I MANGA IN ITALIA DALLE ORIGINI A OGGI

History is littered with hundreds of conflicts over the future of a community, group, location or business that were “resolved” when one of the parties stepped ahead and destroyed what was there. With the original point of contention destroyed, the debates would fall to the wayside. Archive Team believes that by duplicated condemned data, the conversation and debate can continue, as well as the richness and insight gained by keeping the materials. Our projects have ranged in size from a single volunteer downloading the data to a small-but-critical site, to over 100 volunteers stepping forward to acquire terabytes of user-created data to save for future generations. The main site for Archive Team is atarchiveteam.organd contains up to the date information on various projects, manifestos, plans and walkthroughs. This collection contains the output of many Archive Team projects, both ongoing and completed. Thanks to the generous providing of disk space by the Internet Archive, multi-terabyte datasets can be made available, as well as in use by theWayback Machine, providing a path back to lost websites and work. Our collection has grown to the point of having sub-collections for the type of data we acquire. If you are seeking to browse the contents of these collections, the Wayback Machine is the best first stop. Otherwise, you are free to dig into the stacks to see what you may find. The Archive Team Panic Downloadsare full pulldowns of currently extant websites, meant to serve as emergency backups for needed sites that are in danger of closing, or which will be missed dearly if suddenly lost due to hard drive crashes or server failures. È scoppiata in Italia una nuova giappomania attraverso i manga e gli anime: due mondi che hanno proceduto su binari distinti, ma spesso intrecciati. Edicola e televisione… sono state diverse le “esplosioni” di questa moda in Italia, e la loro vicenda è complessa e avvincente.In questo articolo ripercorreremo la storia italiana del fumetto giapponese, dalle prime timide apparizioni fino all’attuale massiccia presenza in libreria. Uscito nel 1962 e rieditato nel 1965,I primi eroidella Garzanti costituisce la prima apparizione di un manga in Italia.Il volume affronta con competenza l’arte giapponese che dalle illustrazioni portò ai fumetti e alle riviste satiriche, presentando al pubblico (in edizione non ribaltata) le tavole diSon Goku, opera diHifumi Yamanedatata 1930 circa. Bisogna attendere la fine degli anni settanta per vedere i personaggi giapponesi sulle nostre riviste a fumetti.Ciò avvenne di pari passo con l’exploit delle serie anime in Italia, mandate in onda dalla Rai e dalle reti private. I personaggi proposti erano gli stessi che potevano essere visti in televisione, in storie a fumetti di fattura italiana.TV Junior, settimanale per bambini della Eri edizioni Rai, pubblicava storie italiane dell’Ape Maia, Anna dai capelli rossi, Capitan Harlock, Doraemon, Mazinga Z e diversi altri. LaSalani, a fine anni settanta, invece pubblicava riadattamenti spagnoli dei robot come Mazinga (QUI).Fu laFabbri Editorela prima a pubblicare un manga originale (Il Grande Mazinga) sebbene in edizione riadattata. Il 1980 vede la nascita diLa Banda, quindicinale che nella metà del decennio cambia nome inCartoni in Tivù.La rivista si pone come diretto concorrente di Tv Junior, pubblicando le storie italiane di Fantaman, Gordian, Jeeg Robot, l’Ape Magà, Judo Boy, Polymar, Gundam… La vera novità venne rappresentata dal settimanaleCandy Candy, della Fabbri.In mezzo a tanti “finti manga” questa rivista pubblica fumetti giapponesi originali, sebbene colorati in Italia. Oltre alla titolare di testata, sono presenti manga che, sebbene non abbiano un corrispettivo televisivo, riscuotono un certo successo: Luna di Chieko Hara, Susy del Far West e Kitty la stella del circo della Igarashi. Quando il materiale originale di Candy Candy termina, si decide di proseguire la storia con fumetti realizzati in Italia(scritti daMarcello Toninellie disegnati da Luigi Mausoli – NdR).Nel 1982 arriva, sempre ricolorato, il manga diLady Oscare nel 1984 quello diGeorgie, due eroine che impazzavano in televisione. Sempre nel 1984, TV Junior chiude fondendosi proprio con Candy Candy.I prodotti giapponesi piacciono al pubblico, ma meno ai genitori e ai sociologi…Peraltro questi sono anni di anarchia editoriale, che porta a diversi prodotti analoghi con fortune altalenanti. In questa giungla anche lo storico settimanaleCorriere dei Piccolisi lancia sui personaggi nipponici, scegliendo dapprima di autoprodursi i fumetti (con Daltanious) e poi sposando la soluzione della Fabbri: tavole originali, ma riadattate e colorate in Italia. Trovano qui spazio titoli comeHello Spank!,L’incantevole Creamy,Mila e ShiroeLady Love, oltre agli “anime comics” realizzati in casa. Alla fine degli anni ottanta, alcuni fumetti realizzati basandosi su personaggi giapponesi vennero pubblicati pure dal settimanalePiùdella Domus (QUI), con le storie di Madamoiselle Anne e I predatori del tempo, e dal mensileMasters e il team dell’avventuradella Mondadori (che propose le avventure di Voltron). Tutte queste pubblicazioni erano legate a ciò che passava in televisione, lontanissime da una coscienza “manga” critica e professionale. Fu la rivista Eureka la prima a trattare il fumetto giapponese in modo critico, presentando brevemente il killerGolgo 13(nel numero dell’agosto 1980) e un episodio diBlack Jackdi Osamu Tezuka nel 1983, in un numero che celebrava il Giappone. Prima ancora, nell’estate del 1973, anche la rivistaSgt. Kirktrattò in un articolo dei “manga nipponici” (QUI).Si trattò di casi isolati, sebbene professionali. Quando la presenza degli anime in tv andava scemando, anche le riviste storiche chiusero o smisero di pubblicare le storie dei personaggi giapponesi.Gli anni ottanta erano destinati a terminare così, ma nel sottobosco degli appassionati si muovevano diverse realtà. Le fanzine erano spedite alla ristretta cerchia di abbonati a club e associazioni, comeYamato, che diede poi origine alla Yamato Video. Spillati di qualche decina di pagine, produzioni casalinghe fatte con il cuore e realizzate da appassionati. Cartoni,Anime FubuneAnimeerano i titoli di alcune di queste fanzine, create dai quattro ragazzi che qualche anno dopo saranno conosciuti come Kappa Boys. Vennero contattati dalla casa editrice bologneseGranata Press, che alla fine del decennio iniziava a sviluppare un piano editoriale per lanciare i manga in Italia. Nel frattempo i quattro lanciano la prima pro-zine del settore:Mangazine.Fu un successo da qualche migliaio di copie. Il primo manga monografico ad uscire nelle edicole italiane èAkira.Nell’aprile 1990 la Glénat batte tutti sul tempo, pubblicando in 38 albi l’opera di di Katsuhiro Otomo nella versione colorata in America dalla Marvel. Nel novembre 1990 la Granata Press esordisce in edicola conZero: si tratta della prima rivista antologica italiana di manga. Nelle sue pagine pubblicaKen il guerrieroeXenon, a cui si aggiungeBaoh. Era una rivista di fumetti d’azione trainata dalle avventure di Ken, che spopolava in tv. Fino al febbraio 1994 ha pubblicato nelle sue 84 pagine anche altri cult come Patlabor, Sanctuary e Macross. Nell’aprile 1991 arriva la versione da edicola diMangazine. Il contenitore italiano di Lamù, Mai, Ranma 1/2, Kamui, Patlabor e Rumic World proponeva un’ampia sezione redazionale specializzata, tra news e dossier, sul mondo del fumetto e dell’animazione giapponese. A curarla era lo staff della precedente versione pro-zine, insieme ai redattori della Granata Press.I fumetti proposti provenivano dalla versione dellaViz Comicsamericana ribaltati e riadattati per i mercati occidentali. La Granata Press pubblicò poi diversi titoli in albi monografici: Outlanders di Manabe, I Cavalieri dello Zodiaco, Lady Oscar, Bastard!!, Il Grande Mazinga e Mazinga Z, Devilman, Nausicaä della Valle del Vento di Miyazaki, Capitan Harlock.