I GRANDI DISEGNATORI DELLA GOLDEN AGE

I GRANDI DISEGNATORI DELLA GOLDEN AGE

History is littered with hundreds of conflicts over the future of a community, group, location or business that were “resolved” when one of the parties stepped ahead and destroyed what was there. With the original point of contention destroyed, the debates would fall to the wayside. Archive Team believes that by duplicated condemned data, the conversation and debate can continue, as well as the richness and insight gained by keeping the materials. Our projects have ranged in size from a single volunteer downloading the data to a small-but-critical site, to over 100 volunteers stepping forward to acquire terabytes of user-created data to save for future generations. The main site for Archive Team is atarchiveteam.organd contains up to the date information on various projects, manifestos, plans and walkthroughs. This collection contains the output of many Archive Team projects, both ongoing and completed. Thanks to the generous providing of disk space by the Internet Archive, multi-terabyte datasets can be made available, as well as in use by theWayback Machine, providing a path back to lost websites and work. Our collection has grown to the point of having sub-collections for the type of data we acquire. If you are seeking to browse the contents of these collections, the Wayback Machine is the best first stop. Otherwise, you are free to dig into the stacks to see what you may find. The Archive Team Panic Downloadsare full pulldowns of currently extant websites, meant to serve as emergency backups for needed sites that are in danger of closing, or which will be missed dearly if suddenly lost due to hard drive crashes or server failures. L’età d’oro (in ingleseGolden Age) deicomic book, gli albi a fumetti americani, inizia verso la fine degli anni trenta.Si è soliti indicare come data di inizio il giugno del 1938, quando sulle pagine del n. 1 diAction Comics, un albo antologico di 64 pagine come tutti quelli dell’epoca, esordisce il personaggio che cambierà il volto del fumetto americano:Superman. Ci vollero quattro mesi perché il pubblico si accorgesse che qualcosa di interessante era nato, ma quando questo accadde il successo sarà improvviso e grande, facendo salire rapidamente sino a 500mila le copie vendute ogni mese, per arrivare, nel giro di due anni, a superare il milione. Il successo di Superman fu anche il successo dei comic book: un nuovo mercato si era aperto, la domanda era in continua crescita e bisognava inventarsi un intero settore produttivo.Il processo creativo si concentrò intorno ad alcuni grandi studi di autori che consegnavano i fumetti completi agli editori, che sarebbero poi stati stampati e distribuiti nelle edicole. Il primo destinato specificamente alla fornitura di fumetti fu loStudio Chelserdi New York, che ebbe tra i suoi disegnatori di puntaCharles Biro,Irv NovickeJack Cole. I disegnatori venivano pagati venti dollari a settimana per produrre da quattro a cinque pagine di fumetti. Il secondo ad aprire fu loStudio Iger e Eisner, che in breve tempo raggiunse i quindici dipendenti. Il primo fuBob Kane(futuro creatore di Batman), presto seguito dai giovaniLou Fine,Jack Kirby,Bob Powell,Joe Simon,Mort Meskin,Nick Viscardi,Klaus Nordling,Bob PowelleGeorge Tuska. Nellagraphic novelautobiograficaThe Dreamer,Will Eisnerha descritto il funzionamento di uno studio di quell’epoca. Si partiva da una sceneggiatura più o meno elaborata scritta dallo stesso Eisner, da Toni Blum o Bob Powell, seguiva l’elaborazione del layout di ogni pagina del racconto che il più delle volte era eseguito sempre da Eisner, poi venivano le matite, il lettering e infine l’inchiostrazione.Era un lavoro di gruppo che in alcuni momenti assomigliava a una catena di montaggio. Il terzo grande studio fu quello diLloyd Jacquet, ilFunnies Inc., situato sulla 45sima Strada di New York, città in cui erano localizzate tutte le redazioni degli editori di fumetti e quindi anche gli studi. Tra i suoi collaboratori c’eranoCarl BurgoseBill Everett. Uno dei suoi primi clienti fuMartin Goodman, un editore di pulp che Jaquet aveva convinto ad avventurarsi nella pubblicazione di albi a fumetti. Lo studio realizzò l’intero n. 1 diMarvel Comics(novembre 1939), dove esordirono la Torcia Umana disegnata da Carl Burgos e il Sub-Mariner di Bill Everett. I più importanti disegnatori lavorarono fianco a fianco in studi del genere dove realizzarono, attraverso il lavoro d’equipe, storie che sono diventate capisaldi del genere.Ricordiamo alcuni dei disegnatori più interessanti dell’inizio della Golden Age, tra gli ultimi anni trenta e i primi dei quaranta. Diciamo la verità, in un epoca in cui le strisce giornaliere e la tavole domenicali dei quotidiani americani proponevano disegnatori come Hal Foster, Alex Raymond e Burne Hogart, le approssimative e sbilenche vignette diJoe Shusternon dovettero fare molta impressione. I comic book erano all’inizio, i disegnatori stavano ancora cercando la loro strada. Scelsero di utilizzare un disegno a metà strada tra quello realistico delle strisce degli anni trenta e quello “cartoonesco” delle strisce degli anni venti, che avevano letto da bambini. Questa via di mezzo permise loro di trovare un soddisfacente punto di equilibrio tra le esigenze di velocità produttiva e quelle di qualità realizzativa: non avevano i soldi per scattare foto ai modelli in posa e il disegno stilizzato permetteva di passare sopra agli errori anatomici. Chi lesse queste fatidiche 13 pagine del primo episodio di Superman, che raccontano di un bambino alieno infilato in una capsula spaziale dai genitori destinati a morire col loro pianeta, che raggiunge la Terra, viene adottato e crescendo scopre di avere dei superpoteri, non dovette concentrarsi troppo sui disegni.Rimane nella memoria collettiva l’iconica copertina dove il gigante d’acciaio solleva un’auto De Soto del 1937. Il primo lavoro pubblicato di Mort Meskin è la storia che ha introdotto e raccontato l’origine diSheena, la regina della giungla, la prima protagonista femminile nella storia  dei comic book. Tutto ciò avvenne su Jumbo Comics n. 1, prodotto nel 1938 sotto gli auspici dello Studio Eisner e Iger. I due titolari, Will Eisner e Jerry Iger, hanno sempre discusso su chi avesse effettivamente scritto la sceneggiatura, ma l’artwork è puro Meskin, anche se doveva ancora sviluppare completamente il suo stile distintivo. L’influenza predominante è quella delNoel Sicklesdella striscia Scorchy Smith, con le sue silhouette, le sue ombre profonde e l’uso preponderante del pennello rispetto al pennino. Come una pagina domenicale di Scorchy Smith, sono strutturate le cinque pagine dell’esordio di Sheena. Ogni pagina inizia con la scritta “Sheena – Regina della giungla” e lo pseudonimo W. Morgan Thomas, mentre nell’ultima vignetta c’è la firma di Meskin. Ogni tavola si conclude con un colpo di scena che viene ripreso nella successiva. Evidentemente erano state realizzate così per essere proposte agli inserti domenicali dei quotidiani, e solo come ripiego sono poi uscite nel formato comic book. Se Joe Shuster abbandonò le matite di Superman dopo soli 24 numeri, Bob Kane non si sa ancora quanti numeri diBatmanabbia effettivamente disegnato.La realizzazione di un comic book era un lavoro di gruppo del quale poi una sola persona si prendeva tutti i meriti, in genere il disegnatore che faceva le matite. Batman però era un caso particolare, dato che Bob Kane firmava come Walt Disney anche i lavori fatti completamente da altri. È inoltre assodato che Kane avesse avuto dei collaboratori che gli scrivevano i testi fin dal primo numero, il più importante dei quali eraBill Finger. Lo stile di Kane nei primi numeri è riconoscibile soprattutto per la quantità di immagini che copia quasi integralmente da Raymond e Foster, rendendole con una tecnica stilizzata che si ispira a Chester Gould, l’autore di Dick Tracy. Persino la mitica copertina del n. 27 di Detective Comics è presa da Flash Gordon, del quale Kane ricalca la posizione del corpo, l’angolo della testa e il braccio destro.Anche in questo caso, però, la forza del personaggio era tale che i lettori passarono sopra le mancanze del disegno. Carl Burgos aveva 21 anni quando creò la Torcia Umana, ed era un tipo piuttosto irrequieto. Aveva lasciato la National Academy of Design lamentandosi della lentezza con cui insegnavano disegno. Trovò lavoro insieme a Bill Everett alla Funny Inc. Un giorno i due si sedettero ai tavolini di un bar di Manhattan e misero a punto i loro piani per creare nuovi personaggi dei fumetti. Ovviamente, visto l’enorme successo di Superman, avrebbero dovuto essere dei supereroi. Scelsero due principi fondamentali: il fuoco e l’acqua. A Burgos toccò il fuoco. Creò un androide capace di infiammarsi chiamato Torcia Umana. I disegni sono grezzi e privi di grazia, in compenso la storia è piena di verve. Burgos suddivide le 16 pagine di questo episodio in piccole vignette dando all’azione un ritmo incalzante.Il rosso sfolgorante del corpo della Torcia contrasta con tutto quello che gli sta attorno. Bill Everettera un talento molto superiore a Carl Burgos. Pure lui era un giovane irrequieto e arrabbiato che trovava pace solo nell’alcol e nelle sigarette. Forse inconsciamente prese a modello se stesso per creare il personaggio di Namor il Sub-Mariner, il primo antieroe dei fumetti. Superman e Namor rappresentano fin dall’inizio le differenze esistenti tra le case editrici che li pubblicano. Sempre positiva la Dc Comics, sempre tormentata la Marvel. I supereroi con super-problemi non sono un’invenzione di Stan Lee, ma di Bill Everett e il primo di tutti è proprio Sub-Mariner. Namor è un personaggio romantico, il nome stesso Sub-Mariner è un omaggio al poema del poeta Samuel Coleridge “La ballata del vecchio marinaio”. Everett non confeziona nessun costume per Sub-Mariner, ma lo caratterizza fortemente nell’aspetto: le sue sopracciglia arcuate, le orecchie da elfo e l’attaccatura dei capelli lo rendono unico. La genialità nell’idea base diCaptain Marvelstava nell’essere l’alter ego del giovane Billy Batson: un orfano intelligente e curioso a cui piaceva indagare sui misteri, e che finiva sempre per mettersi in pericolo. Per sua fortuna pronunciando la parola“Shazam”si trasformava in un essere potentissimo. Per ogni bambino che leggeva fumetti di supereroi era un sogno che diventava realtà. Capitan Marvel divenne il più popolare supereroe degli anni quaranta. Sfortunatamente per la casa editrice Fawcett, la Dc Comics, vide in Capitan Marvel, una violazione del copyright in quanto il costume attillato con mantello, invulnerabilità, super forza e capacità di volare lo rendevano troppo simile a Superman.