FUMETTI E MUSICA POP SONO A SCADENZA?

FUMETTI E MUSICA POP SONO A SCADENZA?

History is littered with hundreds of conflicts over the future of a community, group, location or business that were “resolved” when one of the parties stepped ahead and destroyed what was there. With the original point of contention destroyed, the debates would fall to the wayside. Archive Team believes that by duplicated condemned data, the conversation and debate can continue, as well as the richness and insight gained by keeping the materials. Our projects have ranged in size from a single volunteer downloading the data to a small-but-critical site, to over 100 volunteers stepping forward to acquire terabytes of user-created data to save for future generations. The main site for Archive Team is atarchiveteam.organd contains up to the date information on various projects, manifestos, plans and walkthroughs. This collection contains the output of many Archive Team projects, both ongoing and completed. Thanks to the generous providing of disk space by the Internet Archive, multi-terabyte datasets can be made available, as well as in use by theWayback Machine, providing a path back to lost websites and work. Our collection has grown to the point of having sub-collections for the type of data we acquire. If you are seeking to browse the contents of these collections, the Wayback Machine is the best first stop. Otherwise, you are free to dig into the stacks to see what you may find. The Archive Team Panic Downloadsare full pulldowns of currently extant websites, meant to serve as emergency backups for needed sites that are in danger of closing, or which will be missed dearly if suddenly lost due to hard drive crashes or server failures. Ho sempre pensato che la conoscenza e in particolare l’arte abbiano date di nascita ma non di scadenza, progressive aggiunte a un sempre vivo patrimonio universale. Andiamo alle mostre per ammirare i quadri di Segantini, ascoltiamo musica composta secoli fa o jazz degli anni Cinquanta, leggiamoIl barone rampantedi Calvino che è del 1957, in molti anche giovani tuttora ammirano i film di Fellini girati decenni addietro, a scuola ancora oggi i ragazzini (alcuni) scoprono con entusiasmo Seneca. Ma non è così, o perlomeno non lo è più o perlomeno perlomeno non lo è per alcune faccende che stanno a cuore ai lettori di questo sito. Di recente sono stato a una vendita benefica, i pezzi forti e ignorati erano cassette della frutta piene di fumetti e digialli, per i gialli volevano 1 euro per dieci volumi, per i fumetti (numeri diTopolinodagli ultimi quarant’anni) volevano 1 euro per cinque fascicoli. Ho comprato a più non posso per principio. Ho mandato la foto che vedete sotto al Pennacchioli con un commento da vecchio barbogio:“È tutto finito”; e lui da vecchio barbogio ha risposto:“Da tempo”. Ma come, mi sono domandato, ma queste non sono proprio le cose che sarebbero dovute restare per sempre, come la musica di Mozart oAlice nel paese delle meraviglie? Si potrebbe dire che per i fumetti siamo nel periodo sbagliato, quando non interessano più nell’immediato per i mutati linguaggi quotidiani e ancora non sono entrati nel patrimonio storico, insomma è roba vecchia, non ancora storicizzata. Però, un momento: Buck Ryan va verso il secolo, e i primi Dick Tracy pure. Chi legge oggi Buck Ryan o Romeo Brown? E poi internet e in generale l’impostazione attuale dei media hanno modificato profondamente la percezione del tempo. La televisione propone tutti i giorni come se niente fosse i telefilm dellaFamiglia Bradfordi cui protagonisti sono ormai quasi tutti morti, di Woody Allen si parla senza confini temporali,Io e Annieha quarantacinque anni, ma è nello stesso cesto dei suoi film di adesso. Ma questo sembra non essere accaduto con i fumetti e con la musica pop del Novecento, dove pop comprende lo sterminato patrimonio di musica più o meno commerciale prodotta nel secondo dopoguerra, dai Platters ai Fourplay. Persino orribili mobili e suppellettili dei tardi anni Sessanta hanno trovato collocazione abituale nel mondo attuale, fumetti e musica no. Dei fumetti parlano già in tanti senza mai arrivare a individuare i motivi della loro scomparsa. Per la musica pop voglio raccontarvi che oggi ho guardato le statistiche del mio canale YouTube, che propone musiche degli anni Settanta-Ottanta, i cui dischi spesso esistono solo in vinile. Guardate un po’ la tabella relativa all’età dei visitatori del mio canale (Jahre=anni), negli ultimi undici anni: Vi ricorda qualcosa, tipo i fumetti per fare un esempio a caso? Più del’83 per cento dei visitatori ha tra 45 e 64 anni, e il 62 per cento ha età compresa tra 55 e 64 anni. In undici anni di attività del canale non un solo ragazzino sotto i 17 anni si è interessato a quella musica, neanche per sbaglio. E sopra i 65 anni c’è un ulteriore tracollo. Un po’ per defunzioni, un po’ perché forse nonostante tutto c’è poca dimestichezza digitale in quella generazione? Ma come si può passare dal 62,1 al 2,6 per cento? Anche ammesso che i miei visitatori siano solo dei nostalgici che vogliono riprovare i brividi della disco, i sessantottini non ascoltavano musica? D’altra parte nelle fumetterie, di settantenni non ne ho mai visti. Non ho risposte da dare o morali da trarre. Resta la domanda del perché in questo anno 2022 alcuni ambiti della cultura del Novecento come la musica e i fumetti non siano stati (ancora?) integrati nell’atemporale, ovunque fruibile e universale patrimonio artistico e di conoscenze e apparentemente non abbiano alcuna intenzione di farlo. E passo a voi la domanda, caso mai vi venisse qualche idea. (Testo e immagini Copyright ©2022 Andrea Antonini, Berlino). Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.I campi obbligatori sono evidenziati con* Commenta You may use theseHTMLtags and attributes:

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