DIVAGAZIONI ANIMATE E VIDEOLUDICHE DI BERSERK

L’adattamento animato diBerserk, il personaggio creato daKentaro Miura, esordisce il 7 ottobre del 1997 nel canale Nippon Television.A causa dello scarso materiale a fumetti disponibile, la serie adatta in maniera abbastanza raffazzonata il primo capitolo e tutta la parte relativa ai Falchi, applicando modifiche e tagli. Questo adattamento s’intitolaKenfu Denki Berserke presenta 25 episodi di circa ventitré minuti l’uno. Nonostante la serie non brilli per animazioni e per regia, affidate rispettivamente aTokuhiro MatsubaraeNaohito Takahashi, ha contribuito molto alla diffusione del manga di Kentaro Miura in occidente.Questo adattamento animato di Berserk è un prodotto i cui standard sono bassi anche per l’epoca. Le scene più concitate e violente sono trasposte in carrellate di disegni statici, che limitano in parte la violenza “eccessiva” di Kentaro Miura, allargando così il bacino del pubblico anche agli spettatori più giovani.Le animazioni sono legnose e spesso riciclate, con sfondi sbiaditi e colori spenti, e con personaggi talvolta sproporzionati.Lo studio d’animazione responsabile è l’Oriental Light and Magic, noto soprattutto per l’anime dei Pokémon, assieme alla Kobayashi Production che si occupava degli sfondi. Insomma, un adattamento che distrugge la poetica di Miura a causa anche di un budget insufficiente, di molteplici modifiche e tagli, e di autori privi di lavori significativi. Puck e il Cavaliere del Teschio sono stati eliminati, manca l’inseguimento dei Cani Neri, spariscono elementi importanti come la violenza di Guts da bambino. Addirittura Gambino appare solamente in una breve sequenza. Questo adattamento agisce in maniera sottrattiva, senza compensare in alcun modo alle mancanze, rivelandosi nulla più che una mediocre operazione commerciale. Gli unici meriti sono l’avere dato maggiore risalto al capolavoro di Kentaro Miura. Negli Stati Uniti, in particolare, la serie venne pubblicata nel 2003 in Vhs e Dvd dalla Media Blasters. La pubblicazione cartacea inizia verso la fine del 2003 per opera di Dark Horse, che detiene tutt’oggi i diritti. Probabilmente gran parte dell’entusiasmo per questa trasposizione cartacea è dovuto al fattore novità del prodotto, che porta con sé un’animazione maggiormente adulta rispetto ai tanti adattamenti ancora più edulcorati di altre serie esportate in America. Da noi la trasmissione dell’Anime è affidata alle reti della Mediaset, che a partire dal dicembre del 2001 trasmettono gli episodi ogni venerdì a mezzanotte su Italia 1.Il manga gode comunque di un certo successo sul suolo italico, essendo stato pubblicato a partire dal 1996 in una versione “sottiletta”. Viene ristampato un anno prima della trasmissione televisiva in un formato paragonabile all’originale nipponico con il titoloBerserk Collection. L’Anime dà comunque una certa spinta al manga. Data la tarda ora nella quale viene trasmessa, l’edizione animata di Berserk rappresenta un caso quasi unico per gli anime Mediaset, quasi sempre edulcorati e trasmessi in fasce protette. Più che per i contenuti narrativi, l’anime divenne popolare per la dose di violenza, vista al tempo come eccessiva per un’opera animata. Questo nonostante avessimo già avuto anni prima serie come Ken il Guerriero e l’Uomo Tigre, trasmesse, per di più, nel pomeriggio. Il 14 gennaio 2012 la Panini si ritrova a dover attuare una nuova ristampa per Berserk Collection, a seguito del sempre crescente numero di appassionati. Berserk diventa uno dei manga più importanti nel nostro paese, in particolare uno dei titoli più amati della scuderia Panini, contribuendo a una nuova crescita del fenomeno manga in Italia. Yamato Video, impressionata dal successo dell’opera inizia a pubblicare, sempre nel 2002, una versione Vhs dell’anime di Berserk. Le uscite arrivano a un totale di tredici Vhs e cinque Dvd con doppia traccia in italiano e in giapponese.Il doppiaggio operato dallaMerak Filmdi Milano tende ad addolcire i temi dell’opera e alcuni dialoghi, arrivando a cambiare talvolta il senso di alcune frasi. Parte dei nomi sono invece rimasti fedeli all’originale. Il manga pubblicato da Panini ha operato, invece, un cambio di nomi, come per Griffith, traslitterato in Grifis.In generale il doppiaggio della Merak Film rimane comunque poco adatto a un’opera come Berserk, tenendo anche conto che il cast italiano è composto prevalentemente da doppiatori di opere per ragazzini. Il vero problema dell’anime sta nel suo chiudersi con l’eclissi. Tenendo conto che è proprio il Cavaliere del Teschio a salvare Guts e Casca (qui tagliato via) è difficile immaginare come il Guerriero nero possa essersi salvato. Questo ha generato una sorta dicliffhangerpessimistico, lasciando gli spettatori senza un vero finale. Decisamente più apprezzabile del precedente adattamento animato è ilBerserk Saga Project, un’operazione volta a trasporre sul grande schermo tutta l’opera di Kentaro Miura. Il progetto si è successivamente trasformato in una trilogia, anche a causa degli incassi deludenti dei tre film.I film realizzati dalloStudio 4° C, che vedono alla regiaToshyuki Kubooka(noto soprattutto per la serie videoludica di Lunar), adattano ancora una volta l’arco narrativo dell’epoca d’oro. I risultati erano sicuramente migliori della precedente serie animata. La regia dà il meglio soprattutto nei primi piani. L’intero progetto è limitato, in parte, da una computer grafica eccessiva per ridurre i costi di produzione. Il progetto riprende in seguito con un anime che ha ben poco da spartire con i tre film. Ciò che accomuna i film con la serie animata è la presenza diSusumu Hirasawa, che si occupa di comporre gran parte dei temi musicali delle diverse trasposizioni di Berserk. Il 6 novembre 1997 pubblica per l’etichetta Label Vap dodici tracce, che includono lo score delle musiche di sottofondo e le canzoni utilizzate per le diverse sigle. Tra queste si annovera il bel tema d’aperturaTell Me Why. La musica di Hirasawa passa da componimenti quasi folk, sferzati da chitarre stridule e distorsioni, a brani maggiormente elettronici. Il brano più rappresentativo di Berserk rimane in ogni casoForces, pubblicato nel 1997 in ben quattro versioni, di cui una estesa e una remixata. Nel 1999 Hirasawa riprende il suo pezzo e lo riadatta per il videogiocoBerserk: Millennium Falcon Hen Wasurebana no Shou per Dreamcaste inBerserk: Millennium Falcon Hen Seima Senki no Shou per PlayStation 2, nel 2004. Il titolo per Dreamcast si colloca poco dopo i “Capitoli della condanna”, mantenendo un buon livello tecnico, e raccontando una storia del tutto inedita, mentre quello uscito su PlayStation 2 riprende in parte le vicende che vanno dal volume 22 al 27 del manga.Se il secondo videogioco tratto da Berserk è un prodotto che non aggiunge nulla all’opera originale, il primo, con il suo setting inedito, permette a Kentaro Miura di essere attivo nello sviluppo lavorando al design di nuove creature. Inserendo, inoltre, alcune tematiche sociali. Le nuove vicende vedono Guts impegnato contro un aristocratico di nome Balzac che trasforma i propri abitanti in mostri per avere cavie, necessarie a portare avanti la sua ossessione di risvegliare l’amata moglie dallo stato catatonico in cui versa. In questa vicenda emerge la grottesca metafora sulla strumentalizzazione delle credenze popolari da parte dei nobili, che attraverso la loro posizione sociale fanno il bello e il cattivo tempo col popolino, sfruttando la loro ignoranza e la paura per il diverso. Il capitolo uscito su Playstation 2 non offre nulla di propriamente nuovo, limitandosi all’aggiunta di Charles, un bambino scampato a un incendio capace di rievocare il rimorso altrui attraverso delle illusioni. Il gioco fa uso del campionario dei mostri visti in Berserk e usa Zodd e Grunbeld come giganteschi boss di fine livello. La più recente incursione nel mondo videoludico da parte del manga di Kentaro Miura riguarda il videogiocoBerserk and the Band of the Hawk. Un Musou che vede il giocatore impegnato a controllare differenti personaggi del manga, e a combattere orde di nemici sempre più numerosi. Il titolo è uscito su Pc, PlayStation Vita, PlayStation 3 e PlayStation 4, sfruttando anche la recente trasmissione del nuovo adattamento animato. Quest‘ultimo, realizzato a partire dal 2016, è un prodotto insufficiente su qualsiasi fronte. La regia è ballerina e poco dinamica e le animazioni legnose (anche a causa di una computer grafica tanto abbozzata da risultare grottesca). La gestione degli episodi è ubriaca, con sequenze ballerine e difficili da seguire, e uno script confusionario che adatta malissimo i diversi capitoli e archi narrativi della serie. Insomma, la trasposizione in altri media del capolavoro di Kentaro Mira si mostra quasi sempre fallimentare. Più azzeccati risultano invece i prodotti legati al collezionismo, come le action figure, gashapon e carte da gioco. Le carte da gioco realizzate in collaborazione con Kentaro Miura stesso offrono illustrazioni inedite a colori seguendo un po’ la scia di “Magic: The Gathering”, alimentando tutt’ora il mercato dei collezionisti. Action figure di Berserk realizzata da Art of War Sulle action figure c’è da fare un discorso a parte, poiché a partire dal 2004 sul mercato si affacciaArt of Warfacendo di Berserk la sua linea di punta. I modelli di Art of War sono vere e proprie opere d’arte, prodotte spesso in numero limitato per i collezionisti. Queste figure appaiono estremamente dinamiche, con un elevato numero di dettagli e un design che sembra strizzare l’occhio alle miniature dei giochi di Games Workshop, come Wharammer. Tra i modelli più elaborati ci sono una serie di diorama in protoresina, capaci di superare il mezzo metro di diametro, che trasportano con ricercatezza e fedeltà alcuni dei momenti salienti del lavoro di Kentaro Miura rendendoli maggiormente vivi e tangibili. Non manca una linea più economica di personaggi, alti 13 centimetri, con articolazioni e accessori, e una linea di Gashapon che riproduce in forma caricaturale alcuni dei personaggi più importanti. Il merchandising dedicato a Berserk cresce di anno in anno, arrivando alla produzioni di mezzibusti, giochi da tavolo, zippo decorate e perfino vestiti e riproduzioni in scala reale del Behelit.