WESTWORLD, GLI ANDROIDI HANNO UN’ANIMA

Westworld

Westworld è una serie televisiva fantascientifico-distopica targata Hbo, ideata da Lisa Joy e Jonathan Nolan (noto per le collaborazioni con il fratello Christopher in film come Memento, 2000, The Prestige, 2006, e Interstellar, 2014).
La serie, ispirata all’omonimo film del 1973 (in italiano Il mondo dei robot) scritto e diretto da Michael Crichton, viene trasmessa dal 2016 ed è ancora in produzione. Non è la prima volta che la televisione si occupa della creatura di Crichton: già nel 1980 venne prodotta una miniserie in cinque episodi, Beyond Westworld (in italiano Alle soglie del futuro), sempre basata sul lungometraggio del 1973 (che ebbe anche un seguito spurio, Futureworld, nel 1976).

Westworld è un futuristico parco divertimenti a tema Far West, apparentemente sconfinato e popolato da androidi, indistinguibili dall’uomo e totalmente inconsapevoli della propria natura e di quella del mondo circostante. La loro vita è un arco narrativo predefinito, un copione scritto dagli umani, che si ripete ciclicamente, ripartendo ogniqualvolta muoiono, e lasciandoli senza alcuna memoria del passato.
Ai ricchi visitatori è concesso tutto: assaporare la natura selvaggia del Far West, indossare i panni di un’altra epoca, conoscere gli abitanti del parco, torturarli, stuprarli e ucciderli senza rimorsi né conseguenze.

In questo gioco crudele, gli androidi sono costruiti per perdere, programmati per non poter ferire l’uomo e incapaci di imparare dai ricordi del loro stesso passato, che gli viene regolarmente sottratto. Alcuni abitanti, però, iniziano a dare inspiegabili segnali di malfunzionamento, manifestando comportamenti lontani dal proprio personaggio, piccoli gesti indipendenti, quasi senzienti.

Dolores Abernathy (interpretata da Evan Rachel Wood) è una semplice contadina, una sognatrice, amante della natura e degli animali, capace di vedere il bello in ogni cosa. È con lo sguardo verso l’orizzonte, gli occhi pieni di speranza e un sorriso dolce e sereno, che ammazza bruscamente una mosca che le si posa sul collo, con la stessa naturalezza con cui si coglie un fiore.

Westworld racconta una storia dalle premesse intriganti e dagli sviluppi appassionanti e complessi, anche se talvolta eccessivamente intricati.
Fin dalla sigla veniamo incantati e rapiti da una colonna sonora (del poliedrico Ramin Djawadi) che ci sfiora e trascina con sé, galoppando al limite della scienza e verso l’esplorazione dell’io più profondo dei personaggi.
L’ottimo cast (in cui spiccano Thandie Newton, Ed Harris, Anthony Hopkins e Jeffrey Wright) completa l’opera, decorando la trama con personaggi ben caratterizzati, autentici, che ci mettono in difficoltà nella scelta di uno schieramento da sostenere.

L’intero racconto è pervaso da irriducibili dubbi sul libero arbitrio che tormentano sia gli androidi, timorosi di non essere gli artefici delle proprie decisioni, sia gli umani, troppo imperfetti per fidarsi di loro stessi. A questi si aggiungono, senza appesantire la narrazione, quesiti su quale sia la natura dei personaggi, umana o meccanica, se ci sia un’effettiva differenza tra queste due specie, se una delle due possa essere considerata più giusta dell’altra o se le loro diversità siano in perfetto equilibrio.

Westworld è una serie magnetica, profonda, in grado di saziare gli amanti del genere, percorrendo sempre nuovi sentieri pur rimanendo fedele alla propria identità.

 

Irene Pasotto –  Inkroci

 

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