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History is littered with hundreds of conflicts over the future of a community, group, location or business that were “resolved” when one of the parties stepped ahead and destroyed what was there. With the original point of contention destroyed, the debates would fall to the wayside. Archive Team believes that by duplicated condemned data, the conversation and debate can continue, as well as the richness and insight gained by keeping the materials. Our projects have ranged in size from a single volunteer downloading the data to a small-but-critical site, to over 100 volunteers stepping forward to acquire terabytes of user-created data to save for future generations. The main site for Archive Team is atarchiveteam.organd contains up to the date information on various projects, manifestos, plans and walkthroughs. This collection contains the output of many Archive Team projects, both ongoing and completed. Thanks to the generous providing of disk space by the Internet Archive, multi-terabyte datasets can be made available, as well as in use by theWayback Machine, providing a path back to lost websites and work. Our collection has grown to the point of having sub-collections for the type of data we acquire. If you are seeking to browse the contents of these collections, the Wayback Machine is the best first stop. Otherwise, you are free to dig into the stacks to see what you may find. The Archive Team Panic Downloadsare full pulldowns of currently extant websites, meant to serve as emergency backups for needed sites that are in danger of closing, or which will be missed dearly if suddenly lost due to hard drive crashes or server failures. Tra il 1958 e il 1959, Jacovitti, pur essendo oberato di lavoro, realizzò ben tre storie a fumetti per il giornale satirico Il Travaso delle idee. L’ultima delle quali, intitolata “Pasqualino Rififì”, gli permise di mostrare qualche donna discinta!Poi per questo giornale Jacovitti non fece più alcun fumetto, ormai legato mani e piedi da un contratto con Il Giorno dei Ragazzi.Lei, che ne pensa di questoexploitjacovittesco, più o meno 20 anni prima della collaborazione di Playmen e del “Kamasultra”?Tomaso Prospero Gentile Tomaso,sarebbe più interessante conoscere il suo parere in proposito, essendo lei ungrande espertodi questo autore.SicuramenteBenito Jacovittiera molto tentato dalla satira, sia politica sia sociale, ma le testate che si rivolgevano ai ragazzi per le quali collaborava (in ordine di tempoIl Vittorioso,Il Giorno dei Ragazzi,Corriere dei Piccoli / Corriere dei Ragazzi,Il Giornalino) non gradivano che il loro autore di punta si dedicasse alle pubblicazioni “scabrose” o comunque “divisive”.Così l’avventura negli anni cinquanta con ilTravaso delle ideedurò poco, seppure vissuta sicuramente con grande divertimento da Jacovitti.Negli anni settanta il mensile erotico patinatoPlaymendeve averlo invogliato con una ricca offerta in denaro, nel periodo in cui non se la passava bene alla Rizzoli. Con il Corriere dei Ragazzi che riduceva sempre di più le pagine delle sue storie e Linus che lo buttava fuori senza tanti complimenti per motivi politici.Disegnare parodie erotiche o porno per Playmen fu comunque un madornale errore per Jacovitti, che gli fece perdere le preziose collaborazioni con lo storico diarioVitte con Il Giornalino, entrambi pubblicati da editori legati alla Chiesa. Caro direttore,cosa pensa dell’interrogazione parlamentare che accusò di istigazione a delinquere i fumetti della rivista Splatter della casa editrice Acme?Perché venivano formulate queste accuse ancora negli anni novanta, dopo che tre decenni di albi di Diabolik non avevano aumentato il numero di criminali?Michele Gentile Michele,premetto che perSplattere la sua rivista gemellaMostriscrissi anch’io qualche storiella.Suppongo che quei parlamentari non avessero mai visto un film splatter (e neppure io, se è per questo).Sempre in quegli anni un gruppo di genitori, applaudito dal quotidiano Il Manifesto, denunciò il mioIntrepidoper i fumetti violenti che pubblicava (ne parloqui).La voglia di censura è tipica di chi segue unaideologia, e quindi ha una precisa visione del mondo, come i cattolici e i comunisti. Un mondo che deve essere perfetto e quindi da purificare. Anzi, in fatto di censure, ormai sono più fanatici quelli dell’estrema sinistra che i cristiani. Segue una carrellata di domande che mi sono state rivolte appositamente per questa rubrica nel nostro gruppo di FacebookFUMETTOSO Perché in Italia Tintin e Spirou non hanno avuto il successo di Asterix?In altre parole, che cosa ci vuole perché un fumetto umoristico francobelga funzioni da noi?Isidoro Gentile Isidoro,in Italia il fumetto francobelga ha avuto grande diffusione nel periodo circoscritto della seconda metà degli anni sessanta grazie alCorriere dei Piccoli, che all’epoca vendeva 250mila copie.In quegli anni Tintin era pubblicato daVitt(ex Il Vittorioso) e Spirou dalMessaggero dei Ragazzi, due settimanali cattolici troppo striminziti per avere grande successo e, di conseguenza, rendere famosi i personaggi che ospitavano.Resta da spiegare il successo diAsterix. Il piccolo gallo, nelle storie scritte di René Goscinny, è uno dei migliori fumetti di tutti tempi (benal di sopra dei pur ottimi Tintin e Spirou). In Italia ha goduto delle splendide traduzioni di Marcello Marchesi e della spinta editoriale della Arnoldo Mondadori, che lo ha subito proposto in cartonati venduti anche nei supermercati. Cosa inedita per un fumetto ai tempi.Non sono nemmeno mancate, sempre tra gli anni sessanta e settanta, le apparizioni di Asterix su diverse testate, come i supplementi di Linus, gli Oscar, Il Mago e Il Giornalino. La Panini sarà venduta agliequity fundinternazionali come si dice in giro?Che fine faranno i fumetti del gruppo?Davide Gentile Davide,laPaniniè in vendita da diversi anni, o almeno così hanno riportato giornali economici come Il Mondo. Il suo problema è l’alto indebitamento, ma finché riesce a pagare gli interessi alle banche non penso che cambierà l’assetto societario.Se la Panini dovesse essere venduta continuerà a pubblicare i fumetti, anche se fa i soldi soprattutto con le figurine. Se invece non dovesse più pubblicarli, lo faranno altri editori (che non mi pare manchino). Io adoro Neil Gaiman, specialmente il suo Sandman. Però ho l’impressione che lo stile non le si confà. Ho ragione?In generale, cosa pensa dellaBritish Invasiondegli anni ottanta, e chi le piace tra quegli sceneggiatori?Jason Flex Gentile Jason,lo stile troppo letterario in un fumetto non mi si confà, è vero, ma ho amato anch’ioSandman. Meno gli altri fumetti diNeil Gaiman, che eccelle solo quando lavora maniacalmente alla sceneggiatura.Ovviamente il mio sceneggiatore inglese preferito èAlan Moore, che purtroppo (pure lui) ha prima cominciato a tirare via e poi si è ritirato del tutto dai fumetti. Speriamo in un ripensamento.Nel complesso, negli anni novanta laBritish Invasionebbe il grande merito di porre un freno all’allora trionfante “stile Image” imposto da Jim Lee e Todd McFarlane, tutto disegno e niente testo. Portando, però, all’eccesso contrario. Negli odierni Stati Uniti riuscirebbero a trovare spazio serie in bianco e nero nello stile diSavage Sword of ConaneDracula Lives?Pasquale Nelle riviste in bianco e nero della Marvel, il filippino Alfredo Alcala poteva fare sfoggio di una inchiostratura che ricordava le incisioni ottocentesche… con una certa insofferenza da parte del disegnatore John Buscema, che vedeva “affogare” le proprie matite Non credo riuscirebbero, gentile Pasquale.Quando negli anni settanta la Marvel iniziò a pubblicare a tutto spiano riviste di grande formato (magazine), in bianco e nero, poté giovarsi del terreno preparato dagli anni sessanta da fumetti horror “per lettori maturi” come Creepy (Zio Tibia), Vampirella e altri dellaWarren.Inoltre la Marvel, usando altre etichette editoriali, era già presente in quel mercato conriviste per adulti(che, per la verità, stavano virando verso il porno).Ripresentare queste riviste oggi, venuta a mancare una tradizione editoriale di riferimento, sarebbe azzardato.Non avrebbe nemmeno molto senso: non essendoci più la censura delComics Codeper gli albi a fumetti (comic book) viene a mancare la necessità di “aggirarla” con imagazine. Come sono cambiati i suoi gusti fumettosi nel corso degli anni? Cosa leggeva dapischelloe cosa l’attrae di più oggi, e perché?Cristina Gentile Cristina,da piccolo leggevo letteralmente tutti i fumetti, pure quelli che mi facevano schifo. Soprattutto leggevo tutti i fumetti Marvel, anche in lingua originale.Oggi i generi sono cambiati e nel campo dei fumetti non trovo praticamente più nulla di interessante.Per fortuna le tendenze possono sempre cambiare, anche radicalmente. Ricordo, per esempio, che da ragazzino non trovavo un film “vedibile” al cinema: dovevo guardare quelli della televisione realizzati prima che io nascessi.Per esempio, i film di fantascienza imitavano l’algido2001 Odissea nello spazio. A rompere la lagna fuStar Warse da lì a poco arrivarono gli indimenticabili, cinematograficamente parlando, anni ottanta. Un inaspettato ritorno all’estetica fantastica degli anni trenta, dopo tanto stucchevole realismo.Ecco, aspetto che nel grigio fumetto di oggi accada una rivoluzione simile. Sauro Pennacchioli Scrivete le vostre lettere come “commenti” in fondo alla pagina: saranno rese visibili e riceveranno risposta nel prossimo appuntamento con la posta.