ALL’ONOREVOLE PIACE LAURA ANTONELLI

ALL’ONOREVOLE PIACE LAURA ANTONELLI

Laura Antonelli (1941-2015) è stata una vera attrice, non una semplice comparsa della commedia sexy italiana. Il suo film più noto è sicuramente Malizia (1973), diretto da Salvatore Samperi, ma non mancano altre pellicole imporranti, come All’onorevole piacciono le donne (1972), diretto da Lucio Fulci.

Il titolo per esteso del film recita: Nonostante le apparenze… e purché la nazione non lo sappia… All’onorevole piacciono le donne. La produzione si cautela inserendo in apertura un’avvertenza: “Il film che state per vedere è opera di fantasia. Ogni riferimento a fatti e personaggi è da ritenersi puramente casuale”. In realtà i riferimenti (più o meno espliciti) alla situazione politica italiana dei primi anni settanta, tra presunti tentativi di golpe, corruzione e faide politiche democristiane sono più che presenti. Non solo, Lucio Fulci e Alessandro Continenza (con la collaborazione di Ottavio Jemma) si divertono a costruire una storia basata su un protagonista che somiglia molto a Emilio Colombo (1920-2013), importante politico democristiano sospettato di omosessualità.

Laura Antonelli torna accanto a Lando Buzzanca dopo Il merlo maschio (1971), per interpretare una satira graffiante dell’Italia governata dalla Democrazia Cristiana, ricca di parti oniriche e sequenze erotiche. Il film viene sequestrato e tagliato dalla censura, non tanto per l’erotismo esplicito quanto per la somiglianza del personaggio di Buzzanca con l’allora ministro Colombo. Dopo tanto penare ottiene il via libera, ma non è più lo stesso e presenta un assurdo divieto ai minori di 18 anni.

La micidiale presa dell’onorevole De Puppis (Lando Buzzanca)

La pellicola ironizza sui gusti sessuali di un politico democristiano con molta trasgressione, cosa che infastidisce le stanze del potere. Ricordiamo una sexy Antonelli nei panni di una suora che scopre per la prima volta le gioie del sesso e non riesce più a stare senza. Non sono da meno, come erotismo onirico, l’albero dei sederi femminili, l’onorevole De Puppis che in sogno accarezza posteriori a più non posso, la malattia psicologica del futuro Presidente della Repubblica che lo porta ad afferrare glutei senza distinguere tra maschi e femmine.

Tra le bellezze che più si ricordano in un film che la televisione spesso manda in onda a notte fonda (tagliato): Agostina Belli (la prima suorina ghermita dalla micidiale presa di De Puppis), Eva Czemerys (la donna inquietante e nuda che tormenta i sogni del politico) e Anita Strindberg (moglie concupita dell’ambasciatore francese).

La storia narra la disfida elettorale tra l’onorevole De Puppis e Torsello (convinto che gli amici di partito lo vogliano fregare) per il ruolo presidenziale. In quel contesto De Puppis si rende conto di soffrire di una strana malattia: non può fare a meno di tastare un sedere quando se lo trova davanti. Si rischia la crisi politica con la presidentessa dell’Uria ed è un frate (Palmer), amico di De Puppis, a farlo curare in un convento gestito da un frate tedesco esperto in psichiatria, con la scusa del ritiro spirituale.
Suor Patrizia (Belli) è la prima molestata dall’onorevole, che la costringe (senza saperlo) a restare ghermita da una presa ferrea per tutta la notte. Tra sogni inquietanti e incubi veri e propri, De Puppis si congiunge carnalmente con tutte le suore del convento, a parte suor Delicata (Antonelli), che lo segue a Roma per avere la sua parte.

La parte pericolosa del film inizia con il rientro di De Puppis nell’agone politico. Fulci e Continenza denunciano oscuri giochi di potere, connivenze tra esercito, servizi segreti, chiesa cattolica, mafia e Democrazia Cristiana. Si tratta di un film comico, certo, ma le parti in cui si fa capire che le istituzioni sono inquinate dalla mafia colpiscono e affondano il bersaglio. De Puppis vorrebbe rinunciare alla politica, ma un cardinale mafioso (Stander), responsabile della sua carriera, gli fa capire che non è possibile a meno che non voglia finire canonizzato (leggi ucciso) come molti amici del passato.
De Puppis viene eletto Presidente della Repubblica, anche perché il rivale muore in un provvidenziale incidente aereo provocato dai servizi segreti. Molte parti oniriche e alcuni flashback fanno comprendere il rapporto particolare tra De Puppis e il cardinale, così come si viene a sapere che il disprezzo per le donne gli è stato inculcato proprio dal mentore che l’ha indirizzato alla carriera politica.

Parte erotica intensa tra Buzzanca e Antonelli nella parte finale della pellicola, quando suor Delicata raggiunge l’onorevole a Roma e insieme si rifugiano in un motel per passare una notte d’amore. Laura Antonelli non è d’accordo a interpretare tante sequenze nuda, né le scene senza veli con Buzzanca: il suo rapporto con Fulci (regista abile, ma duro con gli attori) non è dei migliori. Lando Buzzanca, invece, pure lui interprete di non facile gestione, trova un buon feeling con il burbero Fulci.

All’onorevole piacciono le donne è quindi la storia di un politico democristiano che fa carriera grazie alle connivenze tra mafia, servizi segreti e Vaticano. Fulci e Jemma elaborano il soggetto sulla falsariga delle vicende reali di Emilio Colombo, anche se negheranno sempre quel che a tutti sembra palese, fin dalla somiglianza tra il politico e Lando Buzzanca dopo un trucco elaborato da Giannetto De Rossi.
Il soggetto non viene realizzato secondo lo schema originale della commedia amara, di denuncia, realistica, ma il regista lo modifica in sede di sceneggiatura con alcuni riferimenti erotici e molte scene onirico-fantastiche.

Edmondo Amati, il produttore del film, vuole un cast che porti il pubblico al cinema e pretende Buzzanca e la Antonelli come interpreti principali. Il personaggio di suor Delicata viene scritto in extremis da Fulci e Jemma, con l’aiuto di Continenza (alcuni dicono anche del giornalista Luciano Cirri), perché il soggetto originale non lo prevede. Lionel Stander (doppiato da Corrado Gaipa) è perfetto come cardinale in odore di mafia, anche se Fulci vorrebbe Gassman, che rifiuta perché non apprezza la sceneggiatura. Bravissimo Renzo Palmer come frate marxista un po’ cialtrone e amico dell’onorevole; bene la Strindberg, moglie di un ambasciatore, sedotta da un infoiatissimo Buzzanca tra i cespugli del Quirinale. Eva Czemerys si nota in alcune sequenze oniriche, mentre Agostina Belli (ancora poco conosciuta) è una giovane suora ghermita dalle mani di De Puppis.
Lando Buzzanca interpreta un ruolo diverso dal solito, è un uomo con gravi problemi psicologici, tormentato, che non vive un buon rapporto con se stesso e con l’erotismo. Un film girato in sei settimane, tra Roma e Bagnaia, in alcune chiese sconsacrate dell’Umbria e al Sacro Speco di Subiaco. Titolo in lavorazione: L’onorevole piace alle donne. Ottimi montaggio e fotografia, curati da Tomassi e D’Offizi, mentre il doppiaggio è affidato alla Cine Video Doppiatori (Renzo Montagnani dà la voce a un giornalista).

Le vicende in censura del film sono interessanti. Proiettato al Viminale, il ministero dell’Interno, perché la dirigenza democristiana lo veda in anteprima. Respinto dalla censura il 28 gennaio 1972, sequestrato per oscenità il 3 febbraio. Amati scrive al quotidiano romano Il Messaggero montando una campagna di stampa per fare uscire la pellicola. Tutti si rendono conto che al potere non interessa l’esposizione libertina di nudi femminili, quanto la graffiante satira politica sin troppo ispirata alla realtà.
Lucio Fulci scrive, nel libro Miei mostri adorati, di passare un brutto periodo con il telefono sotto controllo e uomini dei servizi segreti di piantone sotto casa. In sede di riesame, Amati accetta ampi tagli, pur di far circolare la pellicola (pare circa 800 metri), non le sequenze erotiche ma elementi dal chiaro contenuto politico. Il film esce così tagliato il 16 marzo 1972, vietato ai minori di anni 18. Uno dei punti più bassi nella storia del sindacato degli autori cinematografici, che non muovono un dito in difesa del film perché “non è il caso di battersi per un prodotto di così infimo livello”.

Buon successo di pubblico (oltre un miliardo di lire d’incasso), che lo fa esportare in tutto il mondo contraddicendo le previsioni di Amintore Fanfani: “Chi vuoi che lo veda all’estero un film di Fulci?”, aveva detto al preoccupatissimo Emilio Colombo, timoroso per la sua reputazione internazionale. Narra la leggenda che Fanfani e Giulio Andreotti risero parecchio durante la proiezione privata.
Invece il film è stato esportato in molti Paesi: in Brasile (O deputado erótico), negli Stati Uniti in una versione da 95 minuti (The senator likes women), Germania Ovest (Der lange Schwarze mit dem Silberblick), Francia (Obsédé malgré lui, Le député plait aux femmes), Regno Unito (The Eroticist, The Senator Likes, Women… Despite Appearances and Provided the Nation Doesn’t Know), Argentina (Al senador le gustan las mujeresEl senador le gustan las mujeres), Spagna (A su excelencia le gustan las mujeres), Grecia (O entimotatos… agapa tis gynaikes!), Finlandia (Senaattori eksyy erotiikkaan), Polonia (Lubieznik).

Il Dvd italiano è la versione censurata, per vedere quella integrale biosgna acquistare il Dvd inglese pubblicato da Severin con molti extra interessanti.
La critica del tempo è piuttosto dura. Tullio Kezich: “Non è certo un prodotto artistico, ma solo un lavoro sociologicamente interessante”. Paolo Mereghetti concede una stella e mezzo: “La satira di fantapolitica è puerile e non graffia mai, le scene oniriche sexy garantiscono comunque una nicchia nell’olimpo del trash”. Marco Giusti (Stracult): “Un prodotto ancora oggi indefinibile. Ricordo che allora gli sguardi dei ragazzini andavano più alle nudità delle attrici che alle battute politiche”. Sarebbe stato preoccupante il contrario, credo. Più articolata l’opinione di Paolo Albiero e Giacomo Cacciatore: “Il film è uno spaccato tagliente, un apologo crudele e spietato dei pochi splendori e delle tante miserie italiane: dal popolo alla chiesa, dalle forze dell’ordine alla classe politica”. Nocturno: “Anche se in certi momenti il grottesco gli prende un po’ troppo la mano, il film di Fulci dimostra come si possa anche far ridere parlando di cose serie”.
Un film che racconta il presente (tentativi di golpe e corruzione) e anticipa il futuro (scappatelle mondane dei politici), assolutamente da recuperare per il valore comico-satirico e per la coraggiosa denuncia che contiene.

Locandina dell’edizione in lingua spagnola

 

Lucio Fulci (Roma 1927 -1996) è un regista e sceneggiatore talmente importante e prolifico che il suo lavoro non si può racchiudere in poche righe. Sono stati scritti alcuni libri interessanti sul suo cinema (Il terrorista dei generi, forse è il migliore). Fulci ha scritto film per Totò e Alberto Sordi, ha inventato il duo comico Ciccio e Franco, ha diretto Antonelli, Fenech, Buzzanca, ha girato western, gialli, commedie e alcuni tra gli horror-thriller più angoscianti della storia del cinema italiano (L’aldilà, Quella villa accanto al cimitero, Black Cat, Lo squartatore di New York, Zombi 2).

 

 

ALL’ONOREVOLE PIACCIONO LE DONNE (1972)
Regia: Lucio Fulci. Soggetto: Lucio Fulci, Alessandro Continenza. Sceneggiatura: Lucio Fulci, Alessandro Continenza, Ottavio Jemma. Fotografia: Sergio D’Offizi. Montaggio: Vincenzo Tomassi. Scenografia: Nedo Azzini. Organizzatore Generale: Maurizio Amati. Costumi: Luciana Marinucci. Aiuto Regista: Giorgio Gentili. Effetti Speciali: Eugenio Ascani. Costumi: Luciana Marinucci. Trucco: Giannetto De Rossi. Operatore alla Macchina. Giovanni Bergamini. Musica: Fred Bongusto. Canzone: Dormi serena di Bruno Martino. Arrangiamenti: José Mascolo. Edizioni Musicali: Prima (Roma). Produttore: Edmondo Amati. Produzione: New Film Production (Italia), Productions Jacques Roitfeld (Francia). Distribuzione: Fida Distribuzione. Durata: 101’ (censurata); 108’ (integrale).

Interpreti: Lando Buzzanca, Laura Antonelli, Renzo Palmer, Lionel Stander, Corrado Gaipa, Agostina Belli, José Quaglio, Arturo Dominici, Eva Czemerys, Anita Strindberg, Francis Blanche, Armando Bandini, Christian Alegny, Aldo Puglisi, Claudio Nicastro, Guglielmo Spoletini, Fedor Chaliapin, Luigi Zerbinati, Quinto Parmeggiani, Pupo De Luca, Giovanni Fago, Helen Parker, Filippo De Gara, Giuseppe Fortis, Claudio Dani, Umberto Bellucci, Umberto Di Grazia, Irio Fantini.

(Clicca qui per andare nell’articolo Maliziosa Laura Antonelli, dove si racconta la carriera dell’attrice).

 

L’ultimo libro di Gordiano Lupi: “Storia della commedia sexy all’italiana, volume 1 – Da Sergio Martino a Nello Rossati”, Sensoinverso Edizioni 2017

 

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