UNA DOZZINA DI BUONI LIBRI SU CONTAGI, EPIDEMIE E VIRUS

Da quando è iniziata l’epidemia di coronavirus, le nostre teste sono andate in due direzioni diverse, diametralmente opposte. Da un lato la negazione (“è come un’influenza”) e poi, quando non è stato più possibile non vedere, l’evasione: mettiamoci a cucinare, stordiamoci di serie tv. Dall’altro il panico (“moriremo tutti”) che diventa, nella sua versione razionale, voglia di approfondire, di capirne di più o forse tardiva esigenza di elevarsi spiritualmente. Quindi si va alla ricerca di fonti attendibili, ma anche di suggestioni letterarie e cinematografiche per orientarsi nell’era del virus. Entrambe le tendenze sono giustificabili, e nei loro elementi positivi vanno assecondate: bilanciamo quindi la necessità di distrarci con l’ansia di informarci, o comunque di stare al passo con i tempi.Ecco allora una breve guida ai romanzi che toccano i temi del contagio, della pandemia, del virus. La migliore lettura saggistica per capire davvero qualcosa di quello che sta succedendo e inquadrarlo in un contesto più ampio è “Spillover” di David Quammen, ma qui si parla soprattutto di narrativa: dai classici sulla peste alle epidemie fantascientifiche di origine aliena, fino al giallo. L’incubo coronavirus, la psicosi globale e il terrore dell’epidemia fatale spinge in vetta alla classifica dei libri più venduti online su Amazon, il saggio del 2012 di David Quammen, edito da Adelphi.Questo saggio è molte cose: un’avventura nella giungla selvaggia, un testo di microbiologia, l’avvincente racconto di feroci epidemie. Tutto accomunato da rigore scientifico e passione per la materia trattata: le zoonosi.Perché la Grande Pandemia che ci aspetta, theNext Big One, la“peste dei tempi moderni”non è una vaga fantasia, ma un pericolo reale che può colpire l’umanità da un momento all’altro. Accadrà molto probabilmente con l’evento del titolo: lo spillover, cioè il passaggio di un virus da un animale all’uomo. Non accadrà, è già accaduto.Profetico in un modo raccapricciante. La peste del Trecento non è il tema di questa narrazione, ma la cornice: il motivo per cui dieci giovani si isolano in campagna e si raccontano dieci storie al giorno, una ciascuno. Novelle divertenti e tragiche. Un capolavoro, uno dei libri fondanti della letteratura italiana e mondiale. Per gli ottimisti. Il racconto del maestro del terrore che dà il titolo a questa raccolta è un perfetto esempio di come la peste possa diffondersi prima nell’inconsapevolezza, poi nella rimozione, infine nell’inevitabile orrore. Per i pessimisti. L’ultima grande epidemia di peste bubbonica, quella del Seicento, raccontata dall’autore diRobinson Crusoe, che l’aveva vissuta da bambino. Interessante, in particolare, la ricostruzione di quei mesi di delirio a Londra. Il tutto narrato con il talento del giornalista e l’abilità del romanziere. La ricerca del paziente zero, uno dei misteri irrisolti di questo Coronavirus, ha un valore e un interesse scientifico: non siamo certo a caccia dell’untore. Eppure la diffidenza che abbiamo manifestato nei confronti dei cinesi, e che poi altre nazioni hanno mostrato nei confronti di noi italiani stanno lì a ricordarci che puntare il dito è un atteggiamento sempre possibile. Alessandro Manzoni ha scritto pagine memorabilisulla pesteneI promessi sposi, ma per chi si preoccupa già del dopo, delle conseguenze di medio periodo, laStoria della colonna infameè una lettura perfetta. La grande metafora sulla natura umana: il racconto di come nell’emergenza, nella sospensione della normalità, vengano fuori i lati peggiori delle persone, ma anche quelli migliori. Un capolavoro della letteratura fantastica, e un’allegoria ancora più potente sulla nostra insita crudeltà e incapacità di vedere gli altri. L’epidemia che inspiegabilmente si diffonde avvolge le persone in una nebbia lattiginosa. Da quel momento è un susseguirsi di orrori e sopraffazioni. L’origine del contagio è aliena, il morbo si diffonde in seguito al ritorno di una missione dallo spazio, ed è pericoloso proprio per la sua assoluta novità. Perché nessuna cellula del corpo umano lo riconosce. Non è un po’ quello che sta succedendo con questo nuovo virus? Il contagio di riferimento, quello che fino al Seicento è stato la peste, e che oggi è il Coronavirus, tra Ottocento e Novecento è stato rappresentato dalla tubercolosi. La tisi, o mal sottile, è al centro di questo capolavoro dello scrittore siciliano. La vicenda è ambientata in un sanatorio dove la reclusione, il divieto e lo stato d’eccezione, sono la nuova normalità. Ultimo romanzo del grandissimo scrittore americano. Il contagio qui è dato dalla poliomielite, e l’esplorazione dei suoi effetti su una piccola comunità (paura, rabbia, dolore, morte) è condotta con la solita maestria. L’autore deLa ferrovia sotterraneaha scritto vari romanzi che prendono spunto dai cliché della letteratura di genere (fantastico, horror) per raccontare qualcosa di più grande. Qui la pandemia ha diviso gli umani in due categorie: vivi e morti viventi. Ma ci sono alcuni contagiati che non si sono trasformati in zombi… Non è unistant booksul Coronavirus, essendo stato pubblicato a metà 2019, ma poco ci manca. Il libro di Ling Ma racconta un’epidemia non molto diversa da quella attuale, con similitudini piuttosto inquietanti.La febbre di Shen è un ceppo particolarmente aggressivo. Si contrae inalando. L’area di origine della febbre è Shenzhen, in Cina. Difficile da individuare, i primi sintomi includono mal di testa, respiro faticoso e spossatezza. Sintomi spesso scambiati per un raffreddore comune. Tuttavia, ben presto peggiorano.Sounds familiar? Un’epidemia che trasforma le persone in belve rabbiose, un Paese abbandonato al caos e alla paura. Un solo uomo che cerca di comprendere il motivo (o il movente?) di quanto sta succedendo. Il commissario Jensen.Wahlöö è considerato il vero fondatore delcrimescandinavo. L’ultimo progetto dello scrittore di Como è un libro che non leggeremo mai.Nel 2003, poco prima della sua morte,Giuseppe Pontiggiastava lavorando a un romanzo su un virus. L’incipit e alcuni appunti sono conservati presso la Fondazione Beic di Milano.