CORTO MALTESE, UNA RIVISTA SBAGLIATA
History is littered with hundreds of conflicts over the future of a community, group, location or business that were “resolved” when one of the parties stepped ahead and destroyed what was there. With the original point of contention destroyed, the debates would fall to the wayside. Archive Team believes that by duplicated condemned data, the conversation and debate can continue, as well as the richness and insight gained by keeping the materials. Our projects have ranged in size from a single volunteer downloading the data to a small-but-critical site, to over 100 volunteers stepping forward to acquire terabytes of user-created data to save for future generations. The main site for Archive Team is atarchiveteam.organd contains up to the date information on various projects, manifestos, plans and walkthroughs. This collection contains the output of many Archive Team projects, both ongoing and completed. Thanks to the generous providing of disk space by the Internet Archive, multi-terabyte datasets can be made available, as well as in use by theWayback Machine, providing a path back to lost websites and work. Our collection has grown to the point of having sub-collections for the type of data we acquire. If you are seeking to browse the contents of these collections, the Wayback Machine is the best first stop. Otherwise, you are free to dig into the stacks to see what you may find. The Archive Team Panic Downloadsare full pulldowns of currently extant websites, meant to serve as emergency backups for needed sites that are in danger of closing, or which will be missed dearly if suddenly lost due to hard drive crashes or server failures. Il 1983 è da considerarsi un anno buono per i fumetti “non popolari”, come del resto lo sarà quasi tutto il decennio.È del 1980 la nascita diTotem, e del 1982 quella deL’Eternauta, riviste contenitore che si affiancano alle due testate della Rizzoli – Milano Libri: Linus e la sua compagna Alter Linus (da qualche anno rinominata AlterAlter), che si rivolgono a un pubblico più selezionato. Nelle edicole resiste ancoraEureka, testata storica rivale di Linus. Il primo numero de L’Eternauta Nel fumetto popolare di qualità, gode di buona salute Topolino, settimanale diretto da Gaudenzio Capelli, già braccio destro del mitico Mario Gentilini, ancora saldamente in mano alla Mondadori.Per quanto riguarda le testate della Bonelli, nel 1982 prende vita Martin Mystère, primo di una serie di personaggi più attuali dopo gli inossidabili Tex e Zagor. Presto arriveranno anche Dylan Dog (1986), Nick Raider (1988) e infine Nathan Never (1991), che porteranno la casa editrice, con l’uscita di scena della Casa edtrice Universo, a una presenza editoriale nel fumetto senza precedenti nel nostro paese. Testate monotematiche a parte (Bonelli, Diabolik, Alan Ford, Topolino eccetera), nel 1983 quasi tutti i generi fumettistici sono coperti. La Rizzoli – Milano Libri pubblica le grandi strisce umoristiche americane e il fumetto satirico francese (Lauzier, Bretécher, Wolinski, Reiser), laEpc(editore de L’Eternauta) presenta il fumetto d’autore di lingua spagnola (Giménez, Segrelles, Zanotto, Solano Lopez), Totem si dedica ai fumetti “alternativi” di lingua francese (Bilal, Druillet) o italiana (Manara), mentre il fumetto “popolare” viene pubblicato sempre dalla Universo dall’Eura nei settimanali Il Monello, Intrepido, Skorpio e Lanciostory. A questi si affianca il Giornalino, settimanale di ispirazione cattolica tuttora presente in edicola. Cosa manca? Mancano innanzitutto i grandi fumetti avventurosi della scuola franco belga, un tempo monopolio del Corriere dei Piccoli/Corriere dei Ragazzi, forse ritenuti responsabili del crollo del Corriere dei Ragazzi. Mentre in realtà i fumetti franco belgi non c’entrano niente con il fallimento del Corriere dei Ragazzi, dato che avviene diversi anni dopo che erano stati completamente tolti per lasciare posto a quelli italiani. Nel 1983 dopo un lungo battage pubblicitario la Rizzoli – Milano Libri fa uscireCorto Maltese, una rivista che, in un certo senso, si pone come continuatrice ideale del periodo avventuroso del Corriere dei Piccoli/Corriere dei Ragazzi.Diretta daFulvia Serra(direttrice anche di Linus dopo l’uscita di scena di Oreste Del Buono), inizialmente la rivista Corto Maltese riesce, almeno in parte, a recuperare gli orfani del Corriere dei Ragazzi. I quali sono ormai adulti e ben disposti a tornare a leggere avventure ricche di contenuti più complessi. Chi meglio diHugo Pratt, il più grande autore italiano di fumetti avventurosi, avrebbe potuto fare da testimonial di questa rivista? Corto Maltese, come già a suo tempo la defunta rivista Sergente Kirk, prende il nome da un suo personaggio. Del famoso Corto Maltese, tra l’altro, la nuova rivista pubblica ogni opera, passata e presente, eccezionale o meno. Corto Maltese si propone come “la” rivista di fumetti per eccellenza. Stampata su carta patinata, di formato decisamente grande, molte pagine a colori, storie di livello alto precedute da introduzioni/presentazioni di vari esperti, con molti articoli curati e riccamente illustrati. E con un prezzo di copertina conseguentemente alto. Sembra meritarsi un posto in libreria accanto alle opere di Poe, Melville, Stevenson, Conrad, London, piuttosto che accanto alle riviste “sorelle” che volano più basso… o no? Corto Maltese, purtroppo, ha anche qualche problema. La direttrice Fulvia Serra sembra voler imporre una sorta di filosofia: la vita è un’avventura, un “viaggio” pieno di fascino, e a volte di pericoli. Un viaggio che può essere pienamente apprezzato solo affidandosi a un mezzo e una guida sicuri. Ogni numero inizia con un editoriale in cui Fulvia Serra si raffigura come il “capitano” di una nave ammiraglia in viaggio verso luoghi esotici e lontani, in cui ai lettori, chiamati “compagni di viaggio”, vengono ogni volta proposte nuove mete ed escursioni.In questi editoriali possiamo leggere frasi come“Corto Maltese non vi lascia mai a terra, vi intriga a salire a bordo, a viaggiare al nostro arcipelago tra suggestione e suggerimento”(numero 2),“blu è il cielo che il navigatore scruta nella notte per avere la direzione”(numero 29),“salite anche voi che increduli guardate dalla banchina”(numero 73),“la vostra Ammiraglia ha fatto il tutto esaurito in molti attracchi”(numero 74), e, quando la chiusura della rivista è ormai imminente,“non sappiamo se il cantiere in cui verrà accolta la nostra amata Ammiraglia, consentirà rimessaggi, revisioni, per poi ritornare a navigare”(numero 115). La rivista vera e propria consiste in una serie di racconti e reportage di viaggio che descrivono usi e costumi di popoli esotici e spesso primitivi (o recensioni di libri sullo stesso argomento), che si alternano ai fumetti veri e propri, che a loro volta parlano quasi solamente di avventure in luoghi esotici e spesso primitivi. I lettori, anzi, i compagni di viaggio, vengono a sapere ogni cosa degli albatros del parco australiano di Murramurang (numero 27), di come la Bolivia sia il “paese dei paradossi” (numero 40) e di quanto sia movimentata Arambawe Street sull’isola di Lamu in Kenya (numero 51).Quanto, di tutto ciò, interessi davvero i lettori, anzi i compagni di viaggio, non è dato sapere. Stranamente, Corto Maltese non ha la rubrica della posta. Uno dei tanti articoli a carattere turistico-esotico Nell’epoca che precede Internet i lettori, anzi i compagni di viaggio, non hanno spazi su cui lamentarsi. Qualche critica appare sulle fanzine nelle, allora, poche librerie non ancora chiamate fumetterie.Che la rivista con queste premesse nasca male ce lo confermano bilanci e dati di vendita (facilmente ricavabili dagli stessi bilanci), riportati in questo grafico. Dopo l’entusiasmo iniziale, che si traduce in un utile di 50 milioni di lire nel 1983 e in vendite superiori alle 40mila copie mensili, il calo è immediato e rapido. Tutti i bilanci successivi sono in passivo (che in più occasioni sfiora i 400 milioni) e con le vendite che calano sino ad arrivare, nel 1992, a poco più di 10mila copie mensili.Come si è arrivati a questo punto? I fumetti pubblicati dalla rivista sono essenzialmente di autori italiani e di genere avventuroso. Hugo Pratt, la cui specialità è sempre stata proprio questo tipo di avventure, fa la parte del leone inondando le pagine di Corto Maltese con la totalità della propria produzione, sia quella più recente sia quella dei bei tempi. Riproposta sin dal primo numero con la celebre “Il segreto di Tristan Bantam”, prima delle avventure corte del famoso marinaio dopo “Una ballata del mare salato”… la quale verrà a sua volta riproposta tra il 1985 e il 1986. La rivista ristampa anche capolavori di Hugo Pratt pre-Corto comeWheeling(1986-1987), Anna nella jungla (1987), L’isola del Tesoro (1987-1988) e molto altro. Opere, per la verità, già ben note ai suoi lettori. Mentre le opere più recenti appaiono sempre meno inspirate, con disegni tirati via e sceneggiature poco comprensibili. La crisi creativa, particolarmente evidente proprio a causa delle ristampe delle vecchie opere, probabilmente è un’altra delle cause del crollo delle vendite. Hugo Pratt usa balloon sovradimensionati per riempire vignette altrimenti quasi vuote e dialoghi buoni solo a tirare per le lunghe una storia priva di idee (da “Mū”, una delle sue ultime opere) Accanto alle opere di Hugo Pratt in ogni numero appare la produzione di autori importanti.Milo Manara, con “Tutto ricominciò un’estate indiana” (Pratt contribuisce alla sceneggiatura), 1983-1985; “Sognare, forse”, un’avventura di Giuseppe Bergman, il suo personaggio avventuroso, 1986-1987; e “Viaggio a Tulum”, realizzata in collaborazione con Federico Fellini, 1989-1990.Guido Crepax, con la saga di Valentina da “Nessuno”, 1985-1986, a “7° piano”, 1992-1993. E con lavori a sé stanti come “Dracula”, 1983-1984).Sergio Toppi, con molti racconti brevi e qualche opera più impegnativa come “M’Felewzi”, 1985.Attilio Micheluzzi, con “Bab-el-Mandeb”, 1986; “Siberia”, 1989-1990.Dino Battaglia, con molti adattamenti di Poe e la memorabile “Gargantua e Pantagruel”, 1992-1993.Vittorio Giardino, con “La porta d’Oriente”, 1985.Andrea Pazienza, con diverse storie brevi e una lunga adatta allo spirito della rivista: “Piccola guida ragionata del West”, 1984. “Tutto ricominciò un’estate indiana” di Milo Manara “Conte Dracula” di Guido Crepax “La caduta della casa degli Usher” di Dino Battaglia Se quasi tutti gli autori pubblicati eccellono nei disegni, ben pochi sono capaci di scrivere robuste sceneggiature: Corto Maltese ha ripreso dal Corriere dei Ragazzi quasi tutti i disegnatori migliori (gli stessi Pratt e Battaglia, e poi Manara, Toppi, Micheluzzi), ma ha stranamente dimenticato ottimi sceneggiatori come Milani, Castelli e Sclavi. Quindi tutte le opere pubblicate sulla rivista si fanno notare per disegni splendidi e immaginifici, ma anche per testi di livello molto variabile, soprattutto quelli di Manara e Crepax, più famosi per le loro donne nude e sensuali che per la profondità delle loro storie. Crepax, oltretutto, inizia a risentire di una lunga malattia. Non sono solo le sceneggiature carenti il problema delle storie pubblicate. Pratt e Crepax vengono proposti senza che le loro saghe siano adeguatamente riassunte o riprese nel modo giusto: la storia di Pratt che inaugura la rivista, “La casa dorata di Samarcanda”, che già di suo ha una trama complicata, viene ripresa a metà dopo anni dall’interruzione su Linus. Insomma, nell’unico caso in cui sarebbe stato davvero necessario ristampare qualcosa di già pubblicato, questo non avviene.Quanti lettori avranno poi provato, leggendo “Nessuno” di Crepax, una qualche emozione nel momento in cui Philip ritrova dopo molti anni il suo superpotere, lo sguardo paralizzatore che aveva dato inizio all’intera saga di Valentina? Ben pochi, immaginiamo. Accanto ai grandi nomi del fumetto avventuroso italiano vengono pubblicati, quasi in ogni numero, molti autori minori, con opere di livello appena sufficiente e che finiscono per creare un contrasto stridente con i capolavori degli autori maggiori.Affiancare lavori qualitativamente così diversi tra loro finisce per irritare i lettori, che si sentono presi in giro. Quanti conoscono, oggi, Lucio Rosco, Marco Tomatis, Sesar e Nives Manara? Forse anche per questo motivo vengono presto introdotti sulla rivista alcuni affermati autori stranieri.François Bourgeon, con “Bosco d’Ebano” (conclusione di una saga i cui primi quattro capitoli rimangono ignoti ai lettori), 1984, e la saga di Malaterra, 1988-1990.Moebius, con “I giardini di Edena”, 1988-1989; “La Dea”, 1990 (seconda e terza parte di una saga la cui prima parte rimarrà pure ignota ai lettori).Enki Bilal, con la “La donna trappola”, seconda parte della “Trilogia Nikopol”, 1986. La prima possono ricordarla solo i reduci di Alter Linus, dove era stata pubblicata nel 1980.E due coppie di autori argentini.Carlos SampayoeJosé Muñoz, con il loro personaggio simbolo, il detective Alack Sinner.Jorge ZentnereRubén Pellejero, con Dieter Lumpen, passabile copia di Corto Maltese. “Bosco d’ebano” di François Bourgeon La grande svolta avviene nel 1988, quando ormai la “nave ammiraglia” naviga in cattive acque e vende meno di 20mila copie al mese: arrivano i supereroi!Come e perché Fulvia Serra, o chi per lei, abbia voluto introdurli rimarrà per sempre oggetto di dibattiti. Certo, i supereroi appartengono in buona parte al fumetto d’avventura, e comunque vengono introdotti sulla rivista solo quelli disegnati in modo “strano”,Frank MillereBill Sienkiewiczsoprattutto.Quelli disegnati in modo più tradizionale vengono pubblicati in inserti con carta di bassa qualità, il Superman di John Byrne e persino Watchmen. O in allegati (“Batman year one”, “Killing Joke”), così che si capisca che in fondo sono dei “corpi estranei”, oppure semplicemente per rispetto del formato comic book, più piccolo di quello della rivista. Tra il 1988 e il 1993 appaiono così, in rapida successione, un capolavoro dopo l’altro.Il Cavaliere Oscuro e Ronin di Frank Miller. Watchmen di Alan Moore e Dave Gibbons. Elektra Assassin di Frank Miller e Bill Sienkiewicz. Black Orchid di Neil Gaiman e Dave McKean. V for Vendetta di Alan Moore e David Lloyd. Batman: Digital Justice di Pepe Moreno. Arkham Asylum di Grant Morrison e Dave McKean. Batman year two di Mike Barr e Alan Davis. Elektra vive di Frank Miller. Batman e Judge Dredd di Alan Grant e Simon Bisley. Batman vs Predator di Dave Gibbons e Andy Kubert. Killing Joke di Alan Moore e Brian Balland. Batman Year One di Frank Miller e David Mazzucchelli. “Il ritorno del Cavaliere Oscuro” di Frank Miller Elektra Assassin di Frank Miller e Bill Sienkiewicz Tali e tanti sono i capolavori pubblicati che nel 1989 (l’anno di Watchmen) le vendite risalgono sopra le 20mila copie mensili: saranno i supereroi a salvare la rivista? Purtroppo no. Le graphic novel vengono pubblicate come se fossero opere del tutto indipendenti dai loro contesti di appartenenza, con introduzioni fuorvianti e superficiali, in ordine spesso casuale, spezzate arbitrariamente in “puntate” che non hanno ragione di essere (Watchmen ne soffre particolarmente) e mutilate (ancora una volta Watchmen, privata delle parti solo scritte). Editoriale del n. 73 Terminata Watchmen, opera di livello così alto da essere stata, con ogni probabilità, l’unica davvero apprezzata da tutti i lettori, le vendite tornano a calare. Chi leggeva prima la rivista non apprezza né Batman né Elektra, e chi apprezza questi personaggi legge altro, preferendo coerenza e narrazioni omogenee alla carta patinata e alle graphic novel fuori contesto.