GLI ANNI OTTANTA DI READY PLAYER ONE
C’erano una volta gli anni ottanta…Ready Player One, opera prima dello scrittoreErnest Cline(da noi inizialmente conosciuto come soloPlayer One), ha una forte relazione con quel decennio. C’erano i rimandi a quei giorni di pacchiane avventure già nel magnifico episodioAnthology of Interest II, della quarta stagione diFuturama, dove, nel segmentoRaiders of the Lost Arcade,Frysalva la Terra dagli invasori del pianetaNintenduu 64. Oppure, inTutti odiano Chris. Una sitcom dei primi anni 2000, che vede il protagonista, Chris appunto, tredicenne alle prese coi cambiamenti dell’America negli anni ottanta. La mazzata credo sia stata data daPixels, il cortometraggio del francesePatrick Jean, che in un attimo divenne virale e da cui venne tratto l’omonimo (brutto) film conAdam Sandler.E infine proprio dal romanzoReady Player One, pubblicato nel 2011 e diventato subito un bestseller internazionale. Gli anni ottanta sono commercialmente remunerativi, ormai ce li troviamo ovunque. In questo senso, un film come Ready Player One mi preoccupava non poco. Le probabilità che non solo fosse peggiore del romanzo, ma che addirittura ne amplificasse i difetti (uno in particolare) nel disperato tentativo di farci stare gli anni ottanta a forza, erano altissime. Ready Player One è ambientato in un futuro piuttosto vicino. Il mondo del 2045 è allo stremo a causa della crisi energetica provocata dall’esaurimento dei combustibili fossili. Oltre ai problemi causati dal riscaldamento globale e dalla sovrappopolazione. La povertà è il nuovostatus quo. La maggior parte della popolazione vive in giganteschi agglomerati pittorescamente chiamati “cataste”. Dei veri e propri slum, bidonville cesso-futuristiche fatte di roulotte impilate una sull’altra. L’unico modo per sfuggire alla squallida, grigia, patetica realtà èOasis. A metà fra un Mmorpg(Multiplayer Online Role-Playing Game: gioco di ruolo in rete multigiocatore di massa – NdR)e un social network, Oasis è un simulatore di realtà virtuale che trasforma in quanto di più realistico possa mai esserci il concetto di mondo dei sogni. Un universo sterminato in cui sono presenti una infinità di mondi, dove chiunque può fare ed essere qualunque cosa. Sciare sulle piramidi? Scalare l’Everest assieme a Batman? L’unico limite è l’immaginazione. Con questi presupposti non c’è da meravigliarsi che il mondo intero, o quasi, sia perennemente connesso, rendendo Oasis una condizione imprescindibile della vita quotidiana. Tanto che persino la valuta in game ha più valore di quella reale. Alla propria morte il creatore di Oasis,James Halliday(interpretato da Mark Rylance), un nerd asociale in versionehigh-techdi Willy Wonka, lascia un video-testamento pubblico. Nel quale annuncia di avere nascosto un uovo di Pasqua all’interno di Oasis. Il primo che riesce a trovarlo eredita il suo immenso patrimonio, diventando automaticamente proprietario di Oasis. Trova gli indizi da nerd sclerato che ho lasciato in giro e diventi il padrone del mondo. Tutti si lanciano alla ricerca diventandoGunters(forma contratta di Egg-Hunter, i cacciatori dell’uovo). Il problema principale è costituito dallaInnovative Online Industries(Ioi), colosso aziendale produttore della maggior parte delle apparecchiature per accedere a Oasis. Il Ceo della Ioi,Nolan Sorrento(Ben Mendelsohn, Orson Krennic di Rogue One), è disposto a tutto pur di arrivare per primo all’uovo. A questo scopo utilizza un vero e proprio esercito di giocatori noti comeSixers, a causa dell’identificazione a sei cifre dell’avatar al posto dei nomi. A cinque anni dalla morte di Halliday, a dispetto delle ingenti risorse della Ioi, nessuno è riuscito manco per sbaglio a trovare un indizio sull’uovo. A parteWade Watts(Tye Sheridan, Ciclope in X-Men: Apocalisse), un diciottenne orfano che vive con la zia nelle cataste. Ai tempi, Ready Player One, il romanzo intendo, è stato un enorme successo e siamo d’accordo. Ciò non toglie che, a fronte di tutti quelli che hanno amato, amano e ameranno ‘sto romanzo, ce ne saranno sicuramente altrettanti che lo schifano. Questo perché l’evidente punto di forza di Ready Player One è una costruzione basata praticamente per intero sui riferimenti alla cultura pop degli anni ottanta. Che lo scrittore Ernest Cline, del resto, contestualizza in modo piuttosto sorprendente. Cline è letteralmente ossessionato dalla cultura degli anni ottanta, tanto che spesso e volentieri degli interi paragrafi del romanzo somigliano a una lista della spesa. Per esempio, a un certo punto nel romanzo, Wade parla così della sua DeLorean:“Feci il mio trionfale ingresso in DeLorean, macchina di cui mi ero impossessato completando una missione Ritorno al Futuro sul pianeta Zemeckis. La DeLorean era dotata di un Flusso Canalizzatore (non funzionante), ma avevo modificato carrozzeria e dotazioni. Innanzitutto, nel cruscotto avevo installato un computer di bordo di nome Kitt con tanto di scanner rosso da Supercar posto sul radiatore. Poi avevo munito l’auto con un Propulsore di Oscillazioni, che le permetteva di viaggiare attraverso i corpi solidi. Infine, per completare degnamente il mio superveicolo anni ottanta, avevo schiaffato su entrambe le portiere ad ala di gabbiano uno stemma dei Ghostbusters; avevo aggiunto anche una targa personalizzata: Ecto-88”. Ready Player One è un’avventura dal ritmo incalzante, tuttavia queste elencazioni diventano un blocco grumoso rallentando il ritmo della narrazione. La conseguenza di queste iper-specificazioni è dare per scontato che i lettori siano a conoscenza e in grado di cogliere ogni citazione e riferimento, tagliando fuori chiunque sia sotto i trent’anni, che non ha la più pallida idea di cosa siano cose comeJoustoBuckaroo Banzai. Questa è la grossa rogna di Ready Player One e la mia paura era che l’adattamento diSteven Spielbergcascasse nello stesso trappolone.Invece il film migliora, e non di poco, il romanzo. Certo, è ancora un festival della cultura anni ottanta, che spesso si regge su citazioni significative basate sul presupposto che il pubblico sappia a cosa ci si sta riferendo. Tipo il bellissimo riferimento aiMonty Python e il sacro Graal, tanto per dire. Oppure quello più subdolo aTerminator 2. Da quando gli anni ottanta sono diventati economicamente sfruttabili è come se si fosse scoperchiato un vaso di Pandora. Dalle serie tv (Stranger Things, I Goldbergs, Ash vs Evil Dead, Cobra Kai) ai film, tutti se ne appropriano per riproporre qualcosa.Poco importa se rimandi, riferimenti, citazioni e quant’altro abbiano davvero attinenza con quegli anni. Tuttavia, Spielberg non si perde a specificare ossessivamente ogni singolo riferimento o citazione. Si limita a mostrarli. il che è assolutamente giusto, oltre che logico.La DeLorean, con ogni suo dettaglio sta lì, punto. Non c’è bisogno di spiegazioni. L’auto fa esattamente quello che deve fare: essere il perno in una sequenza d’azione. A parte questo, Ready Player One, sia romanzo che film, condividono l’eccessivo affidamento sulla convenienza narrativa e sulla coincidenza. Nonché i personaggi piuttosto deboli. Anche se alla fine Wade sviluppa pure un ethos, sta di fatto che siamo sempre a livelli rasoterra. Oltretutto il film incespica nel momento in cui i segmenti live-action si alternano a quelli di Oasis. Certo, è bello vedere l’alternanza senza soluzione di continuità, però restano comunque piuttosto deboli anziché essere di rinforzo. Ma in fondo, chi se ne frega? Se hai la possibilità di vedere ilGigante di Ferroche scende in battaglia assieme aGundam, tutto il resto passa in secondo piano.Ready Player One è un sovraccarico sensoriale inesorabile, una giostra che non smette mai di girare. I suoi elementi funzionano, il suo obiettivo lo raggiunge e questo basta. Negli anni ottanta, quelli veri, c’eranouna valanga di filmcome Ready Player One. Che condividono, cioè, gli stessi difetti.Giochi Stellari,Explorers,Navigator,Gremlins… ma quanti ne vuoi? Sopratutto, in quale altro film una banda di ragazzini, per lo più sfigati, partono all’avventura per ottenere il “premio finale” che cambierà le loro vite? Parlo deiGoonies, naturalmente.Il punto è questo: a settantun anni, nell’anno domini 2018, Steven Spielberg è riuscito a portare sullo schermo tutto il fantastico di un film per ragazzi anni ottanta. Cosa vuoi di più? Ebbene, detto questo credo sia tutto. Stay Tuned, ma sopratutto Stay Retro. READY PLAYER ONE Titolo originale:Ready Player One Regia:Steven Spielberg Produzione:Steven SpielbergDonald De LineDan FarahKristie Macosko Krieger Sceneggiatura:Zak Penn,Ernest Cline,basato suReady Player One di Ernest Cline Starring:Tye SheridanOlivia CookeBen MendelsohnT. J. MillerSimon PeggMark Rylance Casa di produzione:Warner Bros. PicturesAmblin PartnersAmblin EntertainmentVillage Roadshow PicturesDe Line PicturesAccess EntertainmentFarah Films & Management Distribuzione:Warner Bros. Pictures Data di uscita:29 Marzo 2018