PARLANDO DI MERCURIO LOI CON BILOTTA

PARLANDO DI MERCURIO LOI CON BILOTTA

Mercurio Loi è un professore di storia all’università, ma molto più interessato alle sfide e ai misteri che la strana società romana dei primi dell’Ottocento sembra offrirgli. Per chi abita a Roma nel 1826, Mercurio Loi è solo un uomo molto colto e intelligente, forse un po’ perdigiorno, sempre sorridente. Lo si vede passeggiare di frequente per le stradine intricate e affollate, lungo il Tevere ancora senza argini, spesso insieme al suo invidiato assistente Ottone, un ragazzo sempre scuro in volto, tenebroso, in odore di carboneria…”

Esistono città che non sono un semplice fondale, ma delle vere e proprie attrici nella tragicommedia della vita.
Roma, con il suo glorioso e onusto passato è molto di più di un palazzo o di un acciottolato di sampietrini, è una mamma, a volte bonaria e tante altre crudele per tutti i suoi figli. Forse è il peso stesso della sua storia che ne zavorra i movimenti e la rende apparentemente pigra e sonnacchiosa. Vero è che queste matrici con il passare delle generazioni si sono affievolite e l’Urbe, in tanti suoi aspetti, vive il caos tipico di tutte le metropoli.

Ma immaginate come Roma doveva presentarsi duecento anni fa: stradine poco illuminate che si riempivano di ogni tipo di individui, pellegrini e viandanti, battone e protettori, soldati e pretini. Su tutto e tutti la pesante cappa del potere temporale del Papa Re. È questo il mondo in cui vive Mercurio Loi, il protagonista della nuova testata della Sergio Bonelli Editore approdata nelle edicole il 23 maggio. Esordio buono ma senza fuochi pirotecnici, per i quali ci sarà tempo.

Il primo episodio di Mercurio Loi nella collana Le Storie: dato il successo ottenuto è stato deciso di dargli una serie tutta sua

 

Il rischio in epoca “social” è quello di aver già “letto” mille volte un fumetto su internet prima della sua effettiva uscita. Se a ciò si aggiunge il fatto che il personaggio ha già avuto un suo passato editoriale, nella collana bonelliana senza personaggio fisso Le Storie, l’effetto sorpresa è stato molto relativo. Al di là di questo, la lettura del primo numero della serie regolare risulta gradevole: i “caratteri” sono ben connotati, l’ambientazione è precisa e dettagliata. L’autore riesce a giocare sagacemente con la sua sceneggiatura evitando il rischio di scivolare nella macchietta, cosa che può succedere in ogni momento quando il protagonista ha tratti somatici scimmieschi e uno smaccato gusto per il surreale.

I comprimari sono abbastanza intriganti e ben integrati nel contesto. La figura del “villain” ricorda da vicino le nemesi storiche dei classici supereroi (qualcuno ha nominato il Joker?). Chiaramente emettere giudizi dopo un solo albo sarebbe fuori luogo. Con tutta probabilità Mercurio non cambierà la storia del fumetto italiano, aggiungerà solo una tessera (vedremo quanto stabile) al mosaico narrativo della Bonelli. Alla fine, il professor Loi non è un sovversivo, ma un semplice contemplatore itinerante. Vediamo fin dove lo porteranno le sue gambe.

Nel frattempo, le mie gambe mi hanno condotto alla fumetteria Star Shop di Napoli, dove la brillante proprietaria Antonella Bisesti ha organizzato un incontro con il “papà” di Mercurio: Alessandro Bilotta. Fin dal primo approccio, Alessandro si è rivelato cordiale e disponibile con tutti i suoi lettori, non limitandosi a fare il giochino dell’autorevole dispensatore di verità, ma instaurando un rapporto umano con ognuno degli interlocutori. Comprensibilmente ha incassato con piacere gli apprezzamenti, ma non si è chiuso a riccio davanti alle sporadiche critiche.

Sulla bravura di Bilotta, visti i suoi precedenti non solo bonelliani come lo psicoanalista dei fantasmi, Valter Buio (pubblicato dalla Star Comics una decina di anni fa e recentemente riproposto in corposi volumi), c’erano pochi dubbi: per quello che vale il mio parere, Bilotta, nato a Roma nel 1977, è il miglior under 40 che abbiamo in Italia. Ciò che mi ha colpito, oltre alla pazienza, è stata proprio la sua capacità di non salire sul piedistallo.
Nel corso della lunga chiacchierata con lui sono emersi numerosi particolari riguardo il progetto Mercurio Loi. In primis, Alessandro ci ha confermato che la testata non parte con un numero prefissato di albi ma, nelle intenzioni e nelle speranze, con una durata teoricamente illimitata. Al momento ne sono stati completati una decina di numeri, ma altri sono in corso d’opera.

La copertina del primo numero della nuova serie regolare

L’illustratore Manuele Fior è il copertinista

 

Bilotta ha detto di non volere fare un fumetto storico e che difficilmente (salvo autentiche necessità narrative) vedremo personaggi realmente esistiti. Ci ha confessato di avere trovato una certa difficoltà nel rintracciare nei libri fonti attendibili e che spesso ha dovuto farlo personalmente, andando a leggersi gli atti ufficiali del tempo. Anche il cinema, da “Il Marchese del Grillo” (ambientato circa cento anni prima) fino ai film di Luigi Magni (insieme abbiamo ricordato le inquadrature dei magnifici palazzi antichi di Roma… con le antenne televisive sui tetti!) gli sono stati poco utili.

Bilotta si è soffermato poi su alcune questioni tecniche, rimandando al mittente le polemiche della Rete sulla mancata rottura delle gabbia grafica bonelliana (che anch’io ritengo un mero pretesto polemico) e si è dichiarato molto soddisfatto del lavoro dei coloristi. In effetti la colorista del primo numero, Francesca Piscitelli, ha usato in maniera molto appropriata la tavolozza digitale, anche se Bilotta ha ammesso che esiste il problema della carta non del tutto adatta all’uso della policromia. I disegnatori scelti finora sono contraddistinti da una certa discontinuità di stile, ma comunque particolarmente adatti per le specifiche storie. Esistono, ovviamente, delle linee guida, ma ogni disegnatore potrà dare una interpretazione personalizzata del mondo di Mercurio.

Matteo Mosca (1973), già autore di Lazarus Ledd

Giampiero Casertano (1961), disegnatore di Martin Mystère e di Dylan Dog

Andrea Borgioli (1980), autore di Jan Dix, Cassidy e Lukas

Onofrio Catacchio (1964), autore di Frigidaire, Cyborg, Nathan Never e delle Matite Blu di Giornale Pop

Sergio Gerasi (1978), ha disegnato John Doe e Dylan Dog

Sergio Ponchione (1975), ha lavorato per Zona X, Jonathan Steele e Linus


Quando il discorso si è allargato al fumetto in generale, Alessandro si è rivelato un osservatore attento della scena mondiale aiutandoci, per esempio, a trovare una spiegazione alla mancata presenza di sceneggiatori italiani sul palcoscenico americano, a fronte di una autentica invasione dei nostri disegnatori. Secondo Bilotta il problema fondamentale resta la lingua che, anche se conosciuta bene, spesso non è sostenuta dalle sfumature o dallo slang. D’altra parte, i fatti parlano chiaro: non siamo andati oltre una marginale presenza di Matteo Casali. Magari il primo a sfondare negli Usa sarà proprio Alessandro, che io ritengo il più “americano” dei nostri sceneggiatori.

Mentre fuori si aprivano le cataratte del cielo, il pomeriggio è declinato piacevolmente verso la sera tra una dedica, un caffè, un succo di frutta e sprazzi di vita privata, e infine il saluto è stato persino un po’ triste…
Nei prossimi giorni, sul Web, troverete centinaia di recensioni sul fumetto. Lo vivisezioneranno in ogni aspetto, lo smonteranno vignetta per vignetta e faranno le pulci a ogni punto e a ogni virgola.
Io ho preferito soffermarmi sugli aspetti umani, sull’anima che c’è dietro ogni nuvoletta e che ce le rende care, come tutte le opere dell’ingegno che trattano di una entità con infiniti difetti, ma che sa essere fantastica: la specie umana!

Alessandro Bilotta e, alla sua destra, il nostro autore Pietro Zerella: medico e blogger fumettofilo

 


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2 commenti

  1. […] risultato dell’impegno creativo e artistico dello sceneggiatore e ideatore del personaggio, Alessandro Bilotta, e dello staff di disegnatori e coloristi che lo coadiuva è decisamente di buona qualità, […]

  2. […] Loi di Alessandro Bilotta e disegnatori vari Una serie che inizia quest’anno a maggio. Mercurio Loi è un po’ Batman e un po’ Sherlock Holmes, ma in realtà la serie, a partire […]

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