DITKO CREA E ABBANDONA L’UOMO RAGNO

I primi 38 più 1 numeri dell’Uomo Ragno, realizzati daStan LeeeSteve Ditko, costituiscono nel loro insieme uno dei momenti più alti della storia fumettistica di tutti i tempi.Tra i vari fattori che sono stati individuati per spiegare l’eccellenza dei risultati conseguiti c’è la diversità caratteriale tra i due autori.Stan Lee e Steve Ditko non avrebbero potuto essere più differenti. Tanto timido e introverso, taciturno e pensieroso era Ditko quanto sorridente, ottimista, logorroico e sfrontato sapeva essere Lee.Questa diversità all’inizio funzionò come fattore di sinergia, portando alla costruzione di storie caratterizzate da una particolare tensione interna. Steve Ditko preferiva concentrarsi sui problemi di Peter Parker, Stan Lee adorava i momenti in cui l’Uomo Ragno si tuffava in azione.Ditko amava parlare di cose serie come paure, debolezze, sensi di colpa, mentre Lee vedeva la vita come una grandesoap opera. Finché i due armonizzarono le loro diversità all’interno di storie dotate di un equilibrio magico, dove l’azione conviveva con la vita quotidiana e la riflessione con la battuta goliardica, i lettori poterono assistere a qualcosa di unico e irripetibile. Quando invece le diverse personalità ebbero il sopravvento e gli obiettivi cominciarono a divergere, piano piano la magia iniziò a svanire, anche se ormai i due ci avevano lasciato in eredità uno dei personaggi più importanti della storia del fumetto. All’interno di questo processo possiamo distinguere quattro fasi. Una che va dal n. 1 al n. 17, dove i due autori collaborano entrambi alla costruzione delle storie.Un’altra, che va dal n. 18 al n. 25, dove le storie sono principalmente opera di Ditko con Stan Lee che mette i dialoghi alla fine.Una che va dal n. 26 al 33, dove Ditko ottiene il riconoscimento ufficiale come autore dei soggetti (che non discute più con Lee), e le storie risultano le più belle di sempre.E una fase finale che arriva fino al n. 38, dove Ditko sembra aver perso la spinta creatrice, o forse si è semplicemente stufato di lavorare dato che la sua richiesta di maggiore valorizzazione per essere co-creatore del personaggio non veniva accettata. Rivediamo insieme tutti questi episodi.(Purtroppo i disegni inseriti nell’articolo provengono da ristampe che hanno semplificato il tratto dettagliato di Kirby e rifatto i colori rendendoli più grezzi – NdR). Steve Ditko è un genio. Lasplash pageiniziale di Spider-Man dice già tutto. L’introverso Peter Parker che sta solitario in un angolo è l’autore stesso. Stan Lee raccontava di essersi battuto con l’editoreMartin Goodmanper avere come protagonista un adolescente con dei superpoteri, invece del solito adulto. Tutto questo nel1962, nell’ultimo numero della serie senza personaggio fissoAmazing Fantasy. Ma fu certamente Ditko a immergere il protagonista in un mondo ostile che lo emargina o dal quale vuole volontariamente allontanarsi.Di Lee è la storica frase“da grandi poteri derivano grandi responsabilità”, che traccia una linea da seguire per le storie che verranno. Già con il primo numero della serie dedicata esplicitamente all’Uomo Ragno la coppia di autori mette in chiaro che Peter Parker non sarà il solo ad avere dei problemi. Anche il suoalter ego, lo stupefacente Uomo Ragno, ne avrà e naturalmente saranno super-problemi. Fa qui la comparsa l’editore-direttoreJ.J. Jamesonche sul proprio giornale, ilDaily Bugle, individua nell’Uomo Ragno una minaccia (Bugle significa tromba: è forse una stoccata di Ditko a“quel trombone”di Lee).J.J. Jameson è uno dei capolavori di Stan Lee, che in questo carismatico personaggio mette in scena una riuscitissima autocaricatura. Alimentata da Ditko, d’altra parte. Si apre in questo numero la galleria di cattivi, tra i più singolari e strampalati della storia del fumetto, che farà la fortuna dell’arrampicamuri.Il primo èl’Avvoltoio. Lee, volendo un tipo grosso e corpulento, suggerì di prendere a modello Sydney Greenstreet (l’attore diCasablancae deIl Falcone Maltese).Ditko però ha una marcia in più quando si tratta di visualizzare. Secondo lui un uomo-avvoltoio non può che essere alto, magro e curvo. Nel terzo numero viene introdotto quello che diventerà uno dei principali nemici del Tessiragnatele: ilDottor Octopus.Lee ha raccontato:“Di solito nella creazione di un cattivo la prima cosa che mi veniva il mente era un nome, e poi provavo a pensare: beh, ora che ho il nome, chi sarà il personaggio e cosa farà?”. “Per qualche ragione, mi è venuto in mente un polpo. Ho pensato: voglio chiamare qualcuno Octopus. E voglio che abbia alcune braccia in più. Ma dovevo capire come farlo”. Come al solito, lo capì Steve Ditko, che gli mise gli occhialoni e la frangetta alla Beatles. In questo periodo in ogni episodio veniva introdotto un nuovo cattivo, sul n. 4 è di scenal’Uomo Sabbia.Comincia a intravedersi uno schema ricorrente nelle storie. L’Uomo Ragno ha un primo incontro con il nuovo nemico che tenta di sopraffare usando la forza, ma viene battuto. Segue una pausa di riflessione, dove vediamo Peter Parker alle prese con i personaggi di contorno: zia May, Flash Thompson, Liz Allan, J.J. Jameson e Betty Brant.Infine avviene un secondo incontro con il nemico, che Speedy riesce a battere usando non più la forza ma bensì l’intelligenza. Per la prima volta l’Uomo Ragno incontra il nemico di qualcun altro. Si tratta delDottor Destino, nato sulle pagine dei Fantastici Quattro, allora la testata più venduta della Marvel.Ogni volta che l’Uomo Ragno pensa di avere il sopravvento, si accorge che quello con cui ha a che fare non è il vero Dottor Destino, ma un robot.I personaggi secondari che a ogni episodio acquistano sempre più spazio sono ancora poco più che macchiette, che ripetono gli stessi atteggiamenti. L’origine diLizardsembra un’idea di Stan Lee, dato che è nota la sua passione per il romanzo Dottor Jekyill e Signor Hyde di Stevenson e per le trasformazioni in genere, ma è Steve Ditko a dargli quelle impensabili sfumature dark che lo rendono un personaggio unico. Il dominio sui rettili, le paludi della Florida, l’ambientazione gotica, ne fanno una specie di protagonista di qualche film di mostri della Universal. Mentre le vicende dell’Uomo Ragno si intersecano sempre di più con il mondo di Peter Parker. L’Avvoltoio ritorna in una storia che mette da parte la struttura piuttosto rigida dei primi numeri a favore di una costruzione più spontanea e creativa. I compagni di scuola di Peter, zia May e il Daily Bugle acquistano sempre più importanza mentre traBetty Brant, la segretaria di J.J. Jameson, e il timido Parker sta nascendo qualcosa di tenero. Il momento culminante dell’albo è la lotta tra l’Uomo Ragno e l’Avvoltoio tra le rotative del Daily Bugle, dove Stan Lee comincia a farsi notare per i dialoghi sempre più brillanti e quasi surreali. Apparentemente la storia è incentrata sulla minaccia derivante da un robot chiamato “il Cervello Vivente” che perde il controllo.In realtà il punto chiave è la sfida sul ring tra Peter Parker eFlash Thompson, il bullo della classe, che il professor Warren organizza perché stanco della loro rivalità. Pare che Stan Lee abbiabasato la storia sui suggerimenti che arrivavano dalleconvention, dove i fan premevano per vedere un regolamento di conti tra il timido Parker e il suo persecurore (che contemporaneamente era il più grande fan dell’arrampicamuri). In questo numero appare un nuovo avversaro: il sorprendenteElectro. Le storie cominciano a farsi più complesse.Già in questa fase gli autori si destreggiano tra numerose sottotrame con estrema abilità e senza sforzo apparente. Peter smette di portare gli occhiali, che si erano rotti nel numero precedente. Iniziano i problemi di salute dizia May, con la quale il liceale Peter vive, e che diventeranno uno dei tormentoni della serie.La relazione con Betty comincia a diventare qualcosa di serio. Le cose si complicano ulteriormente: un nuovo criminale si profila all’orizzonte. Si tratta delGrande Uomo, assistito da un trio di scagnozzi chiamatii Duri: Fancy Dan, il Bue e Montana.Zia May necessita di una trasfusione, ma Pete tentenna a donare il proprio sangue perché sa che è contaminato dalle radiazioni che gli hanno dato i poteri ragneschi. Intanto Betty Brant si è messa nei guai e deve dei soldi alla malavita. La ragnatela si ingarbuglia sempre di più, finché nel finale apprendiamo che Frederick Foswell, il mite cronista del Bugle, è in realtà il Grande Uomo.