FRANKENSTEIN JUNIOR, L’IRONIA DELICATA DEI VECCHI HORROR

FRANKENSTEIN JUNIOR, L’IRONIA DELICATA DEI VECCHI HORROR

History is littered with hundreds of conflicts over the future of a community, group, location or business that were “resolved” when one of the parties stepped ahead and destroyed what was there. With the original point of contention destroyed, the debates would fall to the wayside. Archive Team believes that by duplicated condemned data, the conversation and debate can continue, as well as the richness and insight gained by keeping the materials. Our projects have ranged in size from a single volunteer downloading the data to a small-but-critical site, to over 100 volunteers stepping forward to acquire terabytes of user-created data to save for future generations. The main site for Archive Team is atarchiveteam.organd contains up to the date information on various projects, manifestos, plans and walkthroughs. This collection contains the output of many Archive Team projects, both ongoing and completed. 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Il romanzoFrankenstein o il moderno Prometeofu scritto daMary Shelleye pubblicato nel 1818, più di duecento anni fa.Da allora di adattamenti ce ne sono stati a pacchi: a partire dalla “edizione definitiva” del 1831. Da quelFrankensteindel 1931 diretto daJames WhaleeLa moglie di Frankenstein(1935),Il figlio di Frankenstein(1939) eIl terrore di Frankenstein(1942), che diedero vita al primo ciclo, fino al 1974 diFrankenstein JuniordiMel Brooks, di film tratti dal romanzo ne sono usciti a non finire. Frankenstein Juniorsi apre con una bella panoramica di questo lugubre castello dipinto su fondale statico. All’interno del castello qualcuno aspetta la mezzanotte accanto alla bara delBarone Von Frankenstein. Molto umilmente si è fatto incidere nome e titolo a caratteri cubitali sulla cassa. All’ora esatta la bara viene aperta per recuperare quel cofanetto che il cadavere tiene ben stretto, in cui c’è il testamento. Dopo un po’ ditira e mollacon la salma, finalmente l’affare gli viene tolto dalle manine scheletriche. Nella New York dei primi anni trenta, in un’aula di Medicina il giovanedottor Frederick “Fronk-en-steen”(Gene Wilder), sta tenendo una lezione sulle funzioni del sistema nervoso centrale. Durante la lezione uno studente, che vuole parlare del famoso nonno del dottore, fa sclerare Frederick. Essere il nipote di Victor Von Frankenstein, un uomo conosciuto per le sue bizzarrie e i grotteschi esperimenti sui cadaveri, è una costante umiliazione e fonte di vergogna per Frederick. Terminata la lezione, si presenta a Frederick un certoGerard Rosenthal(Richard Haydn), l’esecutore testamentario di suo nonno. Proprio il suo avo, come disposto nelle sue ultime volontà, lascia tutti i beni terreni al nipote. Compreso il castello in Transilvania. Preso atto della cosa, il dottore saluta l’algida, fredda e vanitosissima fidanzata Elizabeth (Madeline Kahn) e parte per la Transilvania. A destinazione lo attendeIgor(Marty Feldman). È un individuo gobbo, strabico e bizzarro, nipote dell’Igor che lavorava per Victor Frankenstein, assegnatogli come assistente personale. A Frederick è stata assegnata anche un’altra aiutante (non si sa bene per cosa): la graziosaInga(Teri Garr). Fatte le debite presentazioni i tre si dirigono al castello. Una volta arrivati al castello, di cui adesso è proprietario, Frederick fa la conoscenza di un altro strambo personaggio: l’austera governanteFrau Blücher(Cloris Leachman). Ogni qualvolta viene nominato il suo nome, curiosamente, i cavalli nitriscono spaventati. Frederick, sempre ostinato nel continuare a dire che il suo nome si pronunciFrankenstin, vive la situazione con il solito distacco. Il dottore scopre il laboratorio segreto del nonno e il suo diario intitolato “Come lo feci”, in cui spiega ben bene come riportare in vita un cadavere. Dapprima scettico, poi incuriosito e infine sempre più affascinato, Frederick si dedica agli esperimenti dell’avo. Deciso ad andare fino in fondo con l’aiuto dell’ormai inseparabile Igor, Frederick si mette alla ricerca del soggetto perfetto per il fatidico esperimento. Come da istruzioni lasciate dal nonno, ha bisogno di un soggetto più grande rispetto a un uomo comune. I due trovano il cadavere di energumeno“lungo due metri e venti… e largo come un armadio a due ante”in un cimitero. Questo vuol dire che, in proporzione, la creatura sarà dotata, come sottolinea lascivamente Inga, di un enorme“Schwanzstück”. Tutto sembra andare per il meglio fino a quando, mandato alla ricerca di un cervello perfetto, Igor fa cagnara mandando tutto all’aceto. Avrebbe dovuto portare il cervello di un certoHans Delbrück, scienziato e pure santo. Però, spaventato da un fulmine, fa cadere il cervello, che finisce spalmato sul pavimento. Perciò ripiega su un cervello di fortuna che dovrebbe appartenere a un certoAb-Normal. L’imbarazzato Igor non dice nulla dello scambio e Frederick, inconsapevole, trapianta nella creatura il cervello di un “anormale”.Bene, non credo sia il caso di andare oltre. Perciò, passiamo pure a“La Domanda”: com’è questoFrankenstein Junior? Nonostante il filone parodistico sia piuttosto prolifico, la maggior parte dei film americani ricorre soprattutto allo slapstick o all’iperbole. Che, spesso e volentieri, finiscono nel demenziale, vediBalle Spaziali. In questo caso, il“malvagio”Lord Casco è rappresentato con Rick Moranis, un ometto piccolo e gracilino, con indosso lasuitdi Darth Vader. L’elmo di proporzioni enormi e assurde, lo fa somigliare a una statuetta bobblehead a grandezza naturale. Sì, indubbiamente l’impatto visivo è divertente, però la dinamica degli eventi in questo caso si regge tutta sull’aspetto “assurdo-demenziale” dei personaggi. Anche i personaggi diFrankenstein Juniorsono caricaturali, ma il film,con i suoi dialoghi brillanti, dà vita a sequenze memorabili. Inga: Lupo ulula…Frederick: Lupo “ululà”?Igor: Là.Frederick: Cosa?Igor: Lupo ululà e castello ululì.Frederick: Ma come diavolo parli?Igor: È lei che ha incominciato!Frederick: No, non è vero! Un altro esempio è l’incontro tra Frederick e Igor. Purtroppo, nonostante il doppiaggio italiano diFrankenstein Juniorsia uno dei lavori meglio riusciti in assoluto, per questioni d’idioma alcune finezze si perdono per forza. Tipo quando Frederick arriva alla stazione, si presenta e dice che il suo nome si pronunciaFrankenstin. Dopodiché chiede,“tu devi essere Igor?”. Per tutta risposta Marty Feldman dice a sfottò“no, si pronuncia Aigor”. In realtà Feldman nella versione originale pronuncia“Eye-gore”mentre un primo piano sugli occhi dell’attore sottolinea il gioco di parole. Al di là della bravura di Gene Wilder e Marty Feldman, ogni aspetto, ogni dettaglio trova la giusta collocazione. Per il laboratorio, per esempio, Mel Brooks prese le scenografie del set originale del filmFrankensteindel 1931.