I WESTERN PERFETTI DI ARTURO DEL CASTILLO

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Thanks to the generous providing of disk space by the Internet Archive, multi-terabyte datasets can be made available, as well as in use by theWayback Machine, providing a path back to lost websites and work. Our collection has grown to the point of having sub-collections for the type of data we acquire. If you are seeking to browse the contents of these collections, the Wayback Machine is the best first stop. Otherwise, you are free to dig into the stacks to see what you may find. The Archive Team Panic Downloadsare full pulldowns of currently extant websites, meant to serve as emergency backups for needed sites that are in danger of closing, or which will be missed dearly if suddenly lost due to hard drive crashes or server failures. Arturo Del Castilloè stato uno dei più grandi disegnatori di fumetti western di tutti i tempi. Il suo stile sofferto e dettagliato, che riesce a essere classico e moderno allo stesso tempo, si adatta in maniera eccezionale alla rappresentazione del genere. Nato nel 1925 a Concepción, in Cile, Arturo Del Castillo si dedica presto al disegno da autodidatta e, grazie al fratello Jorge trasferito in Argentina per lavorare in una agenzia di pubblicità, si trasferisce anche lui a Buenos Aires nel 1948.Come disegnatore esordisce nel 1950 pubblicando le illustrazioni delle riduzioni di romanzi celebri sulle storiche rivisteIntervaloedEl TonydellaEditorial Columba. L’attività che svolge per la Columba, più da illustratore che da fumettista, gli permette di farsi notare per la precisione e l’accuratezza dei disegni.Nel 1957Hector German Oesterheldlo chiama sulle pagine diHora Cero Semanalper dare vita ad una serie western che rimarrà nella storia: Randall the Killer. Tra le creazioni più importanti di Oesterheld, sceneggiatore noto soprattutto perL’Eternauta, c’èRandall the Killer. Con il Sergente Kirk e Randall, Oesterheld dà vita ad un nuovo tipo di eroe western.È un eroe anticonformista che si esprime nella capacità di prendere decisioni autonome rispetto al contesto che lo circonda. Non vede il mondo solo in bianco e nero, ma è capace di distinguere anche le sfumature, le tonalità di grigio. Con El Sargento Kirk, il fumetto inizia anche a guardare con un occhio diverso i nativi americani. Gli indiani, che nei film di Hollywood erano semplicemente i ‘nemici’ che uccidevano i bianchi, nelle avventure del sergente Kirk vedono riconosciuta la loro dignità, vengono messe in luce le loro usanze e la loro cultura.Questa visione sarà adottata dal cinema solo qualche lustro dopo nei filmUn uomo chiamato cavallo,Soldato bluePiccolo grande uomo. Con Randall prende forma un eroe comunque diverso dal sergente Kirk. Randall viene, uccide e se ne va. Un outsider che ammazza gli assassini, bravo anche con le parole, ma che usa solo se strettamente necessario. Insegue una sua personale idea di giustizia incomprensibile ai più.È il precursore della figura del cowboy senza nome che diventerà famosa di lì a poco nell’interpretazione di Clint Eastwood nella “Trilogia del dollaro”. Randall venne pubblicato tre pagine alla volta su 72 numeri diHora Cero Semanal: dal n. 1 del settembre del 1957 al n. 115 del novembre 1959. Apparve, inoltre, su Hora Cero Extra fino al 1960.Randall rivelò al mondo che era comparso sulla scena un vero maestro del pennino, capace di creare illustrazioni cupamente realistiche, e allo stesso tempo delicate che sembravano rievocare quelle di Hal Foster. Arturo Del Castillo è stato in grado di creare immagini di enorme profondità e bellezza attraverso linee di pennino tratteggiate a croce giustapposte con audaci luci chiaroscurali assolutamente uniche nei fumetti. Sulla produzione del disegnatore cileno c’è una certa confusione per il fatto che i suoi eroi sono stati pubblicati nei vari paesi con nomi diversi. In alcuni, per esempio, Randall era chiamato Ringo. Con la chiusura di Hora Cero, il fallimento dell’editrice Frontera e la crisi del fumetto argentino, anche Arturo Del Castillo, come numerosi colleghi, cominciò a guardare all’estero in cerca di possibili sbocchi lavorativi.Alla fine degli anni cinquanta collaborò con all’agenzia italiana diRinaldo Dami, grazie a una presentazione di Hugo Pratt, dove trascorse molti anni disegnando fumetti per laFleetway, la principale casa editrice britannica. Per la Fleetway disegnò le storie diLarrigan, un cowboy a cui piace stare“solo e impigrito sulla sella del proprio cavallo al tramonto”. Si tratta dell’unica serie western originale che Del Castillo realizzò per il Regno Unito. La prima storia fu pubblicata suLone Rider Picture Libraryn.1 del 1961, altre due apparirono sul n. 4 e sul 9, sempre nel corso del 1961, e la storia finale fu stampata nel 1962 sul n. 463 di Cowboy Picture Library. Gli episodi, tutti di 64 pagine, in seguito vennero ristampati con titoli diversi. Fisicamente Larrigan ricorda in tutto e per tutto Randall, dal quale si distingue solo per i capelli biondi invece che neri. Le vignette di Larrigan sono oscure e cariche di suggestioni atmosferiche, apparentemente ambientate in un paesaggio dove regna un eterno crepuscolo che sembra prefigurare il genere spaghetti western. Il nome dello sceneggiatore della serie è ignoto. Il 12 gennaio 1962 uscì il n. 687 diMisterix, il primo realizzato sotto l’etichettaEditorial Yago, che aveva rilevato le riviste a fumetti dell’Editorial Abril di Cesare Civita (le altre due erano Rayo Rojo e Cinemisterio). L’editoriale Yago era di proprietà di Francisco Romay, che chiamò a dirigere la rivista nientemeno cheHugo Pratt. In una prima fase e per un periodo di nove mesi, Misterix mantenne il suo classico formato orizzontale. Sotto la direzione di Pratt pubblicò alcuni capolavori del fumetto, come Mort Cinder eWheeling. A partire dal n. 699 del 6 aprile 1962 Arturo Del Castillo entrò a far parte del gruppo di collaboratori.Fa il suo esordio su queste pagine con un nuovo personaggio:Don Rover, che presenta una grande somiglianza fisica con Randall. In un certo senso, in tutta la sua carriera l’artista cileno ha sempre disegnato lo stesso personaggio: una specie di clone di Gary Cooper, alto, snello, dinoccolato, con il ciuffo ribelle che gli cade sulla fronte.Un personaggio dall’aspetto virile e ingenuo insieme, con la bellezza del puro di cuore, del sognatore, dell’uomo integro e d’onore, capace di sfidare senza arretrare qualsiasi pericolo per non venire meno ai propri principi. Un eroe hemingwayano, tenero di sentimenti, impavido di fronte al nemico, reduce da infinite esperienze di vita e di morte, ma sempre innocente, coraggioso e incorruttibile. Cowboy solitario, Don Rover accompagna un ragazzo e sua sorella minore alla ricerca del padre, un minatore che ha trovato una vena d’oro.Ma tutti vengono catturati dai banditi che li consegnano ai cheyenne, in cambio del diritto di passaggio sulla loro terra. La storia si conclude su Misterix n. 709, per un totale di 53 pagine. Sulla rivista non appare il nome dello sceneggiatore, che probabilmente èEugenio Zappietro(noto soprattutto comeRay Collins, il suo nome d’arte preferito fra i tanti che usava). Mentre dirigeva Misterix, un giorno Hugo Pratt convocò il venticinquenne Zappietro (Ray Collins) e riferendosi a Garrett gli chiese:“Puoi dirmi perché scrivi cose così tristi?”.“Perché la vita è triste”, rispose Zappietro.Garrett El montaraz fa il suo esordio sul n. 712 di Misterix, nel giugno 1962. Montaraz in lingua spagnola significa uomo violento, dal comportamento rude e poco educato. Quando padre Aloysius accoglie Garrett ferito da un proiettile nella sua chiesa, non immagina il putiferio che questo evento scatenerà. Perché Garrett porta con sé una tempesta di proiettili e di morte ovunque passi. Eppure Garrett impartisce solo giustizia. Una giustizia che non sempre è in sintonia con la legge, semplice, senza ipocrisie, senza zone grigie. Una giustizia che gli abitanti del Far West comprendono bene.Si tratta di una serie cinica e violenta sempre permeata da un’atmosfera funerea e malinconica che, di volta in volta, celebra la morte di un’epoca, il disintegrarsi dei valori, la fine del mito della frontiera. In Ray Collins la violenza, punto centrale della sua poetica, è lo strumento per esprimere una visione del mondo nichilista e crepuscolare. Del Castillo l’asseconda riempendo le vignette con chiazze nere senza forma formate da righe parallele e tratteggi incrociati che definiscono sempre di più la sua cifra espressiva. Dal punto di vista grafico Garrett è una riproposizione della fisionomia “del Randall biondo”, che troverà la sua miglior incarnazione nel personaggio di El Cobra una dozzina di anni dopo. Nel 1964 l’agenziaEurostudiodi Piero Dami invitò Arturo Del Castillo a realizzare il testo e i disegni di un western per offrirlo al settimanaleCorriere dei Piccoli. Nacque così Ralph O’Connor, che fu presto ribattezzatoRalph Kendall.La produzione del fumetto fu curata dall’agenzia Eurostudio, così come la supervisione delle sceneggiature di Arturo Del Castillo. Il primo episodio venne pubblicato il 23 agosto 1964 nell’Album Avventura Corrierino-Estate, inserto estivo del Corriere dei Piccoli n. 34, con il titolo “Lo sceriffo Kendall”.Di Kendall si pubblicarono 41 episodi. I primi 27 apparvero sul Corriere dei Piccoli, dal 28 del 1974 in poi il personaggio apparve con il nome di Dan Dakota nella sezione Albo Avventura Western delCorriere dei Ragazzi.Dal 1967 al 1975 la casa editrice Cenisio di Milano ripubblicò le avventure dello sceriffo Ralph Kendall in appendice a Rin Tin Tin e Rusty e su Whisky & Gogo. Un episodio standard di Ralph Kendall consisteva di 30 pagine di 6 vignette ciascuna. Nel corso di dieci anni, Arturo Del Castillo ne disegnò circa 1230. Kendall rappresenta l’apice dell’arte di Del Castillo. È la giusta via di mezzo tra le vignette troppo lavorate di Randall e l’eccessiva semplificazione degli ultimi anni. Qui l’artista cileno raggiunge un equilibrio perfetto dove non c’è niente da aggiungere né da togliere. Superata, digerita ed elaborata l’influenza di Hal Foster, Del Castillo dà vita a uno stile che nello stesso tempo riesce a essere classico e moderno, ponendosi in realtà fuori dal tempo. Classico nelle proporzioni delle figure e nella costruzione delle linee compositive, moderno nella magica inconsistenza degli sfondi e nella ossessiva persistenza di quell’ipnotico tratteggio incrociato che tutto uniforma e armonizza. Kendall fu un personaggio di successo tradotto in tutta Europa, in Inghilterra con il nome di Dan Dakota, in Olanda con il nome di Ringo e in Austria con il nome di John Kendall.Venne pubblicato anche in Argentina. La prima volta come Ralph Condor sulla rivista Antifaz dal 1967 al 1968, in bianco e nero e nel formato delle tavole originali. La seconda volta sulla rivista El Tony negli anni settanta. Infine su Anteojito, tra gli anni settanta e ottanta.