LA STORIA DEGLI ANIME IN ITALIA

LA STORIA DEGLI ANIME IN ITALIA

History is littered with hundreds of conflicts over the future of a community, group, location or business that were “resolved” when one of the parties stepped ahead and destroyed what was there. With the original point of contention destroyed, the debates would fall to the wayside. Archive Team believes that by duplicated condemned data, the conversation and debate can continue, as well as the richness and insight gained by keeping the materials. Our projects have ranged in size from a single volunteer downloading the data to a small-but-critical site, to over 100 volunteers stepping forward to acquire terabytes of user-created data to save for future generations. The main site for Archive Team is atarchiveteam.organd contains up to the date information on various projects, manifestos, plans and walkthroughs. This collection contains the output of many Archive Team projects, both ongoing and completed. Thanks to the generous providing of disk space by the Internet Archive, multi-terabyte datasets can be made available, as well as in use by theWayback Machine, providing a path back to lost websites and work. Our collection has grown to the point of having sub-collections for the type of data we acquire. If you are seeking to browse the contents of these collections, the Wayback Machine is the best first stop. Otherwise, you are free to dig into the stacks to see what you may find. The Archive Team Panic Downloadsare full pulldowns of currently extant websites, meant to serve as emergency backups for needed sites that are in danger of closing, or which will be missed dearly if suddenly lost due to hard drive crashes or server failures. Una nuovagiappomaniaha investito manga e anime: due mondi che sono sempre andati di pari passo, procedendo su binari distinti che però si sono spesso toccati.Edicola e televisione, fumetti e cartoni, sono state diverse le “esplosioni” di questa moda in Italia, e la loro vicenda è complessa e avvincente. In questo articolo ripercorreremo la storia italiana dei cartoni giapponesi che si intreccia inevitabilmente con le vicende della nostra televisione, dalle storiche “invasioni” fino all’attuale ritorno in auge anche presso il pubblico più giovane. Per riscoprire la storia dei manga in Italia, cliccareQUI: gli altri link nell’articolo rimandano ad articoli specifici per approfondire i vari temi. Il primo approccio del pubblico italiano con l’animazione giapponese avvenne non con delle serie televisive, ma con una manciata di lungometraggi trasmessi in tv, magari nel periodo natalizio. Se la primissima opera ad apparire da noi fuIl piccolo samurai Sasuke, mostrato al festival cinematografico di Venezia nel 1960, altri film animati vennero trasmessi dai canali Rai tra gli anni sessanta e settanta.Spesso erano rititolati in modo che sembrassero occidentali, comeSaiyuki, diventuoLe 13 fatiche di Ercolino. Altre volte seguirono l’originale:Le meravigliose avventure di Simbad,La leggenda del Serpente Bianco. Se è vero che i primi anime a giungere sui nostri schermi erano co-produzioni, non si può non citare il primato di Nino e Toni Pagot, che nel 1972 si affidarono alla Toei Animation per produrre la serie animata diCalimero(noi la vedremo qualche anno più tardi sulla Rai).Non è l’unico caso di personaggi italiani divenuti anime: nel 1988 toccherà aTopo Gigio(vediQUI) e nel 1992 ancora a Calimero. Due co-produzioni segnano l’arrivo in Italia delle serie animate realizzate in Giappone.Il primato spetta aiBarbapapà, giunti il 13 gennaio 1976 su Raiuno: sebbene prodotta dalla tv olandese con i giapponesi della Topcraft, è questa la prima serie anime ad arrivare da noi. A maggio dello stesso anno, Raiuno bissa conVicky il vichingo, serie giapponese realizzata dalla tedesca Taurus Film e dalla Nippon Animation.Nel 1977 le televisioni locali mandano in ondaKimba, il leone bianco, primo anime televisivo a colori della storia, nonché prima serie completamente nipponica a essere trasmessa in Italia. Il 7 febbraio del 1978 Raiuno trasmette il primo episodio diHeidi: un enorme successo transgenerazionale, la cui fama perdura ancora oggi. Se tutte le serie finora trasmesse erano comunque molto classiche, se non addirittura di origine occidentale, il vero “primo impatto” con l’animazione giapponese dalle idee moderne si ebbe conUfo Robot Goldrake. Era martedì 4 aprile 1978, quando sulla Seconda Rete (lattuale Raidue) il pubblico poté assistere al debutto della prima serie robotica giunta in Italia, presentata come esempio di fantascienza giapponese.Regia, tecnica, messa in scena: era tutto diverso dai cartoni finora visti in televisione. Il pubblico rimase piacevolmente shockato da questo cartone, un nuovo modo di concepire le serie d’animazione. Goldrake divenne il precursore di tutta una serie di opere giapponesi che, di lì in avanti, iniziarono a invadere le nostre televisioni. Sempre del 1978 è la prima tv diDanguard, trasmesso dal dicembre di quell’anno sui canali regionali: è la prima serie robotica ad apparire sulle televisioni private.Il 1979 vede arrivare per la Rai opere comeRemìeCapitan Harlock, proseguendo sul doppio binario di drammi tratti da romanzi e opere fantascientifiche. Sono soprattutto le televisioni private ad attingere al grande calderone degli anime, grazie ai costi relativamente bassi e all’enorme successo che tali serie stavano avendo. In quell’anno il pubblico italiano può spaziare tra robottoni comeJeeg Robot d’acciaioeIl Grande Mazinga, e storie di altri generi, tipoRyu il ragazzo delle caverne(a proposito: conosceteil piccolo mistero della sigla?),Tekkaman,Don Chuck CastoroeLe avventure di Lupin III. Il 1980 porta sulla Rai un altro capitolo dei robottoni nagaiani:Mazinga Z.L’anarchia di acquisizione e distribuzione delle varie serie fa sì che si perda la cronologia originale e i collegamenti esistenti tra questo titolo e i già vistiUfo Robot Goldrake(mutuato dall’edizione francese) eIl Grande Mazinga(arrivato sulle tv private): così uno stesso personaggio si ritrova con tre nomi diversi a seconda della serie. Telemontecarlo lanciaGundam, in una edizione incompleta che per anni ha sofferto di irregolarità di tipo legale mai chiarite definitivamente.La Doro Tv Merchandising e la Itb sono le società che più si buttano sull’animazione giapponese, portando in Italia tantissime opere.La Olympus distribuisce un grande classico:Candy Candy.Arrivano ancheDaitarn 3,Judo Boy,Peline Story,Getter Robote, sulla Rai,Anna dai capelli rossi. Come abbiamo avuto modo di vedere ricostruendo lastoria dei manga in Italia, tanti di questi titoli finiscono in forma di fumetto (originale o meno) pubblicati da riviste che avranno un certa fortuna. Diventa forte nell’immaginario collettivo il concetto dirobot e orfani, a indicare storie di vario genere che spesso hanno a che fare con tragedie melodrammatiche e battaglie fantascientifiche. Personaggi tormentati, spesso sfortunati, che lottano contro le avversità della vita e si dedicano alla causa anche al prezzo di grossi sacrifici. Particolare successo hanno i personaggi nagaiani, tanto che nei nostri cinema arrivano film di montaggio realizzati alla buona, spesso anticipando personaggi di serie che ancora non si vedevano in tv… Gli scontri dei robottoni e le vicende di ragazzini senza famiglia sono i due principali esempi di filone che colpisce il pubblico italiano, mentre i critici iniziano a puntare il dito contro l’eccessiva violenza presente in alcune serie. Arrivano persino a dire che i cartoni giapponesi“sono fatti al computer”, quindi impersonali, freddi e cinici. Il 1980 è comunque un’annata molto ricca: tra gli altri arrivanoL’Ape MaiaeL’Ape Magà,Huckleberry Finn,La principessa Zaffiro,Astrorobot,Charlotte…Il contenitore Ciao Ciao trasmetteKyashaneHurricane Polymar. Il 1981 continua a riempire le nostre televisioni di cartoni giapponesi.Se la Rai allenta gradualmente la trasmissione degli anime (si segnalano soloCapitan Futuro,Bia la sfida della magia,Shirab il ragazzo di BagdadeTom Story), questi trovano sempre più spazio nei canali privati. Anche Canale 5 si interessa ad alcuni titoli, trasmettendoPepero il piccolo guerriero,Gatchaman – La battaglia dei pianeti(titolo dalla storia editoriale travagliata, vediQUI) eGloizer X. Le televisioni private la fanno da padrone portando titoli comeLa banda dei ranocchi,Daltanious,Blue Noah mare spaziale,Arrivano i Superboys!,Babil Junior,Quella magnifica dozzina(ossiaMimì),Conan il ragazzo del futuro,Starzinger,La balena Giuseppina.Giungono anche due serie a tecnica mista, animazione e riprese dal vivo:I-ZenborgeBornfree – Il risveglio dei dinosauri. Il 1982 vede sorgere due realtà che diventeranno importantissime per l’animazione giapponese nel nostro Paese: Italia 1 (QUIla storia del canale) e Rete 4 (QUI).Prima che passassero alla Fininvest, appartenevano rispettivamente a Rusconi e alla Mondadori. Su Italia 1 trovava spazio il contenitoreBim Bum Bam, nel quale andarono tra gli altriHello! Spank,Cyborg 009,Belle e Sebastien,Sam il ragazzo del west.Sempre questa rete trasmiseLady Oscar, che divenne un immediato cult. Rete 4 ospitòBem il mostro umano,Io sono Teppei!,Cuore,Flo la piccola Robinson,L’Uomo TigreeRocky Joe.