LE MASSERIE PUGLIESI TRA NATURA E COLTURA

LE MASSERIE PUGLIESI TRA NATURA E COLTURA

Le masserie pugliesi sono di moda come luoghi di vacanza specialmente tra i turisti francesi. Alcune masserie sono state trasformate in agriturismi ed è possibile, nei  giusti periodi dell’anno, aiutare i contadini a raccogliere le ciliegeferrovia, a vendemmiare o a raccogliere le olive. Altre masserie sono state trasformate in alberghi. Nel cortile centrale recintato o in uno dei cortili esistenti all’interno della struttura sono state ricavate una o più piscine. Masseria Amastuola di Crispiano (Taranto) proclamata il giardino vigneto più bello del mondo dal National Geographic Alcune masserie sono diventate dei veri e propri hotel di alta gamma. I filari di viti a spalliera della masseria Amastuola di Crispiano (Taranto) sono stati impiantati sulla base del disegno dal paesaggistaFernando Caruncho, giardiniere spagnolo di fama internazionale. Li ha interpretati come rivoli paralleli che si susseguono per circa 3 km, formando “onde” che attraversavano questi luoghi fin dall’antichità. Masseria fortificate del Salento: Torre Pinta I restauri della maggior parte delle masserie risalgono alla seconda metà del Novecento. Molte erano in stato di completo abbandono e quindi costavano poco. Alcuni investitori, tra cui parecchi stranieri, avevano pensato di recuperarle e usarle come agriturismi o bed & breakfast (albergo che fornisce il letto e la prima colazione). Nel 2014 la regione Puglia ha pubblicato un bando che riguardava il turismo. Al suo interno, il capitolo 6 era finalizzato a finanziare le piccole e medie imprese che intendevano acquistare, restaurare, arredare e fornire di ogni strumento necessario le strutture destinate al turismo. Uno degli scopi era quello di conservare il patrimonio architettonico rurale della regione Puglia. Parador de Granada, situato sulla collina dell’Alhambra: un ex convento trasformato in Parador IlParadores de Turismo de España S.A.è una catena alberghiera spagnola che offre soggiorni in hotel a quattro o a tre stelle. Dal 1991 è una società anonima, con lo Stato spagnolo come unico azionista. Il primo Parador fu fondato in Spagna nel 1928, quando fu creata laJunta de Paradores y Hosterías del Reino. Il re Alfonso XIII intendeva sviluppare il turismo in zone incantevoli in cui non esistevano strutture dedicate. C’erano però conventi, regge, palazzi, castelli in stato di abbandono che necessitavano di notevoli investimenti. Lo scopo dichiarato era di migliorare l’offerta turistica e salvaguardare costruzioni di grande valore artistico e storico, la cui manutenzione avrebbe richiesto notevoli investimenti. Solo lo stato spagnolo sembrava in grado di garantire il denaro necessario all’impresa attraverso la trasformazione dei complessi in hotel. Relais & Châteauxè una associazione nata in Francia nel 1954 con lo scopo di gestire hotel e ristoranti di lusso La maggior parte sono monumenti storici. Si tratta di castelli, case padronalio villette in luoghi idilliaci che offrono una cucina di alto livello. Sono gestiti dai singoli proprietari. Si viene accettati nell’associazione dopo un esame severissimo, che ha lo scopo di verificare se la struttura e il personale raggiungano gli standard richiesti. L’uomo e la natura Ostuni, Masseria Brancati, ulivi secolari Il viaggiatore apprezza i soggiorni in queste strutture soprattutto per la possibilità di rapportarsi con la natura. Non la natura incontaminata e selvaggia delle foreste e dei deserti, ma di quella trasformata dall’uomo. Nella foto sopra, per esempio, vediamo un uliveto secolare pugliese delimitato da un muretto a secco. L’uliveto appartiene alla Masseria Brancati a Ostuni, in Puglia. Aquila di mare testa bianca tra i bidoni della spazzatura di un supermercato di Dutch Harbor, Alaska L’ambiente naturale in cui viviamo e che chiamiamonaturaè fortemente minacciato dall’uomo. La crescita esponenziale della popolazione sulla Terra ha intaccato le possibilità della natura di rigenerarsi. Gli uomini sono passati dai sei miliardi nel 2000 ai sette miliardi e mezzo nel 2019. Inoltre, alcuni popoli consumano molto di più di quanto sarebbe necessario per vivere. Le riserve naturali di cibo, acqua, risorse minerarie, aria e di combustibili non sono in grado di garantire risorse sufficienti per un pianeta in cui la razza umana sta crescendo esponenzialmente. Nella foto sopra scattata in Alaska, un’aquila di mare testa bianca si nutre con i rifiuti di un supermercato. Molte specie selvatiche sono venute a contatto con l’uomo e, per riuscire a sopravvivere, hanno cambiato le loro abitudini modificando la catena alimentare. Il Cairo, le piramidi immerse nello smog Nella foto sopra vediamo la periferia del Cairo immersa nello smog degli scarichi delle auto. Sullo sfondo le piramidi. Anche l’aria, l’acqua e la terra non sono risorse infinite, perché la terra è un sistema chiuso. Tartaruga morta per aver ingoiato un sacco di plastica che le ha ostruito l’esofago Molti esseri umani sono ancora convinti che la natura sia a loro uso e consumo. Nella Genesi, il primo libro della Bibbia, è scritto che Dio creò l’uomo e gli consegnò la natura perché la dominasse. Molti uomini non considerano l’inquinamento e lo spreco delle risorse naturali un delitto contro il pianeta e le varie specie. Bombole di ossigeno abbandonate sul monte Everest Forse questa convinzione aveva senso quando gli uomini erano pochissimi e la natura pareva infinita e onnipotente. Ma oggi persino il monte Everest è pieno di rifiuti, come le bombole a ossigeno abbandonate dagli scalatori sulle sue pendici. Repubblica Dominicana, relitto della nave Saint George Le acque incontaminate della Repubblica dominicana vedono affiorare i relitti delle navi affondate. È estremamente difficile trovare un luogo sulla terra che non rechi nessuna traccia della presenza dell’uomo. La torre eolica più alta d’Europa a Gries, nel Vallese (Svizzera) Ormai anche sulle montagne più alte e incontaminate si vedono svettare le pale eoliche. Il veliero Hms Beagle su cui viaggiò Charles Darwin L’uomo, fin dai tempi più antichi, si è chiesto quali leggi governassero la natura. Nel 1831 l’ammiragliato britannico aveva messo a punto una spedizione intorno al mondo sul brigantino Beagle. La spedizione aveva scopi scientifici. Venne ingaggiato il ventiduenneCharles Darwin, appassionato naturalista e studioso di insetti, che raccolse una grande quantità di campioni vegetali e animali accuratamente catalogati. Nel 1859, dopo anni di intensa ricerca scientifica, Darwin pubblicò il saggio“L’origine della specie”. Darwin ipotizzò che le caratteristiche di ogni esemplare si trasmettessero ai loro discendenti con lievi differenze e scarti. Le variazioni individuali che meglio si adattano all’ambiente, al clima, alla disponibilità di cibo e di risorse, fanno sì che gli individui più adatti sopravvivano e si riproducano. Si creano così nuove specie più adatte. Allevamento intensivo di maiali Darwin fece anche lunghi e attenti studi sulla selezione degli animali domestici. Anche gli allevatori selezionano gli animali, ma non quelli più adatti all’ambiente bensì quelli economicamente più convenienti. Islandese Nella primavera del 1824 il poeta Giacomo Leopardi, allora ventiseienne, scrisse il“Dialogo della natura con un islandese”, contenuto nella raccolta “Le operette morali”. La storia racconta di un islandese che cerca di sfuggire alla natura della sua terra natale, poco benigna nei confronti degli uomini. Giunge al centro dell’Africa, sotto la linea equatoriale. È alla ricerca di un luogo in cui poter vivere senza problemi. Madre natura Qui incontra la “Natura”, una donna gigantesca che giace sul terreno. L’islandese le racconta di sé e della sua ricerca. Chiede alla Natura perché lo faccia soffrire, come mai in qualsiasi luogo l’uomo sia destinato a non trovare pace. La Natura nega di essere la persecutrice della specie umana. Sostiene che il destino dell’uomo, la sua sofferenza e la sua felicità le siano estranee. Il suo scopo è la vita e il suo eterno divenire. Il dolore e il cambiamento sono necessari affinché si perpetui la vita. La natura non è né buona né cattiva. È essenzialmente innocente e non si cura della felicità dell’uomo. Istanbul, Cisterna basilica. Testa di Medusa Anche i greci antichi pensavano che la natura non fosse una madre benefica per l’uomo e gli esseri viventi. Presumevano che fosse quello sfondo immutabile“che nessun dio e nessun uomo fece”(Eraclito). Secondo i greci la natura era regolata dalla legge della necessità, che prevede la morte delle piante, degli animali e degli uomini come condizione del suo perdurare. Quindi la morte di ogni essere è necessaria per la sopravvivenza della specie. Pseudosteppa di Lupomonaco a Veglie, Salento In Puglia la trasformazione dell’ambiente naturale in campi coltivati risale all’avvento dell’agricoltura dal Medioriente avvenuta dal VI al IV millennio avanti Cristo. I primi uomini apparsi in Puglia furono cacciatori e pastori. Tuttavia la coltivazione dei campi e il loro abbandono è stato un processo ciclico determinato dalla pressione demografica, dal bisogno di produrre cereali, dalle guerre e le varie vicende storiche. Attualmente alcuni campi, che erano stati coltivati a cereali, si sono rinaturalizzati tornando a essere unapseudosteppa. La pseudosteppa rappresenta il punto di inizio e di minore evoluzione dei vegetali. Le piante erbacee che vivono in questo ambiente sono basse e riescono a sopravvivere in condizioni di siccità e assenza di sostanze nutritive. Possono essere annuali o perenni, queste ultime possiedono organi di riserva sotterranei. Hanno un ciclo biologico breve che si svolge nelle stagioni che in Puglia sono più favorevoli alla vita delle piante, ovvero l’autunno, l’inverno e la primavera. D’estate, con l’assenza delle piogge, prevale incontrastato il secco. La famiglia di piante più diffusa nella pseudosteppa è quella delle graminacee. È diffuso il generestipa(da cui deriva il termine steppa). Ci sono anche orchidee spontanee che in primavera riservano bellissime fioriture. Gariga a cisto La gariga è formata da arbusti molto bassi, quasi tutti sempreverdi, ricchi di spine o di oli essenziali aromatici. Sono poco appetibili e resistenti al morso delle capre e delle pecore. Sono presenti anche arbusti ed erbacee perenni con proprietà aromatiche e officinali. Quercus coccifera tipica della gariga