ASTERIOS POLYP DI DAVID MAZZUCCHELLI

ASTERIOS POLYP DI DAVID MAZZUCCHELLI
Asterios Polyp è un cinquantenne di successo un po’ arrogante, famoso architetto “di carta” (autore di splendidi edifici che non vengono però mai realizzati) e accademico americano. È sposato con Hana, una giovane artista. Ma le cose cambiano: a causa del suo egoismo il suo matrimonio si sgretola e la sua bella casa viene distrutta da un incendio provocato da un fulmine. Di tutti i suoi averi riesce a portare in salvo solo tre oggetti appartenenti al passato: l’accendino di suo padre, un coltellino svizzero e l’orologio preferito. Ormai a pezzi, comincia una nuova vita trasferendosi nel luogo più lontano che riesce a raggiungere con i soldi che ha in tasca: Apogee, una piccola città della provincia americana dove nessuno lo conosce. Qui trova lavoro come meccanico d’auto e ha modo di incontrare persone inaspettate, sagge come solo le persone semplici sanno essere. Sarà l’occasione per una rinascita che lo porterà alla scoperta di una nuova condizione umana, a prendere coscienza del mondo che lo circonda guardandolo come non lo aveva mai visto prima e a scoprire l’umiltà. Asterios Polyp Dopo aver lasciato il segno nei fumetti negli anni ottanta su Devil (Born Again) e Batman (Year One), entrambi su testi di Frank Miller, David Mazzucchelli si è indirizzato a storie più personali che lo hanno portato alla pubblicazione di opere quali “Città di vetro”, trasposizione a fumetti dell’omonimo romanzo di Paul Auster realizzata in collaborazione con il fumettista e scrittore Paul Karasik e, nel 2009, alla realizzazione della straordinaria graphic novel Asterios Polyp. Scorrendo le 340 e più pagine di questo imponente romanzo grafico, quello che salta subito all’occhio è lo straordinario talento di Davide Mazzucchelli e l’incredibile evoluzione stilistica effettuata dall’artista dopo gli anni ottanta. La scelta dei colori spazia da un dominante viola all’uso di rosso, giallo e blu, con la maggior parte delle tavole caratterizzate dalla prevalenza di un unico colore dominante. Giocando con i colori e le sfumature, l’autore rende palpabili i cambi d’umore dei personaggi. Oltre ai colori, Mazzucchelli interviene anche sulla scelta dei font utilizzati per i dialoghi, che sono specifici per ogni personaggio adattandosi alla loro personalità. Ogni personaggio è quindi caratterizzato da un proprio peculiare modo di esprimersi: se il protagonista beneficia di un carattere maiuscolo (classico per il fumetto) lo stesso non avviene per Hana, per la quale è utilizzato il minuscolo. E così via per ogni altro personaggio coinvolto nella storia, caratterizzato da un particolare stile, oltre che nel modo di esprimersi e nell’indole personale, come il simpatico Stiff, proprietario del garage in cui Asterios trova lavoro, che si esprime con errori grammaticali e di espressione. Molte tavole sono anche caratterizzate dalla totale assenza di dialoghi, ciononostante riescono comunque a “parlarci” con una costruzione pressoché perfetta. Davide Mazzucchelli dimostra di saper unire estetica e narrazione in modo assolutamente magistrale, incantando il lettore a ogni pagina. Il mondo del protagonista è mostrato attraverso tavole dominate da una presenza geometrica, a sottolineare l’indole di Polyp architetto, mentre Hana è invece caratterizzata da composizioni più brillanti, che ne evidenziano il carattere dolce e fantasioso. L’autore non si accontenta mai delle impostazioni delle sue tavole, passando da una classica narrazione a tre strisce usata per l’avanzamento della storia ad altre più libere con vignette grandi, costruite in modo da restituire un’idea impressionistica. Sfogliando il volume la prima volta le scelte cromatiche e la costruzione delle tavole ci catturano stupendoci. Prima per la loro particolarità, e immediatamente dopo per il senso di perfetta fusione che tutti gli elementi presenti raggiungono, mescolandosi l’uno con l’altro. Asterios Polyp Asterios Polyp Asterios Polyp La storia viene raccontata attraverso una serie di capitoli che fondamentalmente si traducono in sguardi sul passato e sul presente di Polyp. Un muoversi attraverso il tempo per raccontare la caduta e la rinascita di un uomo pieno di sé e arrogante. Ma l’arroganza di Asterios Polyp, che si manifesta già dal suo viso (mento poco pronunciato e sguardo che tende a squadrare verso il basso il suo interlocutore) o anche quando afferma i concetti sui quali ruotano sia la sua vita che il suo lavoro, è solo un tratto di un personaggio complesso e affascinante. Nel corso di tutto il lungo racconto avremo modo di conoscerlo sempre meglio, insieme a una serie di vari comprimari altrettanto ben delineati, che formano un intrigante e variegato cast di umanità. Ci sono poi alcuni momenti liberati dal “peso” della trama, utilizzati dall’autore come punto di riflessione, un passaggio per addentrarsi ancora di più nel personaggio, a volte al limite dell’esoterico.   Due parole doverose sull’edizione italiana curata da Coconino Press, che si avvale dell’ottima traduzione dello scrittore Francesco Pacifico. Ottima sotto ogni punto di vista, pressoché identica all’originale, mostra una cura non indifferente anche grazie a un lavoro di lettering veramente eccezionale. Lo stile di David Mazzucchelli, sempre più sulla strada della “semplicità” figurativa è chiaro e personale, nel suo insieme sempre piacevole. Ogni particolare non è inserito per caso, fa parte di una struttura più ampia e complessa, come quella di una delle splendide abitazioni progettate (e mai costruite) da Asterios Polyp. Questo volume è lo specchio dell’arte di David Mazzucchelli, che compie un ulteriore balzo in avanti, divenendo un punto di riferimento per chiunque voglia cimentarsi nell’arte di raccontare storie attraverso il fumetto. La fusione tra contenuto e mezzo raggiunge qui il suo livello di massima intensità, riuscendo a mettere in scena una vicenda umana senza eccedere in nessuna delle sue parti, conservandone tutte le emozioni. Asterios Polyp in sé non è una storia particolare, ne abbiamo già lette altre che parlano di caduta, rinascita e redenzione. Ma raccontata così, come ha fatto Mazzucchelli, non si era mai vista prima.    

Asterios Polyp

sceneggiatura, disegni e colori: David Mazzucchelli

traduzione: Francesco Pacifico

Fandango Editore Coconino Press pag. 344 colore cartonato 2011

   

2 commenti

  1. Già in Cerebus ricordo che Dave Sim faceva un uso molto pesante ma comunque molto interessante della calligrafia, del cosiddetto lettering. Non penso di aver visto altrove una calligrafia così ricca e variegata. Bravo Sim! Specialmente se paragonata ai soliti font usati nei fumetti standard e standardizzati che si trovano in giro.

  2. Bell’articolo su un fumetto-capolavoro. Mazzuccheli racconta una storia come la può raccontare solo un fumetto, non un film né un romanzo, utilizzando al massimo il mezzo che ha a disposizione.

Scrivi un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.I campi obbligatori sono evidenziati con *

Dichiaro di aver letto l'Informativa Privacy resa ai sensi del D.lgs 196/2003 e del GDPR 679/2016 e acconsento al trattamento dei miei dati personali per le finalità espresse nella stessa e di avere almeno 16 anni. Tutti i dati saranno trattati con riservatezza e non divulgati a terzi. Potrò revocare il mio consenso in qualsiasi momento, integralmente o parzialmente, con effetto futuro, ed esercitare i miei diritti mediante notifica a info@giornalepop.it

You may use these HTML tags and attributes: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <s> <strike> <strong>

*