Doloroso addio a quello che tutti conoscevano come “Nero a Metà” | Addio James Senese, l’anima più blues della musica napoletana
 
        James Senese - fonte_Ansa - Giornalepop.it
Un addio doloroso quello che la musica ha dovuto affrontare in questi giorni, morto James Senese, l’anima più blues della musica italiana.
Quello che all’improvviso è calato su Napoli è un silenzio che nessuno si aspettava, oseremmo dire quasi irreale. La città del sole e delle melodie oggi si avvolge in un silenzio veramente triste, che non sembra trovare risposta.
Il suo sassofono, che per decenni ha raccontato rabbia e amore, ha smesso di respirare, insieme a lui. La notizia ha commosso non solo tutta Napoli, ma l’Italia intera, ad andarsene non solo un musicista ma l’anima della musica blues, quello che tutti conoscevano come “Nero a Metà”: James Senese.
Un artista che aveva fatto della sua identità un grido, della sua musica una bandiera, una parte indelebile dell’anima napoletana, un uomo che ha saputo trasformare la ferita del pregiudizio in arte, la sofferenza in groove, la diversità in orgoglio. Con la sua morte, Napoli perde una delle sue voci più vere, più sincere, più internazionali.
Insomma, la musica e la città partenopea si stingono in un unico addio.
L’uomo che ha cambiato la musica napoletana
Gaetano “James” Senese nacque nel 1945, figlio di una ragazza napoletana e di un soldato afroamericano arrivato in Italia alla fine della guerra. A renderlo subito diverso dagli altri, la sua pelle scura e quei capelli afro che lo hanno fatto crescere più forte, difendendosi dagli attacchi, in una Napoli che alla diversità ancora non era pronta. Eppure proprio quella diversità divenne presto la sua forza, il suo tratto distintivo. Cresciuto nel quartiere di Miano, James trovò nella musica la sua vera patria, era solo un bambino quando già ascoltava jazz, blues e funk, i suoni che lo facevano sentire vicino a quelle radici lontane che scorrevano nel suo sangue. Insieme a Mario Musella e Franco Del Prete, diede vita prima agli Showmen, poi ai Napoli Centrale, due gruppi che rivoluzionarono la musica italiana negli anni Settanta, portando il soul e il funk nel cuore del Mediterraneo.
Quello che era stato in grado di creare era un ponte tra Napoli e Harlem, tra la tammorra e il sax di Charlie Parker, a contraddistinguerlo da chiunque altro il suo stile unico, intenso e profondo, con cui ha ispirato generazioni di artisti, tra cui Pino Daniele, che lo volle spesso al suo fianco.

Una voce che non morirà mai
Una notizia arrivata come un fulmine a ciel serene, a 80 anni, per una polmonite James Senese ci ha lasciato. Ricoverato in un ospedale napoletano, si è spento serenamente, circondato dall’affetto dei suoi cari e dei tanti amici che lo hanno sempre considerato un maestro. Ne hanno dato l’annuncio Enzo Avitabile, il suo più fedele collaboratore e discepolo, che ha scritto parole di commozione per colui che ha definito “il fratello maggiore, l’uomo che mi ha insegnato a respirare musica“.
Il suo ultimo album è struggente, “Chest non è la terra mia” e solo pochi mesi fa aveva preso piede. Un vero e proprio grido d’amore e di dolore per una Napoli che sentiva cambiata, “traversata dalla violenza e incapace di ritrovare la sua poesia”.
