GIUSTINIANO II, L’IMPERATORE SENZA NASO CHE REGNÒ DUE VOLTE

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Già il soprannome dovrebbe farvi intuire che è un personaggio che ha avuto una vita interessante, nemmeno potete immaginare quanto. Giustiniano II (ancora con il naso) nei mosaici di San Vitale a Ravenna Per prima cosa non dobbiamo confonderlo con il più famoso Giustiniano I, quello che ha fatto costruire Santa Sofia a Costantinopoli, ha provato a riconquistare l’occidente e sposato la temibile Teodora: sono due persone diverse. Il nostro Giustiniano nacque a Costantinopoli nel 668 dopo Cristo (o forse nel 669, non è chiaro), in una famiglia che avrebbe messo un po’ di pressione psicologica su chiunque. Discendeva da un altro personaggio da non sottovalutare, chiamato Eraclio, uno dei più gloriosi Imperatori-soldato della storia. L’avo aveva salvato l’Impero dall’invasione persiana sconfiggendo Cosroe II Parviz (il Vittorioso), lo scià sasanide, nella battaglia di Ninive, oltre ad aver riconquistato l’Egitto e, in aggiunta, riportato in trionfo a Costantinopoli le reliquie della vera croce. Eraclio, purtroppo per lui, non ebbe modo di godersi troppo la vittoria. Ad approfittare dei due grandi imperi esausti dalla guerra arrivarono gli arabi che, freschi della predicazione di Maometto, uscirono dalla penisola arabica e, comandati dai quattro “Califfi Ben Guidati”, travolsero tutto sul loro cammino. Il risultato fu che per i successivi quaranta anni il bisnonno, il nonno e il padre di Giustiniano II combatterono una sempre più disperata battaglia per salvare l’Impero dalla marea montante del califfato arabo. Fu il padre di Giustiniano II, Costantino IV che, nel 678, finalmente riuscì a fermare l’avanzata araba sotto le mura di Costantinopoli, salvando l’Impero e l’Europa. Una vittoria probabilmente molto più cruciale di quella riportata da Carlo Martello a Poitiers, 50 anni dopo. Insomma, difficile essere all’altezza dei propri antenati quando ne hai di simili, ma se non bastasse ricordatevi che lo avevano, non a caso, battezzato Giustiniano, come il suo predecessore che aveva riconquistato l’Occidente. Insomma, c’è da credere che il giovane principe sentisse il peso dell’aspettativa. Papà Costantino IV morì nel 685 lasciandogli un Impero rafforzato e un trono sicuro (aveva provveduto, per precauzione, a imprigionare i suoi due fratelli un po’ troppo ambiziosi). Giustiniano II diventò il nuovo sovrano di quello che rimaneva dell’Impero romano all’età di 17 anni. I primi anni del suo regno sono abbastanza tranquilli e piuttosto banali… per essere quelli di un imperatore romano. Vinse una guerra contro gli arabi ottenendo una pace molto vantaggiosa, compì una serie di campagne militari nella penisola balcanica sottomettendo le tribù slave che vi erano penetrate e sconfiggendo i Bulgari. Indisse un concilio ecumenico (il cosiddetto Concilio Quinsesto o del Trullo), ordinò la deposizione e l’arresto di un papa (non ci riuscì, la plebe romana si ribellò e l’esarca imperiale dovette scappare dalla città).Insomma, noiosa e ordinaria amministrazione rispetto a quello che farà dopo. Purtroppo, i suoi iniziali successi non si replicarono negli anni successivi. I bizantini vennero sconfitti dagli arabi in una nuova guerra e la sua politica religiosa estremamente rigida non era amata. Soprattutto, le sue ambizioni militari erano costose e per finanziarle fece un errore: alzò le tasse. Un solido d’oro coniato durante il regno di Giustiniano II (anche qui ancora con il naso) Alzare le tasse non rende mai felice la gente. Alzarle tanto rende infelici tutti quanti, nobili e plebei: ai primi non piace gli si tolga molto, ai secondi di essere privati anche del poco che hanno. Gira la battuta che l’Impero bizantino era“una monarchia assoluta temperata dal regicidio”(gli storici hanno uno strano senso dell’umorismo): c’è del vero e Giustiniano II stava per scoprirlo a proprie spese. Nel 695 la popolazione di Costantinopoli si sollevò, sobillata dalle grandi famiglie aristocratiche. L’opposizione si consolidò dietroLeonzio, uno dei generali che Giustiniano II aveva punito come capro espiatorio per le recenti sconfitte. Giustiniano II venne deposto e Leonzio incoronato nuovo imperatore, acclamato dalla folla in festa. Secondo una radicata tradizione bizantina, Giustiniano venne trascinato all’Ippodromo di Costantinopoli e, al culmine dei festeggiamenti, gli venne inflitta la mutilazione per cui è passato alla storia:gli venne mozzato il naso. Non si trattava di semplice crudeltà, sotto c’era una fondamentale ragione legale. L’Imperatore regnante doveva essere perfettamente sano di mente e di corpo, per poter difendere e governare l’Impero. Mutilare qualcuno lo eliminava dal novero dei possibili rivali. Di solito fino a Giustiniano II ci si limitava appunto a mozzare il naso. Dopo di lui si decise di essere più drastici e di cavare gli occhi… scoprirete presto il perché. Per sistemare e chiudere la faccenda Giustiniano venne esiliato nel posto più sperduto e remoto dell’Impero: la penisola di Crimea. Aveva 28 anni. Fosse finita qui, la sua sarebbe una storia decisamente banale simile a quella di decine di Imperatori prima e dopo di lui. Vittorie, sconfitte, deposizione, morte o mutilazione ed esilio, ma la storia di Giustiniano è ancora lunga. Non sappiamo come passasse le sue giornate un imperatore deposto, nella remota e semibarbarica Crimea. I cronachisti raccontano che fosse assetato di sangue e votato alla vendetta, ma gli autori delle cronache bizantine a volte sembrano dei giornalisti di Cronaca Vera o del tabloid The Sun, talmente cercano la notizia scandalistica a effetto. A Costantinopoli le cose erano cambiate: un nuovo imperatore aveva conquistato il trono,Tiberio III, deponendo e, ovviamente, mutilando del naso Leonzio.Intanto, dopo alcuni anni di esilio, nel 702 Giustiniano II scappò dalla sua prigionia. Ma dove poteva rifugiarsi? A nord e a est della Crimea si estendeva un grande regno: il khanato deikhazari, una popolazione semi nomadica di lingua turca che si era stabilita nel sud dell’attuale Russia alcuni secoli prima e si era di recente convertita all’ebraismo.Esatto, avete letto bene, dei nomadi di lingua turca provenienti dall’Asia Centrale di religione ebraica; non c’è bisogno di inventare niente per trovare storie fantastiche, basta aprire un libro di storia. I khazari dominarono quella regione per alcuni secoli, prima di essere sconfitti dai Russi di Kiev. Che fine abbiano fatto i khazari è un mistero tutt’ora dibattuto: si unirono agli ungheresi nel loro spostamento verso occidente? Furono sommersi dai successivi popoli delle steppe che occuparono queste terre? Gli ebrei askenaziti dell’Europa Orientale sono i loro eredi diretti? Se ne discute ancora.Personalmente sono dell’opinione che tra i loro discendenti ci siano i karaiti, una piccola minoranza etnica, anche loro di religione ebraica, che vive ancora in Lituania intorno alla cittadina di Trakai, dove vennero trasferiti dal Granduca di Lituania, Vitautas, dopo che aveva sconfitto l’Orda d’Oro nel XII secolo. Anche questa è una storia abbastanza fantastica. Torniamo a noi, che abbiamo abbastanza carne sul fuoco con il solo Giustiniano II. Come dicevamo, fugge dalla Crimea e si fa 1.500 km scarsi di steppa fino ad arrivare alla capitale dei khazari, la mitica e ormai scomparsa (i suoi resti non sono mai stati identificati con certezza) città diItil, costruita sulle isole del delta del Volga sul Mar Caspio (in realtà un lago). Non so voi, ma se io fossi stato un fuggitivo, lontano migliaia di chilometri da casa e pure senza naso, non avrei saputo cosa andare a dire incontrando Busir Glavan, il khagan dei khazari, nel suo palazzo costruito su un’isola del VolgaMa Giustiniano non era il tipo da lasciarsi fermare. Lui era il legittimo imperatore romano, figlio di Costantino IV che aveva sconfitto gli arabi, discendente di Eraclio il Grande che aveva sconfitto i persiani.Non sappiamo cosa disse o cosa arrivò a promettere, ma a quanto pare convinse Busir, che gli promise appoggio per riconquistare il trono e soprattutto gli dette in sposa sua sorella. Un imperatore romano che sposava una “barbara”, sia pure principessa, non si era mai visto. Fresco di nozze con la sua sposa velocemente convertitasi al cristianesimo e battezzata Teodora, come la moglie del primo Giustiniano, i due si trasferiscono da Itil a Phanagoria, un porto sul Mar Nero in mano khazara da cui potevano ricevere più velocemente notizie da Costantinopoli e tramare adeguatamente. La storia, però, è uno sceneggiatore piuttosto fantasioso e perverso e non scrive trame lineari e tranquille.A Costantinopoli, Tiberio III non stava con le mani in mano. Saputo della fuga di Giustiniano aveva sguinzagliato le sue spie, scoperto gli accordi presi con i khazari e reagito immediatamente mandando una ambasceria a Itil. La proposta per il khagan era semplice: lascia perdere quel pretendente senza speranze, l’Imperatore sul trono sono io. Mandami la sua testa adeguatamente conservata sotto sale e dimmi cosa vuoi in cambio. La proposta deve essere suonata interessante a Busir, perché Giustiniano II non mancò di accorgersi che le guardie khazare che avrebbero dovuto proteggerlo adesso sembravano piuttosto sorvegliarlo. Lo avrete capito ormai, non era certo una cosa simile a poter scoraggiare Giustiniano II, il quale fuggì con pochi seguaci su una piccola barca da pesca. Venne aiutato dalla moglie che distrasse le guardie, ma che rimase a Phanagoria: era incinta, non poteva affrontare un viaggio e aveva la sicurezza che nessuno avrebbe toccato la sorella del khan. Giustiniano attraversò tutto il Mar Nero – le cronache raccontano di svariate avventure – fino a sbarcare alle foci del Danubio, dove trovò quello che stava cercando: una pattuglia di cavalieribulgari.Ormai Giustiniano riesco a immaginarmelo, con la schiena dritta e la testa alta, orgogliosamente senza naso e con tutta la sicurezza di cui era capace: “Ehi voi, barbari, sono l’Imperatore Giustiniano, portatemi dal vostro capo.”. Il capo in questione si chiamavaTervel, si era stabilito nella città di Pliska ed era il khan dei Bulgari. La Bulgaria oggi è un piccolo stato nel sud dei Balcani, membro dell’Unione Europea. I Bulgari sono di religione ortodossa, di lingua slava e hanno inventato lo yogurt. I Bulgari del VII secolo erano un filo diversi. Come i khazari erano una popolazione di nomadi turchi e di religione politeista, che si era spostata verso occidente fino ad attraversare il Danubio diventando la spina nel fianco della frontiera settentrionale dell’Impero bizantino.Solo nei secoli successivi si sarebbero convertiti al cristianesimo e avrebbero iniziato a parlare lo slavo delle popolazioni conquistate. Tervel sapeva bene con chi aveva a che fare: in fin dei conti suo padre Asparuch aveva sconfitto in battaglia Costantino IV, il padre di Giustiniano II, per poi essere a sua volta sconfitto dallo stesso Giustiniano II. Insomma, vecchi amici di famiglia, per lo standard del VII secolo. Anche qui Giustiniano II riuscì a fare una buona impressione. Certo non poteva offrirsi di sposare una sorella o una figlia di Tervel, il trucco lo aveva già usato coi khazari, ma a Costantinopoli aveva una figlia nata dal suo primo matrimonio, quando era ancora sul trono. L’avrebbe data in sposa a Tervel o, se questo non fosse stato possibile (in fin dei conti non aveva notizie da anni, poteva essere anche morta), lo avrebbe incoronato con il titolo imperiale Cesare. Un rango inferiore solo al suo di imperatore dei romani. Dovrebbe far riflettere quanto fosse forte il prestigio dell’Impero il fatto che bastò questo a convincere il khan Bulgaro: avrebbe avuto il suo aiuto. I viaggi di Giustiniano II (non sono rappresentate le spedizioni militari nei Balcani e in Anatolia) Alla fine, nel 705, dopo dieci anni di esilio, Giustiniano si avviò verso Costantinopoli, accompagnato da Tervel e dal suo esercito. A Costantinopoli ci arrivarono facilmente e senza troppa resistenza. I problemi degli aspiranti conquistatori, di solito, cominciavano arrivati di fronte alle sue mura, lemura teodosiane.