VIGASIO SEXPLOITATION: IL CINEMA HORROR E AGRESTE DI MONTRESOR
“Vigasio Sexploitation”è un film in due parti girato tra il 2009 e il 2011 daSebastiano Montresor, che è stato presentato quest’anno nella sezioneApocalissi a basso costodedicata dalFuture Film Festival di Bologna2017al cinemaindieitaliano. Nel Volume 1, un uovo proveniente dallo spazio infetta gli abitanti diVigasio, in provincia di Verona. L’Agente Danger viene inviato dall’Agenzia per investigare sul caso e trovare l’antidoto al virus. Nel Volume 2, il dottor Moreau riesce a portare sulla Terra un alieno in grado di risolvere il problema della desertificazione causata dall’arresto dell’asse terrestre. L’alieno spiega come sul suo pianeta il problema sia speculare: la notte non ha fine… La prima metà, in bianco e nero (anzi verdino) ricordaDavid Lynche il cinema di avanguardia, la seconda parte, completamente diversa, è un trash allaRuss Meyercon donne che sparano mitragliate dai seni e uova spaziali. Vigasio Sexploitation1 e 2 è un raro esempio di opera indipendente che non assomiglia a niente di ciò che abbiamo visto in un cinema fino a ora. Indipendente in tutto e per tutto, senza vincoli con la tradizione,Vigasioesiste in un angolo dello spazio-tempo che sembra non avere alcun appiglio con il reale e con il quotidiano. Lo spazio scenico si perde negli spazi rurali di Vigasio, meno di diecimila abitanti in Veneto al confine con la Lombardia. Lì il genio, Sebastiano Montresor, vivee lì nasce il“cinema agricolo”, manifesto antidogmatico che parla di un cinema povero, il quale attraverso la forza dell’immaginario sa trarsi d’impaccio dalle miserie paludose del reale. Come già“L’eredità di Caino”, e come sarà poi nel dittico“K smette di fumare/Q smette di ricordare”, Montresor affronta il cinema con un’attitudine che solo a un occhio disattento può sembrare naïf, ma nei due capitoli di“Vigasio Sexploitation”i concetti di cinema alto e basso non hanno senso, perdono qualsiasi accezione, positiva o negativa che sia. Per quanto nel suo cinema troviamo comunque riferimenti e citazioni, lacinefilianon si trasforma mai in una pippa fine a se stessa, anzi, è un cinema anarchico il cui scopo è quello di bombardare l’immaginario dello spettatore.Non ci si sente al sicurodurante la visione di Vigasio Sexploitation, ma si prova il sottile, piacevole, brivido dell’ignoto, dell’inatteso, dell’imprevedibile. La prima metà, di Vigasio, il volume 1(la ripartizioneà laTarantinodiKill Billnon è casuale), è un’opera muta in un bianco e nero verdognolo: se lo spunto esplicito sono le allucinazioni lisergiche di unWilliam Burroughsalle prese con“The Soft Machine”, il film ci fa pensare aDavid Cronenberge a un certo sci-fi e horror all’antica che serpeggia sotterranea.Tra apparizioni di neo-baccelloni (ma l’uovo alieno oggi come oggi porta con sé inevitabili ipotesi di rapacixenomorfi) e combattimenti a colpi di motosega, Sebastiano Montresor celebra il matrimonio inatteso tra l’orrore del passato e della mummia, e quello postmoderno allaDavid Lynchuniti nella gloria del pop. Conla seconda partedi Vigasio Sexploitation arriva il colore. E che colore! Là dove la prima metà è desaturata e d’elite, la seconda, e conclusiva, spara colore all’impazzata. Tutto è esagerato, visibile, materiale, e iper-cromatico:l’azione si velocizza, il dialogo impazza, i colori prendono possesso della scena, ogni dettaglio accelera quasi si stesse schiantando come un kamikaze dell’immaginario contro i portoni del consueto. Tradonne biker baffute, alieni/televisore, donne fecondate da frecce lanciate nella loro vagina, maggiorate che sparano proiettili dai seni, il film racconta di un mondo in eterno rifacimento, e quindi in eterno disfacimento. Attraverso questa peculiare rappresentazione del corpo, delle sue infinite possibilità e delle sbrindellate morali che vorrebbero tenerlo recluso, occluso alla vista, Montresor aggira i vincoli della (auto)censura rivendicando il diritto allo sguardo. Il regista racconta l’amore attraverso la possessione, l’etereo attraverso il tangibile, grazie al cielo, effimero del corpo, dei suoi umori, delle sue imperfezioni. Vigasio Sexploitation è cinema senza eguali, e non solo nell’angusto panorama italiano. Quello, semmai, è messo alla berlina, lapidato giustamente, per non saper e non volere osare. Un’opera che non ha alcuna speranza di salvarsi dall’ostracismoDestinata all’ombra, Vigasio Sexploitation, ma anche, speriamo, un’operazione intellettuale. Potrebbe diventare un punto di (ri)partenza che sfruttando le armi del popolare e del del trash porti nuova linfa al cinema italiano, un’opera che forse un giorno sarà ricordata come l’oscuro precursore di un nuovo genere di grande successo popolare. BIOGRAFIASebastiano Montresor (1979) si diploma nel 1998 al liceo classico di Verona e proprio in quel periodo inizia a collaborare con scuole, cineforum, corsi universitari e associazioni culturali per l’insegnamento dell’immagine filmata. Prende la prima laurea nel 2001 a L’Aquila all’Accademia Internazionale per le Arti e le Scienze dell’Immaginein qualità di tecnico multimediale e operatore massmediale e, sempre nel 2001, ottiene la prima regia nel campo della produzione audiovisiva con un servizio giornalistico. Nel 2004 si laurea presso laFacoltà di Lettere e Filosofia nel corso Scienze delle Comunicazionia Verona con una tesi sul cinema diLeni Riefenstahl e il corpo mediatico. Nel 2004 viene premiato con laTarga Accademia Internazionaleper il lavoro svolto nel campo dell’immagine audiovisiva, dopo il conseguimento del diploma di laurea presso la stessa Accademia Internazionale per le Arti e le Scienze dell’Immagine. Continua la produzione teorica e saggistica con“L’immagine Pornografica, uno studio sulla storia, l’evoluzione, lo sviluppo e la fortuna della pornografia”– saggio storico linguistico e innumerevoli altri scritti. Nel 2003 crea la sua Azienda di Produzione Audiovisive, laMon3sorcon la quale produce e dirige svariati lavori tra cui “Audere” documentario storico – produzione Mon3sor/LABsurdo Productions, “L’eredità di Caino” lungometraggio, “Pietro Germi: L’uomo dal sigaro in bocca” documentario biografico, nel 2002 “Giordano Bruno” regia Montresor e Lorenzo Peluso – documentario per Raisat Art, “Havana Glam” video dimostrativo/fieristico per Edizioni Fanucci, “Lounge”, documentario Canal jimmy, “Villa Vò Pindimonte” documentario Raisat Abitare. Nel 2005 fonda, insieme aEnrico Fracca, la nuova societàLABsurdo Productions. Film diretti per il cinema 2011/2013 – “Q Smette di Ricordare” lungometraggio.2011/2012 – “K Smette di Fumare” lungometraggio(sito ufficiale)2008/2011 – “Vigasiosexploitation Vol.1 + Vol.2″ lungometraggio(sito ufficiale)2002/2006 – “L’eredità di Caino” lungometraggio(sito ufficiale) Sito ufficiale