LE CENTO SCENEGGIATURE DI ALIEN 3
“La prima volta che ne hanno sentito parlare l’equipaggio fu sacrificato. La volta successiva mandarono i marines, anch’essi sacrificati. Ora, cosa vi fa pensare che si preoccuperanno per un mucchio di ergastolani che hanno trovato Dio nel profondo culo dell’universo?!”.Questa battuta diRipleyriassume perfettamente quella che, almeno all’epoca dell’uscita diAlien 3, era la trilogia diAlien. Ovvero: avevamo conAliendiRidley Scottun grandissimo film, il cui seguito,AliensdiJames Cameron, a sua volta fu un film magnifico e poi… poiAlien 3diretto daDavid Fincher. Un film fatto con il c… non proprio riuscitissimo. Ora, dopo il fantapippone suAlieneAliens(per leggerlo basta un click sul link) l’intenzione era quella di parlare degli ultimi due film e via. PeròAlien 3è un argomento troppo particolare per non essere trattato in solitaria.Nelle due righe dell’altra volta si diceva che Alien e Aliens fossero le facce di una stessa medaglia. Due film che, insieme, andavano a creare una storia logica e coerente, con un inizio, una parte centrale e una fine. Invece Alien 3 non ha il benché minimo senso di esistere. Però quando gli studios decidono sia giunto il momento di spremere le tettine della vacca per battere cassa, non c’è logica che tenga. Alien 3 è stato una produzione difficile, rimandata per anni. Con un periodo di preproduzione confuso come l’incubo di un ubriacone molesto, nel quale a un certo punto è stato tirato dentroDavid Fincher. Alien 3 parte dalla fine diAliens, conEllen Ripley,Newt, il caporaleHickse l’androideBishop, tornati sullaUss Sulaco. Durante il viaggio di ritorno viene mostrato un uovo schiuso all’interno della Sulaco e unfacehuggerche s’arrampica sulla capsula di Newt. Le scansioni mediche dei criotubi, poi, rivelano che il facehugger si è attaccato a un elemento dell’equipaggio. Scoppia un incendio a bordo e il sistema di controllo espelle le capsule per l’ipersonno in un modulo di salvataggio. Il quale si schianta rovinosamente suFiorina “Fury” 161, una specie di fonderia adibita a colonia penale popolata da detenuti maschi. I prigionieri recuperano il rottame schiantato e portano in salvo Ripley. Tuttavia, anche il facehugger è sopravvissuto e, una volta intrufolatosi nella prigione, infettaSpike, il cane di uno degli “ospiti” di Fiorina 161. Interessante notare come in Alien 3 la cagnara cominci a volare ad altissima quota in manco cinque minuti di film. La sequenza iniziale ha lo scopo di collegarlo al film precedente e creare così un minimo di suspense in vista della “grande rivelazione” su cui ruota la trama. Ma sai che c’è? C’è che se hai visto i precedenti film trovi che tutto questo è meno credibile di una moneta da tre euro. Per una serie di svariate ragioni. Primo –Siamo nel 1992, ok? La versione canonica era quella stabilita daJames Cameron, in cui la riproduzione degli xenomorfi consisteva nel fatto che la regina, per partenogenesi, grazie alla sua sacca ovipara deponeva le proprie belle uova e quando un potenziale ospite s’avvicinava era bello che fregato dal facehugger.InAliens, la regina si libera della sacca molto prima dello scontro finale con Ripley. Quando avrebbe avuto il tempo di salire a bordo della Sulaco per schiaffarci un uovo? Secondo –Il facehugger ha bisogno di un certo numero di ore per impiantare l’embrione all’interno dell’ospite. In Alien 3, invece, ci mette giusto il tempo di un rutto. Le capsule vengono espulse in una ventina di secondi dalla Sulaco e nessuno, né Ripley, Newt o chiunque altro aveva il facehugger attaccato in faccia. Una gestazione lampo. Terzo –Va be’, d’accordo. Per quanto faccia a cazzotti con quanto stabilito nei film precedenti, diamo per buona l’impollinata immediata. Intanto, il facehugger sarebbe dovuto morire comunque, no? Così succede: questi mostrilli vengono fuori dalle uova, si attaccano, fecondano e muoiono stecchiti. Eh no, invece.Perché in Alien 3 c’è il Siffredi dei Facehugger. Ché non solo infetta uno dell’equipaggio della Sulaco, ma poi ha anche la forza di entrare nella prigione e dà una botta pure al cane. Quarto –Tutto questo, comunque, fondamentalmente è inutile visto che nello schianto all’inizio del film c’è l’errore più grave in assoluto: far morire tutti i personaggi. Non solo perché questo rende una perdita di tempo il tentativo di creare quel minimo d’intrigo iniziale (si è salvata solo Ripley, chi mai avrà l’alieno in corpo?), ma anche perché Hicks, Newt, e pure Bishop volendo, erano personaggi dal potenziale enorme. Anziché sfruttarli, s’è tranquillamente preferito scorrazzare nel reame del Wtf (acronimo perWhat the fuck?!, Ma che cazzo?! – NdR). Giusto perché qualcuno aveva pensato di riproporre Ripley protagonista per la terza volta consecutiva, facendogli fare le stesse cose viste nel film uscito ventitré anni prima. Se si è arrivati a questo, è semplicemente perché lo sviluppo di Alien 3 ha avuto un parto lungo e travagliato. Prima dell’arrivo di Fincher (ma anche dopo), c’è stata una vera e propria battaglia con morti e feriti per scrivere questo benedetto Alien 3. Dopo il successo di Aliens, la20th Century Foxcontattò laBrandywine Productions, casa di produzione fondata daDavid GilereWalter Hill. La quale si era occupata di sviluppo e co-produzione dei film fino a quel momento. Solo che, mentre la Fox spingeva per un nuovo sequel, a Hill e Giler non importava niente fare un altro Alien, dato che per loro due film bastavano e avanzavano. Tuttavia, alla fine si lasciarono convincere e cominciarono a tirare giù un primo abbozzo di script. Nelle prime fasi di stesura l’idea era quella di spostare il setting della storia sulla Terra invasa dagli xenomorfi. C’era pure ‘sta cosa bizzarra che vedeva gli alieni fondersi in una gigantesca creatura che distrugge New York. Peccato che il concetto fosseA)troppo simile alloStay Puft Marshmallow MandeiGhostbusters,B)da far ridere tutta la fattoria e non solo i polli. Un’altra idea fu quella di mettere Ripley e Newt nella metropoli del futuro a caccia di xenomorfi, ma non è che se levi i replicanti e metti gli alieni si nota meno che stai copiando Blade Runner. Volendo, lo spunto non è manco pessimo, ma credo che non avrebbe portato da nessuna parte. Alla fine, Giler e Hill optarono per una storia divisa in due film che avrebbe messo la parola fine alla saga. Questa versione, che aveva già molto più senso rispetto alle altre, girava attorno allaWeyland-Yutani Corporation. La quale è in guerra con una fazione militare socialista la cui rigida ideologia li aveva portati ad abbandonare la Terra e vivere nello spazio. Il protagonista di questo presunto Alien 3 sarebbe dovuto essere il personaggio diMichael Biehn, il caporaleHicks. MentreSigourney Weaver,Ripley, sarebbe dovuta tornare come protagonista nell’ipotetica seconda parte, in Alien 4. E tutto si sarebbe concluso in un’epica battaglia tra xenomorfi ed esseri umani. Bene, un soggetto più o meno adesso c’era e, per quanto quelli della Fox non fossero proprio convintissimi, sganciarono la grana. Nondimeno, cominciarono a mettere i primi paletti: l’idea va bene, ma a dirigere Alien 3 vogliamo ancora Ridley Scott. E tutti e due i film devono essere girati contemporaneamente persparagnare. Scott lo voleva pure fare, ma aveva troppi impegni. Perciò si provò a ripiegare suClive Barker, visto il successo diHellraiser. Ma Barker rispose che a lui di Alien non fregava niente. Quindi nel settembre 1987 Giler e Hill contattarono lo scrittoreWilliam Gibsonper fargli scrivere la sceneggiatura del terzo film. William Gibson Gibson, che come dicevo nell’altro articolo (vedi il link che ho messo all’inizio) fu influenzato da Alien per Neuromante, accettò subito. Inizialmente la sua intenzione era quella di portare avanti e sviluppare la storia tipo Blade Runner. Manco il tempo di dirlo che i produttori gli risposerofrena ciccio, vola basso con la fantasia che quella roba costa e i soldi sono pochi. Sigourney Weaver aveva ancora il dente avvelenato con la produzione, perché in Aliens le avevano tagliato la scena della figlia Amanda. Perciò non aveva la minima intenzione di fare un altro film. Così Gibson si è dovuto ingegnare nel tirar fuori qualcosa che non la coinvolgesse. Nella sua versione di Alien 3, William Gibson decide di usare come protagonisti Hicks e Bishop. La storia è ambientata a bordo di una grande stazione spaziale chiamataAnchorpoint. Dove laWeyland-Yutaniinizia la sperimentazione genetica sul materiale organico alieno recuperato dai resti di Bishop a bordo della Sulaco. Inoltre riprende il concetto abbozzato da Hill e Giler con laUnion of Progressive Peoples, una specie di Unione Sovietica futuristico-spaziale in lotta con la Weyland-Yutani. Alla fine sia Anchorpoint che la stazione spaziale Upp sono invase dagli xenomorfi e Hicks e Bishop devono collaborare con i sopravvissuti per distruggere le creature. La sceneggiatura termina con un cliffhanger per Alien 4, in cui gli xenomorfi modificati geneticamente sono diretti verso la Terra a bordo della Sulaco. Quindi Bishop suggerisce a Hicks che se vogliono salvare la razza umana devono rintracciare il pianeta originale degli xenomorfi e distruggerlo. La sceneggiatura di William Gibson per Alien 3 è la più nota, dato che da anni è possibile trovarla su internet. Più difficile da trovare, invece, è la sua seconda versione. Nel frattempo il muro di Berlino era venuto giù e l’Unione Sovietica stava per dire fine alla propria esistenza. Quindi la storia di comunisti nello spazio non è che avesse poi molto senso. La seconda bozza, meno basata sull’azione, si avvicinava al primo Alien. Renny Harlin Anche se qualcosina era stata apprezzata, la produzione bocciò entrambe le sceneggiature di Gibson. Siccome poi era stato assuntoRenny Harlin(il regista di Die Hard 2) per dirigere Alien 3, chiesero a Gibson di scrivere una terza sceneggiatura insieme a lui. Indovina un po’ com’è andata a finire? Gibson mandò tutti a f… e diede forfait. Giler e Hill abbandonarono l’idea della storia in due parti e si concentrarono sulla realizzazione di un singolo film. Quindi venne assuntoEric Red, sceneggiatore di The Hitcher e Near Dark, per scrivere Alien 3. La sua sceneggiatura prevedeva che tutti i personaggi precedenti (compresa Ripley) fossero uccisi dagli xenomorfi prima dell’inizio della storia. La quale sarebbe continuata su una specie di gigantesca stazione spaziale che, sotto la sua cupola, ospitava un’intera città con tanto di campi di grano all’aperto e fattorie. La grande idea di Red era che sotto la città il resto della stazione fosse una struttura di ricerca ad alta tecnologia, dove gli scienziati militari allevavano segretamente gli xenomorfi. Segue il solito incidente fatale, mattanza d’ordinanza e compagnia cantante. Attenzione perché alla fine della storia la stazione stessa viene infettata (non ho idea come) trasformandosi in una gigantesca creatura xenomorfa biomeccanica. Quando presentò la sceneggiatura, Eric Red ottenne contemporaneamente due grandi risultati: schifare Renny Harlin, che abbandonò la regia, e farsi licenziare. Da quel che mi pare di avere capito, per anni Red è stato preso per il culo a causa di ciò. In seguito rinnegò la sceneggiatura affermando:“Questa spazzatura è il prodotto di un lavoro arrangiato in poche settimane di continue conferenze e scenate isteriche dello studio, che metteva fretta per produrre qualcosa al più presto, perciò il risultato è assolutamente orribile”. David Twohy Licenziato Eric Red, viene assuntoDavid Twohy, sceneggiatore e futuro regista diPitch Black. La sua versione della storia è ambientata molti anni dopo Aliens, in una prigione spaziale in orbita attorno alla Terra chiamataMoloch Island. Qui i detenuti vengono impiegati come bassa manovalanza in una gigantesca raffineria di minerali estratti dagli asteroidi. La prigione viene utilizzata segretamente dalla Weyland-Yutani per allevare e condurre esperimenti illegali sugli xenomorfi. Molti dei quali prevedono l’uso dei detenuti come esche. Anche qui segue l’incidente di routine, gli xenomorfi si liberano, prigionieri e personale sopravvissuti si alleano per sopravvivere e bla bla bla. Sembra bello, no? Con Twohy le cose per Alien 3 parevano essere arrivate finalmente al punto giusto. Di conseguenza viene chiamatoVincent Wardper dirigere il film e… come se ne esce il tipo? Che sì, è disposto a prendere l’incarico, ma non con la sceneggiatura scritta da Twohy. Ché lui ne aveva un’altra più bella e si doveva usare la sua. Ovviamente, che te lo dico a fare: la Fox diede il via libera a Ward per sviluppare la sua storia. Appena David Twohy venne a sapere della cosa, se ne andò sbattendo tutto lo sbattibile. Vincent Ward Vincent Wardora aveva campo libero e, insieme allo scrittoreJohn Fasano, comincia a sviluppare la propria sceneggiatura di Alien 3. La sua storia è ambientata su un planetoide chiamatoArceon, una specie di pianeta-monastero (fatto di legno) abitato solo da monaci (maschi) luddisti. Inizialmente credono che “la stella d’Oriente” (la direzione da cui proviene la capsula di salvataggio di Ripley) sia un segno di buon auspicio. Tuttavia, sul pianeta con Ripley arriva anche un facehugger. E i monaci cominciano a credere che l’alieno sia una specie di punizione divina per i loro peccati e cazzate di questo genere. Il progetto fanta-meta-religioso di Ward è andato avanti fino al punto di costruire diversi set da utilizzare nel film. Ciò nonostante, anche dopo avergli promesso pieno controllo creativo, la 20th Century Fox comincia a remare contro Ward ingaggiandoGreg PrusseLarry Fergusonper riscrivere la sceneggiatura. Morale della favola, come David Twohy prima di lui, pure Ward manda tutti a fanculo. Cosicché, i produttori Walter Hill e David Giler provano a mettere una pezza alla situazione: prendono le sceneggiature di Twohy, Ward e tutto quello che c’è stato nel mezzo tra le due per fonderle insieme. Dando vita a una specie di mostro di Frankenstein. Infine viene preso come registaDavid Fincher, un ragazzetto di manco trent’anni. I motivi alla base di questa scelta sono essenzialmente due. Innanzitutto, Fincher era un regista di video musicali e il suo apporto avrebbe potuto dare al film quell’aspetto “giovane e dinamico” che fa trendy. In secondo luogo, appunto, era giovane. All’attivo aveva giusto qualche video e alcuni spot televisivi. Per questo alla Fox pensavano di poterlo manovrare come un pupazzetto. Fortunatamente, David Fincher si è rivelato una persona di carattere. David Fincher