COME NASCE UNO SLOGAN DI SUCCESSO
Milton Glaser, designer già rinomato, sedeva nel taxi che procedeva lungo Park Avenue, lasciando vagare la mente. Aveva ricevuto una commissione per una campagna di promozione turistica. Una cosa piccola a cui non attribuiva molta importanza, tanto che aveva accettato di farla “pro bono”, cioè gratis. La mente vagava, e d’improvviso ecco l’idea. Glaser afferra l’unica cosa disponibile a portata di mano per fissarla su carta, una busta da lettera, sul retro della quale scarabocchia una i maiuscola, il simbolo di un cuore e le iniziali dello Stato di New York che lo aveva incaricato della campagna promozionale.Quei quattro segni a matita vergati frettolosamente sulla busta sono oggi esposti al Moma, il Museum Of Modern Art, tra mille opere d’arte. Giustamente, perché da quello scarabocchio è nato lo slogan di maggior successo di tutti i tempi. Prima realizzato disteso su una sola riga, e poi rimontato su due come oggi è universalmente conosciuto, quel piccolo logo è probabilmente il più conosciuto al mondo. Forse in termini di richiamo turistico chi l’aveva commissionato non ne ha tratto tutto il vantaggio sperato, giacché per tutti è diventato in realtà il “marchio” della città di New York, ma per quanto riguarda lo sfruttamento commerciale è stato il più grosso affare del secolo: costato zero, porta ogni anno all’incirca trenta milioni di dollari di royalties nelle casse del dipartimento del turismo dello Stato di New York.Milton Glaser, che in quel pomeriggio del 1976 ebbe la folgorante e fortunata intuizione, all’epoca era già famosissimo. Negli anni Sessanta aveva realizzato fra l’altro il più noto poster di Bob Dylan, quello con la silhouette del suo profilo sormontata da una massa di capelli resa con disegno psichedelico. Oggi sorride ripensando a a quel colpo di genio che, se lo ha portato in una sala di museo, dal punto di vista economico è stato un disastro, non avendogli fruttato neppure un centesimo.