BATMAN E ROBIN, 25 ANNI DI SCUSE DOPO

BATMAN E ROBIN, 25 ANNI DI SCUSE DOPO

Batman e Robin, l’inossidabile dinamico duo che da oltre ottanta anni combatte il crimine in tutina e mantella. Se ci pensi un attimo, nella cultura pop quante sono le cose in grado di mantenere una tale popolarità per tanto tempo? Fai pochissime, va.

Batman è uno di quei nomi, marchi conosciuti in lungo, largo a destra e pure a sinistra. Normale che fama e notorietà di simile portata vengano/vadano sfruttate. Come? In qualunque modo possibile e immaginabile. Tra questi, il più semplice di tutti: farci i film.

Batman e Robin versus Joel Schumacher…

 

BATMAN E ROBIN, 25 ANNI DI SCUSE DOPO

 

I primi esempi di bat-cinema risalgono agli anni quaranta, si intitolano Batman e Le nuove avventure di Batman e Robin. Usciti in America rispettivamente nel 1943 uno e nel 1949 l’altro (inediti in Italia). Due serial di 15 episodi l’uno, ovvero cortometraggi proiettati insieme al cinegiornale e un cartone animato prima del fim vero e proprio.

A metà anni sessanta nelle sale esce Batman: The Movie. Ovvero la versione cinematografica della serie tv con Adam West e Burt Ward.

Altri venti e passa anni dopo escono, a distanza di pochissimo tempo, Batman, Batman Returns e Batman Forever. Tra l’altro, considerando che viene citato nei titoli solo due volte su sei, di Robin essenzialmente non frega un… niente a nessuno.

BATMAN E ROBIN, 25 ANNI DI SCUSE DOPO

 

Le cose, però, stavano per cambiare: i pianeti si erano allineati e le stelle avevano assunto la giusta configurazione. Trent’anni erano trascorsi dalla sua ultima comparsa e l’araldo, Joel Schumacher, sapeva che i tempi erano maturi per il suo ritorno. Siamo nel 1997 e nelle sale esce Batman e Robin.

Molti ignorano il fatto che Batman, Batman Returns e Batman Forever sono in realtà una trilogia. Ovviamente se metti un regista diverso e un diverso protagonista è chiaro poi che Batman Forever sia, come dire… difficile da percepire come seguito diretto dei precedenti film.

Il perché nasce dal presupposto che, sì, Batman Returns fu un gran successo, ma non tanto quanto aveva sperato la Warner. Che programmato il prossimo film sperava in qualcosa di più commerciale rispetto alle cupe e inquietanti atmosfere create da Tim Burton. Appena capito l’andazzo, Burton salutò tutti dando forfait.

BATMAN E ROBIN, 25 ANNI DI SCUSE DOPO

 

Michael Keaton rimase ancora per un po’ dopo l’addio di Burton, ma alla fine pure lui fece armi e bagagli. Giusto ché il film, così com’era stato impostato, gli faceva semplicemente schifo. Concetto che, proprio qualche anno fa, Keaton ribadiva in un’intervista per The Guardian: “Quello è stato un periodo d’eccessi [gli anni novanta] ed era chiaro che non fosse affatto buono [Batman Forever]. Ho provato a essere paziente, però a un certo punto ho pensato: non ce la faccio più, sarà una cosa orribile”.

La cosa buffa (e capiamoci, di cose “buffe” qua ce ne sono a pacchi) è che, nonostante tutto, alla fin fine Batman Forever è stato il maggior incasso della saga dei film su Batman degli anni novanta. Naturale che da qui in poi le cose avrebbero potuto solo peggiorare.

BATMAN E ROBIN, 25 ANNI DI SCUSE DOPO

 

Oggi è prassi comune addossare la colpa del declino di Batman a Joel Schumacher. Colpa sua i bat-capezzoli. Colpa sua se Forever e Batman e Robin sono film di cui si usa ridere. Se ci sono voluti altri dieci anni, quasi, per vedere di nuovo Batman al cinema.

Magari in parte è vero, ma c’è da considerare che i problemi alla base di Batman e Robin, per quanto strano possa sembrare dirla così, partono proprio da Batman Returns. Come detto, considerato troppo inquietante e perciò non adatto ai bambini, McDonald’s sciolse la partnership con Warner Bros ritirando gli Happy Meal promozionali legati al film.

Ancora, i toni impostati da Burton avevano, in generale, tirato il freno a mano e messo una bella ganascia alla vendita di giocattoli e merchandising relativo. Su quelli la Warner sperava di farci i fantastilioni. A questo punto, serve un nuovo regista e la scelta si limita a tre nomi: Sam Raimi, John McTiernan e Joel Schumacher.

BATMAN E ROBIN, 25 ANNI DI SCUSE DOPO

 

Raccomandato caldamente da Tim Burton, alla fine viene preso proprio Joel Schumacher, che, sorpresa sorpresa, si presenta con un bastimento carico di sogni e speranze. Sogni e speranze che facevano rima con sangue e violenza. Infatti, l’idea era quella di adattare Batman: Year One di Frank Miller e fare una cosa tipo The Lost Boys, però meno pop e più noir.

Come no, guarda. Qua si devono vendere giocattoli, zainetti e astucci per i pastelli, e te ne esci così? Ecco la sfida: Schumacher deve trasformare la serie cinematografica di Batman in un franchise per famiglie. Toni e atmosfere devono andare, al massimo, su una scala da Adam West a I Superamici. All’alba del XXI° secolo, Joel Schumacher si trova a dover fare una specie di remake del Batman anni sessanta.

Come e perché sia riuscito vallo a sapere, sta di fatto che il clamoroso successo commerciale di Batman Forever ha soddisfatto gli interessi aziendali. Trasformando così il successivo Batman e Robin in una specie di lungo e costosissimo spot di giocattoli, anziché un film vero e proprio.

 

Riguardo agli eccessi del periodo, Keaton diceva giusto: la produzione di Batman e Robin ha dato vita a un tipo d’isteria di massa, oggi piuttosto comune ma sconosciuta all’epoca. Per esempio, una foto di Arnold Schwarzenegger con il costume di Mr. Freeze non ancora rivelato ufficialmente veniva pagata intorno alle $10.000 bombe.

Ci fu bisogno di assumere squadre di sicurezza e un’intera equipe che seguiva Arnold, tenendo una specie di tendone intorno a lui mentre andava dalla roulotte al set. Questo però era l’ultimo dei problemi. Se precedentemente Schumacher ha dovuto fare i conti con cast e troupe sul piede di guerra, qua i conti li ha dovuti fare con il dio denaro.

Proprio Arnold, per dire, da solo è costato alla produzione la bellezza di venticinque milioni di petrodollari. Inoltre aveva undici persone dedicate esclusivamente a lui per la preparazione del trucco di Mr. Freeze, che richiedeva circa quattro ore. Nessun problema, se non fosse che la sua ferrea politica contrattuale prevedeva un massimo di dodici ore lavorative.

 

Come se non bastasse, a parte gli addetti ai lavori aveva sempre un sacco di gente intorno. Pure celebrità che andavano e venivano dal set solo per salutarlo. Quei sigari bianchi che ogni tanto Mr. Freeze tira fuori in Batman e Robin? Eh, quelli sono un regalo consegnatogli ossequiosamente da Jon Bon Jovi. Arnold li fece semplicemente colorare, così da poterli fumare in scena.

Ogni qualvolta Arnold Schwarzenegger restava fermo per un motivo o per l’altro, veniva a costare più o meno $ 5.000 al minuto. Ma non era solo lui: tutto era esagerato, eccessivo. Sproporzionato. I costumi erano macchinosi, scomodi e costosi, e ce n’erano un numero esagerato. Uno per ogni stuntman impegnato nelle grandi sequenze d’azione ciuccia-soldi del film.

Alla fine della fiera, Batman e Robin venne a costare, solo di produzione, più di centoventi milioni. Cifra scandalosa per l’epoca. Ancor di più considerando che l’incasso complessivo si fermò a meno di duecentoquaranta milioni. Più di cento in meno rispetto a Batman Forever.

 

Venticinque anni dopo riguardo Batman e Robin di Joel Schumacher, attraverso la rete di articoli, approfondimenti, speciali tipo “In defense of…” e bla bla ce n’è a pacchi. Certo, spesso e volentieri è difficile contestualizzare.

Molti film all’uscita vengono fraintesi, non capiti, se non addirittura presi a sputi e fischi. Solo per essere rivalutati e acquistare fama con il tempo. Com’è vero che Batman e Robin è un film orribile oggi esattamente come quasi trent’anni fa. Però…

George Clooney, non molto tempo fa al The Graham Norton Show, tra una battuta e l’altra, su Batman e Robin diceva: “Mi scuso sempre per quel film, da anni. Fino all’uscita di Batman Begins, ero convinto di aver distrutto il franchise”.

 

Stesso discorso, vale per Joel Schumacher. Che ripensando al film, diceva: “È stato un tale scandalo! Era come se avessi ucciso dei bambini o qualcosa del genere […] I capezzoli poi… è stato il massimo! Chi se l’aspettava che due cose di gomma, delle dimensioni di una gomma da matita, sarebbero stati un tale problema?”.

A volte, i motivi per cui un film non funziona sono piuttosto ovvi. In questo caso, però, è difficile capirli. Nel senso che, sì, Batman e Robin è un film orribile, ma perché? Seppur a milioni d’anni luce dalle atmosfere dark-gothic di Burton, Joel Schumacher è riuscito a dare un suo particolare imprinting ai film di Batman.

La sua Gotham, per quanto pupazzosa e cartoonesca, è originale e unica, laddove avrebbe potuto tranquillamente limitarsi a un collage di cliché. Tra l’altro, a proposito di Batman e Robin, Roger Ebert diceva che il punto era ridimensionare. Che non abbiamo bisogno di vedere sullo schermo due milioni al minuto. Bisogna mettere in primo piano i personaggi, non gli effetti speciali.

 

Per carità, ha sicuramente ragione e questo è un discorso che vale oggi tanto quanto ieri. Ciononostante, metti che Clooney la butta sul ridere, ma alla fine fai che Schumacher s’è sempre preso la colpa di tutto, dicendo che avrebbe dovuto fare meglio. Eh… difficile fare di meglio, ridimensionare, quando ti viene imposto di girare una pubblicità di giocattoli, insomma.

Soprattutto, quando ti viene detto che devi farla sembrare uguale alla serie campy-ultra-kitsch degli anni sessanta, però seria. Schumacher non è stato all’altezza? Forse. Eppure non ha sforato il budget, non ha avuto bisogno di re-cut, riprese aggiuntive, costosi processi vfx in post-produzione e via dicendo.

Il punto è che bisogna dare a Cesare quel che è di Cesare: Batman e Robin è stato un disastro? Sì. La colpa è di Robin, che ogni trent’anni appare e succede un disastro, oppure della produzione che spingeva per vendere paccottiglia collaterale? Può darsi. Troppi soldi e troppe speranze? Forse. Tutta colpa di Joel Schumacher? No.

Ebbene, detto questo credo sia tutto.

Stay Tuned, ma soprattutto Stay Retro.

 

 

1 commento

  1. Che sia un film orribile è stato detto e ridetto dal tutti. Ed è un fatto incontestabile. Retronauta va ad indagare sul perché sia stato prodotto un film orribile e di questo mi sento di ringraziarlo: in questi anni avevo banalmente attribuito la colpa al solo Schumacher, mentre finalmente ho capito che la responsabilità del disastro non è solamente sua.
    Aggiungo una nota personale: è stato l’unico film in cui mi sono addormentato al cinema. Ma facevo il militare e al cinema di andava anche per dormire.

Scrivi un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.I campi obbligatori sono evidenziati con *

Dichiaro di aver letto l'Informativa Privacy resa ai sensi del D.lgs 196/2003 e del GDPR 679/2016 e acconsento al trattamento dei miei dati personali per le finalità espresse nella stessa e di avere almeno 16 anni. Tutti i dati saranno trattati con riservatezza e non divulgati a terzi. Potrò revocare il mio consenso in qualsiasi momento, integralmente o parzialmente, con effetto futuro, ed esercitare i miei diritti mediante notifica a info@giornalepop.it

You may use these HTML tags and attributes: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <s> <strike> <strong>

*