UNO ZOMBIE NEL “CORRIERE DELLA PAURA”

UNO ZOMBIE NEL “CORRIERE DELLA PAURA”

Il“Corriere della Paura”era la pubblicazione dell’Editoriale Corno che presentava i fumetti tratti dalle riviste Marvel. Le riviste in bianco e nero della Marvel(magazine)non vanno confuse con i comic book a colori, né con le riviste “giornalistiche per uomini” pubblicate sempre dall’editore Martin Goodman. Il pezzo forte del “Corriere della Paura” era Simon Garthlo Zombie, creato dall’affiatata coppia formata dallo sceneggiatore americanoSteve Gerber (1947-2008)e dal disegnatore peruvianoPablo Marcos (nato nel 1937). Mi risulta che la prima rivista dedicata ai fumetti della Marvel (all’epoca si chiamava Atlas) sia la parodistica “Snafu”, uno dei tanti cloni di “Mad”. Lanciata nel 1955, “Snafu” dura solo tre numeri. Intorno al 1963,Stan Lee, il direttore della Marvel, pubblica raccolte di foto con politici americani e internazionali, aggiungendo delle gag nei balloon. Ogni numero della rivista ha una testata diversa. “Dannati dentisti comunisti”, sospira Fidel Castro con la mano appoggiata sulla guancia.Dopo il 1964, a seguito della contestazione studentesca americana, per non alienarsi i giovani Stan Lee smetterà di attaccare i comunisti. La stessa trovata dei ballon con le battute, ma nelle foto tratte dai film horror, viene utilizzata in “Monsters to laugh with”. Essendo un esperto in minchiologia posso dire che Bela Lugosi (il primo Dracula del grande schermo) c’entra pure lui con il comunismo, perché dovette fuggire dalla natia Ungheria dopo avere partecipato alla rivolta che mise in piedi un effimero governo dei soviet poco dopo la Prima guerra mondiale. Se il regime comunista avesse avuto successo, magari Lugosi ne sarebbe diventato il capo e Stan Lee avrebbe dovuto inserirlo nella rivista precedente. “Monsters Unlimited” è un’altra rivista di mostri. Alcune foto-gag di Godzilla le ho inserite nell’articolo“La Marvel è stata creata da Godzilla”. Nel 1968 vengono riuniti in un numero unico gli episodi di Pussycat pubblicati precedentemente nelle riviste giornalistiche maschili di Martin Goodman. Pussycat è una versione spionistica di Little Orphan Fanny pubblicata da “Playboy”, ma di livello più basso. La copertina è di Bill Everett (creatore di Sub-Mariner e Devil) e all’interno, tra gli altri, notiamo lo sbrilluccicante Bill Ward (creatore di Torchy). Nello stesso anno, Stan Lee lancia la rivista dell’Uomo Ragno che dura solo due numeri. Pensata per il lettore più maturo, presenta temi legati alla politica assenti nei comic book. In Italia, l’Editoriale Cornoha colorato questi episodi inserendoli nella serie normale dell’Uomo Ragno. Nel 1973 parte “Crazy”, l’ennesima imitazione di “Mad”. Stavolta abbastanza riuscita, dato che ne escono quasi cento numeri, chiudendo nel 1983. Il grande Will Eisner, che rifiuta il ruolo offertogli di direttore, collabora comunque ai primi numeri. Non capirò mai perché il mensile“Eureka”della Corno non abbia mai attinto dai fumetti di questa rivista Marvel, invece di pubblicare le storielle più infantili prese dai comic book. Per dare un’idea di questa rivista, ecco la prima pagina di una parodia del racconto “Il cuore rivelatore” di Edgar Allan Poe. Dopo che un tribunale americano ha decretato la morte del fumetto underground vietandone il sistema distributivo alternativo, nel 1974 Stan Lee riesce a convincere il bravo Denis Kitchen a realizzarne una versione edulcorata per la Marvel. “Comix Book” dura pochi numeri. All’interno, Kitchen racconta a fumetti la nascita di questa iniziativa editoriale, rappresentando Stan Lee come J.J.J. (a tal proposito vedi l’articolo“L’inattuale Ditko è l’Uomo Ragno”). Tra gli autori, ci sono anche Art Spiegelman, destinato a diventare famoso con Maus, e Basil Wolverton, che pur avendo ispirato involontariamente Robert Crumb non ha mai lavorato per i fumetti underground veri e propri in quanto profondamente cristiano (vedi l’articolo“Rockman * l’eroe + bislacco & dimenticato della Marvel”). Facciamo un passo indietro nel 1971, quando esce la rivista grazie alla quale inizia il vero boom della Marvel nel settore: “Savage Tales”. La punta di diamante di questa pubblicazione di fumetti per lettori maturi è Conan di Roy Thomas e Barry Smith. Sempre in “Savage Tales” troviamo la prima storia di Man-Thing, una versione anni settanta di The Heap (il personaggio degli anni quaranta pubblicato nell’albo Air-Boy della Hillman Periodicals). Man-Thing ha avuto una lunga e interessante serie di avventure nei comic book, misteriosamente rimasta inedita in Italia. Mentre da noi è stato tradotto Swamp Thing della Dc Comics, anche lui ispirato a The Heap, famoso per il periodo nel quale lo scrive Alan Moore. Inoltre, nel primo numero di “Savage Tales” c’è una bellissima storia disegnata da John Buscema con il tarzanide Ka-Zar, che abbiamo presentato in italiano nell’articolo“L’espressionismo muscolare di Buscema”. Conan ha talmente successo che, in aggiunta al comic book a colori, gli viene dedicata una nuova rivista: “The savage sword of Conan”. Con i suoi 235 numeri pubblicati dal 1974 al 1995, è una delle riviste americane a fumetti più longeve, anche se dal 1979, dopo il passaggio di Roy Thomas alla Dc Comics (a causa di disaccordi con il nuovo direttore della Marvel Jim Shooter), i testi subiscono un crollo qualitativo. Pur non amando Thomas, devo riconoscere che neppure le recenti versioni di Conan pubblicate dalla Dark Horse riescono a valorizzare come faceva lui il personaggio creato negli anni trenta da Robert Howard. Va be’ che Thomas poteva giovarsi dei migliori disegnatori Marvel dell’epoca. Il 1973 è l’anno della vera invasione delle riviste horror della Marvel, che cercano di sfruttare il successo ormai quasi decennale della Warren, in edicola con Creepy (Zio Tibia), Eerie e Vampirella. Le cinque riviste bimestrali, che vivacchieranno fino al 1975, sono “Dracula Lives!”, “Vampire Tales”, “Monsters Unleashed”, “Tales of the Zombie” e “Haunt of Horror”. All’epoca si pensava che prima o poi il numero delle riviste avrebbe superato quello dei comic book, invece il genere declinò negli anni ottanta. Partite con un budget relativamente alto, queste riviste horror della Marvel abbassano rapidamente i costi di produzione, rinunciando a grossi autori arruolati inizialmente come Neal Adams. Dopo il 1975, solo Dracula continuerà ad avere una rivista, sia pure con una testata diversa, mentre gli altri mostri torneranno solo in alcuni numeri speciali. Nel frattempo la divisione delle riviste Marvel si arricchisce di altre pubblicazioni dedicate al Pianeta delle Scimmie e ai personaggi dei comic book come come Shang-Chi e Hulk. In Italia, nel 1974, l’Editoriale Corno lancia il “Corriere della Paura”, un mensile di 48 pagine. Si tratta della prima rivista diretta daMaria Grazia Perini (1950-2012), già redattrice delle altre pubblicazioni della Corno, comprese quelle Marvel.L’editore Andrea Cornomi disse che la Perini dipendeva solo daldirettore generale Luciano Secchi, il quale le aveva fatto fare carriera finché, dopo averle dato la prestigiosa direzione di “Eureka”, la indusse a lasciare la casa editrice. Secondo Corno i due avevano litigato furiosamente, per usare espressioni blande. Per il “Corriere della Paura”, la Perini spende più di quanto la Corno faccia per le testate Marvel tratte dai comic book, in particolare commissiona il pezzo giornalistico d’apertura. Sarebbe stato forse meglio (e più economico) usare gli articoli già scritti e illustrati, a volte dagli stessi autori dei fumetti, delle cinque riviste horror americane. Invece viene speso poco per la fattura materiale del “Corriere della Paura”: carta di scarsa qualità e, soprattutto, stampa pessima. Si ha l’impressione che, invece di usare le consuete pellicole, siano state fotocopiate le pagine delle riviste americane, con un risultato orribile. Con l’ormai alto numero di riviste Marvel da cui attingere, non solo horror, la Corno avrebbe potuto pubblicare una bella rivista di cento pagine, su buona carta e con un’ottima stampa, come il quattordicinale “Eureka”. Ripeto, non capirò mai la sottovalutazione delle riviste Marvel da parte di Luciano Secchi, che pure pubblicava a tutto spiano i supereroi Marvel. Il n. 1 del “Corriere della Paura” e la copertina di Luis Dominguez nella rivista originale. Nell’elenco delle riviste sotto copyright, il “Corriere della Paura” dimentica di citare “The Haunt of Horror”, da cui pure attinge. In regalo con il primo numero c’è un amuleto, invece dei soliti adesivi e manifesti tipici della Corno. Una trovata corrispondente allo spirito “magico” della Perini: la quale, secondo alcuni colleghi, credeva nel malocchio. L’autore dell’articolo introduttivo è Cesare Medail, giornalista del “Corriere della Sera” e, in seguito, anche della rete televisiva “Italia 1”. È scomparso nel 2005. L’articolo mi pare dica che il Dracula storico da giovane sia stato tenuto in ostaggio presso la corte ottomana, dove lo sodomizzavano. Si sarebbe poi vendicato sui turchi acquisendo la fama di “impalatore”, in senso non metaforico. Comparsa con l’arrivo degli unni, la nobile arte dell’impalazione era ancora praticata un secolo e mezzo fa da alcuni gruppi di zingari. Spesso nelle immagini viene rappresentata erroneamente: l’impalazione consiste nello spingere un lungo bastone appuntito nell’ano della vittima fino a farlo fuoriuscire dalla spalla, seguendo una particolare traiettoria all’interno del corpo. L’impalato sopravviveva giorni interi, ma per farlo morire bastava fargli bere un bicchiere d’acqua che lo soffocava. Dovrei insegnare minchiologia all’università, altro che palle! Godetevi, intanto, le tavole di Neal Adams con le origini marveliane di Dracula. Avete notato? Anche Adams si è sbagliato, disegnando l’impalazione delle sole teste. Saltiamo un po’ di tavole per non incorrere nelle eccessive ire dei detentori dei diritti e riprendiamo con la vecchia che vampirizza il nobile Dracula ferito. “Tu spezzi il mio cuore”, mi aveva scritto Alessandro Baggi, il disegnatore di Dylan Dog, quando pubblicai questa storia di Neal Adams nel mio vecchio blog. Neal Adams lo trovate nell’articolo“I cartoon di Bat-Timm contro il realismo di Bat-Adams”, mentre Baggi ogni settimana scrive la seguitissima rubrica“In ritardo con Dylan Dog”su Giornale Pop. Oltre ai fumetti, per lo più a colpo di scena senza personaggio fisso, nel “Corriere della Paura” c’è un originale oroscopo (forse scritto dalla stessa Perini). Veniamo al n. 2, che presenta una storia breve disegnata dal grande Jordi Bernet, che in seguito diventerà famoso con il personaggio “Torpedo”. Il racconto della Perini intitolato “La sacca” non è male, almeno nel mio ricordo: come al solito non ho riletto niente, scrivo tutto andando a memoria (salvo per le date che vado a controllare). Finalmente arriviamo al n. 3, dove facciamo la conoscenza dello zombie del titolo dell’articolo. La copertina di Earl Norem introduce il personaggio scritto da Steve Gerber, disegnato da John Buscema e inchiostrato da Tom Palmer. Scelgo alcune tavole con le origini dello zombie Simon Garth. Si tratta delprequeldi un fumetto pubblicato nel comic book “Menace” n. 7 del 1953,realizzato da Bill Everett con i dialoghi di Stan Lee. Uno di quei fumetti presi di mira durante la caccia alle streghe che distrusse il mercato dei comic book. Alla creazione di Sub-Mariner e di Devil, a Everett va quindi attribuita anche quella di Simon Garth lo Zombie, vedi il mio articolo“L’uomo che creò Namor, Devil e… Geppo?”. Mettiamo a confronto l’edizione pubblicata da “Tales of the Zombie” negli anni settanta, tradotta dal “Corriere della Paura”, con l’episodio originale del comic book degli anni cinquanta. La ragazza mora è diventata bionda, per ovvi motivi che capirete nell’ultima vignetta. Va bene, ho capito, signori detentori dei diritti, la terza storia di Simon Garth presente in questo numero del “Corriere della Paura” non la faccio vedere. C’è da dire che Garth non mi sembra un vero e proprio zombie: per esempio, nelle prossime avventure ucciderà un serpente per mangiarlo. Se è morto, cosa si alimenta a fare? D’altra parte, io non sono un esperto di zombie. Sempre in questo numero arriva la rubrica della posta, sormontata da un disegno di Corteggi, il famoso copertinista diKriminal. Vediamo anche una foto della Perini con i denti da vampiro. Nel n. 4 arrivano le storie del mostro di Frankenstein e una nuova rubrica dedicata ai film horror. Curiosamente, questa copertina non è tratta dalle cinque riviste horror a fumetti, ma dal giornalistico “Monsters of the Movies”, sempre dell’editore Martin Goodman. Nella copertina del n. 5 vediamo il vampiro Morbius, ma all’interno non c’è una sua storia. Piuttosto facciamo la conoscenza di Satan (Satanain inglese), figlia di Satana (Satanin inglese). Breve storia scritta da Roy Thomas e disegnata da un John Romita prestato all’horror. Il secondo episodio di Satan è disegnato da Estaban Maroto, un tempo considerato grande autore anche se troppo fotografaro. Poi l’editore Warren ha detto al suo agente spagnolo, Josep Toutain, che Maroto doveva disegnare solo per le proprie riviste, con le quali già collaborava, facendogli lasciare la Marvel.