IL FUMETTO CINESE DALLE ORIGINI ALL’UNDERGROUND

Immagine non disponibile

Il fumetto cinese è ancora poco conosciuto in occidente. Del resto, al di là della cucina, con particolare riguardo agli involtini primavera, ben poco sappiamo dei cinesi. Non sarà il caso di chiedersi chi sono questo miliardo e mezzo (quasi) di tizi con cui condividiamo il pianeta, cominciando dalle domande fondamentali? Per esempio, i cinesi leggono i fumetti? Il fumetto è altrettanto popolare a Pechino come lo è a Parigi o a Bologna? Chi sono i migliori fumettisti cinesi? Rispondere a queste semplici domande richiede un po’ di lavoro di ricerca, ma ci svelerà la straordinaria ricchezza di un’arte. Quella degli artisti cinesi, che affonda in una cultura millenaria e spazia attraverso diversi generi, dalla calligrafia alle fiabe illustrate, fino ai moderni fumetti. La scrittura cinese costituita da ideogrammi, una sequenza di immagini molto stilizzate fino a diventare irriconoscibili, segue in un certo senso il principio alla base del fumetto. Il disegno è considerato al pari della pittura, perché nell’arte cinese ci sono grandi pittori che utilizzano pennelli a inchiostro. Un’opera su carta può avere più valore di una su tela o su seta. Il più antico libro cinese illustrato è stato stampato con la tecnica della xilografia su blocco di legno nell’anno 868 dopo Cristo, sei secoli prima che Gutenberg reinventasse la stampa per gli europei. Tuttavia imanhua, il termine generico utilizzato in Cina per i fumetti, i libri illustrati e le caricature, hanno dovuto attendere la prima della metà del Novecento per affermarsi come media. IlSignor WangdiYe Qianyu, il primo eroe dei fumetti cinesi di chiara ispirazione americana è uscito nel 1929 a Shanghai, lo stesso anno di Tintin in Belgio e prima dell’arrivo delle nuvolette in Italia. Mentre il più famoso personaggio dei fumetti della Cina,San Mao, è stato creato daZhang Lepingnel 1935, anno della prima pubblicazione de “Il loto blu”, che, ulteriore coincidenza, racconta un’avventura di Tintin in Cina.Anche se a essere pignoli San Mao non è un fumetto vero e proprio, essendo composto da sequenze di vignette mute. Sopra e sotto: una raccolta delle avventure di San Mao è stata pubblicata in Italia nel 2018 dall’editore Carthusia Insieme ai fumetti ebbero grande diffusione ilianhuanhua, termine coniato nel 1927 a Shanghai per indicare i libretti di racconti illustrati. Erano piccoli volumi tascabili di 12,5 x 10 cm.Raccontavano una storia completa con un’illustrazione e una didascalia in ogni pagina.Pare che i lianhuanhua fossero stampati in milioni di copie, e anche se la qualità di stampa è scarsa le illustrazioni erano spesso piccoli capolavori. I lianhuanhua La pagina-vignetta di un lianhuanhua I fumetti pubblicati dai lianhuanhua erano di origine occidentale Bambini cinesi leggono i lianhuanhua negli anni trenta Il regime diMao Zedong, salito al potere in Cina dal 1949, ha bloccato la produzione dei fumetti veri e propri, ma allo stesso tempo ha incoraggiato le “immagini raccontate” dei lianhuanhua, che sono stati utilizzati come strumento di propaganda e di acculturazione del popolo cinese. Durante la “Rivoluzione culturale” degli anni sessanta, però, sono diventati oggetto di severe restrizioni. Sopra e sotto: nel 1971, in piena moda “maoista”, l’editore Laterza ha pubblicato un volume con ilianhuanhuadi propaganda cinese Nel 1973 il primo ministroZhou Enlaiha dato loro un nuovo impulso. Alla morte di Mao, avvenuta nel 1976, molte restrizioni sono state abolite e nei primi anni ottanta i lianhuanhua hanno vissuto un periodo d’oro aprendosi a nuovi generi, come il romanzo giallo, la fantascienza e l’adattamento di opere letterarie straniere. Tuttavia, nel 1985, con la liberalizzazione del mercato dell’arte, la maggior parte dei disegnatori hanno abbandonato i lianhuanhua per dedicarsi esclusivamente all’arte, molto più redditizia. In questo articolo tralasceremo i fumetti di Hong Kong, una metropoli che è stata a lungo colonia inglese, e di Taiwan, dove dopo l’avvento del comunismo si era rifugiato il governo del presidenteChang Kai-shek, fondando un piccolo Stato autonomo dalla Cina continentale. In questi due luoghi la tradizione fumettistica è continuata interrottamente, subendo la doppia influenza giapponese e americana a Hong Kong e prevalentemente giapponese a Taiwan. All’alba del Duemila, archiviati frettolosamente i tragici fatti di Tienanmen, la Cina Popolare si è definitivamente aperta al mondo, se non alla democrazia. Così alcuni autori cinesi hanno trovato nuove fonti di ispirazione nei fumetti giapponesi, europei e americani, adottandone definitivamente il modello narrativo. Mentre negli adulti si è sviluppato un interesse per fumetti in stile occidentale, i più giovani, influenzati dai cartoni animati giapponesi, si sono appassionati ai manga. Personaggi dei cartoni animati cinesi Se si considera che la Cina ha una popolazione di 1 miliardo e 400 milioni, ci sono buone possibilità che nel prossimo futuro tra gli autori cinesi ci saranno alcuni fumettisti di primo piano. In Cina, i fumetti sono diventati un’industria redditizia dove la carta è stata in buona parte soppiantata dal digitale.L’anno scorso, per esempio, l’appKuaikan Manhuaha raggiunto un fatturato di 177 milioni di dollari. L’app Kuaikan Manhua Kuaikan Manhua è stata fondata nel 2014 dal ventenneChen Anni, che è diventato famoso mentre era ancora all’università per un fumetto autobiografico pubblicato sulla piattaforma di microblogging Weibo. L’app mobile Kuaikan Manhua ha oggi 130 milioni di utenti registrati, di cui quasi 10 milioni attivi ogni giorno. Tuttavia la società ha avuto una nascita difficile. Nel dicembre 2014, quando Chen era a corto di utenti, dovette scusarsi per aver pubblicato alcuni fumetti cinesi senza il consenso degli autori.L’app propone anche diversi fumetti di artisti stranieri, in particolare giapponesi.