ESSERE INCHIOSTRATORE ALLA MARVEL

History is littered with hundreds of conflicts over the future of a community, group, location or business that were “resolved” when one of the parties stepped ahead and destroyed what was there. With the original point of contention destroyed, the debates would fall to the wayside. Archive Team believes that by duplicated condemned data, the conversation and debate can continue, as well as the richness and insight gained by keeping the materials. Our projects have ranged in size from a single volunteer downloading the data to a small-but-critical site, to over 100 volunteers stepping forward to acquire terabytes of user-created data to save for future generations. The main site for Archive Team is atarchiveteam.organd contains up to the date information on various projects, manifestos, plans and walkthroughs. This collection contains the output of many Archive Team projects, both ongoing and completed. Thanks to the generous providing of disk space by the Internet Archive, multi-terabyte datasets can be made available, as well as in use by theWayback Machine, providing a path back to lost websites and work. Our collection has grown to the point of having sub-collections for the type of data we acquire. If you are seeking to browse the contents of these collections, the Wayback Machine is the best first stop. Otherwise, you are free to dig into the stacks to see what you may find. The Archive Team Panic Downloadsare full pulldowns of currently extant websites, meant to serve as emergency backups for needed sites that are in danger of closing, or which will be missed dearly if suddenly lost due to hard drive crashes or server failures. “L’inchiostratore non è un’invenzione del disegnatore, penso che sia un’invenzione dell’editore. L’interesse dell’artista è fare il lavoro completo, e non importa quanto sia buono il pezzo di inchiostro sul tuo disegno, se non è tuo, è irrilevante per te. È semplicemente una questione di comodità per l’editore, che in effetti ha organizzato una catena di montaggio per produrre i propri fumetti”.Questo è ciò che pensavaGil Kanedell’inchiostratore. Per Gil Kane quella dell’inchiostratore è una figura creata esclusivamente per risparmiare tempo e, di conseguenza, denaro.L’inchiostrazione per lungo tempo è stata la faccia oscura dell’industria dei comic book, solo di poco al di sopra dellettering, nell’ordine gerarchico. Tra la fine degli anni trenta e l’inizio degli anni quaranta molti editori di comic book si rivolgevano a “fornitori” che producevano i contenuti di interi albi da stampare. All’editore non importava chi avesse preparato l’albo, gli interessava solo avere i nomi di Simon e Kirby o quello di Bob Kane sulla testata. Gli studi si sono presto resi conto che uomini importanti come Jack Kirby potevano limitarsi a creare l’aspetto generale di un’opera, affidando a un membro meno talentuoso dello staff la rifinitura per un paio di dollari a pagina. Sebbene molti disegnatori fossero contrari alla compartimentazione del lavoro, la maggior parte ha presto capito il valore del tempo risparmiato e il reddito aggiuntivo offerto dal processo. Solo gli artigiani più pagati od oltranzisti potevano permettersi di inchiostrare il proprio lavoro. Eppure anche loro a volte sono stati costretti ad acconsentire a un inchiostratore di mettere le mani sulle loro preziose matite.Disegnatori spettacolari come Lou Fine, Reed Crandall, Will Eisner e Alex Toth, tutti noti per aver sempre voluto inchiostrare il proprio lavoro, hanno spesso dovuto accettare che altre mani contribuissero al prodotto finito. Sfortunatamente, a causa della mancanza di crediti, molti inchiostratori degli anni quaranta e cinquanta sono oggi dimenticati. Dei pochi che vengono ricordati è estremamente difficile, se non impossibile, ricostruire tutto il lavoro.Uomini come Marvin Stein e George Papp probabilmente hanno inchiostrato migliaia di pagine durante quegli anni, la maggior parte delle quali non è possibile identificare se non attraverso ricerche difficili, congetture confuse e ricordi incerti.Il vero eroe non celebrato del mondo dei fumetti è proprio l’inchiostratore.L’inchiostrazione è un processo che mira ad aggiungere sfumature e dettagli al disegno originale, conferendogli più carattere. È uno degli aspetti più importanti e non riconosciuti dei fumetti.Senza un buon lavoro di china, i fumetti tendono a sembrare “sbagliati”. Un buon inchiostratore può portare sentimento ed emozione a un semplice disegno.Alcuni stili di inchiostratura sono affilati e levigati, mentre altri possono essere ruvidi e granulosi. Indipendentemente dallo stile, l’inchiostratore è fondamentale per lo sviluppo del prodotto finale. Alcuni dei ripassatori con la china preferiscono dare più dettagli e meno ombreggiature, mentre altri fanno l’esatto contrario.Entrambi gli stili sono validi e hanno il loro posto nei fumetti, ma non necessariamente sono validi per tutte le opere. Ecco perché è importante che un inchiostratore riesca a formare una coppia efficace con un disegnatore. È stato soltanto con i fumetti Marvel dei primi anni sessanta che l’inchiostratore è stato aggiunto ai crediti, guadagnandosi così la celebrità. Con il tempo divenne ovvio che l’inchiostratore fosse il secondo elemento visivo più importante nella produzione di un fumetto.Essendo l’ultimo uomo nella catena di produzione, era quello che aveva la parola finale sull’aspetto della pagina e che poteva aiutare a controllare l’atmosfera, il ritmo e la leggibilità di una storia. Come un montatore in un film, un buon inchiostratore poteva recuperare matite un po’ traballanti, mentre uno cattivo poteva soffocare una grande abilità nel disegno o oscurare una buona narrazione. Trovare un buon inchiostratore e abbinarlo al disegnatore appropriato divenne una funzione primaria degli editor. Quando la squadra funzionava era uno spettacolo puro: Jack Kirby insieme a Joe Sinnott, Carmine Infantino con Murphy Anderson, John Buscema e Tom Palmer hanno creato “musica” meravigliosa insieme. Con tutto il rispetto per il giudizio di Gil Kane, la sintesi di questi talenti ha elevato le singole parti ben oltre ciò che avevano raggiunto individualmente. I fumetti sono diventati davvero “un’arte collaborativa”. Vediamo chi furonoi più grandi inchiostratori della Marvel degli anni sessanta. Morto nel 2020 all’età di 93 anni, Joe Sinnot è stato forse il più grande inchiostratore della Marvel dei tempi d’oro. Indimenticabile il sodalizio con Jack Kirby, assieme al quale ha costruito l’estetica definitiva della Casa delle idee.“Sinnott ha capito perfettamente Kirby ed è stato in grado di perfezionare l’arte di Kirby in un modo che non è riuscito agli altri che ci hanno provato”, afferma lo storico dei fumetti Daniel Best.E questo nonostante l’enorme mole di lavoro che gli era richiesta.“Potevo inchiostrare tre pagine di Kirby al giorno, Kirby era facile da inchiostrare. Molte volte metteva dentro una grande macchina, dai meccanismi complicatissimi e ci voleva un sacco di tempo, ma erano quasi sempre vignette grandi. Usavo il pennello per la maggior parte del tempo, usavo il pennino solo per i volti e per le mani”, ha raccontato Sinnott.Joe Sinnott inizia a lavorare ai Fantastici Quattro sul n. 5, ritorna sul n. 44 e ne inchiostrerà in tutto 182 numeri. “Stan mi diceva che quando avessi voluto prendermi delle libertà con il lavoro di Jack, avrei potuto farlo. All’inizio mi sembrava giusto ‘migliorare’ le orecchie dei personaggi o rendere le sue donne un po’ più carine, un po’ più snelle nei fianchi. Ma presto capii che tutto quello faceva parte dello stile di Jack. Anche quando gli occhi non erano sullo stesso piano, quello era Kirby. Quindi tornai sui miei passi. Invece di disegnare le mie orecchie alla Alex Raymond, disegnai le orecchie di Kirby. Ma c’erano cose che ho davvero abbellito, come i capelli di Reed, per esempio. Gli ho fatto dei capelli delicati, sottili e mossi. Jack era un po’ più pesante con le matite”. Il rapporto tra Kirby e Sinnott prese forma soltanto sul piano artistico: i due non si videro mai durante il periodo della loro collaborazione alla Marvel.“Lo incontrai per la prima volta nel 1972 a una convention”, quando ormai Kirby lavorava alla Dc Comics,“dopo che Marie Severin me lo aveva presentato. Chiaccherammo un po’, fu divertente. La volta successiva che lo vidi fu nel 1975, a un’altra convention. Quella è stata l’ultima volta. Non gli parlai mai al telefono, non ci scrivemmo o comunicammo in alcuna maniera. Eppure realizzammo centinaia e centinaia di tavole insieme”. Oltre a Kirby, Sinnott inchiostra anche Jim Steranko e Gene Colan su Capitan America e John Buscema su Silver Surfer.Stan Lee raccontava che“i disegnatori mi minacciavano affinché assicurassi loro che Joe, e solo lui, avrebbe inchiostrato le loro pagine. Non potendo soddisfare tutti, dovevo riservare a Joe le testate più importanti. Per la gran parte dei disegnatori, essere inchiostrati da Joe Sinnott era come centrare il bersaglio alle giostre del luna park”. Nel momento in cui Kirby lasciò la Marvel, nel 1970, Sinnott, inchiostrando John Buscema e anni dopo John Byrne sui Fantastici Quattro, contribuì a mantenere la continuità stilistica.Da vedere:Fantastici Quattro dal n. 44 al n. 62. Tom Palmer esordisce alla Marvel nel 1968 sulle pagine del Dottor Strange, inchiostrando le matite diGene Colan.“La prima volta che mi trovai a inchiostrare Gene feci tutto il possibile per trasformare le sue matite altamente evocative in disegni al tratto inchiostrati per la stampa. Ricordo che usai un’infinità di tratteggi per rendere al meglio le evoluzioni della sua matita magica”. Ricorda Palmer. “Imparai presto che Gene disegnava a matita in modo molto diverso rispetto ad altri disegnatori. Realizzava vignette caratterizzate da un’infinità di variazioni tonali, che andavano dal bianco al nero, passando per un sacco di gradazioni di grigio. Rendere il tutto in un lavoro stampabile era un’affascinante sfida che si rinnovava ogni mese”.Nel 1969 inchiostra la famosa run diNeal Adamssugli X-Men, contribuendo in modo decisivo alla sua riuscita grafica. Palmer fu il primo dei cosiddetti inchiostratori “moderni”. Il suo stile ruppe nettamente con la maniera tipica dell’epoca rappresentata da Dick Ayers, Joe Sinnott e George Klein. Mostrava un approccio più lussureggiante e più illustrativo, e usava il pennello in modo quasi pittorico. La sua popolarità e abilità influenzarono la successiva generazione di inchiostratori: Joe Rubenstein, Bob McLeod, Klaus Janson e molti altri hanno un debito stilistico nei suoi confronti.Da vedere:Dottor Strange dal n. 172 al n. 183 e X-Men dal n. 56 al n. 65. Negli anni sessanta Frank Giacoia inchiostra soprattutto Jack Kirby e Gene Colan su Capitan America, e John Romita e Gene Colan su Devil.La scelta per il lavoro di inchiostratore risaliva agli anni quaranta, quando si accorse che la sua velocità con la china gli permetteva di guadagnare il doppio di quando realizzava una tavola a matita, essendo un disegnatore piuttosto lento.I suoi primi lavori alla Marvel li firma col nome Frankie Ray, poiché era ancora sotto contratto con la Dc Comics. Il suo lavoro sulle matite di Jack Kirby è per gli appassionati secondo solo a quello di Joe Sinnott e sua è considerata la versione definitiva di Capitan America.Una delle prime cose che notiamo quando guardiamo il lavoro di Kirby è la potenza del tratto. Molto raramente si nota qualcosa di superfluo in un suo disegno. La linea è l’essenza della forza e dell’energia che i suoi disegni sanno esprimere. Tutti gli inchiostratori che hanno lavorato sulle sue matite hanno alterato in maniera più o meno pesante la qualità del suo tratto. Quelli più rispettosi delle sue linee, come Sinnot e Giacoia, sono quelli che hanno realizzato i migliori lavori. La linea di china pesante e robusta di Giacoia ha aiutato Kirby a raccontare le storie di Capitan America in modo semplice e diretto, costituendo un termine di paragone per tutti gli inchiostratori degli anni sessanta.Da vedere:Tales of Suspense dal n. 84 al n. 86. Dick Ayersè stato uno tra i professionisti più prolifici del settore, avendo inchiostrato circa 20mila pagine di fumetti tra il 1947 e il 1989. Ma quello che sorprende di più è che in tutti questi anni la qualità dei suoi lavori si sia sempre mantenuta uniforme.Come la maggior parte dei ripassatori a china che hanno iniziato prima degli anni settanta, Ayers utilizza gli inchiostri per chiarire e migliorare la narrazione, non per realizzare belle immagini. Questo Ayers lo ha fatto per tutti i suoi datori di lavoro: Dc, Skywald, Charlton, Acg e naturalmente la Marvel.Negli anni sessanta inchiostra Kirby sui primi numeri di Hulk, sui Fantastici Quattro dal n. 6 al n. 20 (tranne il n. 13 inchiostrato da Steve Ditko), sui primi numeri delSergente Fury, sui Vendicatori, Ant-Man e gli X-Men. Lo stile di inchiostrazione di Ayers è simile a quello che Kirby utilizza sul n. 2 dei Fantastici Quattro, dove realizza egli stesso le chine.Si tratta di uno stile non molto innovativo, ancora legato ai frettolosifumetti di mostridegli anni precedenti, che comunque nel bene e nel male caratterizzerà il primo periodo dei fantastici quattro.Da vedere:Fantastici Quattro dal n. 6 al n. 20 (tranne il n. 13 inchiostrato da Steve Ditko). Ammiratore sfegatato delle chine di Roy Crane, John Severin alterna il lavoro di inchiostratore a quello di matitista per tutti gli anni cinquanta. Alla Marvel, negli anni sessanta si dedicherà per lo più a inchiostrare le matite di Dick Ayers sul Sergente Fury e quelle di Herb Trimpe su Hulk. Le sue chine sono dirette, rese con eleganza senza essere troppo elaborate e, soprattutto, autentiche. Sul Sergente Fury abbiamo un tipico esempio di un buon inchiostratore che aiuta un buon narratore, ma non un disegnatore particolarmente ispirato. Sebbene non possedesse uno stile appariscente, la meticolosa abilità di John Severin nel disegnare e l’attenzione ai dettagli di costumi, ambientazione, armi ed espressioni facciali realistiche e al linguaggio del corpo, hanno reso ogni suo lavoro drammatico e credibile. Il suo modo di inchiostrare particolarmente solido e strutturato era l’ideale per le matite di disegnatori non eccelsi, che avevano tutto da guadagnare affidandosi alla sua capacità di abbellire senza stravolgere.Da vedere: La sua run su Dick Ayers in Sergente Fury dal n. 44 al n. 79.