LE BIZZARRE AVVENTURE DI JOJO
History is littered with hundreds of conflicts over the future of a community, group, location or business that were “resolved” when one of the parties stepped ahead and destroyed what was there. With the original point of contention destroyed, the debates would fall to the wayside. Archive Team believes that by duplicated condemned data, the conversation and debate can continue, as well as the richness and insight gained by keeping the materials. Our projects have ranged in size from a single volunteer downloading the data to a small-but-critical site, to over 100 volunteers stepping forward to acquire terabytes of user-created data to save for future generations. The main site for Archive Team is atarchiveteam.organd contains up to the date information on various projects, manifestos, plans and walkthroughs. This collection contains the output of many Archive Team projects, both ongoing and completed. Thanks to the generous providing of disk space by the Internet Archive, multi-terabyte datasets can be made available, as well as in use by theWayback Machine, providing a path back to lost websites and work. Our collection has grown to the point of having sub-collections for the type of data we acquire. If you are seeking to browse the contents of these collections, the Wayback Machine is the best first stop. Otherwise, you are free to dig into the stacks to see what you may find. The Archive Team Panic Downloadsare full pulldowns of currently extant websites, meant to serve as emergency backups for needed sites that are in danger of closing, or which will be missed dearly if suddenly lost due to hard drive crashes or server failures. Le bizzarre avventure di Jojo, diHirohiko Araki, è uno dei manga di maggior successo. Lo stile particolare di Araki, con le pose innaturali che fa assumere ai suoi personaggi, gli abbigliamenti strani e le acconciature improbabili hanno fatto sì che la sua opera sia stata citata, omaggiata da diversi media dell’intrattenimento, dagli anime ai videogame. Un successo figlio di un’intuizione che ha sconvolto le intenzioni originali dell’autore, che come vedremo, era orientato a prendere una certa strada, ma a un certo punto si è ritrovato a imboccarne una completamente diversa. La carriera di Hirohiko Araki inizia nei primi anni ottanta, quando esordisce con il mangaMagical BTsul settimanale Shonen Jump. La storia tratta le vicende di un astuto e diabolico ragazzino che tramite raffinati giochi di prestigio risolve crimini e misteri. Nel 1984 sforna il suo primo successo conBaoh, la storia di un ragazzo infettato da un parassita creato in laboratorio che lo rende inarrestabile, e dei suoi tentativi di sfuggire a un’organizzazione governativa che lo vuole rapire per utilizzarlo a scopi militari. Un anno dopo, nel 1985, esceGorgeus Irene, un’apparentemente ingenua ragazzina capace di tramutarsi in un’astuta e spietata assassina. Tutte queste opere verranno pubblicate nel nostro paese dalla Star Comics soltanto quando Araki si sarà affermato a livello internazionale grazie alla sua opera principale, Le bizzarre avventure di Jojo.Concepita originariamente come una trilogia, questo fumetto sarà il lavoro che gli farà ottenere fama e prestigio e a cui il suo nome sarà legato per sempre. Pubblicata dall’editoreShueishasuUltra Jump, la storia inizia nel 1898, alla fine dell’Ottocento, nell’Inghilterra vittoriana.Jonathan Joestar detto Jojo, rampollo di una ricca famiglia, vede il suo mondo crollare quando il padre per saldare un debito di riconoscenza adotta il giovaneDio Brando. Questi, astuto e diabolico, cerca di appropriarsi del patrimonio della famiglia Joestar screditando l’erede legittimo Jojo per accaparrarsi i favori del patriarca. I due giovani diventano acerrimi rivali, specie quando a causa di una misteriosa maschera di pietra, rinvenuta in uno scavo archeologico e alla quale Jojo stava dedicando i suoi studi, Dio Brando si trasforma in un micidiale e spietato vampiro. Per fermare l’avversario, Jojo deve imparare a padroneggiare, grazie alle lezioni del maestro Will A. Zeppelli e al sostegno dell’ex ladro Speedwagon, le onde concentriche. È un’energia generata tramite un particolare ritmo della respirazione che permette di sconfiggere i vampiri. L’inevitabile confronto tra Jojo e Dio culmina in una battaglia che vede il nostro eroe trionfare, almeno in apparenza. La testa di Dio Brando in realtà è sopravvissuta e costringe Jojo a un ultimo scontro finale che gli costa la vita, mentre assieme all’amata Elena stava andando in America in nave. Per questa storia dai toni horror lo stile di Araki si rifà palesemente a quello diTestuo HaradiKen il guerriero: saltano all’occhio i rimandi al celebre manga, all’epoca un successo planetario. Le muscolature ipertrofiche, le scene splatter, le mosse di combattimento ricordano quelle del fumetto sul maestro di Hokuto. Persino le corporature dei due protagonisti, il moro e massiccio Jojo e il biondo e raffinato Dio ricordano quelle di Kenshiro e del suo rivale Shin. Araki fin da questo primo capitolo chiama i personaggi della sua saga con nomi che rimandano a famose band musicali del rock, una consuetudine che diverrà uno dei tratti distintivi dei suoi lavori.Il fumetto ha successo e continua in un secondo arco narrativo, dove il protagonista è il nipote di Jonathan,Joseph Joestar. Nel 1938 i nazisti risvegliano i misteriosiUomini del pilastro, esseri immortali la cui esistenza si è sviluppata parallelamente a quella umana, ma dotata di capacità fisiche immensamente superiori. Sono i creatori della maschera di pietra che aveva trasformato Dio Brando in vampiro 50 anni prima, adesso vanno alla ricerca di una misteriosa pietra rossa dell’Asia grazie alla quale diventerebbero esseri supremi in grado di conquistare il mondo. Sta al nuovo Jojo cercare di fermarli, insieme all’amico Ceaser Antonio Zeppelli, nipote italiano di Will, e alla misteriosa Lisa Lisa, maestra della tecnica delle onde concentriche (che scopriremo essere la madre dello stesso Joseph). Lo stile grafico è ancora debitore di Ken il guerriero, sebbene Hirohiko Araki inizi lentamente a crearsi uno stile personale. Innanzitutto, la storia è decisamente meno cupa rispetto al capitolo precedente e al manga di Kenshiro.Joseph è un protagonista allegro, il quale, più che alla forza fisica, fa ricorso all’astuzia e all’intelligenza per vincere sui suoi avversari. La storia si svolge in diversi luoghi, da New York al Messico, per poi passare a Roma e Venezia (Araki è un amante dell’Italia), fino a Saint Moritz, in Svizzera, fatto che obbliga l’autore a curare le ambientazioni.Araki inizia anche a disegnare quelle pose plastiche e quegli abbigliamenti eccentrici che diventeranno celebri nel corso del tempo. Ma è con il terzo capitolo che Le Bizzarre Avventure di Jojo esplode definitivamente, entrando nell’immaginario degli appassionati. La terza serie, ambientata nel 1988, doveva nelle intenzioni originali chiudere la saga delle Bizzarre avventure di Jojo, invece si rivelerà il vero punto di partenza per la carriera di Araki e la mitologia legata a Jojo. Scopriamo che Dio Brando non è morto come si credeva alla fine della prima saga. La sua testa è riuscita a impossessarsi del corpo di Jonathan e a nascondersi all’interno di un baule, ripescato poi da alcuni marinai che lo riportano in vita dopo un secolo. Facciamo la conoscenza del nipote di Joseph,Jotaro Kujo, nato dal matrimonio della figlia di Joseph, Holly, con un musicista giapponese.Jotaro, teppista dal carattere apparentemente freddo e anaffettivo, sembra posseduto da un misterioso spirito invisibile alle altre delle persone. Sarà suo nonno a rivelargli la vera essenza di quella presenza: è unostand, un potere sovrannaturale che alcuni uomini sviluppano e che dona loro poteri incredibili. Jotaro e Joseph lo hanno sviluppato quando la presenza di Dio Brando è tornata a farsi sentire. Anche la madre di Jotaro ne sviluppa uno, ma non essendo in grado di controllarlo cade in coma soggiogata da esso.Per salvarle la vita, Jotaro e suo nonno devono trovare Dio Brando, che si nasconde in Egitto, e ucciderlo entro cinquanta giorni. Ad accompagnarli nell’impresa ci sono l’indovino egiziano Mohamed Abdul, lo studente giapponese Noriaki Kakyon e il francese Jean Paul Polnareff, a cui in seguito si unirà il cane Iggy, tutti dotati di unostandche dona loro poteri unici. I sicari di Dio Brando, anch’essi dotati di letali poteristand, cercano in tutti i modi di ostacolarli.Ispirato al romanzo“Il giro del mondo in 80 giorni”di Jules Verne (in quanto i nostri devono raggiungere l’Egitto dal Giappone senza utilizzare l’aeroplano perché rischierebbero le vite di numerosi innocenti se venissero attaccati), con questo capitolo Araki prende strade narrative completamente diverse rispetto alle saghe precedenti. L’ambientazione moderna permette all’autore di caratterizzare il look dei personaggi con abiti e acconciature particolari, ispiratogli da riviste di moda come Vogue, che danno a Le bizzarre avventure di Jojo uno stile assolutamente originale e riconoscibile. Altra caratteristica di questo capitolo, che lo differenzia dai precedenti, è che non c’è più un solo protagonista, ma a turno ogni personaggio diventa l’eroe salvando la vita al resto del gruppo in una narrazione di tipo corale. Proprio l’aver concepito il concetto distandrende Jojo un prodotto originale.Lostandsi manifesta in persone con caratteristiche differenti dando abilità uniche. Dove qualità come l’astuzia, il sangue freddo portano alla vittoria, ben di più della semplice forza bruta. Sono da ricordare, in questo senso, i due incontri con i fratelli D’Arby, sicari di Dio ludopatici, nei quali i nostri si battono in partire di poker e con i videogiochi per riuscire ad avere la meglio.Glistandhanno spesso aspetti grotteschi e curiosi, i cui nomi sono ispirati dalle carte dei tarocchi prima e dalle divinità egiziane in un secondo momento, mentre i nomi dei loro portatori rimandano a famose band musicali (i Devo, gli Oingo Boingo, Vanilla Ice, Maraiah Carrie, Pet Shop Boys, Enya). Questo terzo capitolo, con una tale varietà di personaggi dalle caratteristiche uniche e bizzarre, si rivela un successo ancora più clamoroso.Dopo un tale riscontro, può Araki finire qui la serie? Ovviamente no: dopo aver trovato la strada giusta, quello che doveva essere l’ultimo capitolo di una trilogia diventa il primo mattone su cui costruire un impero L’inaspettato successo, dunque, spinge Araki ad allargare gli orizzonti del mondo di Jojo, cosa che gli permette di sperimentare altri percorsi narrativi e di discostarsi dai suoi primi lavori. Ormai è un artista maturo e il suo stile smette di ispirarsi a quello del disegnatore di Ken il guerriero. In questo quarto capitolo i personaggi non hanno più muscolature esagerate e i personaggi assumono un aspetto più snello e realistico.