CHI ERA JONNY LOGAN? – LA POSTA

CHI ERA JONNY LOGAN? – LA POSTA

History is littered with hundreds of conflicts over the future of a community, group, location or business that were “resolved” when one of the parties stepped ahead and destroyed what was there. With the original point of contention destroyed, the debates would fall to the wayside. Archive Team believes that by duplicated condemned data, the conversation and debate can continue, as well as the richness and insight gained by keeping the materials. Our projects have ranged in size from a single volunteer downloading the data to a small-but-critical site, to over 100 volunteers stepping forward to acquire terabytes of user-created data to save for future generations. The main site for Archive Team is atarchiveteam.organd contains up to the date information on various projects, manifestos, plans and walkthroughs. This collection contains the output of many Archive Team projects, both ongoing and completed. Thanks to the generous providing of disk space by the Internet Archive, multi-terabyte datasets can be made available, as well as in use by theWayback Machine, providing a path back to lost websites and work. Our collection has grown to the point of having sub-collections for the type of data we acquire. If you are seeking to browse the contents of these collections, the Wayback Machine is the best first stop. Otherwise, you are free to dig into the stacks to see what you may find. The Archive Team Panic Downloadsare full pulldowns of currently extant websites, meant to serve as emergency backups for needed sites that are in danger of closing, or which will be missed dearly if suddenly lost due to hard drive crashes or server failures. Caro Direttore,una delle cose che mi piace di questo “angolo della posta” è che spesso si parli di personaggi e testate di fumetti ormai lontani nel tempo e spesso dimenticati.Mi piacerebbe che venisse ricordato Jonny Logan (mi rendo conto che la mia domanda è probabilmente un po’ bizzarra), un fumetto nato sulla scia di Alan Ford nei primi anni settanta e che durò una sessantina di numeri.Purtroppo me lo ricordo piuttosto vagamente: sarei contento di avere qualche notizia e magari un giudizio…Stefano Fontana Gentile Stefano,Jonny Logan, un tizio in calzamaglia a capo di una organizzazione di cacciatori di taglie milanesi, mi piaceva soprattutto per i testi diRomano Garofalo, uno dei migliori sceneggiatori italiani. Il quale, purtropo per noi lettori, non è mai stato sostenuto da una grande casa editrice.Garofalo l’avevo scoperto nell’altrettanto divertente serie di Alem pubblicata nel 1971, la risposta italiana ad Asterix con i disegni diLeone Cimpellin, che l’anno successivo seguirà lo sceneggiatore su Jonny Logan.Cimpellin lo conoscevo da ancora prima, per il legionario Tribunzio sul Corriere dei Piccoli: non mi è mai piaciuto molto, benché espressivo. Credo sia un po’ la causa del non completo successo dei fumetti scritti da Garofalo (tra l’altro Cimpellin disegnò anche una mia sceneggiatura bonelliana, risultando abbastanza fuori luogo nello stile realistico).Per Jonny Logan l’ideale sarebbe stato avere Raoul Buzzelli, fratello del più noto Guido, il disegnatore di Peter Paper (una imitazione erotica o porno di Alan Ford): a sua volta non ben servito dai testi dell’allora giovane attore Pippo Franco. In Francia, probabilmente con dialoghi molto ben adattati, Peter Paper ebbe maggior fortuna che in Italia, anche tra il pubblico intellettuale.L’episodio di Jonny Logan che ricordo di più è quello ambientato in Sicilia, naturalmente incentrato sulla mafia, scritto con uno stile “grottesco” vicino a quello di Max Bunker e Magnus.Un paio di anni fa Garofalo mi comunicò, credo nella mail di Giornale POP, l’uscita di un nuovo volume su Jonny Logan. Caro Direttore,di preciso, quando nasce la Marvel come marchio editoriale? Dal primo numero dei Fantastici Quattro del 1961?Paolo Pubblicità dell’albo Marvel Comics (1941) Gentile Paolo,l’editoreMartin Goodman, che già pubblicava le pulp (riviste di racconti popolari), nel 1939 era entrato nel campo dei comic book (albi a fumetti) con la casa editriceTimely. Anche se in realtà, per motivi fiscali, aveva sempre usato diversi marchi editoriali per le sue numerose testate.Credo che pensasse già di chiamare Marvel la propria casa editrice e avesse cambiato idea solo con l’uscita di Capitan Marvel della Fawcett (in edicola dalla fine del 1939 con la data di copertina d’inizio 1940).Negli anni cinquanta la casa editrice cambia nome inAtlas, anche se questo nome, in realtà, designava solo l’azienda distributrice di Goodman, dato che gli albi venivano ancora formalmente pubblicati da diversi marchi.Solo nel1963, quando molti dei principali supereroi erano già stati creati, dai Fantastici Quattro all’Uomo Ragno, si pensò a un nuovo marchio cumulativo. Il direttoreStan Leepropendeva per Atlas, che come agenzia di distribuzione aveva chiuso da anni, ma Martin Goodman decise che la casa editrice si sarebbe chiamataMarvel. Il marchio cui aveva pensato già negli anni trenta, quando aveva pubblicato il suo primo comic book conNamor il Sub-Marinere la Torcia Umana, intitolato, appunto, Marvel Comics. Caro Direttore,ho sentito numerose discussioni su come stia cambiando il mondo dell’informazione attraverso internet. Il fatto che chiunque possa esprimersi su qualsiasi cosa è un bene o un male?Marisa Gentile Marisa,vedo sulla Rete molte persone che invitano a non dare retta ai giornali, ma di ascoltare loro, piuttosto.Questo significa che non dovremmo più prestare attenzione a chi tratta le notizie in maniera professionale per dare retta a illustri sconosciuti che propalano sciocchezze di ogni tipo come se fossero verità di fede?Un po’ è quello che accade, in effetti, e il pubblico si sta rapidamente dividendo tra chi vorrebbe cancellare tutta la storia passata proponendo un asettico mondopoliticamente correttoe ipopulisti, che offrono soluzioni da chiacchiere al bar per ogni problema complesso.Quali potranno essere le conseguenze? La peggiore sarebbe una guerra civile planetaria provocata dagli imbecilli delle due fazioni, la migliore non riesco a ipotizzarla.Spero solo di morire prima. Gentile direttorein cosa pensa che consista la magia del tratto di Jack Kirby? Dinamismo? Prospettiva? Un insieme di cose o cosa? Me lo sono chiesto spesso ma non so rispondermi. O forse la magia esiste e basta?Fabio Gentile Fabio,Jack Kirbyha tratto molto dalle illustrazioni fantascientifiche diFrank R. Paulpubblicate negli anni venti e trenta, che vide in una pulp trovata per caso.Altro lo ha preso dal ricco dinamismo dei cartoni animati diMax Fleischer, il produttore di Braccio di Ferro, per il quale fece il modesto lavoro di intercalatore prima di entrare nel campo dei fumetti.E come disegnatore di fumetti, pur volendo essere realistico e impostato comeHal Foster, si è avvicinato di più al semirealistico e disinvoltoRoy Crane.Tutta una serie di meravigliose ispirazioni che negli anni trenta erano lì a disposizione e che oggi possiamo solo rimpiangere.Dello stile di Jack Kirby quello che mi piace di più sono le ambientazioni ricche di particolari di ogni genere, cosa che i suoi imitatori concentrati solo sui personaggi muscolosi non tengono mai nel dovuto conto (salvo, almeno all’inizio, Keith Giffen). Caro direttore,cosa pensa del fumetto Witch e del suo enorme successo negli anni 2000, dato che arrivò a vendere 250mila copie al mese in Italia e a essere distribuito in 70 paesi al mondo?Michele Gentile Michele,non leggendo fumetti per femmine, diWitchconosco solo i successi passati (ma credo che lo studio stia ancora lavorando, anche se su cose diverse).Per il fumetto italiano ha rappresentato l’unico caso veramente multimediale, se teniamo conto dei cartoni animati e del merchandising che ha scaturito.Non sarebbe stato male avere avuto altre produzioni simili in Italia: la Bonelli ci sta provando, ma forse con eccessive ambizioni. Sauro Pennacchioli Scrivete le vostre lettere come “commenti” in fondo alla pagina: saranno rese visibili e riceveranno risposta nel prossimo appuntamento con la posta.