FUMETTO DI LUNA 50 ANNI DOPO L’APOLLO 11

FUMETTO DI LUNA 50 ANNI DOPO L’APOLLO 11

La storia dell’uomo sulla Luna, diciamoci la verità, la sanno tutti. In questo cinquantenario dell’impresa dell’Apollo 11 non c’è particolare che non sia stato ricordato dalla stampa, dalla tv, dal web. Ricordi, commemorazioni, rievocazioni. Un piccolo salto per lui, un grande balzo per tutti noi, e a volte anche un po’ di noia, perché ci siamo così abituati ad avere tutto subito con i nostri cellulari, da pensare che andare sulla luna e tornare sia in fondo un gioco da ragazzi. Cosa dire di originale sul tema? Quali immagini ripescare dai magazzini della memoria, ora che tutto è a portata diclice tutto viene ingurgitato alla velocità della luce? Un libro poco noto per cominciare il nostro piccolo viaggio potrebbe essere l’agenda del 1970 “Trentun poeti e lo spazio”, con la quale la casa editrice G. D’Anna omaggiava l’impresa americana pubblicando, a conclusione dell’agenda vera e propria, una serie di poesie in varie lingue su deliziosa carta ocra, aventi ad oggetto i viaggi planetari: eccone una in tedesco, con un carattere gotico d’altri tempi. Eccone un’altra del nostroGianni Rodari, per la verità anteriore al 1969, che ci ricorda come l’evasione fiscale sia da sempre una piaga per la nostra povera Italia. Per quanto riguarda la conquista della luna dal punto di vista del cinema, del fumetto, della cultura popolare,Pier Luigi Gaspaha dato alle stampe nel 2009 un volume così bello, così ricco di citazioni, che sarebbe un peccato riportare qui una qualsiasi delle immagini selezionate da lui e rovinare la sorpresa a chi ancora deve leggerlo. Il libro non è passato alla storia e secondo Amazon, nella classifica dei bestseller, è al n. 471.142; ma che importa? si può ancora reperire, sulla baia o altrove, perciò:accattatavillo. Tra le mille citazioni del Gaspa, una merita di essere approfondita: l’autore ricorda una serie di comic book americani mai tradotti da noi,Race to Moon, che arrivò solo al terzo numero; ne riproduce due copertine e una pagine interna; e menziona un episodio disegnato da Jack Kirby che forse avrebbe dovuto essere il primo di una serie,The Three rocketeers. Cosa vi ricorda l’incipit di questa storia? Forse un’altra striscia, più famosa, di volti destinati a introdurre una serie? Restando sul temaFantastici Quattro, è interessante notare che quando il primo episodio fu pubblicato dall’Editoriale Corno, il traduttore sentì il bisogno di sfruttare lo spazio di una didascalia, modificando il testo originario, per spiegare ai giovani lettori che l’albo era uscito negli Usa nel 1961, ben otto anni prima dello sbarco di Neil Armstrong, e dieci prima della edizione Corno. In precedenza, invece, il traduttore dellaversione pubblicata daLinussi attenne al testo originario, forse pensando che i più adulti lettori della rivista non necessitassero di troppe contestualizzazioni. Gli appassionati di comics sanno che iFantastici Quattroscesero sulla Luna più avanti, nel 1963; ma, per restare alla produzione classica di Stan Lee e Jack Kirby, è più poetica questa vignetta diCapitan Americadel 1968, dove il volo spaziale, pubblicizzato come possibile dai giornali, contribuisce a far sentire spaesato il nostro eroe, rimasto per vent’anni in animazione sospesa. Torniamo in Italia. Molti sanno del battibecco tra i giornalisti Tito Stagno e Ruggero Orlando in diretta tv, circa il reale momento dell’allunaggio. Ecco comeTopolinoparodiava Tito Stagno, diventato Tito Piombo, in una storia spaziale di qualche anno dopo. Un bel volume cartonato, di grande formato, fu curato dalla Rizzoli come supplemento alla rivistaOggi. L’angolo dei fumetti non poteva mancar, sotto forma di strip diSnoopy(la Nasa diede il suo nome al modulo lunare dell’Apollo 11), tra una foto spaziale e l’altra. Il libro si può quindi annoverare tra quei volumi che, apparentemente non dedicati al fumetto, finiscono per diventare una chicca per chi ama cercare tracce nascoste della Nona Arte in contenitori non specifici. Il volume ci informa che, a seguito dello sbarco, a un bambino nato in Puglia fu imposto, come nome di battesimo, il cognome di uno dei tre astronauti della missione Apollo: Michael Collins. Forse perché è nato casualmente a Roma; forse perché, unico a non scendere sul satellite e a rimanere in orbita (cosa di cui molto soffrì), suscita da sempre solidarietà e tenerezza. Come che sia, Collins Peluso nacque a Taranto il 21 luglio 1969. Poco dopo la missione, qualcuno si chiese se avrebbe avuto ancora senso, ora che era stata violata, vedere la Luna come un simbolo di poesia, o d’amore, o di mistero. Personalmente ritengo di sì, e ho la mia personale classifica di scene fumettistiche in cui l’astro compare in funzione artistica. Al primo posto metto questa sequenza di Frank Miller, dal “Ritorno del cavaliere oscuro”; ma c’è solo l’imbarazzo della scelta.