche molti detrattori. Si può appartenere all’uno o all’altro schieramento, oppure si possono apprezzare alcuni film senza per questo definirli capolavori e senza scandalizzarsi se qualcuno li ritiene mediocri. In ogni caso, uno dei motivi che inducono a considerare con attenzioneL’onorevole con l’amante sotto il lettoeCornetti alla cremaè proprio la presenza di Lino Banfi. Che vada in visibilio per le grazie diEdwige Fenech,Michela Mitie altre star della commedia scollacciata, o perda le staffe conAlvaro Vitali, è innegabile che in questi film si manifestino appieno il suo talento comico e la personalità attoriale. Uno dei primi ruoli cinematografici di Lino Banfi è quello di metronotte accanto a Franco Franchi e Ciccio Ingrassia nel film diretto da Lucio Fulci002 – Operazione Luna, del 1965. I due comici siciliani, ladri maldestri, vengono spediti nello spazio dai russi. Nel 1971 Banfi interpreta il direttore del carcere dove viene rinchiuso Giuseppe Di Noi, accusato di un delitto che non ha commesso.Detenuto in attesa di giudiziogli permette di recitare a fianco di Alberto Sordi, che fornisce una prova magistrale anche grazie alla regia di Nanni Loy, qui particolarmente ispirato. La storia del film di Franco NucciStangata in famiglia, del 1976, non è malvagia: un agente del fisco viene incaricato di indagare su alcune massaggiatrici. Dopo vari incontri erotici, l’uomo scopre che anche i suoi familiari (cognato nullafacente, figlie e nipote) hanno messo in piedi un centro di massaggi, e a dirigerlo c’è nientemeno che il direttore dell’ufficio. La divertente conclusione riscatta un film poco riuscito: Mazzarella in uno dei rari ruoli da protagonista è bravo anche se Lino Banfi gli ruba spesso la scena. Tra le signore e signorine, da segnalareFemi Benussi, Helene Chanel e una giovanissima (e avvenente) Gabriella Golia, futura presentatrice televisiva. La bella Angela, nuova arrivata in una classe di ripetenti, è fidanzata con Tonino, figlio del professor Pinzarrone. L’inimicizia tra costui e il padre di Angela, Zenobio, spinge Pinzarrone a una messinscena per far sì che Angela e Tonino si sposino. Ma Pinzarrone non ha fatto i conti con Carletto che, innamorato di Angela, scopre l’inganno e conquista la ragazza. Il registaMariano Laurentidimostra di saper costruire un film godibile e divertente anche con una storia priva di una struttura forte, cucendo insieme gag ripetute (l’insegnante di musica Alvaro Vitali alle prese con gli scherzi dei suoi studenti), scherzi, scene di nudo e d’amore. ConLa liceale nella classe dei ripetenti, del 1978, siamo alla quintessenza del cinema-avanspettacolo, poggiato sulle spalle di Lino Banfi, affiancato da Gianfranco D’Angelo (spassoso nel ruolo di nostalgico fascista) e sulla bellezza qua davvero statuaria e mozzafiato diGloria Guida. Un’altra commedia sexy di Mariano Laurenti èL’infermiera di notte, del 1979, nella quale Lino Banfi è il dentista Nicola Pischella. Un ladro (Mario Carotenuto), che vuole impossessarsi del prezioso gioiello nascosto in un lampadario, si introduce in casa sua facendosi passare per un vecchio zio miliardario in fin di vita. Ad assisterlo viene chiamata un’infermiera (Guida) che fa perdere la testa al padrone di casa e si innamora di suo figlio (Leo Colonna). Gloria Guida è qui all’apice dello splendore, tanto che Laurenti la fa persino esibire come cantante, e Banfi domina la scena. Ma anche Alvaro Vitali, assistente del dentista non scherza. Scene clou: la consegna del telegramma (il postino è Origene Soffrano alias Jimmy il Fenomeno), Banfi che mette una stufa nella camera dello zio per far sì che la Guida si spogli. Lino Banfi nel 1979 è il commissario Scappavia che prende il posto di Mario Carotenuto come superiore della poliziotta Gianna D’Amico (Edwige Fenech) nel comico-sexy diMichele Massimo TarantiniLa poliziotta della squadra del buoncostume(che segueLa poliziotta fa carriera, diretto nel 1976 dallo stesso regista). Gianna vuole essere trasferita nella sezione del buoncostume e per convincere il commissario delle sue capacità si infiltra in una banda che controlla il racket della prostituzione e che gestisce la tratta delle bianche. La Fenech, di cui viene accentuato il lato sexy (con almeno due momenti notevoli sotto questo profilo: la scena della doccia e l’esibizione dell’attrice che canta con un costume succinto), e il rapporto tra il commissario che non riesce a far funzionare nulla e l’agente Tarallo (Alvaro Vitali) che gli viene in aiuto, rappresentano i punti di forza del film. Da sottolineare l’apporto di alcuni caratteristi di vaglia molto attivi nella commedia scollacciata, come Gianfranco Barra, Franco Diogene e Giacomo Rizzo. Il colonnello chirurgo Anacleto Punzone (Banfi) vorrebbe vivere una relazione con la nuova dottoressa (Nadia Cassini), ma, ossessionato dalle dimensioni esigue del suo membro, decide di trapiantarsi l’organo del suo assistente superdotato (Alvaro Vitali). Il trapianto, invece di risolvere la sua situazione, la peggiora. Diretto da Michele Massimo Tarantini nel 1980,La dottoressa ci sta col colonnelloprende in giro la mania delle “dimensioni”, con un finale (la caduta del membro trapiantato) di grottesca efficacia. Alcuni giochi di parole dovuti alla scarsa padronanza della lingua italiana da parte della Cassini («coglionello») sono gustosi. Sempre nel 1980 Lino Banfi interpreta per l’ultima volta un film del sottogenere sexy-scolastico,La ripetente fa l’occhietto al preside, diretto da Mariano Laurenti. Angela Pastorelli (Annamaria Rizzoli), figlia di un noto industriale, si iscrive al liceo scientifico Enrico Fermi di Trani, dove è sicura che nessuno la conosca. Si fa passare per la figlia di uno spazzino, ma uno studente, Carlo, scopre chi è. Il padre di Carlo, che ha rapporti d’affari con Pastorelli, gli ingiunge di non corteggiarla, così Carlo, che pure è attratto dalla ragazza, è costretto a respingerla. Per ingelosirlo, Angela flirta con il preside del liceo, Calabrone. Le scene sexy non sono molte (la Rizzoli si mostra nuda in una sola scena, però duetta con Banfi in maniera disinvolta), ma in compenso i momenti di autentico divertimento non mancano, e i dialoghi della sceneggiatura scritta dallo stesso Laurenti e da Francesco Milizia (figura chiave della commedia scollacciata) particolarmente curati: basta quello in cui il preside racconta alla studentessa come divenne un ragazzo padre per rendersene conto. La moglie in vacanza… l’amante in città(1980), diSergio Martino, è una storia di tradimenti ambientata tra Bologna e Courmayeur. Andrea Damiani (Renzo Montagnani), ricco proprietario di una ditta di salumi e sposato con una bella donna, Valeria (Barbara Bouchet), ha anche un’amante altrettanto bella e molto gelosa, Giulia (Edwige Fenech). Per restare sola con lui deve aspettare che la moglie parta per una vacanza in montagna. Anche Valeria, però, stanca della routine coniugale, ha deciso di trovarsi un amante. Particolarmente istrionico Lino Banfi nella parte del cameriere Peppino, che deve fingersi omosessuale. Mariano Laurenti nel 1981 realizzaL’onorevole con l’amante sotto il letto, uno dei suoi film più riusciti. Banfi è l’onorevole Battistoni, che ha un’amante, Anna (Janet Agren), insegnante di scienze. Per nasconderla agli occhi della moglie (Marisa Merlini), fa credere che si sia appena sposata con il suo segretario Teo (Alvaro Vitali), e manda i due in viaggio di nozze in montagna, dove conta di raggiungerli. Ma le cose non vanno come previsto. Laurenti imprime alla narrazione un gran ritmo, che è uno dei pregi del film, insieme al cast di ottimo livello: oltre ai citati, Teo Teocoli, Leo Gullotta, Gigi Reder, Giacomo Furia eLory Del Santo. InFracchia la belva umana, girato nel 1981 daNeri Parenti, un pericoloso delinquente fuggito di galera si rifugia in casa di un suo sosia, un mite impiegato, sfruttando l’incredibile somiglianza per sfuggire alla cattura. Nei due ruoli è impegnatoPaolo Villaggio, mentre Lino Banfi è il commissario Auricchio, che dà la caccia all’evaso. Il film di Sergio MartinoSpaghetti a mezzanotteè ancora una storia di tradimenti e amanti focose. Lino Banfi interpreta un avvocato poco capace alle prese con un boss mafioso e il cadavere di un killer, che l’avvocato cercherà in ogni modo di occultare durante la festa per il suo compleanno. Il successo diSpaghetti a mezzanottespinge i fratelli Sergio eLuciano Martino(produttore) a tentare nello stesso anno il bis conCornetti alla crema(1981). Lino Banfi interpreta Domenico Petruzzelli, il proprietario di una sartoria che confeziona abiti talari e che, durante un viaggio a Rovigo, conosce Marianna (Edwige Fenech), aspirante soprano. Per farle credere d’essere scapolo, Domenico gli dà il nome di un suo amico, Gabriele, donnaiolo impenitente che abita nel suo stesso palazzo. Quando Marianna si trasferisce a Roma, Domenico confessa tutto a Gabriele chiedendogli di prestargli l’appartamento. Luciano Salcemette in scena un omaggio agli sketch tipici dell’avanspettacolo e del teatro di rivista inVieni avanti cretino, del 1982. Il protagonista è Pasquale Baudaffi, in cerca di lavoro dopo essere uscito di galera. La performance comica di Banfi qui è davvero notevole e vari momenti del film sono ancora oggi tra i migliori della sua carriera: da quello nello studio dentistico che Pasquale crede sia una casa d’appuntamenti (ne nasce un equivoco con lo straordinario Gigi Reder) all’incontro con la provocante Michela Miti durante il turno di notte in un garage, fino alla famosa scena delle sberle con il prete pugliese Dino Cassio e quella nella quale viene assunto come impiegato in una ditta di cibernetica dal direttore pieno di tic Alfonso Tomas. Vai avanti tu che mi vien da ridereè un comico/poliziesco nel quale Lino Banfi interpreta il commissario di polizia Pasquale Bellachioma, che segue le tracce di un killer. Agostina Belli ha il ruolo di una donna che si finge un transessuale per sfuggire a chi la vuole uccidere. Girato da Giorgio Capitani nel 1982, è costruito su un azzeccato meccanismo giallo/parodistico.