LA PRIMA VOLTA DI TARZAN IN ITALIA

LA PRIMA VOLTA DI TARZAN IN ITALIA

Nell’articolo dedicato alla nascita deL’Audace(vediqui), l’anti-AvventurosodellaSaevdi Lotario Vecchi, abbiamo detto che il fantascientificoBrick Bradfordpassa molto presto dalla prima pagina del settimanale a quelle interne, abbandonando anche il disegno della testata, e ciò perché non incontra il favore dei lettori. Questo è senz’altro vero, ma forse c’è anche qualcosa d’altro. Probabilmente si tratta anche di una forma di autocensura: Brick e le sue eroine sono davvero troppooséeper gli autoritari genitori, insegnanti, sacerdoti che controllano con attenzione le letture dei ragazzini. Al posto di Brick Bradford, in prima pagina e nel disegno della testata, dal numero 73 (come del resto abbiamo già visto nell’articolo precedente), c’è ilTarzana fumetti: sono letavole domenicalidisegnate daHarold Rudolph Fostere, dal punto di vista squisitamente grafico, i lettori ci guadagnano.Le tavole che pubblica L’Audace sono infatti le più mature della serie, formalmente perfette, probabilmente tra le migliori cose dellasyndicationamericana di tutti i tempi. Il Tarzan di Foster è anche all’origine del fumetto “naturalistico-avventuroso” americano e di conseguenza italiano: sono infatti iniziate il 15 marzo 1931, a opera diRex Maxon, passando nelle magiche mani del futuro autore diPrince Valiantgià dal 27 settembre di quell’anno.I lettori del 1935 non lo possono sapere, ma negli anni precedenti,Alex Raymondha letteralmente saccheggiato le tavole del Signore della Giungla, specie quelle del ciclo “egiziano” (1932-1933), e intere sequenze diTarzansi ritrovano nelFlash Gordondegli inizi. Forse il seminudo Tarzan, rispetto a Brick Bradford, è considerato meno morboso, più “naturale”, anzi addiritturanaturista: negli anni trenta, del resto, il nudismo fa parte delle novità di una certa cultura “alternativa”, pre-ecologica e perfinopre-nazista. Forse non a caso, all’epoca delle proibizioni fasciste, si tenterà di camuffare Tarzan da eroe germanico, con il nome di Sigfrido… L’aspetto più notevole dell’arte di Harold Foster è che sembra nascere già “adulta” addirittura nel 1929, quando il maestro di Halifax adatta indaily stripil primo romanzo diEdgar Rice Burroughs. Ciò a differenza dei suoi colleghiRaymondeCaniff, per citare solo i due nomi massimi, che hanno un periodo di maturazione più o meno lungo. Foster, invece, padroneggia in modo totale il disegno della figura umana fin dalla prima striscia: capacità senz’altro dovuta anche al lungo lavoro di illustratore nel campo pubblicitario, ma soprattutto a uno straordinario dono di natura. Harold Foster disegna una giungla tutt’altro che impressionistica, anzi ritrae quasi foglia per foglia. Le sue belve sono realistiche; le prestazioni atletiche del protagonista e dei comprimari, maschili e femminili, degne di un manuale di anatomia per artisti, ma con un effetto di estrema naturalezza. Straordinaria anche la resa dei “cattivi”. Il caso vuole che L’Audace inizi a pubblicare Tarzan più o meno in corrispondenza di uno dei migliori episodi della serie, quello che vede protagonista ilvillainDester Molu, mefistofelico europeo che ha asservito una tribù di ingenui africani (siamo nel 1935, perbacco, la correttezza politica è di là da venire). Intanto, nelle pagine interne de L’Audace,Brick Bradfordappare con il suotopper,The Time Top, che anticipa nuovi sviluppi nelle trame domenicali del biondo eroe diWilliam RitteClarence Gray: Le tavole domenicali diRadio Patrol, diEddie SullivaneCharlie Schmidt, proseguono nella loro descrizione senza veli di periferie urbane spietate, per certi aspetti più veritiere dei film di “gangster” dei primi anni trenta. La primacontinuitydi un certo spessore narrativo è la storia con il “cattivo” chiamatoIl Cuffia, capo di una gang che è quasi una “comune del crimine”. Dicevo che ilTarzana fumetti diHarold FostersuL’Audacedel 1935 non è alla sua prima apparizione in Italia. Lestrisce giornalieredel 1929 appaiono nel 1934, abbastanza clamorosamente, su una pubblicazione non per ragazzi, ovvero la collana di narrativaI romanzi di cappa e spadaedita da Mondadori, a partire dal numero 24. Da notare le copertine diGino Boccasile, al cui colpevole oblio ha cercato di ripararePaola Biribanticon un bel saggio edito da Castelvecchi(si vedaquil’articolo di Giornale POP – NdR). Ma non è del grande Gino che stiamo parlando. In seconda e in terza di copertina, su carta patinata bianca, è meravigliosamente stampato, appunto, il Tarzan di Foster. (Tarzan™ © Edgar Rice Burroughs, Inc.) La pubblicazione del primo episodio continua ininterrotta suiRomanzi di cappa e spadafino al n. 43 del 14 luglio 1935. Ecco, in ordine sparso, alcune altre splendide copertine di Boccasile, con i relativi interni “fosteriani”.