I DISEGNATORI DEL RAGNO, DA DITKO A MCFARLANE

I DISEGNATORI DEL RAGNO, DA DITKO A MCFARLANE

L’Uomo Ragno è uno dei più popolari personaggi dei fumetti. Il merito di aver saputo inventare un eroe così affascinante agli occhi del pubblico va senza dubbio in primo luogo ai suoi creatori,Stan LeeeSteve Ditko.I due, dal 1962 al 1966, costruirono insieme il nucleo centrale dal quale si sviluppò un’epopea che negli anni assunse i contorni di una moderna leggenda urbana. L’Uomo Ragno di Steve Ditko Peter Parker è il simbolo più riuscito del concetto di “supereroe con superproblemi” che determinò la fama planetaria della Marvel. D’altra parte anche i numerosi sceneggiatori e disegnatori che si sono avvicendati in seguito hanno aggiunto il loro mattone nell’evoluzione del personaggio.In questo articolo vogliamo ricordare in particolare tutti i disegnatori di Spider-Man dal n. 1 al n. 300, dai primi anni sessanta alla fine degli ottanta. ASteve Ditkova riconosciuta la statura del creatore. L’Uomo Ragno è essenzialmente un prodotto delle sue frustrazioni e delle sue idiosincrasie. C’è sempre qualcosa di “strano”, di non ordinario, nelle pagine di questo grande artista, qualcosa di leggermente fuori posto che porta con sé una inesauribile energia. I personaggi di Ditko si piegano in angoli acuti come se la vignetta si stesse deformando e si relazionano l’uno con l’altro nello spazio fisico, in modo che qualcosa risulti sempre leggermente fuori campo. C’è sempre qualcosa di “sbagliato” nei disegni di Ditko che li rende perfetti. Il maestro disegnò i primi 38 numeri, inventando i principali nemici dell’Uomo Ragno. Sua è anche la storia più bella della intera saga, quella che si estende dal n. 31 al n. 33:“Il capitolo finale“. Diciamolo subito cheJohn Romitanon è un vero numero uno. Se togliamo l’Uomo Ragno il suo apporto alla storia del fumetto diventa davvero trascurabile. Eppure bisogna riconoscergli il merito della “svolta pop” che caratterizzò le avventure del Ragno sul finire degli anni sessanta. Ridefinendo la figura della bionda Gwen Stacy e dando finalmente un volto all’affascinante Mary Jane, Romita trasformò la vita di Peter Parker in unasoap opera.I lettori sembravano apprezzare le pagine dedicate alle peripezie sentimentali del nostro non più timido eroe, quasi infastiditi dai combattimenti con il cattivo di turno. Romita disegnò l’Uomo Ragno dal 1966 al 1972, realizzando numeri memorabili. Quello più acclamato è il n. 50,“Spider-Man no more”, un classico che presenta la copertina più iconica dell’intera serie. I numeri dal 76 al 81 vedono il grandeJohn Buscemaalle matite. Il suo lavoro su Spider-Man risulta però fiacco e impersonale, assolutamente non all’altezza di altre sue prove, soprattutto se pensiamo che nello stesso periodo disegnava in modo inarrivabileSilver Surfere i Vendicatori. Tra il disegnatore italoamericano e il tessiragnatele non scattò mai la scintilla.“Buscema non amava i supereroi in generale e Spidey in particolare, non capiva il fascino di un tizio che tornava a casa in silenzio per non svegliare la zia e che combatteva un tanghero vestito da folletto che volava su di un pipistrello di latta”(cit. Crepascolo). Le sue storie sono tutte prive di mordente, la migliore è forse quella dove appare Prowler, uno pseudocattivo creato sulla base di uno schizzo del giovanissimo John Romita Jr. Con il numero 89 fa la sua comparsa sulle pagine dell‘arrampicamuri uno dei protagonisti della Silver age: il grandeGil Kane. Il disegnatore lituano arrivava dalla Dc Comics, dove aveva dato ampia dimostrazione di essere uno dei più grandi anatomisti in circolazione sulle pagine di Lanterna Verde. Le sue figure squadrate e tridimensionali con tutti i muscoli al posto giusto erano un marchio di fabbrica.In numerosi episodi Gil Kane è inchiostrato dallo stesso Romita, all’epoca art director della Marvel, che se da un lato ammorbidiva i volti spigolosi di Gwen e Mary Jane, dall’altro smorzava la carica cinetica intrinseca delle figure. Nel complesso, anche se giustamente apprezzato da alcuni, Kane non riuscì mai a scaldare il cuore dei fan. La sua storia più famosa rimane la memorabile:“La notte in cui morì Gwen Stacy”, vero e proprio spartiacque generazionale. Con il n. 125 dell’ottobre 1973 le matite passano aRoss Andru. Anche Andru, come Romita e Kane, veniva dalla Dc Comics, per la quale aveva disegnato diversi numeri di Flash. Come mai la Marvel affidò il suo titolo più venduto all’ultimo arrivato è ancora oggi un mistero. Comunque Andru continuerà a disegnarlo per ben cinque anni, fino al 1978, caratterizzando l’immagine del tessiragnatele per la gran parte di quel decennio. Qualcuno definisce il suo stile come una specie di sintesi di Steve Ditko e di John Romita, ma questa francamente sembra una esagerazione. Possiamo definirlo come un bravo professionista incapace di mettere in mostra uno stile veramente originale. Lo si ricorda soprattutto per aver contribuito a mettere a punto il fortunato personaggio di Frank Castle, ovvero il Punitore, che appare per la prima volta nel n. 129. Fratello minore del grande John,Sal Buscemarealizza in totale sei numeri dell’Uomo Ragno: 154, 155, 198, 199, 266 e 272. Dotato di un talento naturale, riesce a confezionare una versione personale e caratterizzata. In un certo senso il suo lavoro risulta addirittura più di impatto di quello dell’illustre fratello, troppo svogliato sulle tavole del Tessiragnatele. Oscurato dalla lunga ombra del fratello noto per la plasticità michelangiolesca dei suoi personaggi, qui Sal si distingue per uno stile più cupo e spigoloso che mette in mostra una buona capacità di sintesi. Il suo numero più interessante è il 154, dove ha modo di cimentarsi con uno dei primi nemici dell’Uomo Ragno. Un brutale Uomo Sabbia, fermamente determinato a schiacciare Spidey come l‘insetto di cui porta il nome. Raccoglie il testimone di Ross Andru nel 1978, con il n. 186 di Amazing Spider-Man. In precedenzaKeith Pollardaveva lavorato su vari personaggi: sembrava che alla Marvel si divertissero a spostarlo da una testata all‘altra, senza lasciargli il tempo di lasciare il segno da nessuna parte. Poi all’improvviso viene fin troppo valorizzato, e tra il 1978 e il 1979 disegna i Fantastici Quattro, l’Uomo Ragno e Thor, tre fra i titoli Marvel più importanti. La sua run sulle pagine dell’arrampicamuri avviene nei numeri 186, 188, 191-195, 197 e 200-205. Il suo stile, come quello di Ross Andru, ricorda un po’ quello di tutti i suoi predecessori e manca completamente di originalità. L’apice lo raggiunge con la creazione del personaggio della Gatta Nera nel n. 194, la quale si presenta subito come una antagonista sexy, anticonvenzionale e carismatica. Lo sperimentatore di una ineguagliabile stagione di Warlock, sospesa tra surrealismo e psichedelia, disegnò un solo numero dell’Uomo Ragno, il 187. In questo albo diJim Starlinil tessiragnatele combatte contro Electro aiutato da Capitan America. Diciamo subito che siamo lontanissimi dalle impaginazioni poderose e dalle scoppiettantisplash pageche avevano caratterizzato la sua run di Warlock o diCapitan Marvel. Qui non c’è traccia di quelle esplosioni di linee cinetiche e di quelle atmosfere evocative che costituiscono il marchio di fabbrica del creatore di Thanos. Si tratta di uno Starlin assolutamente svogliato, autore di una prova incolore della quale si salvano soltanto un paio di vignette con pose plastiche di Spidey e di Capitan America. Tra il 1979 e il 1980John Byrnestava diventando una delle stelle più brillanti nell’universo Marvel, uno dei nomi sui quali la Marvel diretta daJim Shooterstava costruendo il rilancio. Alla fine del 1977, Byrne aveva preso in mano gli X-Men e insieme a Chris Claremont ne stava facendo il titolo Marvel più venduto. In questo periodo disegnò tre numeri dell’Uomo Ragno: il 189, il 190 e il 206. La maestria dell’autore inglese è già evidente, ancora non si è liberato del tutto dall’influenza diNeal Adams, ma già si avverte una forza selvaggia sprigionarsi incontenibile. Quello che affascina è la costruzione della pagina e la completa padronanza di tutti gli aspetti legati alla narrazione a fumetti. Mentre sembra poco interessato alla resa plastica delle evoluzioni del Tessiragnatele, che probabilmente considera di secondaria importanza. Al Milgrom, che realizzerà diversi numeri dellospin-offmensileThe spectacular Spider-Mantra gli anni ottanta e novanta, disegnò soltanto un numero della serie principale The amazing Spider-Man, il 196. Il numero a cui si dedica è un episodio importante, dove Peter è travolto dal dolore della apparente morte della cara zia May.La narrazione è condotta con sapienza, grazie a una originale costruzione della pagina che asseconda lostorytellingcon una disposizione delle vignette sempre differente. La sua forza è nella composizione delle scene, più che nel segno abbastanza anonimo. Nella storia Peter Parker vaga alla ricerca dei ricordi della amata zia, l’Uomo Ragno compare solo all’inizio e alla fine in alcune pose plastiche di discreta fattura. Dopo essere stato per anni uno dei principali inchiostratori di John Romita, sulla base dei layout del quale aveva anche realizzato le matite in dettaglio di diversi numeri dell’Uomo Ragno, con il n. 207 gli si presenta l’occasione di disegnare in proprio un numero dell‘arrampicamuri.Jim Mooneyquando lavorava sugli schizzi di Romita era solito fare un lavoro abbastanza dettagliato che richiedeva parecchio tempo, anche se gli esiti non erano particolarmente brillanti. Anche in questo numero il disegno appare piuttosto ricco di particolari, che nella inchiostrazione del talentuoso Pablo Marcos acquistano una insolita forza descrittiva, la quale finisce per diventare illeit motivdell‘intera storia. Meno riuscite le pose in movimento del Ragno, che mancano di quella potenza cinetica e di quella valenza prospettica a cui siamo abituati. Arrivato nel 1980 con il n. 208,John Romita Jr.a partire dal n. 224 forma con lo sceneggiatore Roger Stern una coppia che rivoluziona la testata. L’idea principale è quella di inserire nelle storie del tessiragnatele nuovi antagonisti. Il momento più importante della loro collaborazione è probabilmente il debutto di Hobgoblin, in Amazing Spider-Man n. 238. La sequenza finale, dove il nuovo misterioso nemico prova le armi e indossa il costume, è da brivido. John Romita Jr. è un figlio d‘arte che con la sua classe cristallina ha marchiato una lunga stagione di storie ragnesche. In seguito modificherà in maniera imprevedibile il suo stile, non sempre con risultati convincenti e forse lasciandosi trascinare un po’ dalla fretta. Il n. 209 è realizzato daAlan Weiss. Disegnatore di Chicago, originale ma di scarso successo, aveva iniziato la carriera lavorando per la Warren Publishing sulle pagine di Creepy (Zio Tibia) nei primi anni settanta. In questo numero dell’Uomo Ragno, scritto da Denny O’Neil, le matite di Weiss sono ripassate a turno da ben cinque inchiostratori: Klaus Janson, Bob Mc Leod, Joe Rubinstein, Bob Wiacek e Al Milgrom. Probabilmente un record.Joe Rubinstein lo riteneva il disegnatore più difficile da inchiostrare nella storia dei comics.“Il suo lavoro era cosi intricato che solo a inchiostrazione terminata capivi cosa aveva disegnato”. Nel suoone-shotper Spider-Man, Weiss crea insieme a O’Neil il personaggio di Calypso, sacerdotessa voodoo haitiana, che incita Kraven il cacciatore a vendicarsi del tessiragnatele. Luke McDonnell, che sarebbe diventato il disegnatore ufficiale di Iron Man tra il 1981 e il 1985, disegna nell’agosto 1981 il n. 219 dell’Uomo Ragno. A dirla tutta questo numero è passato alla storia più per la storica copertina realizzata dall’astro nascente Frank Miller che per gli interni disegnati da McDonnell. Il disegnatore newyorkese non deve però essere sottovalutato, anche se qui è agli inizi già si intravvedono i germogli di uno stile piuttosto grintoso e suggestivo, sulla falsariga di certe cose di Gene Colan, che gli permetterà di distinguersi. In questo numero il suo stile anticonvenzionale e sinuoso si adatta perfettamente ai toni cupi e minacciosi della storia che vede l’Uomo Ragno opporsi a Gargoyle. Jim Shooter, impressionato dall’ottimo lavoro di inchiostrazione cheBob McLeodstava portando avanti su diversi albi della Marvel, decise di dargli una possibilità come matitista commissionandogli una storia scritta dal controverso Micheal Fleisher, che sarebbe apparsa sul n. 220 dell’Uomo Ragno, nel settembre 1981. Si tratta di una storia dalle tinte noir che vede come antagonista del tessiragnatele l’ombrosoMoon Knight, il quale aveva esordito con un albo tutto suo l’anno precedente. McLeod, con il suo tipico stile carico di neri, dimostra di trovarsi a proprio agio sia nella rappresentazione dell’arrampicamuri sia in quella di Moon Knight, dando vita a un episodio dal sapore d’altri tempi. Disegnerà un secondo episodio del Ragno quattro anni dopo: il n. 267. Approdato in Marvel nel 1974, a 21 anniAlan Kupperbergdisegna cinque numeri di Amazing Spider-Man: il 221, il 285, il 286, il 288 e il 289. Il suo apporto si fa notare durante la cosiddetta “gang war saga” dove l’Uomo Ragno, Devil e il Punitore combattono Hobgoblin, Testa di Martello, Kingpin, Silvermane e altri boss del crimine. Il suo stile, anche se poco originale e appesantito da una impostazione ripetitiva del layout delle pagine, propone talvolta alcune trovate di una certa efficacia. Era molto autocritico verso il suo lavoro: ovviamente ne andava orgoglioso, ma sapeva esattamente quale era la sua posizione nella storia del medium. Quella di un onesto professionista del fumetto, affidabile, in grado di rispettare le scadenze ma lontano dall’estro di un vero artista. Bob Hallè un disegnatore che per la Marvel e la Dc ha disegnato alcuni dei più famosi supereroi di tutti i tempi, tra cui Batman, l’Uomo Ragno, Thor, Capitan America e i Vendicatori. Oggi racconta di aver lavorato per quarant’anni nell’industria del fumetto divertendosi e senza avere mai guardato all’orologio.