LA DIVINA MEGARETTE DI ANDREA PIRONDINI – ART POP!

Il nuovo ospite diArt Pop!èAndrea Pirondini, già collaboratore di Giornale Pop con l’articoloIllustrare dinosauri con la paleoartee creatore dell’ambizioso progetto fumettisticoMegarette.La sua formazione professionale avviene alla Scuola del Fumetto di Milano agli inizi degli anni Novanta. Lavora come illustratore e grafico in vari settori, all’interno dello staff marketing di un gruppo industriale bolognese; in qualità di graphic designer e editing video produce manualistica, depliant, allestimento cataloghi e pannellistica per eventi fieristici.Ha collaborato a testate nazionali e locali come illustratore, vignettista, caricaturista e adattatore grafico.Come grafico, insieme ai colleghi diPrehistoric Minds, lavora per parchi, musei ed enti pubblici e privati. Andrea Pirondini: lavori per “Il giornale di Carpi” Oggi presentiamo un suo progetto fumettistico, ma prima di vedere di che cosa si tratta vorrei fargli una domanda perché, scavando in Rete, ho scoperto che ha curato la grafica e l’immagine della mostra itinerante a tema preistoricoDinosauri in Carne e Ossa, realizzata da GeoModel di Mauro Scaggiante. Grafiche e catalogo della mostra Spinosaurus di National Geographic Paleoaquarium di Genova La preistoria è una delle mie passioni più forti e radicate, mentre il disegno è una capacità che mi sono ritrovato ad avere. Qualche anno dopo la frequentazione della Scuola del fumetto ho smesso di avere velleità di disegnatore professionista per diventare grafico.Ma la passione per il disegno, il fumetto e l’arte in generale, sono rimasti forti e qualche anno fa le mie capacità creative sono migrate verso la vecchia passione per la preistoria: non ci si può immaginare quanto sia bello poter fare grafiche unendo i testi di grandi paleontologi con le illustrazioni di grandi paleoartisti, e conoscere le più recenti scoperte del settore prima ancora di venire annunciate!E così, le mie grafiche sono presenti alle mostre Dinosauri in carne e ossa e Paleoaquarium, alla mostraSpinosaurusdi National Geographic, nella Sala dei dinosauri del Museo geologico di Bologna e così via.Ho la fortuna di lavorare in un mondo “magico”, e l’occasione di conoscere paleontologi e geologi di fama internazionale con i quali partecipo a campagne di scavo. Per me è come tornare bambino. La scienza di Megarette “Megarette”è un progetto fumettistico e fantascientifico in progress, visto che è in corso di pubblicazione online e la sua fruizione è gratuita. Il progetto nasce nell’ormai lontano 2013 dal sottoscritto,Andrea Pirondini(soggetto e sceneggiatura), e dall’amicoAldino Rossi(disegni) in una afosa giornata di un’estate piacentina. Complice forse il caldo, i nostri cervelli si sintonizzarono su un’unica idea, quella di dare vita a questo progetto: Megarette!Non sono un professionista e questa è la mia prima prova impegnativa come sceneggiatore. Di seguito alcune tavole diAldino Rossi. “Megarette” è una storia di fantascienza che parla anche dell’evoluzione umana. Per quanto la storia sia di fantasia e poggi sulle paure ataviche del passato, che ritorna per vendicarsi, e del complotto di una società segreta (in questo caso un’intera specie umana alternativa alla nostra), ha però la pretesa di fondarsi su ricerche e dati scientifici reali.Essendo, come dicevo, un appassionato di preistoria, mi sono avvalso di diverse consulenze scientifiche: per questioni biologiche e paleontologiche ho avuto il parere dei paleontologi Simone Maganuco e Andrea Cau, mentre per l’aspetto psicologico e cognitivo del primitivismo, fondamentale nella storia, ho avuto l’aiuto di Leonardo Ambasciano, storico delle religioni, che mi ha instradato verso concetti e testi interessanti.La scienza presente in Megarette funge quindi da base realistica per il racconto, ma conoscere scienziati e frequentare i luoghi dove operano è stato molto utile per definire i character dei genitori della protagonista, il padre paleoantropologo e la madre chimica. L’obiettivo è anche di trasmettere l’essere umano che sta dietro a figure spesso utilizzate nelle opere di finzione come semplici metafore della paura della modernità e cecità del progresso scientifico nei confronti dell’individuo.Alla fine, i due scienziati sono soprattutto persone, dominate da sentimenti come passione, paura e amore, tormentati dai dubbi e dalle difficoltà della vita, come ciascuno di noi. Poi c’è la scienza dei “cattivi”, i Neanderthal, la specie umana occulta e misteriosa… Ma della loro scienza non è dato sapere in cosa consista. Non sono la scienza e la tecnologia che conosciamo e non le possiamo comprendere, e qui mi appello allaterza leggedi Clark: “Qualunque tecnologia sufficientemente avanzata è indistinguibile dalla magia”. Alcune tavole diGiacomo PilatoperMegarette. Giacomo Pilato: Megarette (Mito Iena) Giacomo Pilato: Megarette (Mito Primo) Giacomo Pilato: Megarette (Mito Rabbia) La domanda centrale della vicenda è: se esistesse un’altra specie umana sulla Terra, e quindi non fossimo così unici come crediamo? Lo sviluppo della vicenda segue i passi di Anna, una ragazzina portatrice di poteri straordinari e quindi capace di trasformarsi nella divina gigantessa Megarette, un gigante dalla pelle d’acciaio in cui nelle sue vene scorre metallo fuso, nata da un effetto collaterale di un farmaco sperimentale somministrato ad Anna da bambina per salvarle la vita.Attraverso le avventure della bambina, il lettore ripercorre le drammatiche vicissitudini della specie umana tra passato, presente e futuro, tra neo-primitivismo, catastrofismo, post-apocalittico, bellicosi robottoni e mostri giganti evocati da forze oscure.La storia si intreccia tra un presente indefinito e un futuro di circa trecento anni a venire. In questo futuro l’umanità è regredita allo stadio tribale per mano di un’altra umanità ritenuta estinta, i Neanderthal, rimasta nascosta per millenni e cresciuta all’ombra della civiltà sapiens (la nostra civiltà), fino al momento in cui viene messa a punto l’arma adatta a sgominare la specie umana dominante: giganteschi miti bestiali, chimerici, rappresentazione delle paure ancestrali dell’uomo e simbolo dell’accanimento umano verso la natura. A combatterle, al fianco di Anna/Megarette, un gruppo di robot giganti, residuati bellici di una guerra persa trecento anni prima. Alcune tavole diFabio Govoni. Con il tempo mi sono accorto che con le forze di un solo disegnatore,Aldino Rossi, per giunta disponibile solo extra lavoro, era impossibile procedere in tempi umani su un progetto di 300 pagine. Questo mi ha messo nella condizione di cercare nuovi disegnatori, compito che per vari motivi non è stato facile come potrebbe sembrare.La scelta è andata inizialmente suGiacomo Pilato, giovane disegnatore già visto in Robotics pubblicato da Shockdom, e successivamente suFabio Govoni, pittore dallo stile pop-fumettistico con un passato da fumettista (Ironheart, pubblicato da Il marchio giallo). Due professionisti e due persone che stanno dando un grande contributo anche in termini di entusiasmo e coinvolgimento.Nel frattempo, per motivi personali Aldino Rossi ha abbandonato il progetto, ma il suo lavoro iniziale con le tavole, i disegni e l’invenzione visiva del mondo megarettiano, lo fanno comunque autore quanto me.Da parte mia, coordinare il lavoro con più disegnatori è molto stimolante, ma richiede anche tanta attenzione nel fornire il giusto materiale informativo e di riferimento per creare più coesione visiva possibile nonostante gli stili siano palesemente diversi fra loro, cosa che va percepita però come un valore e non certo come difetto. Altre tavole diGiacomo Pilato. Addirittura, per la produzione del materiale di riferimento riguardante i robottoni presenti nella storia, è stato necessario creare dei modelli tridimensionali digitali. Siccome non volevo dei semplici mecha umanoidi, a eccezione di un paio per questioni narrative, la loro ideazione è stata piuttosto lunga, ma il risultato del tutto soddisfacente. Giacomo Pilato si è occupato del design dei più particolari a cuiDaniele Cattarin, designer industriale, ha dato caratteristiche funzionali e creato i modelli tridimensionali.Insomma, un gran lavoro di squadra ancora in divenire, sostenuto solo dalla passione e dalla voglia di esprimere idee, senza ancora un editore alle spalle e senza nulla da vendere, e con un dialogo diretto col pubblico tramite i social. Modelli tridimensionali diDaniele Cattarin. Daniele Cattarin: modello tridimensionale per Megarette Abbiamouna paginadi facebook: lì si può leggere la storia e scoprire il mondo che gravita intorno a Megarette. Un in bocca al lupo dalla redazione! Andrea Pirondini