LA STORIA D’ITALIA A FUMETTI

History is littered with hundreds of conflicts over the future of a community, group, location or business that were “resolved” when one of the parties stepped ahead and destroyed what was there. With the original point of contention destroyed, the debates would fall to the wayside. Archive Team believes that by duplicated condemned data, the conversation and debate can continue, as well as the richness and insight gained by keeping the materials. Our projects have ranged in size from a single volunteer downloading the data to a small-but-critical site, to over 100 volunteers stepping forward to acquire terabytes of user-created data to save for future generations. The main site for Archive Team is atarchiveteam.organd contains up to the date information on various projects, manifestos, plans and walkthroughs. This collection contains the output of many Archive Team projects, both ongoing and completed. Thanks to the generous providing of disk space by the Internet Archive, multi-terabyte datasets can be made available, as well as in use by theWayback Machine, providing a path back to lost websites and work. Our collection has grown to the point of having sub-collections for the type of data we acquire. If you are seeking to browse the contents of these collections, the Wayback Machine is the best first stop. Otherwise, you are free to dig into the stacks to see what you may find. The Archive Team Panic Downloadsare full pulldowns of currently extant websites, meant to serve as emergency backups for needed sites that are in danger of closing, or which will be missed dearly if suddenly lost due to hard drive crashes or server failures. Quando i personaggi dei fumetti iniziano a diffondersi in Italia agli inizi del Novecento (pur ancora privi di nuvolette) sulle pagine delCorriere dei Piccolinon manca, tra le tante tavole umoristiche, una serie dichiaratamente patriottica, in un’epoca in cui alcune regioni del Nord-Est erano ancora occupate dall’Austria. Il protagonista, il piccolo contadinoItalino, creato nel 1915 dal grande illustratoreAntonio Rubino, si prende continuamente gioco dei soldati austriaci. Più che nella Storia, siamo qui nel campo della propaganda bellica, per quanto simpatica e graficamente raffinata. Meno ironica e più cupa è la propaganda fascista dei decenni seguenti. Negli anni trenta e quaranta, diversi autori di fumetti rileggono la Storia in chiave fascista. Anche il Corriere dei Piccoli si allinea e lo stesso Antonio Rubino passa dallo scherzoso patriottismo del primo Italino all’aperta retorica di regime dei due balillaDado e Lio, che con candore esortano i bimbi italiani a“combattere e obbedire”. In questo clima di fervore nazionalista non può mancare l’adattamento a fumetti della rivolta antiaustriaca innescata nel 1746 dal sasso lanciato dal piccolo genovese Giovan Battista Perasso, detto Balilla. Il racconto intitolato “I Ragazzi di Portoria” esce nel 1937 sul giornale a fumetti nerbinianoGiungla!, con testi diUgo Romagnolie disegni diFerdinando Vichi. Pur riportando gli avvenimenti essenziali dell’epoca, attribuisce ogni malvagità agli austriaci e ogni eroismo e nobiltà d’animo agli insorti, per cui di realmente storico rimane ben poco. Tipico di molti altri fumetti “storici” di quegli anni è il retorico finale in cui viene predetta la futura ascesa al potere di Benito Mussolini, descritto come “continuatore dell’opera di Napoleone e dei padri della patria italiani”. Negli ultimi anni del fascismo i protagonisti dei fumetti erano prevalentemente italiani, anche perché a partire dal 1938 fu vietata l’importazione dei personaggi statunitensi e stranieri in genere (con la temporanea eccezione di Topolino). Il risultato fu che, in qualunque parte del mondo fosse ambientato un fumetto, si poteva star certi che il protagonista sarebbe stato un viaggiatore, un colonizzatore o un emigrante italiano. A meno che non si trattasse di prendere in giro popoli o governanti stranieri.Perfino i rari fumetti western avevano titoli come “Pionieri italiani sui sentieri di guerra del Grand-Ovest”. Dopo la liberazione dal nazifascismo e la conseguente forte influenza culturale americana nel nostro paese, la tendenza si inverte bruscamente: adesso diventa raro trovare una serie a fumetti italiana il cui protagonista non sia un eroe statunitense, con una diffusione prevalente proprio degli albi western, ambientati nella frontiera americana dell’Ottocento. La nostra Storia, come le vicende del Risorgimento, è invece abbastanza trascurata dai nostri fumetti, pur con alcune eccezioni.Il settimanale a fumetti cattolicoIl Vittorioso, nato, come si intuisce dal nome, durante il ventennio e all’inizio improntato a una linea incentrata sulle gesta di “italici eroi” e legionari della Guerra civile spagnola, dopo la caduta del regime per oltre vent’anni continua a pubblicare vari “cineromanzi” storici a scopo educativo, rifiutando di allinearsi all’esterofilia della maggioranza dei fumetti italiani e contribuendo al formarsi di una scuola nostrana di grandi illustratori, comeFranco Caprioli,Gianni De LucaeLino Landolfi. Nel 1961 Il Vittorioso festeggia il primo centenario dell’Unità d’Italia nel generale disinteresse del mondo del fumetto di allora, con un numero speciale contenente il racconto “Il giallo di Garibaldi”, disegnato daAntonio Sciotti. Sul versante politico opposto, troviamo, dal 1949, il settimanale a fumettiIl Pioniere, di ispirazione comunista, che, rivolgendosi come il Il Vittorioso a un pubblico infantile, ospita racconti dedicati a storie della Resistenza partigiana. Il tema viene trattato anche da altri fumetti dell’immediato dopoguerra, come gli albi diPam il Partigianodel 1945,Pinotto, avventure di un ragazzopartigianodel 1946 eBill dei Marinesdisegnato daGuido Buzzellinel 1952. Il partigiano a fumetti più noto è sicuramenteSciuscià, diTristano TorellieFerdinando Tacconi, che dal 1949 al 1956 narra in formato a striscia le avventure di un ragazzino napoletano vagamente ispirato al protaqonista dell’omonimo film di Vittorio De Sica, durante e dopo la Seconda guerra mondiale. Saltuari fumetti storici italiani appaiono anche in due settimanali a fumetti cattolici comeIl Messaggero dei RagazzieIl Giornalino, che dopo gli anni sessanta proseguono idealmente l’impostazione de Il Vittorioso, piegando a volte la Storia allo spirito religioso. Piene di partecipazione umana risultano le cronache storiche a fumetti di uno scrittore e giornalista colto comeMino Milanisulle pagine delCorriere dei Piccoliprima e delCorriere dei Ragazzipoi, negli ultimi anni sessanta e nella prima metà dei settanta. Tra queste storie si possono segnalare, come facenti parte della Storia d’Italia, vari episodi disegnati da Sergio Toppi, molti dei quali poi raccolti nel volumeCronache d’armi. Episodi come “I due giuramenti”, sul medico e capitano borbonico Ferdinando Palasciano, che nel 1848 tentava di sostenere i principi di umanità in guerra da cui poi sarebbe sorta la Croce Rossa. “L’uomo della terza bomba” è sull’attentato fallito di alcuni patrioti italiani contro Napoleone III nel 1858.“Perché brigante” è sui difficili inizi dell’unità nazionale e le ingiustizie sociali alle origini del brigantaggio.“Le due bandiere”,è sulla vita e la morte nelle trincee italiane della Prima guerra mondiale che accumunarono monarchici e repubblicani.“La vita di un soldato”, riguarda il paradosso di un soldato italiano la cui vita viene indirettamente salvata dalla disfatta di Caporetto.“Quel grido…”, tratta della tregua concessa da un gruppo di alpini ai soldati nemici perché potessero mettere in salvo i feriti durante la ritirata di Russia (episodio quest’ultimo tratto da un capitolo de “Il sergente nella neve” di Mario Rigoni Stern). Tra il 1976 e il 1978, le Edizioni Ottaviano pubblicano una “Storia d’Italia a Fumetti” in più volumi con disegni acerbi, che si concentra sui primi anni dell’Unità e sui problemi e conflitti sociali di quel periodo, come il brigantaggio e l’emigrazione. Temi simili sono trattati a livello più alto nell’album “L’uomo del sud”, scritto e disegnato daAlarico Gattiaper la collana della Cepim“Un uomo un’avventura”. Ambientato nel 1861, subito dopo l’Unità d’Italia, vi si narra in modo romanzato degli scontri sanguinari tra i ribelli filoborbonici del Sud e le truppe piemontesi regolari, che spesso si comportavano come un esercito occupante.La storia mostra in modo equilibrato come entrambe le parti si macchiarono di stragi ed esecuzioni sommarie, anche ai danni della popolazione civile. Subito dopo, lo stesso Gattia è uno dei tanti disegnatori che collaborano allaStoria d’Italia a fumettifirmata dal noto giornalistaEnzo Biagie pubblicata in tre volumi cartonati da Mondadori, tra il 1978 e il 1980. È un’opera ambiziosa ma non del tutto riuscita per un eccesso di narrazione didascalica forse inevitabile, ma premiata da un innegabile successo anche grazie all’apporto di ottimi disegnatori comeCarlo Ambrosini,Giacinto GaudenzieMilo Manara. Contemporaneamente a questa sorta di lungo e realistico “saggio disegnato”, che riassume la nostra storia dalle invasioni barbariche alla Seconda guerra mondiale, in seguito ulteriormente ampliato, escono le satiriche“Storie d’Italia”diAlfredo Chiappori, pubblicate in quattro volumi da Feltrinelli. Qui si approfondiscono gli aspetti politici del Risorgimento e dei primi anni dell’Unità d’Italia: dal 1846 all’avvento del fascismo. Alternano le tavole satiriche a commenti scritti da esperti di storia italiana, in modo da rendere comprensibili i riferimenti d’epoca. Negli anni settanta si segnalano altri esempi di “satira storica”, come le biografie a fumetti pubblicate sulla rivistaLinusdaAltan, che confeziona impietosi ritratti di personaggi famosi come Colombo, San Francesco e Casanova. Mentre sulla rivistaAlter Alterun giovaneRiccardo Mannellicrea il personaggio diLupelio, un incolto sottoproletario coinvolto suo malgrado in eventi del Risorgimento, rappresentati in modo ferocemente provocatorio e antiretorico, con costanti riferimenti all’attualità. Più leggeri e ironici, benché nettamente schierati a sinistra, risultano i fumetti diSergio Staino, il cui personaggio semiautobiograficoBobo, anch’esso pubblicato inizialmente su Linus, viene saltuariamente proiettato nel passato. Come nel volume150 la Coop Canta, uscito nel 1994 per l’anniversario delle prime cooperative. Attraverso i precursori delle attuali coop, si ripercorre a grandi linee la storia toscana, e quindi italiana, tra Ottocento e Novecento dal punto di vista dei ceti più deboli costretti ad associarsi in cooperative per sopravvivere decorosamente. Il settimanale cattolicoIl Giornalinocontinua a pubblicare, tra gli altri, fumetti a carattere storico secondo l’ottica cristiana comeI giorni dell’Imperodel 1993 (ultima e incompiuta storia disegnata daGianni De Lucacon la consueta accuratezza iconografica), a quelli basati su fatti storici più vicini a noi, come leStorie di Resistenzasulla guerra partigiana scritte e disegnate daRenzo Calegarinel 1995. Uno dei pochi albi popolari Bonelli dedicati a un periodo della storia d’Italia è la miniserieVolto Nascosto, sceneggiata daGianfranco Manfredie ambientata durante la Guerra d’Africa coloniale di fine Ottocento. Mentre sul n. 6 della serieStorie da Altroveuscito nel 2003 compare un avventuroso e aitante Giuseppe Garibaldi protagonista di una storia di fantasia. Alcuni originali autori di fumetti dell’ultima generazione preferiscono trattare certi periodi della nostra storia con un tono tra il grottesco e l’umoristico, come il fiorentinoAlberto Pagliaro, che ha pubblicato sul settimanale satirico livornese Il Vernacoliere le sueStorie partigiane, raccolte poi nel volume “I figli della schifosa”.Qui la guerra rimane quasi sempre fuori campo e sono poste invece in primo piano le persone comuni che si trovano a dover convivere con l’occupazione nazifascista e la Resistenza. Un altro autore, il bolognese Andrea Paggiaro, in arteTuono Pettinato(scomparso prematuramente nel 2021), nel 2010 ha pubblicato con la Rizzoli-Lizard il volume “Garibaldi, resoconto veritiero delle sue valorose imprese, ad uso delle giovani menti”, per festeggiare ironicamente il cinquecententenario dell’Unità d’Italia. Un’altra iniziativa celebrativa, all’inizio del 2011, è allegata a Il Giornalino e a Famiglia Cristiana, con il patrocinio del Museo del fumetto di Lucca.Si tratta di due volumi intitolati150° – Storie d’Italia, che concludono la collana “Sulle rotte dell’immaginario” dedicata alle opere di Sergio Toppi. Raccolgono sei episodi di autori vari con protagonisti persone comuni, ambientati in diversi momenti della nostra storia.