MOONCOP, LA MONOTONA VITA SULLA LUNA

MOONCOP, LA MONOTONA VITA SULLA LUNA

Poco alla volta, la colonia lunare si sta spopolando, riducendo inesorabilmente il numero dei suoi abitanti. L’ultimo poliziotto rimasto in servizio sullaLuna, ilMooncop, è impegnato nel suo giro d’ispezione quotidiano, fatto di monotonia e routine. Colonizzare lo spazio è probabilmente una delle imprese più difficili che l’uomo possa concepire, se non la più ambiziosa. Che poi si tratti anche di una cosa particolarmente eccitante, questo è tutto un altro discorso.Almeno così la pensaTom Gauld, cartoonist scozzese già autore diThe Gigantic RoboteBaking With Kafka(edito anche in Italia da Mondadori con il titolo di “In cucina con Kafka”), oltre che collaboratore di The Guardian, The New York Times e The New Yorker. Mooncopracconta le vicissitudini di un anonimo agente di polizia in servizio di pattuglia sulla superficie lunare, in una base a corto di finanziamenti e in declino. È un luogo in cui nessuno ha più voglia di stare e che lentamente si sta svuotando, come un paese aggirato da una nuova superstrada che lo ha “tagliato fuori”.Il tasso di successo del suo servizio di polizia è del 100%, perché non ci sono crimini da risolvere o misteri da svelare, ma solo compiti di routine e occasionali situazioni al limite del banale, che inducono a un senso di noia sempre più profondo. Recuperare una ragazza in fuga da riportare a casa, discutere con un robot psicologo (dalle fattezze molto simili a R2-D2/C1-P8) con problemi di funzionamento o cercare un cane che si è perso, sono il massimo a cui può ambire.Come nel “nostro mondo”, anche qui il progresso tecnologico ha ripercussioni sulla vita delle persone rimpiazzate da robot (il robot terapista) e le attività diventano “smart”: ilLunar Donuts, bar dove il protagonista acquista le sue ciambelle e il caffè (nemmeno sulla Luna i poliziotti possono fare a meno di ciambelle e caffè) è letteralmente buttato nella spazzatura e sostituito con unmini-caffè.La luna è dura e ancora poco popolata, nonostante una colonizzazione già iniziata da anni.Eppure, questa arida “terra”, inframezzata da edifici prefabbricati, riesce comunque a trasmettere una sensazione di purezza, una bellezza inaspettata che affascina e a modo suo incanta. I disegni, al limite del minimale, e i pochi dialoghi quasi poetici sottolineano con efficacia la sensazione di inesorabile inutilità che la monotonia di una vita di lavori ripetitivi porta con sé. E poi c’è il blu, unico colore presente ovunque, come a ricordare la vastità dello spazio, infinito nella sua grandezza eppure così piccolo e noioso per gli abitanti della colonia lunare. Tom Gauld Nonostante l’evocativo titolo da film d’azione,Mooncopè una piccola storia, tranquilla e pacata. Non ci sono conflitti o azione sfrenata, niente intrecci o complotti nella sua trama.Mooncopè un racconto nostalgico che guarda con amore alla fantascienza classica, ipotizzando che un giorno veramente l’uomo abiterà sulla Luna. Ma è anche un racconto sulla vita cittadina, con le sue abitudini, le contraddizioni e la routine quotidiana.Quella cheTom Gauldci racconta è una storia delicata e intelligente, che riesce a tratteggiare con umorismo l’amarezza dello sgretolamento di un’utopia.InMooncopc’è divertimento e c’è meraviglia. Ci sono momenti che strappano un sorriso e altri che fanno pensare, spesso fanno entrambe le cose contemporaneamente. Quando lo avrete finito di leggere, chiuso il libro, verrete pervasi da un sensodolce/amaroche vi resterà impresso nella mente. (Mooncop, 2016) storia e disegni: Tom Gauld Mondadori / Oscar Inkpag. 100colore (blu)cartonato2019