TUTTI I FUMETTI AMBIENTATI AD ATLANTIDE

TUTTI I FUMETTI AMBIENTATI AD ATLANTIDE

Quello di Atlantide, mito archeologico confezionato da Platone forse unendo fonti d’ispirazione diverse, è un tema diffuso in letteratura, nel teatro, nel cinema e naturalmente anche nei fumetti.

Se ne trova già riferimento in uno dei più vecchi eroi dei fumetti giapponesi, Ogon Batto (1), “Il Pipistrello d’Oro”, giustiziere volante creato nel 1930 da Takeo Nagamatsu per il teatro di strada kamishibai, viene descritto come un principe di Atlantide risvegliatosi dopo un lungo letargo.

Nel 1939 Atlantide appare anche nei fumetti italiani, nel racconto “L’Ancella di Antinea”, di Riccardo Chiarelli e Rudy Coghei, pubblicato a puntate sul settimanale L’Avventuroso.
L’Antinea del titolo è un’immaginaria regina di Atlantide apparsa in vari film, il cui nome deriva da quello della regina Tin Hinan, da cui sostengono di discendere i Tuareg. L’abbinamento azzardato tra Atlantide e il Sahara trae le sue origini dal romanzo “L’Atlantide” del francese Pierre Benoit, a sua volta ispirato dagli stravaganti saggi ottocenteschi del suo connazionale D. A. Godron.

Sempre nel 1939, un’Atlantide ancora più fantasiosa e longeva appare nella serie a fumetti Sub-Mariner di Bill Everett, pubblicata sul primo numero dell’albo Marvel Comics (ma solo negli anni sessanta Stan Lee e Jack Kirby, riprendendo il personaggio, identificano la città sottomarina con Atlantide – NdR).

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Il “navigatore sottomarino” del titolo è l’ennesimo principe di Atlantide, qui descritta come un regno sommerso abitato da uomini dagli occhi di pesce e dalla pelle blu che si adattati a vivere sott’acqua.

Il principe Namor, il Sub-Mariner, essendo figlio di una principessa di Atlantide e di un uomo di superficie, non solo può respirare in entrambi i mondi, ma è dotato di una forza sovrumana e addirittura della capacità di volare, grazie a quattro alette alle caviglie. Tali “poteri” sono resi necessari dalla moda dei supereroi impostasi con Superman l’anno
precedente.

Nonostante ciò il personaggio di Namor rimarrà nel tempo un “supereroe” estremamente atipico, più spesso nemico della razza umana che suo alleato e privo di tutti i luoghi comuni del genere, come l’identità segreta o qualunque tipo di mascheramento.

Recuperato poi da Stan Lee e Jack Kirby come antagonista dei Fantastici Quattro, a partire dal n. 4 dei Fantastic Four del 1962 (2), Namor, ora sovrano assoluto di Atlantide, vede acuirsi sempre di più il suo risentimento verso gli uomini di superficie, a causa delle distruzioni apportate ad Atlantide e al mondo oceanico dagli esperimenti irresponsabili e dall’inquinamento.

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Di volta in volta presentato come eroe o minaccia nelle sue varie apparizioni, in serie proprie o di altri, Namor è un personaggio psicologicamente complesso anche a causa delle interpretazioni molto diverse, o addirittura contraddittorie, che ne hanno dato i vari autori.

John Byrne del 1990 (3),  tenta di spiegare i saltuari eccessi d’ira con problemi di equilibrio ematico dovuti alla sua natura anfibia.  Nel volume “Abysses” (Abissi) scritto da Peter Milligan e dipinto da Esad Ribic (4), dall’andamento di un moderno thriller d’ambientazione sottomarina, Namor svolge il ruolo di una minaccia costante e invisibile.

Poco dopo l’esordio di Sub-Mariner, la casa editrice concorrente, l’attuale Dc Comics, nel 1941 risponde con l’equivalente eroe sottomarino Aquaman, anch’egli figlio di un americano e di una donna proveniente dalle profondità marine, ideato dallo sceneggiatore Mort Weisinger e disegnato inizialmente da Paul Norris, su More Fun n. 73.

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Personaggio meno tormentato di Namor, Aquaman eredita dal padre il nome di Arthur Curry e dalla madre la capacità di respirare sott’acqua e di comandare telepaticamente gli animali marini.

Nel 1959, nella seconda serie del personaggio pubblicata su Adventure Comics (5), gli autori Robert Bernstein e Ramona Fradon gli fanno ritrovare la città sommersa di Atlantide, la cui popolazione di uomini acquatici lo riconosce come il proprio legittimo sovrano.

Curiosamente nello stesso mese un’altra Atlantide, abitata questa volta da uomini-tritoni, appare sulle pagine di Superman che, in un episodio del suo passato, si innamora della sirena Lori Lemaris (6).

Il problema è che Superman e Aquaman appartengono allo stesso universo narrativo e la confusione che ne deriva è ulteriormente aggravata da almeno altre due versioni di Atlantide nella stessa casa editrice.

Quella della serie The Warlord (Il Signore della Guerra) di Mike Grell, il cui protagonista agisce nel mondo perduto di Skartaris, abitato da profughi di Atlantide, e quello di Arion, Lord of Atlantis (Arion, Signore di Atlantide) di Alan Kupperberg e Jan Duursema, del 1984, in cui un giovane mago regna sul continente perduto millenni prima del suo inabissamento.

si narra 

A tentare di mettere ordine arriva nel 1990 la miniserie Atlantis Chronicles (Le cronache di Atlantide) di Peter David ed Esteban Maroto (7), in cui si raccordano tra loro le varie versioni narrando attraverso i secoli le vicende della cupola che protegge Atlantide.

Vi si narra del suo affondamento nell’oceano, della divisione della sua popolazione in due colonie, una dedita a metodi scientifici e l’altra alla magia, delle mutazioni a cui sono sottoposti i suoi abitanti e degli antichi contatti e influenze tra Atlantide e la superficie, percorrendo contemporaneamente l’albero genealogico di Aquaman, in un susseguirsi di intrecci sentimentali e violenze, commentati con stili diversi dai cronisti che si succedono nel tempo.

Come nel caso di Superman, altri famosi personaggi a fumetti hanno avuto a che fare con Atlantide.
I tre esempi più classici sono “The Atalan Deep” (Negli Abissi dell’Atlantide), un episodio pubblicato sui quotidiani americani di Mandrake del 1945 di Lee Falk e Phil Davis (8), in cui compare forse per la prima volta l’idea della città sottomarina protetta da una cupola.

La seconda, “Juke Box ad Atlantide”, è una storia di Carl Barks del 1954 nota in Italia come “Zio Paperone Pesca lo Skirillione” (9), in cui Zio Paperone e nipoti incontrano degli atlantidei adattatisi gradualmente a respirare sott’acqua divenendo simili a pesci.

La terza è “L’Enigme de l’Atlantide” (L’Enigma di Atlantide), episodio del 1955 delle Avventure di Blake e Mortimer del grande autore belga Edgar P. Jacobs (10), in cui un’Atlantide sotterranea tecnologicamente avanzatissima è minacciata da un vicino regno barbarico dedito alla guerra. Una metafora dei conflitti morali posti dall’uso sconsiderato dei progressi scientifici negli anni dell’era atomica.

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Negli anni sessanta i mondi sommersi dei fumetti, più o meno identificabili con Atlantide, continuano a essere abitati da umanoidi acquatici, come il piccolo tritone Toriton dai capelli verdi, creato nel 1969 dal giapponese Osamu Tezuka, e il simpatico Submerman creato nel 1969 sulle pagine della rivista Pilote dai francesi Jacques Lob e Georges Pichard (11), protagonista di avventure poetiche e fantasiose tratteggiate con gusto naif nella “Città dei Bei Fondali”, dove la gente comunica per telepatia.

Passando alle trasposizioni a fumetti di film dedicati ad Atlantide, troviamo nel 1961 la pubblicazione da parte dell’editrice americana Dell di “Atlantis, the Lost Continent” (Atlantide, il Continente Perduto), scritto da Eric Freiwald e Robert Schaefer e disegnato da Dan Spiegle, dall’omonimo film diretto da George Pal nello stesso anno e tratto a sua volta da un dramma teatrale di Gerald Heargreaves.

Più di recente non può mancare la versione a fumetti, pubblicata dalla Dark Horse che oggi ha sostituito la Dell in questo settore, del film d’animazione della Disney “Atlantis, the Lost Empire” (Atlantide, l’Impero Perduto), del 2001.

È tratta invece da un telefilm del 1977 la serie a fumetti The Man of Atlantis (L’Uomo di Atlantide), pubblicata dalla Marvel nel 1978 e interrotta dopo soli  sette numeri, seguendo lo sfortunato destino della serie televisiva, sospesa prima della fine della stagione al 32simo episodio.

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Il protagonista, Mark Harris, è un uomo anfibio con mani e piedi palmati che, “naufragato” in superficie senza ricordare nulla del proprio passato, deve difendersi dal malvagio Mr. Schubert che vorrebbe manipolarlo per i suoi scopi.

Sempre la Marvel pubblica nel 1971 la serie fantasy Kull the Conqueror (Kull il Conquistatore), scritta da Roy Thomas, Gerry Conway e Steve Englehart e disegnata da Wally Wood, Marie e John Severin, Mike Ploog (12).

Le storie questa volta sono tratte o ispirate dall’omonima serie di racconti scritti da Robert Erwin Howard, il creatore di Conan il Barbaro di cui Kull costituisce in pratica il primo prototipo (13).

Si tratta di un guerriero nato e cresciuto fra le tigri in una Atlantide primordiale e selvaggia. Costretto ad abbandonarla perché colpevole di aver posto fine all’agonia di una prigioniera, Kull diventa fuorilegge, gladiatore, soldato, ufficiale e infine sovrano del vicino, e relativamente più civile, regno di Valusia.

Il suo percorso è quasi identico a quello di Conan, ma il fatto che ne abbia bruciato le tappe rapidamente non permette a Howard di approfondire i singoli ruoli, sfruttandone tutte le possibilità narrative.

A differenza di Conan, nella decina di racconti da lui scritti su Kull, questi è sempre in veste di re, tranne in uno. In questo e altro gli adattamenti di Thomas prima, di Conway e di Englehart poi, perfettamente fedeli ai testi originali, mostrano le insofferenze di un re selvaggio rispetto alle leggi “civili” del suo regno, che si rivelano spesso ipocrite e ingiuste. Un conflitto questo che si ritrova anche nel film, purtroppo meno fedele e riuscito rispetto ai fumetti, che ne è stato tratto di recente.

Restando nel campo del fantasy, troviamo un altro figlio selvaggio di Atlantide nella serie argentina Henga, realizzata nel 1974 dallo sceneggiatore Ray Collins (pseudonimo di Eugenio Zappietro) e dal disegnatore Juan Zanotto e nota in Italia con il titolo Yor il cacciatore (14).

Il protagonista è un biondo uomo preistorico che cerca di superare le superstizioni della sua gente e intraprende un’esplorazione del suo mondo, andando incontro a crescenti pericoli e misteri, fino a raggiungere su un’isola l’ipertecnologica “città degli dèi”.

Scopre che è il suo stesso paese d’origine, Atlantide, una colonia di uomini e donne provenienti da un’altra galassia, e assistere al suo affondamento, rimanendone l’unico superstite.

Da questa storia fu tratto qualche anno dopo un film, distribuito in Italia con il titolo Il Mondo di Yor, mentre nei fumetti la serie proseguì per un po’ di tempo con il titolo italiano Hor il Temerario, narrando le avventure del figlio di Yor.

Gli anni ottanta vedono il successo dei film di Indiana Jones e non poteva mancare una sua versione a fumetti che ne narrasse delle nuove avventure, pubblicata dalla solita Marvel a partire dal 1981 (15).
Naturalmente tra i tanti misteri possibili il professor Jones non poteva evitare di occuparsi di Atlantide.

È però il suo collega italiano Martin Mystère, creato nel 1982 da Alfredo Castelli e Giancarlo Alessandrini, a fare di Atlantide uno dei leit-motiv dell’intera serie fin dal primo numero.

Di Atlantide Martin Mystère ritrova spesso reperti sparsi in ogni parte del mondo, come la pistola a raggi paralizzanti che usa per molto tempo nelle sue avventure. Reperti appartenenti a una civiltà molto più avanzata della nostra, in cui magia e scienza si integrano armonicamente. Sono regolarmente fatti scomparire dagli Uomini in Nero, una organizzazione che persegue il mantenimento dello status quo attraverso la difesa della storia ufficiale come è stata scritta dal “potere”.

Dei reperti si appropria spesso il governo statunitense, custodendoli in una base denominata in codice Altrove, dove li studia per impadronirsi della loro tecnologia per scopi non sempre eticamente ammissibili in pubblico.

Il fatto che Atlantide si sia distrutta millenni prima in una guerra totale contro Mu (l’altro mitico continente che alcuni immaginano essere esistito nel Pacifico) non sembra ispirare alcuno scrupolo in nessuno di questi gruppi di potere.

A proposito di Martin Mystère, va segnalata anche la piccola ma ampia e documentatissima “Guida di Atlantide”, a cura dello stesso Alfredo Castelli, pubblicata nel 1986 come n. 3 del Dizionario dei Misteri allegato a Martin Mystère Special.
Vi si elencano ogni sorta di stravaganti teorie “serie” e opere di fiction di tutti i generi dedicate al continente scomparso.

Tra il 2007 e il 2008 è stata pubblicata dall’editrice statunitense Platinum la miniserie in cinque numeri Atlantis Rising, scritta da Scott O. Brown e disegnata da Tim Irwin e Andy Elder, in cui Atlantide risorge dall’oceano e i suoi abitanti, evidentemente anfibi, dichiarano guerra al mondo di superficie dopo averne subito e sopportato l’inquinamento.

Come idea di base non c’è in fondo niente di nuovo rispetto alle vecchie storie con Sub-Mariner, se non la possibilità di sviluppare il soggetto in modo più libero, senza dover sottostare a certi luoghi comuni supereroistici.

Del 2009 è il volume umoristico Atlantis, O’Sir Principessa Shardana, in cui l’italiano Enzo Marciante, specializzato in parodie a fumetti di personaggi storici, ispirandosi a una recente teoria che identifica Atlantide con la Sardegna, confeziona una ricostruzione della rivalità e del conflitto che in epoche antichissime avrebbero contrapposto la civiltà nuragica e quella egizia per la supremazia nel Mediterraneo, prima che un grande tsunami ponesse fine al potere degli Shardana, o Sardi.

Alla fine, perché quest’idea di Atlantide ha avuto tanto successo, fino a essere reinterpretata in così tanti modi? Forse perché è una buona metafora del nostro stesso inconscio, forse perché, per citare la miniserie Books of Magic di Neil Gaiman, “la vera Atlantide è dentro di te, com’è in tutti noi. La terra sommersa è perduta nel mare oscuro, perduta sotto le onde di storie nere e miti che si infrangono sui lidi della nostra mente” (16).

 

Note

1) Ogon Batto è apparso in Italia nella versione a cartoni animati e manga, ribattezzato col nome di Fantaman, e nella versione cinematografica con il nome di Diavolik.

2) Fantastic Four n. 4 è stato pubblicato in Italia dall’Editoriale Corno su “I Fantastici Quattro” n. 3 del 1971 e ristampato su “I Fantastici Quattro Gigante” n. 2 del 1978. Altre edizioni della stessa storia sono apparse su “Grandi Eroi Marvel” volume 1, Comic Art 1990, e “Fantastici Quattro Classic” n. 1, Marvel Italia 1996.

3) La serie “Namor” di John Byrne è stata pubblicata in Italia da Play Press sul mensile omonimo dal 1990.

4) “Abissi” di Milligan e Ribic è stato pubblicato in Italia da Panini Comics direttamente in volume cartonato.

5) Varie storie della seconda serie di Aquaman sono state pubblicate in Italia negli anni settanta in appendice a Flash delle Edizioni Williams e a Wonder Woman dell’Editrice Cenisio.

6) L’episodio “The Girl in Superman’s Past” (La ragazza nel passato di Superman), apparso negli Usa su Superman n. 129 del maggio 1959, è stato pubblicato in Italia su “Le più grandi storie di Superman mai raccontate” n. 1, Play Press 1994.

7) “Le cronache di Atlantide” di David e Maroto è stato pubblicato in Italia dalla Play Press in due volumi, sul n. 33 e 34 della collana Play Book del 1993.

8) “Negli abissi dell’Atlantide” di Falk e Davis è stato pubblicato in Italia da Comic Art in edizione amatoriale e su “Mandrake Speciale Estate” n. 1 del 1993, dalla De Agostini su “La grande avventura dei fumetti” n. 2 del 1989 e dal gruppo Repubblica-Espresso su “I classici del fumetto di Repubblica Serie oro” n. 12 del 2004.

9) Tra le edizioni italiane di “Juke box ad Atlantide”, uscita negli Usa su “Uncle Scrooge” n. 5, si segnala per fedeltà grafica quella di Zio Paperone n. 2, Mondadori 1988.

10) “L’enigma di Atlantide” di Edgar P. Jacobs, uscito in Belgio a puntate sulla rivista Tintin, è stato pubblicato in Italia da Mondadori nel 1967 su “Classici dell’Audacia” n. 39, dalle Edizioni Gandus nel 1981 e da Comic Art nel 1988 su “Grandi Eroi” n. 21.

11) Avventure di Submerman sono state pubblicate in Italia da Mondadori sul tascabile “Superalbo Audacia” tra il 1969 e il 1970.

12) La prima serie di “Kull il Conquistatore” è stata pubblicata in Italia dall’Editoriale Corno tra il 1974 e il 1976 in appendice a “Il mitico Thor” e a “Conan & Ka-Zar”. Una seconda serie, uscita negli Usa nel 1983, è stata pubblicata in Italia in appendice a “Conan il Barbaro” della Marvel Italia nel 1994.

13) Tutti i racconti letterari di Kull di Robert E. Howard sono stati raccolti in italiano dalla Editrice Nord nel volume “Kull di Valusia” del 1975, ristampato nei Tascabili Nord nel 1993, e sono compresi anche nel quinto volume di “Howard, tutti i cicli fantastici”, Newton Compton 1995.

14) La serie “Yor il Cacciatore” di Collins e Zanotto è stata pubblicata in Italia a puntate sulla rivista Lanciostory nel 1975, raccolta in volume dall’Eura Editoriale nel 1978 e poi in album cartonato su Euracomix n. 11 del 1989.

15) La serie “Le avventure di Indiana Jones” è stata pubblicata in Italia da Sergio Bonelli Editore negli anni ottanta.

16) Da Books of Magic n. 1 del 1990, testi di Neil Gaiman e disegni di John Bolton, prima edizione italiana su “Dc Comics presenta” n. 12, Comic Art 1994, ristampato in volume da Magic Press.

 

(Da Segreti di Pulcinella).

 

 

1 commento

  1. Ricordo ancora a memoria una poesia che lessi parecchio tempo fa su un libro dedicato ai continenti perduti di Atlantide e Mu 🙂

    Dove sorgevano superbe
    Le bianche mura di Atlantide
    E le colonne lucenti
    D’oro e d’oricalco
    Ora s’odono a volte le sirene cantare
    E vagano pascendo i muri pesci del mare

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