GIL KANE, UN GENIO ALLA MARVEL

History is littered with hundreds of conflicts over the future of a community, group, location or business that were “resolved” when one of the parties stepped ahead and destroyed what was there. With the original point of contention destroyed, the debates would fall to the wayside. Archive Team believes that by duplicated condemned data, the conversation and debate can continue, as well as the richness and insight gained by keeping the materials. Our projects have ranged in size from a single volunteer downloading the data to a small-but-critical site, to over 100 volunteers stepping forward to acquire terabytes of user-created data to save for future generations. The main site for Archive Team is atarchiveteam.organd contains up to the date information on various projects, manifestos, plans and walkthroughs. This collection contains the output of many Archive Team projects, both ongoing and completed. Thanks to the generous providing of disk space by the Internet Archive, multi-terabyte datasets can be made available, as well as in use by theWayback Machine, providing a path back to lost websites and work. Our collection has grown to the point of having sub-collections for the type of data we acquire. If you are seeking to browse the contents of these collections, the Wayback Machine is the best first stop. Otherwise, you are free to dig into the stacks to see what you may find. The Archive Team Panic Downloadsare full pulldowns of currently extant websites, meant to serve as emergency backups for needed sites that are in danger of closing, or which will be missed dearly if suddenly lost due to hard drive crashes or server failures. Il disegnatoreHoward Chaykinracconta che quando era un avido lettore di fumetti di supereroi, tra la fine degli anni cinquanta e l’inizio dei sessanta, i disegnatori preferiti da lui e dai suoi amici non erano quelli delle principali serie della Dc Comics, Superman e Batman, ma di gran lunga quelli che lavoravano sui personaggi minori.In particolare i più amati dal giro di Chaykin erano Carmine Infantino su Flash, Joe Kubert su Hawkman e naturalmenteGil KanesuLanterna Verde. Gil Kane era apprezzato anche per il suo lavoro sul bizzarro supereroeAtom, sempre per la Dc Comics.Kane non era così dinamico come Infantino e nemmeno così personale come Kubert, ma la sua profonda sapienza anatomica rimaneva impressa nella mente i molti lettori.Il suo disegno è accurato e limpido, le sue figure sono morbide e assumono pose plastiche che molti cercheranno di copiare senza mai arrivare alla stessa fluidità. Nato in Lettonia nel 1926 in una famiglia ebrea, con il nome di Eli Katz, Gil Kane aveva lavorato per laAtlas/Marvel nella prima metà degli anni cinquanta per poi trasferirsi alla Dc Comics, della quale era diventato una delle colonne portanti.Torna alla Marvel a metà degli anni sessanta, per contribuire con le sue eccelse matite a farla diventare grande. La sua collaborazione con la Casa delle idee, pur rimanendo nel cuore di molti di fan, lascia tuttavia un po’ d’amaro in bocca. Si ha la sensazione che l’immenso talento del disegnatore lettone sia stato disperso in mille titoli diversi senza mai riuscire a concentrarsi su di un unico personaggio per dare vita a un lungo arco narrativo, come quelli diJack KirbysuiFantastici QuattroeThor, quello diJohn Romitasull’Uomo Ragno o diGene Colansu Devil. Si può dire che il suo inimitabile genio grafico fu utilizzato dai vari editor della Marvel più per tappare i buchi che si aprivano sulle varie serie che per portare avanti una lunga saga avventurosa che rimanesse nel tempo. Nonostante questo unico, ma grande, motivo di rammarico, la sua rimane pur sempre una storia che vale la pena di essere raccontata. Nel 1966, Gil Kane inizia a collaborare con la Marvel su Tales to Astonish n. 76, dove disegna una storia di Hulk usando il nome di Scott Edward poiché era ancora sotto contratto con la Dc.I disegni, come succedeva spesso in quegli anni, vennero realizzati su schizzi di Jack Kirby, per introdurre il nuovo artista al mondo Marvel. Purtroppo l’inchiostrazione approssimativa diMickey Demeodà vita ad un risultato incolore. Realizza altre quattro storie per questo titolo, dal numero 88 al 91. Il disegno di Gil Kane acquista sempre più personalità anche se il suo stile, fatto di corpi slanciati e affusolati, non funziona bene con un fisico massiccio come quello di Hulk.Il n. 90 è il più importante della serie perché vi viene presentato un nuovo nemico di Hulk: Abominio. Nel 1967 disegna anche quattro numeri di Tales of Suspense, dal n. 88 al 91, dove si occupa di Capitan America subentrando a Jack Kirby.Nemmeno su queste pagine Gil Kane riesce a dare il meglio. A parte due notevolisplash page, il suo elegante disegno si perde in una sequenza di vignette assolutamente ordinarie che non gli fanno onore. La Marvel non è la Dc e Gil Kane se ne sta accorgendo a proprie spese. Alla Marvel i lettori si aspettano qualcosa di più. In questa breve run Kane disegna due tra i personaggi chiave della saga: Bucky Barnes e il Teschio Rosso, senza riuscire a conferire loro la necessaria drammaticità.Ma niente paura, di lì a poco le cose sarebbero cambiate. Nel 1969, Gil Kane approda a Capitan Marvel. Lo sceneggiatoreRoy Thomasracconta che aveva già preparato la trama di Capitan Marvel n.17 e l’aveva praticamente consegnata nelle mani di Don Heck, quando Gil Kane entrò nel suo ufficio. Si era già accordato con Stan Lee per lavorare su Capitan Marvel, un titolo di nessun successo, per vedere se poteva contribuire ad aumentarne le vendite. Quando il lavoro fu finito non c’erano dubbi, non c’era più traccia del disegnatore indeciso ed esitante che aveva lavorato su Hulk e Capitan America. Al suo posto c’era un gigante della matita immediatamente riconoscibile.Quando Roy Thomas vide lasplash pageiniziale fu elettrizzato. In seguito Kane gliela regalò e Thomas ancora oggi la possiede. Capitan Marvel che fluttua nell’iperspazio, ripreso dall’alto, immobile ma con tutti i muscoli del corpo in tensione. Un inizio con il botto. Non finisce qui, altre immagini iconiche ci aspettano nelle pagine successive. Rick Jones assieme a Hulk che dà di matto, Capitan America che corre in una caverna. E poi Rick Jones che sbatte insieme i bracciali di antimateria… tutto sembrava annunciare unaspace operamai vista prima. Si tratta di un Gil Kane ai massimi livelli che fa un uso estremo, ma coerente, della prospettiva, con molte figure inquadrate di scorcio o da punti di vista anomali. C’è una esasperazione delle posture plastiche, sempre diverse e originali, a rimarcare la tensione dei corpi.Tutto ciò esalta la drammaticità dei personaggi e contribuisce a creare un’atmosfera inquieta. Gil Kane disegnò cinque numeri di Capitan Marvel, dal n. 17 al 21 dell’agosto 1970.Il livello dei disegni si mantiene altissimo, mentre la storia comincia a ingranare. Peccato che all’improvviso Kane fu dirottato sull’Uomo Ragno perchéJohn Romitaaveva bisogno di una mano. Con il n. 89 dell’ottobre 1970 Gil Kane fa la sua apparizione sulle pagine dell’Uomo Ragno, inchiostrato da John Romita.“Stan Lee e io eravamo entrambi convinti che disegnasse Peter Parker troppo alto e troppo magro”, ricorda Romita.“Così durante il lavoro di inchiostrazione gli allargavo la faccia per farlo apparire alto un metro e ottanta invece di uno e novanta”. “Spesso sbagliava le espressioni facciali di Gwen o Mary Jane, che io dovevo correggere. Intendiamoci, disegnava delle belle ragazze, ma non erano la Gwen e la Mary Jane che il pubblico era abituato a conoscere. Quando disegnava le figure sullo sfondo, le teste e le mani erano semplici cerchi a matita, che io mi dovevo inventare durante l’inchiostrazione”, racconta sempre Romita in una intervista. A dispetto di ciò, Gil Kane rimane ancora oggi uno dei disegnatori preferiti dai fan dell’Uomo Ragno, pur avendone realizzati soltanto venti episodi. Forse perché tra questi ce ne sono almeno due o tre che sono passati alla storia. Nel n. 90, gli autori decidono di fare morire il capitano Stacy, padre di Gwen, la fidanzata di Peter Parker. La morte del capitano fu un punto di non ritorno. La storia colpì profondamente i lettori, che erano affezionati al personaggio. Un altro numero memorabile fu il 101, dove compare il vampiro futuristicoMorbius, uno dei nemici più riusciti dell’arrampicamuri.In questa storia Peter si trova ad avere sei braccia: se contiamo anche le due gambe, fanno otto arti come quelli dei ragni. Ciò dà a Kane l’occasione per realizzare tavole di grande complessità, dove i due antagonisti si combattono tra prospettive ardite e punti di vista estremi, dando vita a vignette mozzafiato. Ma è il n. 121 a consacrare Gil Kane nell’Olimpo dei disegnatori Marvel.“La notte in cui morì Gwen Stacy”rimane uno dei fumetti di supereroi più strazianti mai pubblicati.Gil Kane aveva realizzato la pagina decisiva concludendola con due vignette verticali, nelle quali l’Uomo Ragno lanciava la sua ragnatela sulle gambe di Gwen arrestandone la caduta. Quando lo sceneggiatoreGerry Conwayle vide, la posizione incurvata della ragazza gli suggerì l’idea che sarebbe stato proprio il contraccolpo a uccidere Gwen, spezzandole l’osso del collo e lasciando Spidey alle prese con i suoi sensi di colpa per il resto della vita. Dal punto di vista grafico l’Uomo Ragno non rappresenta il meglio di Kane alla Marvel. L’accoppiata con le chine di Romita snatura completamente le sue matite. Anche per motivi di continuity grafica è il segno di Romita a prevalere, impedendo al pregevole disegno dell’artista lettone di emergere.Un po’ meglio va conFrank Giacoia, inchiostratore che rispetta maggiormente le matite di Kane, mettendo in evidenza la perfetta struttura anatomica dei corpi e i volti ripresi da punti di vista inconsueti. Nel complesso, Kane riesce solo raramente a realizzare un Tessiragnatele efficace dal punto di vista dinamico, come nelle tipiche pose impossibili alle quali ci avevano abituatoSteve Ditkoe poi, in parte, John Romita. Gil Kane disegnerà in tutto undici albi di Conan il barbaro: tre nei primi anni settanta, gli altri una decina di anni dopo, nei primi anni ottanta.Si tratta di storie che contengono poderose scene d’azione con corpi che si proiettano in tutte le direzioni, dando luogo a movimenti di una cinetica esasperata fino all’impossibile. Anatomie perfette che si scontrano in battaglie senza tempo.Cosa avrebbero potuto desiderare di più i fan del cimmerio? Quello che mancava nello stile di Kane erano le ombre, essenziali per conferire alle storie del barbaro quell’alone di mistero che ne costituiva fin dall’inizio uno dei punti di forza. Le tavole del disegnatore lettone erano troppo pulite, mancavano il sangue, il sudore e le lacrime che da sempre accompagnano le avventure del personaggio di Robert E. Howard.