COS’HANNO IN COMUNE POLANSKI E DE PALMA?
History is littered with hundreds of conflicts over the future of a community, group, location or business that were “resolved” when one of the parties stepped ahead and destroyed what was there. With the original point of contention destroyed, the debates would fall to the wayside. Archive Team believes that by duplicated condemned data, the conversation and debate can continue, as well as the richness and insight gained by keeping the materials. Our projects have ranged in size from a single volunteer downloading the data to a small-but-critical site, to over 100 volunteers stepping forward to acquire terabytes of user-created data to save for future generations. The main site for Archive Team is atarchiveteam.organd contains up to the date information on various projects, manifestos, plans and walkthroughs. This collection contains the output of many Archive Team projects, both ongoing and completed. Thanks to the generous providing of disk space by the Internet Archive, multi-terabyte datasets can be made available, as well as in use by theWayback Machine, providing a path back to lost websites and work. Our collection has grown to the point of having sub-collections for the type of data we acquire. If you are seeking to browse the contents of these collections, the Wayback Machine is the best first stop. Otherwise, you are free to dig into the stacks to see what you may find. The Archive Team Panic Downloadsare full pulldowns of currently extant websites, meant to serve as emergency backups for needed sites that are in danger of closing, or which will be missed dearly if suddenly lost due to hard drive crashes or server failures. Roman Polanski, con alcuni film degli anni sessanta e settanta, ha esercitato una notevole influenza sui registi delle generazioni successive, in particolare sugli autori dell’horror americano.John Carpenterin un’intervista ha indicatoChinatowncome uno dei suoi film preferiti; il finale diNon aprite quella porta, diretto da Tobe Hooper nel 1974, ricorda per certi versi quello diChe?, di due anni precedente;L’angelo della vendetta(1981), di Abel Ferrara, sembra quasi un rifacimento non dichiarato diRepulsion; mentreL’ululato(1980), di Joe Dante, pareRosemary’s Baby, con la comunità di licantropi al posto della setta satanica.Polanski è stato d’altra parte il primo regista europeo a praticare con una certa continuità un genere in quegli anni ritenuto commerciale come il cinema dell’orrore, dimostrando che si poteva affrontarlo mantenendo un’identità autoriale (cosa cheStanley Kubrickfece con la fantascienza). Roman Polanski Il collega americano che più di altri ha dato l’impressione di aver assimilato la lezione polanskiana è statoBrian De Palma. Li accomuna una sorta di anarchia strutturale (evidente soprattutto nei primi film di entrambi) e tematica, e forse persino riscontrabile nella lettura della realtà. Non si hanno dichiarazioni dei due registi che rivelino interesse per l’opera dell’altro, e tra gli ormai numerosi studi critici che li riguardano non risultano scritti che mettano in risalto particolari affinità.Anche se Roberto Nepoti, nel Castoro Cinema, su De Palma scrive che tra le varie“suggestioni da testi precedenti”presenti inVestito per uccidere(Dressed to Kill, diretto da De Palma nel 1980) vi sono sottili riferimenti ai film di PolańskiRepulsion(id., 1965) eL’inquilino del terzo piano(Le Locataire, 1976). Brian De Palma Non manca invece una vasta letteratura che vedrebbe in De Palma un allievo (se non l’allievo per eccellenza) diAlfred Hitchcock. Si potrebbe aggiungere che il maestro della suspense è stato considerato dagli studiosi un punto di riferimento sia per Polanski (che in realtà ha più volte ribadito di sentirsi distante dall’universo hitchcockiano) sia per De Palma. Forse sarebbe giunto il momento di sottolineare che Hitchcock (per esempio quello diPsyco) è giunto a De Palma “filtrato” da Polanski. Sgombrato il campo da quella che è ormai un’acclarata e ingombrante eredità, meglio concentrarsi sul binomio Polanski/De Palma. Si possono trovare analogie tra vari film dei due autori a cominciare daRepulsion, il secondo lungometraggio di Polanski.Carol è una giovane manicure che vive con la sorella Helen. Fragile dal punto di vista psicologico, la ragazza è morbosamente attaccata alla sorella e soffre per la relazione di Helen con il proprio amante, di cui mal sopporta la presenza. Quando poi Helen e l’uomo partono per una vacanza lasciandola sola, la giovane donna precipita in un vero e proprio stato di follia, finendo per rinchiudersi nell’appartamento e uccidendo sia un corteggiatore sia il padrone di casa. “Repulsion” di Roman Polanski Carol inaugura una serie di personaggi femminili del cinema di Polanski, i quali, con sfumature varie, sono caratterizzati da tutta una serie di problematiche legate alle relazioni in generale e con gli uomini in particolare.Successive a Carol sono Sarah, eroina diPer favore, non mordermi sul collo!(The Fearless Vampire Killers, orPardon Me, But Your Teeth Are in My Neck), del 1967, e Rosemary, protagonista diRosemary’s Baby – Nastro rosso a New York(Rosemary’s Baby), del 1968. Sarah è vergine e per questo motivo il padre la tiene segregata, temendo che possa finire tra le grinfie del vampiro che terrorizza una contrada della Transilvania. Cosa che infatti accade.Trasferitasi in un appartamento di New York con il marito, Rosemary invece viene messa incinta dal diavolo.Mentre inRepulsionlo spettatore non può avere dubbi circa lo stato mentale di Carol (casomai si interroga sulle possibili cause) inRosemary’s BabyPolanski mantiene una certa ambiguità: esiste davvero una setta satanica o la protagonista, forse terrorizzata dal fatto di avere un bambino, sta solo immaginando tutto? “Rosamary’s Baby” di Roman Polanski Non dissimili dai personaggi femminili della prima parte di carriera di Polański: si potrebbe aggiungere Simon Choule suicida inL’inquilino del terzo piano, sono quelli dei film degli anni settanta di De Palma.Le due sorelle(Sisters, 1972), ha per protagonista Danielle, che soffre di disturbi della personalità (è stata separata alla nascita da una gemella morta nell’intervento) e che, preda di un raptus, uccide un uomo dopo l’avventura di una notte. Il rapporto che ha Danielle con la sorella morta non è molto diverso da quello di Carol con Helen. Appare evidente la derivazione dal cinema di Polanski diCarrie – Lo sguardo di Satana(Carrie), che De Palma realizza nel 1976. Non solo e non tanto per il tema diabolico che lo apparenta aRosemary’s Baby, quanto per la caratterizzazione del personaggio (si può notare persino una somiglianza fisica tra Carol, Rosemary e Carrie) e per come viene definito attraverso il rapporto con gli altri.InRepulsioncome inLe due sorelleeCarriele protagoniste reagiscono a un attacco del mondo esterno. Nei primi due sotto forma di un’intromissione maschile nel loro privato. Carrie, invece, dà libero sfogo ai propri poteri telecinetici prima contro la madre oppressiva e bigotta (che però è la proiezione di Carrie, è ciò che potrebbe diventare, come Evelyn Mulwray inChinatownlo è della figlia/sorella) che vuole impedirle di partecipare al ballo di fine anno della scuola, poi durante la festa quando viene fatta oggetto di un terribile scherzo. ComeRepulsion,Carriesi regge su una struttura narrativa che contrappone l’interno (la casa, ma anche l’intimo sia fisico che psicologico delle due donne) e l’esterno (l’estetista dove lavora Carol e il college di Carrie). Il rapporto con gli altri accomunaRepulsioneCarrieanche nel modo in cui i personaggi maschili dei due film si relazionano a Carrie/Carol.Lo stesso discorso riguardante l’interno e l’esterno vale perL’inquilino del terzo piano, che oltretutto esce nello stesso anno diCarrie. Va detto, tra l’altro, che sia per Polański sia per De Palma l’interno-casa non significa affatto che i protagonisti siano al sicuro tra le mura domestiche: non lo è l’inquilino Trelkovsky, ossessionato dal suicidio della precedente affittuaria, non lo è Rosemary (il cui marito è parte del complotto satanico) né Carrie, per via della madre. Per quel che riguardaL’inquilino del terzo piano, vanno sottolineati altri punti di contatto col coevoCarrie. In entrambi, nella sequenza clou (il suicidio di Trelkovsky, la strage compiuta da Carrie) Polański e De Palma mostrano in soggettiva ciò che i due personaggi vedono (o credono di vedere): Trelkovsky gli abitanti del palazzo che lo braccano, minacciosi e diabolici (alcuni con tanto di lingua biforcuta), Carrie studenti e insegnanti che ridono di lei. Il punto di vista dei personaggi non esclude un piano oggettivo, alternato al soggettivo in modo da creare una dimensione allucinata, che getta lo spettatore nel dubbio, come già accennato a proposito diRosemary’s Baby. Ed è proprio questa scelta narrativa, praticata con ostinazione da Polanski e che getta un’ombra di ambiguità sui protagonisti (sani o folli?), a rappresentare la principale fonte d’ispirazione per De Palma. Ci sono altre caratteristiche che accomunano l’opera dei due cineasti da approfondire. La circolarità della narrazione (inChe?,Chinatown,L’inquilino del terzo piano, e inComplesso di colpa,Blow Out,Femme Fatale). L’uso dei movimenti di macchina, per esempio la panoramica sulle finestre del condominio realizzata con la Louma neL’inquilino del terzo piano(Polanski è il primo a utilizzare questa gru snodata) e l’altrettanto magistrale uso del dolly nella sequenza della premiazione in Carrie. Anche le buone intenzioni dei personaggi sortiscono effetti nefasti inPer favore, non mordermi sul collo!,Chinatown,Tess, e inVestito per uccidere,Blow Out,Omicidio a luci rosse. “Omicidio a luci rosse” di Brian De Palma Inoltre, inPer favore, non mordermi sul collo!eIl fantasma del palcoscenicotroviamo scelte espressive simili (accelerazione), la miscela di situazioni orrifiche e umorismo, personaggi che sono quasi speculari (Von Krolok/Swan, Sarah/Phoenix, Alfred e Abronsius/Winslow, Herbert/Beef, Koukol/Philbin) e legati da una relazione altrettanto speculare: diventare vampiri nel primo e il contratto con il diavolo e le sue conseguenze nel secondo. “Il fantasma del palcoscenico” di Brian De Palma L’inquilino del terzo pianoeVestito per ucciderecondividono temi evidenti (il doppio, la schizofrenia, il travestimento da donna) e alcune situazioni narrative che De Palma sembra riprendere da Polański. NeL’inquilino del terzo piano, durante la scena in chiesa, una bambina seduta poco più avanti fissa Trelkovski, mentre inVestito per uccidereuna bambina in compagnia della madre fissa ripetutamente Kate in ascensore. “Vestito per uccidere” di Brian De Palma Inoltre, quando Trelkovski si fa ospitare da Stella, la ragazza al mattino lo sveglia e lui scatta su spaventato, quasi difendendosi; lo stesso fa Liz nel finale di Vestito per uccidere. Trelkovski dice di aver avuto un incubo, ma lo spettatore non lo vede. De Palma invece l’incubo avuto da Liz lo mostra. “L’inquilino del terzo piano” di Roman Polanski