CE LO MERITIAMO ALBERTO SORDI
Alberto Sordi sì, Alberto Sordi no. Da decenni la figura dell’attore e regista romano (di più: simbolo della romanità), divide studiosi, addetti ai lavori e, in parte, anche il pubblico.Divisione testimoniata dalla celebre invettiva di Michele, personaggio interpretato da Nanni Moretti, nel film dello stesso MorettiEcce Bombo(1978). Alberto Sordi è stato osteggiato, soprattutto negli anni sessanta e settanta, anche e soprattutto in quanto figura maggiormente rappresentativa della commedia all’italiana. Genere egemone del nostro cinema e, per vari motivi (l’aver affossato il neorealismo, ad esempio), malvisto dalla critica più oltranzista. Ciò che ha contribuito alla fama di Sordi è stato il fin troppo ostentato considerarsi (ed essere considerato) “rappresentante dell’italiano medio”. Questo fattore lo ha reso un fenomeno di costume davvero incisivo e, nello stesso tempo, il principale bersaglio di attacchi non sempre ingiustificati. D’altra parte, in vari film interpretati o diretti da Sordi risalta uno dei principali difetti che ancora oggi contraddistingue molto cinema nostrano: voler raccontare la società senza riuscire a evitare schematismi, macchiette e un’insopprimibile tendenza assolutoria. Difetto che Sordi ha però sempre bilanciato con la straordinaria capacità rappresentativa, unita alla personalità e al talento recitativo che gli vengono universalmente riconosciuti.Come ha scritto Alberto Lattuada (Piccolo ritratto di Alberto Sordi),“Sordi è grande attore, senza altri aggettivi”. In occasione del centenario della nascita, ricordiamo quindi il “grande attore” attraverso una selezione dei tanti momenti memorabili della sua lunga carriera. Alberto Sordi (1920-2003) Il primo film che vede Alberto Sordi protagonista èMamma mia, che impressione!, diretto nel 1951 da Roberto Savarese. Con Alberto, un giovane molto devoto e invadente, Sordi ripropone al cinema la satira radiofonica “I compagnucci della parrocchietta”, che lo ha reso famoso sul finire degli anni quaranta. Un contributo non da poco viene da Vittorio De Sica, che lo produce insieme a Rizzoli e allo stesso Sordi, e ne supervisiona la realizzazione. Sordi non ha frequentato scuole di recitazione, si è formato sui palcoscenici dell’avanspettacolo, del teatro di rivista. Stesso percorso ha fatto, prima di lui,Totò. E proprio al fianco del grande attore napoletano interpretaTotò e i re di Roma, diretto nel 1952 da Mario Monicelli e Steno. L’impiegato statale Ercole Pappalardo, per conservare il posto di lavoro, è costretto a sostenere l’esame di licenza elementare. Ma viene bocciato dall’odioso e vendicativo maestro Palocco, nel quale Sordi ripropone alcuni tratti dei personaggi radiofonici che gli hanno dato la fama, tra cui Mario Pio. DopoLo sceicco bianco(1952), Sordi nel 1953 gira sempre con la regia diFederico FelliniI vitelloni. Uno dei capolavori della filmografia dell’attore (se non “il” capolavoro), nel quale interpreta Alberto, un trentenne che vive a Rimini con la madre e la sorella, passando le giornate senza grandi prospettive insieme a quattro amici più o meno sfaccendati come lui. Il critico Ugo Casiraghi, sul personaggio e su Sordi, ha scritto:“Sordi, già protagonista dello Sceicco Bianco, ha in Fellini il suo vero scopritore. Pur sobriamente impostato e condotto, colui che di tutti è il più ‘mammarolo’ e il più insabbiato vien fuori con una potenza rivelatrice”. Va detto che al tempo deI vitelloniSordi non era ancora una star. Infatti“sui primi manifesti e le prime copie non vollero il nome di Alberto Sordi: fa scappare la gente, dicevano, è antipatico, il pubblico non lo sopporta”(Federico Fellini in Fare un film, Einaudi, 1980). Solo dalla fine degli anni cinquanta, smussando alcuni lati più spigolosi del suo personaggio-tipo, lo diventa. Uno dei film più famosi interpretati da Sordi èUn americano a Roma, diretto daStenonel 1954. Titolo imprescindibile perché l’attore qui è davvero debordante nel ruolo di Nando Mericoni (nato in uno degli episodi diUn giorno in pretura, diretto sempre da Steno nel 1953), un giovane borgataro infatuato di tutto ciò che proviene dall’America e di cui seguiamo le disavventure. Da quando va al cinema a vedere un western a quando si esibisce come ballerino col soprannome di Santi Bailor, o finisce per rovinare con la sua presenza una diretta televisiva e minaccia di gettarsi dal Colosseo. Secondo Stefano Stefani,Un americano a Romaè innanzitutto“il ritratto indimenticabile che del personaggio fa Alberto Sordi con il suo gergo romano distorto dalle frasi fatte americane”.Sordi ha poi ripreso Mericoni, diventato una guardia del corpo, nell’episodio intitolatoFuocodel film di Sergio CorbucciDi che segno sei?(1975). Se si esclude Gina Lollobrigida (con cui però nel 1968 ha dato vita a uno sketch nello show della RaiStasera Gina), Sordi ha lavorato praticamente con tutte le attrici più importanti del cinema italiano.Al fianco di Sophia Loren, nel ruolo della regina d’Egitto e di una sua sosia, interpreta il soldato romano Cesarino nel film di Mario MattoliDue notti con Cleopatra, del 1954. Lady Eva (Franca Valeri) nella sua rubrica della corrispondenza risponde alle lettrici della rivista femminile Adamo ed Eva. Tra le quali una vecchia signora molto ricca, a cui Lady Eva consiglia una casa di riposo, dove però le ospiti vengono tiranneggiate dal finto barone Rodolfo Vanzino, che mira al loro denaro. Sul filmPiccola posta(1955), regia di Steno, il critico Ernesto G. Laura (Steno fra umorismo surrealista e satira della realtà) ha scritto:“Da non sottovalutare, tra le interpretazioni di Sordi,Piccola posta(1955), un gioiello di mordente satira di costume che rappresenta il mondo di certi rotocalchi femminili dell’epoca con la loro posta del cuore e la retorica rosa a essa connessa”. Le parti migliori diAccadde al penitenziario, del 1955 (regia di Giorgio Bianchi), che ha per protagonista Cesare, agente di custodia di un carcere interpretato da Aldo Fabrizi, riguardano proprio il personaggio di Alberto Sordi.Giulio, vagabondando ubriaco nella notte romana, viene creduto complice di alcuni rapinatori. Strepitosa ad esempio la scena in cui Giulio viene interrogato dal vicecommissario (Pietro Carloni). InBravissimo(1955), del regista Luigi Filippo D’Amico (che in seguito gira con Sordi nel 1965 l’episodioGuglielmo il Dentonee nel 1970Il presidente del Borgorosso Football Club), Sordi interpreta il maestro elementare e precario Ubaldo Impallato: quando scopre la straordinaria voce da tenore di un suo piccolo allievo, cerca di trarne vantaggio.Cinico e perdente, Ubaldo fa parte della galleria di antipatici (ma fino a un certo punto) che caratterizzano la prima parte della carriera di Sordi. Dopo un attentato, il giovane Alberto Menichetti, pavido e sbruffone al contempo, cerca di provare in tutti i modi la propria innocenza e si mette nei guai con la polizia.“In questo graffiante apologo sulla repressione (la polizia terrorizza il cittadino al punto da impedirgli di difendersi) Monicelli offre a Sordi l’occasione di confermarsi quell’attore tragico che ci aveva rivelatoI vitelloni”(Aldo Tassone – Parla il cinema italiano – volume primo, Edizioni Il Formichiere). Il soggetto del film di Mario MonicelliUn eroe dei nostri tempi(1955) è stato scritto da Rodolfo Sonego, sceneggiatore di vaglia, fondamentale per comprendere l’evoluzione artistica di Sordi. Il film di Dino RisiIl segno di Venere(1955) è costruito su Cesira (Franca Valeri), una ragazza milanese ospitata a Roma dalla zia e che, nonostante le idee sull’indipendenza della donna, cerca soprattutto l’amore. Siccome d’aspetto non è granché, gli uomini le preferiscono sempre un’altra, tra cui la bellissima cugina Agnese (Sophia Loren), assediata dagli spasimanti. Sordi ruba la scena nel ruolo dell’ambiguo intrallazzatore Romolo Proietti, che cerca di vendere un’auto rubata al fotografo Mario (Peppino De Filippo). Gli altri interpreti comunque sono tutti di prima qualità: Tina Pica, Vittorio De Sica, Virgilio Riento e Raf Vallone. Il truffatore di borgata Cencio coinvolge nei suoi colpi la bella Cesira (Sylva Koscina), di cui è innamorato. Quando di una delle truffe sta per restare vittima il commerciante Raimondi, con cui Cesira ha una relazione, Cencio si tira indietro. Alla fine viene arrestato per l’ennesima volta, mentre Cesira e Raimondi si sposano. Ladro lui ladra lei(1958) è il secondo film nel quale Sordi viene diretto daLuigi Zampa, uno dei più importanti registi della commedia all’italiana. In tutto i due hanno girato insieme ben sei pellicole (la prima,L’arte di arrangiarsi, nel 1954). Per la regia di Zampa e con la Koscina Sordi interpreta poiIl vigile, del 1960.