BILL WATTERSON, DAI PRIMI TENTATIVI AL SUCCESSO

BILL WATTERSON, DAI PRIMI TENTATIVI AL SUCCESSO

L’argentino Quino, creatore della striscia di Mafalda, non è stato l’unico fumettista ad aver privilegiato le proprie esigenze creative anziché ripetersi all’infinito per continuare a ottenere facili vantaggi economici. Un altro autore venti anni dopo fece la stessa scelta, smettendo di disegnare la sua striscia a dieci anni esatti dall’esordio, nonostante il successo mondiale riscosso.
Stiamo parlando di Bill Watterson.

 

“La mia strip crea deliberatamente due versioni della realtà, senza vincolarsi a nessuna di esse”.
Bill Watterson, da un’intervista su The Comics Journal del marzo 1989.

“… i lettori erano pronti per la strip nello stesso momento in cui io ero pronto a disegnarla”.
Bill Watterson, dall’introduzione a The Complete Calvin and Hobbes, 2005.

 

William Boyd Watterson II, detto Bill, nasce a Washington il 5 Luglio 1958. Sei anni dopo si trasferisce con i suoi nello stato dell’Ohio, a Chagrin Falls, in una zona collinare vicina ai boschi.

Patito di strisce a fumetti dalla più tenera età, viene incoraggiato su quella strada dai genitori, un avvocato specializzato in brevetti con l’hobby della pittura e una casalinga consigliere comunale.

Da bambino sogna di diventare autore di fumetti o astronauta, colleziona i volumi delle strisce di Peanuts di Charles Schulz e ama disegnare dinosauri e brevi storie.

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Bill Watterson a 18 anni, sull’annuario scolastico del 1976

 

Alle scuole superiori, nell’ambito di un corso di lingua tedesca, Bill Watterson crea la strip Raumfahrer Rolf (“Rolf Pilota dello Spazio”) e pubblica alcuni disegni ancora grezzi sul giornalino scolastico Tiger Times e sull’annuario del 1976, sulla cui copertina inserisce in mezzo a molte altre cose anche lo stemma della scuola, una testa di tigre.

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Copertina dell’annuario scolastico, 1976

 

Frequenta poi il Kenyon College di Gambier, sempre in Ohio, dove studia Scienze politiche e segue anche lezioni di disegno, ma impara a dipingere da solo per non deviare dal percorso di studi pagato dai genitori.

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Corso di disegno al college (1980)

 

Qui perfeziona il proprio stile, subendo l’influenza del vignettista Jim Borgman, da poco laureatosi nella stessa scuola.

Bill Watterson riproduce sul soffitto del dormitorio “La creazione di Adamo” di Michelangelo e, tra il 1976 e il 1980, pubblica ogni settimana vignette di satira e vita studentesca su The Kenyon Collegian, il giornale del college.

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“I compagni”… vignette per “The Kenyon Collegian” (1980)

 

Poco prima di laurearsi, nel 1980, spedisce a vari quotidiani le sue migliori vignette sperando di trovare lavoro. Appena laureato viene assunto in prova per sei mesi dal Cincinnati Post, con il compito di realizzarne una al giorno in prima pagina.

Ma la sua mancanza di familiarità con la politica locale e l’inusuale originalità dei suoi lavori non sono apprezzati dai redattori, né dai lettori. Molti suoi disegni sono rifiutati e viene licenziato dopo un paio di mesi.

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La prima vignetta sul Cincinnati Post, 18 giugno 1980

 

Bill Watterson è sempre deciso a diventare cartoonist e a lavorare ai fumetti dei quotidiani. Propone progetti di strip alle agenzie, ma il primo, Spaceman Spiff (“L’Astronauta Spiff”, come il precedente Rolf una parodia delle space opera alla Star Wars), è rifiutato così come i successivi.

Per alcuni anni lavora in un’agenzia pubblicitaria, ad annunci di prodotti alimentari, e come vignettista freelance, collaborando dal 1981 alla rivista Target, trimestrale di disegno politico, di cui disegna alcune copertine in cui imita efficacemente gli stili dei vignettisti che ritrae.

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La copertina di Target N.1, autunno 1981

 

Intanto conosce Melissa Richmond, che sposa nel 1983.

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La moderna vita di coppia in una vignetta del 1982

 

Lo stesso anno realizza illustrazioni per il Mark Twain Journal, ispirate a frasi del famoso scrittore.

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Ritratto di Twain per il Mark Twain Journal,1983

 

Inizia anche a realizzare vignette per i giornali del gruppo Sun di Cleveland, i cui redattori apprezzano la sua vena surreale e provocatoria. Nel frattempo, Bill Watterson continua a proporsi alle agenzie dei quotidiani come autore di strisce.

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Vignetta di satira politica per il giornale “Sun Star”, 1984

 

Il suo sesto tentativo di strip, In the Doghouse (“In disgrazia”), è rifiutato dalla Universal Press Syndicate nel 1983. L’anno dopo lo sottopone alla United Feature Syndicate e l’editor Sarah Gillespie lo incoraggia consigliandogli di eliminare il ragazzo protagonista per concentrarsi sul fratellino Marvin.

È un bambino che in classe sogna a occhi aperti di essere astronauta e la cui tigre di pezza Hobbes pare dotata di vita propria (come il Tigro dei libri di Winnie Pooh, ma l’autore dirà di non averci pensato; d’altronde la tigre era anche lo stemma del suo liceo).

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Strisce di prova della serie “In the Doghouse”, 1983

 

Bill Watterson rielabora la strip fondendo gli stili delle sue due serie preferite, Peanuts e Pogo, e la intitola al boy scout di sei anni Calvin e alla sua tigre di peluche Hobbes, per lui un vivo compagno di giochi, per gli altri un pupazzo inanimato (i nomi citano quelli del teologo protestante Jean Calvin, o Giovanni Calvino, e del filosofo Thomas Hobbes).

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Strisce di prova di “In The Doghouse” con Marvin, 1983

 

Poi ripropone la striscia alla United, che pone una condizione per accettarla. Pretende che a Calvin e Hobbes sia affiancato come protagonista Robotman, un personaggio di cui hanno acquistato i diritti per sfruttarne il merchandising. Watterson rifiuta fermamente.

Dichiarerà qualche anno dopo che, se avesse accettato, lo “scopo ultimo sarebbe diventato vendermi, non esprimermi”.
Dalla United quindi respingono la strip, ritenendo che com’è non venderebbe, e per un po’ Bill Watterson torna alla pubblicità e alle vignette freelance.

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Versione di prova di Calvin & Hobbes, 1984

 

Tutto avrebbe potuto finire lì, ma poi decide di sottoporre la nuova versione alla Universal Press, dove viene accettata con entusiasmo. L’editor gli suggerisce soltanto di mostrare gli occhi di Calvin, all’inizio del tutto nascosti sotto i capelli, e lui lo ridisegna con una caratteristica chioma irta e spigolosa.

La prima striscia di Calvin and Hobbes esce così su 35 quotidiani il 18 novembre 1985, seguita dopo sei giorni dalla prima tavola domenicale. La divisa da boy scout è stata accantonata. Calvin la porterà alcuni mesi dopo in una manciata di strisce, ma conserverà sempre l’indole dell’esploratore amante della natura.

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La prima striscia di Calvin and Hobbes del 18 novembre 1985

 

Lo stile non è ancora affinato, la grafica segue l’usuale gabbia a vignette regolari, al disegno manca la cura che acquisterà presto, eppure i contenuti sono già efficacissimi.

La strip porta alle estreme conseguenze, aggiornandole, le fantasie di Snoopy e la magia dell’infanzia del Barnaby di Crockett Johnson.

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Calvin boy scout in una striscia del 1986

 

Il burrascoso rapporto di Calvin con gli anonimi genitori messi a dura prova dal suo rifiuto di seguire le regole del mondo reale, i dialoghi e scontri con la tigre che incarna il suo lato più libero e saggio, il suo immaginarsi nelle vesti di eroi o mostri per sfuggire a una realtà opprimente e noiosa, sono elementi che si amalgamano in un’opera profonda e spassosa al tempo stesso, ambientata in una cittadina rurale simile a Chagrin Falls.

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Calvin e Hobbes nella prima tavola domenicale, 24 novembre 1985

 

Del resto, il padre di Calvin ha in pratica lo stesso aspetto di Bill Watterson senza i baffi e il carattere del suo genitore. La ripida collina da cui spesso Calvin e Hobbes si lanciano in discesa su carretti o slitte ricorda quella che era presso casa sua e le movenze feline di Hobbes sono ispirate a quelle del suo gatto siamese Sprite.

Calvin e Hobbes spericolati, in una tavola del 1986

 

Nella prima strip Calvin interpretava l’esploratore Safari Al, ma undici giorni dopo esordisce il suo alter ego più noto, ripreso dal primo progetto rifiutato all’autore, Spaceman Spiff. Un eroe spaziale che vede gli ambiti in cui comandano gli adulti come pianeti ostili, e la maestra e i genitori come mostri alieni che vogliono torturarlo.

Calvin è l’audace astronauta Spiff in una tavola del dicembre 1985

 

Dalla settimana seguente compare anche l’unica amica umana di Calvin, la piccola compagna di classe Susie Derkins, oggetto di dispettose e sgradevoli attenzioni da parte sua.
Cinque mesi dopo arriva la baby sitter Rosalyn, ennesima figura autoritaria fonte di conflitti. In breve il cast della serie è completato.

Calvin scontroso con Susie, in una striscia del maggio 1986

 

Calvin può immaginare di essere un gigante o un dinosauro, come rivalsa dal dover prendere ordini essendo piccolo, oppure pensarsi minuscolo o invisibile per sfuggire a ogni sorveglianza.

Tutto ciò che immagina dà forma a realtà alternative a quella dei grandi, che non capiscono bene cosa faccia. Possono solo constatare i disastri che combina, chiedendosi cos’abbia che non vada quel bambino pestifero.

Il gigante Calvin si prende qualche soddisfazione in una tavola del 1986

 

Non si potrebbe esprimere più efficacemente il divario tra il mondo dell’infanzia, la cui esigenza principale è solo quella di giocare, divertirsi ed essere felici, e quello dell’età adulta, incentrato su una serie di doveri e costrizioni, sul dover fare insomma un sacco di cose che non si avrebbe nessuna voglia di fare.

La lieve riluttanza di Calvin ad andare a scuola

 

Per il primo anno le reazioni del pubblico sono limitate. Solo la rivista Editor & Publisher e il giornale The Plain Dealer di Cleveland parlano della strip. Poi, nel 1987, la Andrews McMeel Publishing, l’editrice che possiede l’Universal Press, pubblica il primo volume intitolato semplicemente Calvin and Hobbes, che ne raccoglie le strisce e tavole uscite fino all’agosto 1986, introdotte dal fumettista Garry Trudeau.
A sorpresa, il successo è enorme.

Lettura annoiata del proprio autore sul “Los Angeles Times”, 1987

 

In breve, i giornali che pubblicano la striscia diventano 250. Bill Watterson, a 28 anni, è il più giovane autore a ricevere il prestigioso premio Reuben, come miglior fumettista del 1986. Gli vengono dedicati diversi articoli e interviste sul Los Angeles Times, sul Philadelphia Enquirer, sul Dallas Morning News

Pose artistiche, da un’intervista su “Honk!” del 1987

 

Fin dalle prime dichiarazioni, come quelle rilasciate alla rivista Honk!, Bill Watterson sostiene che i fumetti dovrebbero essere trattati come una forma d’arte a tutti gli effetti.
Intanto la sua strip inizia a uscire anche all’estero. In Italia appare su Linus dal novembre 1987, anche se le prime strisce vengono saltate e recuperate in seguito.

Raccolta Linus del Giugno 1996 con disegno primaverile da una tavola del 1987

 

Per sfruttare tempestivamente l’improvviso successo, l’editor dell’agenzia Lee Salem chiede a Watterson di produrre o delegare la produzione di oggetti collegati alla serie, ma l’autore è contrario a qualunque tipo di sfruttamento commerciale, né vuole che i suoi personaggi possano essere manomessi da altri.

Tuttavia il dialogo con l’agenzia per il momento si mantiene su un piano amichevole e, tra il 1987 e il 1988, Bill Watterson accetta di realizzare due calendari di Calvin & Hobbes, che restano tra i rari oggetti ufficiali di merchandising.

Calendario di Calvin & Hobbes del 1987

 

Intanto Calvin continua a opporsi agli adulti e alle loro regole, calandosi nelle vesti di eroici personaggi come il detective privato Tracer Bullet o il supereroe Stupendous Man (Stupendoman).
Andato a ruba il primo libro, nel 1988 esce il secondo, Something Under the Bed is Drooling (C’è qualcosa che sbava sotto il letto).

Secondo volume di Calvin and Hobbes, 1988

 

Strisce e tavole dei primi due volumi, presto esauriti e ristampati, vengono anche riproposte in formato più grande nel libro The Essential Calvin and Hobbes, introdotte nientemeno che da Charles Schulz.
Sul retro della copertina sono ben riconoscibili gli edifici e le strade di Chagrin Falls, devastati da un gigantesco Calvin.

Strade di Chagrin Falls sul retro di “The Essential Calvin and Hobbes”, 1988

 

Forte del suo successo, nella tavola domenicale a colori del 28 agosto 1988, Bill Watterson può permettersi una cosa inaudita per i fumetti dei quotidiani. Invece delle solite tre strisce rimpaginabili a seconda delle esigenze grafiche delle varie testate, disegna un’unica grande vignetta percorsa dai suoi personaggi. Anche se dovrà disegnarla in due formati, orizzontale e verticale, per accontentare in parte i quotidiani.

Tavola innovativa di Calvin & Hobbes del 28 Agosto 1988

 

È il primo chiaro segnale della sua insoddisfazione della costrizione nella rigida gabbia grafica. Inoltre, di lì a poco il rapporto col suo editor, finora idilliaco, rischierà di guastarsi… come vedremo nel prossimo articolo.

 

 

(Da La seconda cosa)

 

 

 

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